fedeleto
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martedì 11 febbraio 2014
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l'occhio tra realtà e illusione
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un giovane e famoso fotografo londinese, vive le sue giornate indifferente tra stupende ragazze e servizi fotografici che gli fruttano soldi.Ma quando si trova in un parco isolato e fotografa una coppia misteriosa, le cose cambiano.La ragazza rivuole le foto, ma il ragazzo attraverso un'ingrandimento capisce che c'e'stato un omicidio.O forse è solo la sua immaginazione?Antonioni dirige un film estremamente differente dalle sue opere precedenti.Sceneggiato da Antonioni e Guerra, e ispirato da un racconto di Cortazar, la storia è profonda e difficile, ma particolare e suggestiva.Il regista Ferrarese si dirige a Londra e trova una città diversa e misteriosa.
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un giovane e famoso fotografo londinese, vive le sue giornate indifferente tra stupende ragazze e servizi fotografici che gli fruttano soldi.Ma quando si trova in un parco isolato e fotografa una coppia misteriosa, le cose cambiano.La ragazza rivuole le foto, ma il ragazzo attraverso un'ingrandimento capisce che c'e'stato un omicidio.O forse è solo la sua immaginazione?Antonioni dirige un film estremamente differente dalle sue opere precedenti.Sceneggiato da Antonioni e Guerra, e ispirato da un racconto di Cortazar, la storia è profonda e difficile, ma particolare e suggestiva.Il regista Ferrarese si dirige a Londra e trova una città diversa e misteriosa. Il film si interroga sul concetto di realtà e irrealta'.il fotografo è un personaggio che osserva (un po come lo spettatore che carpisce le immagini che più lo colpiscono)e in tutto questo come dice lui stesso si annoia, si stufa delle ragazze continue che lo tartassano per una foto, egli vuole qualcos altro, ,e' un po voyerista, collezionista, e curioso di qualcosa che non vede ma sente.Quando ingrandisce le foto e osserva quella realtà che prima non vedeva (il presente ci sfugge) capisce come si possa comprendere qualcosa che va oltre l'attimo, blow up, appunto ingrandimento, constatqzione maggiore della realtà attraverso l'autopticita.Le foto che egli attacca diventano quasi quadri, immagini che gli suggeriscono cosa stia accadendo nel momento, infatti la soluzione è nell'immagine riguardata e non in quella fotografata nell'attimo.Londra diventa teatro del pittoresco , gruppi (yarbirds) che spaccano la chitarra e che diventano leggenda, pagliacci che scorazzano per la città mimando una partita di tennis, e qui Antonioni arriva ancora una volta alla magistralita, poiche il fotografo parteciperà a questo gioco dell'illusione raccogliendo la palla e sentendo la pallina che non esiste, un esempio di come l'illusione ormai lo abbia assorbito, e dall'ingrandimento si passa all'allontanamento che porta a far scomparire il protagonista.Ora sta allo spettatore fare l'ingrandimento e capire.La bravura di Antonioni si capisce da subito, e nonostante le perplessità di molti che temevano che un allontanamento in patria avesse provocato danni rendendo il maestro vittima di facili soluzioni delle grandi produzioni saranno felici di constatare l'abilità nuova del regista che annega nella realtà per far partorire l'irrealta. Rimane sempre il dubbio se l'omicidio sia un fatto avvenuto sul serio, ma le soluzioni sono lasciate allo spettatore.Forse è tutto illusione di un fotografo che spera di trovare qualcosa di più grande.
