peppy86
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venerdì 30 luglio 2021
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porco rosso: il film piu'' difficile
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Della filmografia di Miyazaki ci sono tanti capolavori e pochi ottimi film. La Citta' Incantata sembra essere l'opera piu' celebrata e probabilmente la preferita dal grande pubblico.
Ci sono pero' degli aspetti che fanno di Porco Rosso probabilmente il film piu' difficile del maestro giapponese.
Per prima cosa il protagonista e', per l'appunto, un porco. E non un porco che vive fra altri animali o in un contesto fantastico dove vedere un porco che parla e' la normalita'.
In Porco Rosso c'e' un maiale che guida un areoplano. E' una figura dignitosa, saggia, che infonde sicurezza. Nessuno osa prenderlo in giro, anzi persino i suoi peggiori nemici lo stimano e lo temono.
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Della filmografia di Miyazaki ci sono tanti capolavori e pochi ottimi film. La Citta' Incantata sembra essere l'opera piu' celebrata e probabilmente la preferita dal grande pubblico.
Ci sono pero' degli aspetti che fanno di Porco Rosso probabilmente il film piu' difficile del maestro giapponese.
Per prima cosa il protagonista e', per l'appunto, un porco. E non un porco che vive fra altri animali o in un contesto fantastico dove vedere un porco che parla e' la normalita'.
In Porco Rosso c'e' un maiale che guida un areoplano. E' una figura dignitosa, saggia, che infonde sicurezza. Nessuno osa prenderlo in giro, anzi persino i suoi peggiori nemici lo stimano e lo temono.
C'e' un aviatore americano che addirittura anela di sconfiggerlo in volo, in modo da trarre da questa impresa fama e fortuna. E' come se qualcuno vi dicesse che sarebbe figo sconfiggere un maiale in una gara di corsa, cercando di rendere importante un'aspirazione del genere.
Ma non finisce qui. In questo mondo creato da Miyazaki, che descrive l'Italia prima del secondo conflitto mondiale, c'e' una donna che e' innamorata di questo maiale.
Non e' un amore platonico. Lei lo vorrebbe al suo fianco e sogna che lui vada a trovarla presso la sua dimora.
C'e' persino una ragazzina (probabilmente minorenne) che e' attratta da lui e che arriva addirittura a baciarlo.
Io sfido qualsiasi regista a compiere l'impresa di rendere credibile tutto questo, di non creare scandalo quando si racconta del possibile amore tra due donne e un maiale parlante e di fare di Porco Rosso l'eroe piu' umano di questa pellicola. Il tutto senza cadere nel ridicolo ma consegnando al grande pubblico un prodotto fruibile da grandi e piccini. Chapeau!
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paolo ferraresi
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giovedì 30 aprile 2020
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porco rosso è insieme un grande affresco storico e una delicata e struggente storia d'amore.
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Ho visto il film recentemente su Netflix quasi per caso.Ne sono stato travolto positivamente. Il film è un gioiello. Paradossalmente, ma non troppo, non è un film per tutti, ma più per adulti. E' troppo pieno di riferimenti e particolari storici in ogni scena, perchè possa essere compreso complessivamente da un adolescente: Lo stesso Marco Pagot, Porco Rosso, è un personaggio non lineare, ma complesso nella sua psicologia e cultura, anarcoide e antifascista.Il film è ambientato infatti tra le due guerre mondiali, dopo la grande crisi mondiale del 1929, durante il rgime fascista, da cui fugge con decisione rifugiandosi nelle isole della Croazia, volando a bordo del suo idrovolante Savoia S.21, da dove combatte i pirati dell'aria e del mare che funestano il mare mediterraneo.
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Ho visto il film recentemente su Netflix quasi per caso.Ne sono stato travolto positivamente. Il film è un gioiello. Paradossalmente, ma non troppo, non è un film per tutti, ma più per adulti. E' troppo pieno di riferimenti e particolari storici in ogni scena, perchè possa essere compreso complessivamente da un adolescente: Lo stesso Marco Pagot, Porco Rosso, è un personaggio non lineare, ma complesso nella sua psicologia e cultura, anarcoide e antifascista.Il film è ambientato infatti tra le due guerre mondiali, dopo la grande crisi mondiale del 1929, durante il rgime fascista, da cui fugge con decisione rifugiandosi nelle isole della Croazia, volando a bordo del suo idrovolante Savoia S.21, da dove combatte i pirati dell'aria e del mare che funestano il mare mediterraneo. Nel film tutto quello che viene presentato e rappresentato, ha riferimenti ben precisi. Molti nomi di personaggi sono riferimenti storici, tutti gli aerei che si vedono sono realmente esistiti. E' in effetti un grande omaggio all'aviazione di quel periodo e insieme un affresco storico, da non perdere. Ma è anche in fondo un romanzo d'amore, tenero e struggente. Da osservare e ascoltare proprio per questo motivo con estrema attenzione gli ultimi cinque minuti del film e tutti i particolari che compaiono nelle scene. Non bisogna lasciarsi sfuggire nessuna scena, nessuna parola, perchè è proprio in questo spazio temporale, dove si conclude il film, che si conclude il riscatto umano di Porco Rosso, insieme alla delicata storia d'amore che pervade tutto il film. - Bello -
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candido89
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martedì 21 aprile 2020
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l'italia tra maiali, fascisti e maiali fascisti
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Una storia bella, Miyazaki alla regia, l'Italia come ambientazione. Tre elementi che rendono questo film godibilissimo, profondo e pieno di armonia.