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paolo 67
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mercoledì 9 novembre 2011
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la soggettiva della realtà
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Il film, nel quale si nota il gusto pittorico di Antonioni (che visitò con lo sceneggiatore Tonino Guerra alcune mostre a Londra prima di iniziare le riprese), è stato uno di quelli con maggior successo di un autore dalla rappresentazione antispettacolare della realtà sempre stato simbolo di cinema "alto" e intellettuale più che popolare. Ambientato nella fascinosa "Swingin London", di cui descrive i rituali (ai quali pare non fu insensibile lo stesso Antonioni, maestro nel raccontare la borghesia annoiata), l'opera è incentrata sullo spaesamento prodotto dal mezzo fotografico, che ribaltando l'illusione del protagonista del potere attraverso le immagini sulla realtà (una scena con una modella è un surrogato dell'amplesso) ne constata invece la crisi di identità, parallela a quella di una società.
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Il film, nel quale si nota il gusto pittorico di Antonioni (che visitò con lo sceneggiatore Tonino Guerra alcune mostre a Londra prima di iniziare le riprese), è stato uno di quelli con maggior successo di un autore dalla rappresentazione antispettacolare della realtà sempre stato simbolo di cinema "alto" e intellettuale più che popolare. Ambientato nella fascinosa "Swingin London", di cui descrive i rituali (ai quali pare non fu insensibile lo stesso Antonioni, maestro nel raccontare la borghesia annoiata), l'opera è incentrata sullo spaesamento prodotto dal mezzo fotografico, che ribaltando l'illusione del protagonista del potere attraverso le immagini sulla realtà (una scena con una modella è un surrogato dell'amplesso) ne constata invece la crisi di identità, parallela a quella di una società. Attraverso la tecnica, si ritorna al mistero sulla demarcazione tra realtà e immaginazione, come confermato dai mimi che appaiono all'inizio e alla fine del film, colla loro partita a tennis con la pallina invisibile. Il film può anche essere considerato una riflessione sull'arte (Antonioni stesso amava dipingere) e sulla fuga dalla realtà come punto ultimo dell'integrazione, tema che il regista svilupperà nel successivo "Zabriskie Point". Film aperto e non disperato nonostante la constatazione della solitudine, con qualche eco felliniana (la "dolce vita" londinese, i clowns), è passato alla storia anche per il primo nudo integrale femminile.
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albplet
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domenica 29 aprile 2012
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Affresco della swinging London e del modo di essere che in essa affiorava nelle persone. Per certi versi gli individui potevano venire rapiti dalle fughe dalla realtà che in effetti erano una realtà altra: l’importanza della moda, della musica, delle droghe, dell’amore o del sesso tendenzialmente apatici, slegati dalla tradizione, …, il tutto vissuto come un’esperienza collettiva. Il protagonista nelle scene finali conferma questo immergersi nell’essere collettivo non facendo più il fotografo, cioè il cronista, o anche l’artista, ma scagliando la pallina e partecipando così al gioco. Significative le scene in cui si vedono bellissimi e quieti parchi verdi interrotti da un gruppo di giovani allegri che fanno baccano: è l’avvento del nuovo, di una forza vitale diversa dalla tipica convenzione british, un qualcosa che cambia tutto.
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Affresco della swinging London e del modo di essere che in essa affiorava nelle persone. Per certi versi gli individui potevano venire rapiti dalle fughe dalla realtà che in effetti erano una realtà altra: l’importanza della moda, della musica, delle droghe, dell’amore o del sesso tendenzialmente apatici, slegati dalla tradizione, …, il tutto vissuto come un’esperienza collettiva. Il protagonista nelle scene finali conferma questo immergersi nell’essere collettivo non facendo più il fotografo, cioè il cronista, o anche l’artista, ma scagliando la pallina e partecipando così al gioco. Significative le scene in cui si vedono bellissimi e quieti parchi verdi interrotti da un gruppo di giovani allegri che fanno baccano: è l’avvento del nuovo, di una forza vitale diversa dalla tipica convenzione british, un qualcosa che cambia tutto. Complimenti ad Antonioni.
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carlofei
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lunedì 16 luglio 2012
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l'apparenza inganna.
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Film capolavoro.