La frase ''Meglio porco che fascista'', inoltre, è nell'olimpo delle frasi celebri della cinematografia mondiale.
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marcloud
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martedì 11 febbraio 2020
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meglio porco che fascista
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Il maestro Miyazaki ci porta nella costa adriatica tra la prima e la seconda guerra mondiale. Marco è il Porco Rosso, aviatore anarchico e solitario, ostile tanto all'aviazione fascista italiana quanto ai pirati dei cieli. Amante del vino e delle belle donne, Marco si troverà ad affrontare la sfida contro l'americano Curtis. Film libertario e allo stesso tempo poetico, una piccola perla d'animazione come solo il maestro sa creare.
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noia1
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mercoledì 13 febbraio 2019
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il personalissimo italiano di miyazaki
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Un aviatore, reso maiale da una maledizione, combatte i delinquenti razziatori nel golfo di Venezia. Immagine limpidissima dell’Italia sulle spalle d’un protagonista in un certo senso stranamente complesso. Spesso l’italiano è visto come un pagliaccio, da una parte, dall’altra invece come il classico stallone senza cervello; qui abbiamo un vero e proprio essere umano, sofferto e passionale, una visione che nemmeno l’italiano stesso era riuscito a dare di sé stesso. Il protagonista ad esempio ha un vissuto, è tridimensionale, si crea un certo contrasto tra il suo atteggiamento ad una prima occhiata tipicamente nostrano leggero con un lato inaspettato, un certo dissidio che lo rende reale, non la solita superficiale idealizzazione.
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Un aviatore, reso maiale da una maledizione, combatte i delinquenti razziatori nel golfo di Venezia. Immagine limpidissima dell’Italia sulle spalle d’un protagonista in un certo senso stranamente complesso. Spesso l’italiano è visto come un pagliaccio, da una parte, dall’altra invece come il classico stallone senza cervello; qui abbiamo un vero e proprio essere umano, sofferto e passionale, una visione che nemmeno l’italiano stesso era riuscito a dare di sé stesso. Il protagonista ad esempio ha un vissuto, è tridimensionale, si crea un certo contrasto tra il suo atteggiamento ad una prima occhiata tipicamente nostrano leggero con un lato inaspettato, un certo dissidio che lo rende reale, non la solita superficiale idealizzazione. La protagonista femminile poi è imponente, non è la solita chiacchierona formosa e rompiscatole, alla gaiezza le si accompagna una certa saggezza, una profondità rara, la sua frase poi: «Qui le cose sono più complesse di quanto non sembri, ma amare è facile.» penso sia qualcosa di memorabile. Una rappresentazione onesta, non reale naturalmente come giustamente è il cinema e l’arte in generale, ma sicuramente sentita, che arriva allo spettatore. L’Italia dove gli aviatori combattono come eroi e si radunano nei bar a festeggiare, dove si beve e si gioca convivendo in quelle dinamiche appassionate che l’hanno resa famosa. Eppure è l’Italia dei fascisti, quella in procinto di farsi divorare dalla seconda Guerra Mondiale, giochi e spensieratezza che posso essere in qualsiasi momento sopiti, una nazione in qualche modo storpiata un po’ come il protagonista, un eroe nelle vesti di un maiale, una visione malgrado tutto più accesa che mai. Contrasti necessari per un affresco forse più attuale di quanto esso stesso non voglia apparire in realtà. Parlando di un protagonista nelle vesti di un maiale, abituato come sono allo stile disneyano, m’aspettavo chissà quali versacci, del tipo che si sarebbe messo a saltellare come un scemo o che le braccia si sarebbero messe ad attorcigliarsi su sé stesse ogni trenta secondi, avevo dimenticato però che i giapponesi hanno criterio. Il nostro Marco Pagot è simpatico sì ma non ridicolo, è una sacrosanta questione di regia, di resa sullo schermo di questo maiale impettito che fuma e beve peggio Snake in “Fuga da New York”. I combattimenti aerei sono tutt’ora irriproducibili dal vivo, scene, come quella degli aviatori che in massa volando nei loro aeroplani vanno verso l’aldilà, addirittura impensabili. Film sicuramente memorabile ma che a me ha toccato in modo particolare per l’onestà e per il protagonista, tuttora un unicum; oltre che per l’ironia che solo l’animazione può rendere, pugni nell’occhio fatti di espressioni e corpi che da un momento all’altro diventano grotteschi, smorzate di trama che solo l’immagine disegnata può concedersi, mai però ridicolmente od insensatamente.
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enzo70
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lunedì 1 agosto 2016
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un porco che non vola è solo un maiale
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Porco rosso è un maiale con un incredibile talento per il volo; un militare dal volto suino, ma dal cuore molto umano, nel periodo che intercorre tra la prima e la seconda mondiale. E al centro del mare adriatico si intrecciano storie di armi, duelli e di amore. E tutto questo in un cartone, ma in un cartone di Hayao Miyazaki, il Disney giapponese, con il suo incredibile studio Ghibli. E vi devo dire la verità, questo Porco rosso è davvero incredibile, bello, appassionante; tutto perfetto; ad esempio Kiki, la streghetta, a me non è piaciuto, non so quanto abbia contato la pessima doppiatura, ma, ecco, questo lavoro ha tutt’altro respiro. Più moderno anche se con quella dose di classicismo sempre necessaria nei lavori rivolti, soprattutto, ai più piccini, questo cartone è lineare nel racconto e straordinario nella capacità inventiva.
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Porco rosso è un maiale con un incredibile talento per il volo; un militare dal volto suino, ma dal cuore molto umano, nel periodo che intercorre tra la prima e la seconda mondiale. E al centro del mare adriatico si intrecciano storie di armi, duelli e di amore. E tutto questo in un cartone, ma in un cartone di Hayao Miyazaki, il Disney giapponese, con il suo incredibile studio Ghibli. E vi devo dire la verità, questo Porco rosso è davvero incredibile, bello, appassionante; tutto perfetto; ad esempio Kiki, la streghetta, a me non è piaciuto, non so quanto abbia contato la pessima doppiatura, ma, ecco, questo lavoro ha tutt’altro respiro. Più moderno anche se con quella dose di classicismo sempre necessaria nei lavori rivolti, soprattutto, ai più piccini, questo cartone è lineare nel racconto e straordinario nella capacità inventiva. Consiglio vivamente di vederlo.
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renato c.
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domenica 12 luglio 2015
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bellissima satira!!
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Bella l'idea del regista giapponese di fare un film d'animazione con protagonista un Italiano! All'inizio qualcuno, in Italia, poteva anche offendersi: l'Italiano col muso di porco! ma poi si viene a sapere (come ne "La bella e la bestia"!) che il suo aspetto è frutto di un maleficio che probabilmente l'amore od unatto eroico annullerà! Curati molto i dettagli, tutte le scritte dei giornali e dei locali erano in italiano! Porco Rosso è poi rappresentato come un Italiano ribelle al regime del momento (il fascismo) e che andava in giro cercando avventure personali!! Anche l'Americano che gli è ostile all'inizio, alla fine lo stima! Nel finale non si sa poi se riacquista il volto umano, ma come dice ls giovane ragazza, è
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Bella l'idea del regista giapponese di fare un film d'animazione con protagonista un Italiano! All'inizio qualcuno, in Italia, poteva anche offendersi: l'Italiano col muso di porco! ma poi si viene a sapere (come ne "La bella e la bestia"!) che il suo aspetto è frutto di un maleficio che probabilmente l'amore od unatto eroico annullerà! Curati molto i dettagli, tutte le scritte dei giornali e dei locali erano in italiano! Porco Rosso è poi rappresentato come un Italiano ribelle al regime del momento (il fascismo) e che andava in giro cercando avventure personali!! Anche l'Americano che gli è ostile all'inizio, alla fine lo stima! Nel finale non si sa poi se riacquista il volto umano, ma come dice ls giovane ragazza, è un segreto tra loro! (Si immagina, comunque, che sia tornato di aspetto umano!) Insolito come film d'animazione, ma piacevole a vedersi!
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jackiechan90
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giovedì 16 ottobre 2014
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meglio essere porco che fascista
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"Porco rosso" è l'omaggio che Miyazaki fa al nostro paese rappresentato con cura in ogni suo dettaglio (dalle distese del Mediterraneo fino alla città di Milano passando per la Pianura Padana e l'Adriatico) e ci voleva forse proprio un grande maestro giapponese per farci ri-innamorare di uesto nostro paesaggio. La cura maniacale dei disegnatori dello studio Ghibli ci riporta un paesaggio quasi impressionista che coglie ogni sfumatura persino nelle scene più "minimaliste", quelle tra le nuvole. il paesaggio, dunque, ce lo mettiamo noi ma la poetica ce la mette tutta Myazaki, con le acrobazie dei voli, il rtimo delle grandi storie d'avventura, sempre a metà tra il reale e il fantasioso, l'attenzione alla psicologia dei personaggi che non sono mai nè buoni nè cattivi.