L'apparenza inganna. Prima di giudicare entriamo nello specchio delle mie, tue, nostre brame. Attraversiamo e giudichiamo noi stessi. La realtà come le strade per le stelle stanno in quali canocchiali usiamo per scrutarle e non esitiamo a prendere su di noi le nostre responsabilità. Memorabile la sequenza nel parco con sottofondo musicale del vento tra gli alberi.
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angeloumana
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mercoledì 1 novembre 2017
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esplosione attesa
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E' passato il tempo, ci ha scavato dentro... canta Enrico Ruggeri, così come ne è passato per il film Blow-Up, rimasterizzato e come nuovo ma è passata l'epoca in cui un film così era, forse, attuale o perfino precorritore. Mario Soldati lo definì un capolavoro, o almeno il capolavoro di Michelangelo Antonioni, che però altri migliori ne fece, quanto meno film che raccontavano più da vicino la realtà dell'epoca e osservavano le persone interiormente. Altri lo hanno definito come il film che ha influenzato il cinema di altri maestri cinematografici. E' del 1966, Palma d'Oro a Cannes '67. Antonioni un genio, o così bisogna dire.
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E' passato il tempo, ci ha scavato dentro... canta Enrico Ruggeri, così come ne è passato per il film Blow-Up, rimasterizzato e come nuovo ma è passata l'epoca in cui un film così era, forse, attuale o perfino precorritore. Mario Soldati lo definì un capolavoro, o almeno il capolavoro di Michelangelo Antonioni, che però altri migliori ne fece, quanto meno film che raccontavano più da vicino la realtà dell'epoca e osservavano le persone interiormente. Altri lo hanno definito come il film che ha influenzato il cinema di altri maestri cinematografici. E' del 1966, Palma d'Oro a Cannes '67. Antonioni un genio, o così bisogna dire. Qui fotografò il passaggio da un'epoca all'altra, film certamente intelligente o meglio intellettuale, ma non adatto a tutti i “comprendonii”: capitò in un momento in cui il pubblico era interessato a temi esistenziali, agli ermetismi di linguaggio, alle opere prive di trama, così è scritto sulla presentazione di MyMovies.
David Hemmings-Thomas ne è protagonista assoluto. Allora 25enne impersona un fotografo di successo, che fa fare alle sue modelle ciò che vuole, per l'onore o la fama di essere da lui fotografate. C'è del maschilismo nel film, l'uomo-gallo che nel pollaio pone e dispone, ma è figlio dell'epoca. Se ne va in giro con una Rolls cabriolet, uomo di successo, due modelle o aspiranti tali gli fanno la corte per esserne fotografate. Compaiono Jane Birkin e Vanessa Redgrave giovani e bellissime, tutte le donne hanno chiome di capelli lunghi, era il '66... Si intravvede una liberazione nei costumi che arriverà, ma che negli ambienti di Antonioni era già cosa acquisita. Le prime chitarre vengono spaccate nei concerti, espressione d'arte o di modernità? Era il tempo dei Beatles e siamo a Londra. Ha messo nel film gli antesignani dei contestatori o degli indiani metropolitani, o forse i futuri espropriatori proletari, liberi di scorrazzare e inventarsi cose, come una partita a tennis solo mimata. Chissà se blow-up è un'esplosione (attesa, magari augurabile da parte dello spettatore) oppure l'ingrandimento di una foto che Thomas fà per una personale indagine su un misterioso omicidio che lambisce la Redgrave. Mah, ci vuole un buon quoziente intellettivo per capire gli intellettuali!
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stefanocapasso
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mercoledì 6 dicembre 2017
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la creatività crea vita reale
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Diviso tra I lavori su commissione con le modelle e i suoi interessi personali Thomas, giovane fotografo di Londra trova materiale interessante per caso in alcune foto scattate in un parco. Gli ingrandimenti dei dettagli mostrano un uomo con una pistola ed un corpo a terra. La convinzione di aver fotografato un omicidio lo spinge ad ulteriori ricerche che non riusciranno a portare alcun dato certo.