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"Porco rosso" è l'omaggio che Miyazaki fa al nostro paese rappresentato con cura in ogni suo dettaglio (dalle distese del Mediterraneo fino alla città di Milano passando per la Pianura Padana e l'Adriatico) e ci voleva forse proprio un grande maestro giapponese per farci ri-innamorare di uesto nostro paesaggio. La cura maniacale dei disegnatori dello studio Ghibli ci riporta un paesaggio quasi impressionista che coglie ogni sfumatura persino nelle scene più "minimaliste", quelle tra le nuvole. il paesaggio, dunque, ce lo mettiamo noi ma la poetica ce la mette tutta Myazaki, con le acrobazie dei voli, il rtimo delle grandi storie d'avventura, sempre a metà tra il reale e il fantasioso, l'attenzione alla psicologia dei personaggi che non sono mai nè buoni nè cattivi. Anzi, la morale che il film sembra lasciare nello spettatore è proprio quella di non giudicare le perosne dall'apparenza. La vera bellezza sta nell'anima e la si può trovare anche nella creatura a prima vista più ripugnante. Non per niente il film è ambientato in epoca fscista, dove il falso moralismo ela rigida (e altrettanto falsa) burocrazia imperano e gli unici "buoni" paradossalmente sono i pirati dell'aria con la loro intransigenza verso il proprio codice morale. E Marco Pagot, il pilota-suino, con la sua gioiosa e scanzonatoria anarchia è l'unico che può tenere testa a tutti quanti. Scelta emblematica considerando che il maiale è universalmente considerato come l'emblema della sporcizia, degli istinti bassi e triviali. Il paragone tra lo sporco e la pulizia è il leit motiv che attraversa tutto il film (spesso Marco accusa i pirati di non lavarsi e di puzzare così come loro insultano lui con doppi sensi) specchio esteriore della sporcizia "interna", morale. é proprio l'embelma dello sporco però a diventare il protagonista positivo di tutta la vicenda e a rivelarsi più "umano" degli stessi uomini. Insomma come direbbe Marco Pagot, "meglio essere porco che fascista".
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lady libro
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venerdì 12 luglio 2013
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sulle ali dell'avventura
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In questo film, sebbene personalmente non lo ritenga ai livelli elevati di altri suoi capolavori, Miyazaki dà il meglio di sé, a cominciare dalle a dir poco splendide ricostruzioni degli idrovolanti dell’epoca in ogni minimo dettaglio, per non parlare poi delle emozionanti scene di volo che fanno proprio sentire l’enorme forza del vento sul viso e la potenza dei colpi sparati dai velivoli.
Tra l’altro lo ritengo uno dei suoi film più misteriosi e pieno di segreti che non potranno mai avere risposta. Soltanto nella nostra immaginazione potremmo risolverli, perché quel grande maestro nipponico di Miyazaki si diverta a giocare con la mente dello spettatore.
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In questo film, sebbene personalmente non lo ritenga ai livelli elevati di altri suoi capolavori, Miyazaki dà il meglio di sé, a cominciare dalle a dir poco splendide ricostruzioni degli idrovolanti dell’epoca in ogni minimo dettaglio, per non parlare poi delle emozionanti scene di volo che fanno proprio sentire l’enorme forza del vento sul viso e la potenza dei colpi sparati dai velivoli.
Tra l’altro lo ritengo uno dei suoi film più misteriosi e pieno di segreti che non potranno mai avere risposta. Soltanto nella nostra immaginazione potremmo risolverli, perché quel grande maestro nipponico di Miyazaki si diverta a giocare con la mente dello spettatore.
Ho apprezzato tantissimo Marco Pagot, il protagonista Porco Rosso del titolo, per la sua personalità indipendente, forte, tenace e sotto sotto parecchio sensibile, dolce e malinconica.
Che dire poi del suo rapporto con Fio, la piccola meccanica? Un’amicizia che supera l’iniziale diffidenza di lui e che si trasforma in una sorta di amore, e non a caso il mitico Porco Rosso sarà disposto a tutto per lei.
Simpaticissimi anche i pirati del cielo e Donald Curtis.
L’unico personaggio che a mio parere avrebbe meritato un maggior approfondimento psicologico è Gina, che appare poco durante il film, non riveste quasi importanza e se non fosse presente forse la differenza non si noterebbe poi tanto.
Ma per il resto è un film sensazionale. Guardatelo.
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