Capolavoro del cinema moderno di Michelangelo Antonioni il film si interroga continuamente tra ciò che verità e ciò che è finzione. E lo fa infrangendo canoni cinematografi per aderire all’idea che lo spazio intorno è tutto vivo ed esplorabile, cosi che l’indagine del protagonista diventa metaforicamente un’indagine sulla stessa realtà, peraltro non risolvibile.
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Diviso tra I lavori su commissione con le modelle e i suoi interessi personali Thomas, giovane fotografo di Londra trova materiale interessante per caso in alcune foto scattate in un parco. Gli ingrandimenti dei dettagli mostrano un uomo con una pistola ed un corpo a terra. La convinzione di aver fotografato un omicidio lo spinge ad ulteriori ricerche che non riusciranno a portare alcun dato certo.
Capolavoro del cinema moderno di Michelangelo Antonioni il film si interroga continuamente tra ciò che verità e ciò che è finzione. E lo fa infrangendo canoni cinematografi per aderire all’idea che lo spazio intorno è tutto vivo ed esplorabile, cosi che l’indagine del protagonista diventa metaforicamente un’indagine sulla stessa realtà, peraltro non risolvibile. La conclusione finale ben rappresentata dalla partita di tennis simulata lascia intendere che è l’arte stessa che crea la realtà, e che per vivere nella stessa realtà c’è bisogno di aderire completamente all’istinto creativo , come Thomas stesso, dopo qualche attimo di titubanza, sceglie di fare.
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giulio andreetta
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martedì 10 dicembre 2019
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il ritratto di una londra che non c'è più
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Un grande ritratto di una Londra che non c'è più. Una città affascinata dal fenomeno del rock, che in quegli anni faceva definitivamente breccia sui giovani, da sempre attenti alla manifestazione, o all'ostentazione, di una protesta nei confronti dei simulacri borghesi del passato. Una realtà descritta minuziosamente, nella quale si inserisce senza soluzione di continuità la vicenda di un fotografo che diventa l'involontario spettatore di un delitto. Il mistero che di solito è associato, nel genere giallo, all'identità dell'assassino, in questo caso ha poca o nessuna importanza, diventa mero espediente narrativo, che permette, ancora una volta in Antonioni, di mostrare l'incomunicabilità, la totale mancanza di speranza in una possibile conciliazione tra l'io individuale e gli altri.
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Un grande ritratto di una Londra che non c'è più. Una città affascinata dal fenomeno del rock, che in quegli anni faceva definitivamente breccia sui giovani, da sempre attenti alla manifestazione, o all'ostentazione, di una protesta nei confronti dei simulacri borghesi del passato. Una realtà descritta minuziosamente, nella quale si inserisce senza soluzione di continuità la vicenda di un fotografo che diventa l'involontario spettatore di un delitto. Il mistero che di solito è associato, nel genere giallo, all'identità dell'assassino, in questo caso ha poca o nessuna importanza, diventa mero espediente narrativo, che permette, ancora una volta in Antonioni, di mostrare l'incomunicabilità, la totale mancanza di speranza in una possibile conciliazione tra l'io individuale e gli altri. Una solitudine ancora più amara, perché presente soprattutto nel momento del contatto con l'altro da sé: Una relazione che può essere solo materiale, fisica, ma mai spirituale. L'incapacità di trovare dati oggettivi che possano corrobare l'ipotesi del delitto diventa la manifestazione del relativismo odierno, nel quale tutto è vero e tutto è falso, e conta solamente l'apparenza. Il senso di spaesamento del protagonista è il senso di spaesamento dell'uomo moderno, ormai orfano di tutti i valori. Un film amaro, disturbante a tratti, anche perché trememendamente complesso, e che rischia persino di annoiare uno spettatore non abituato alla poetica di questo grande regista. Si tratta di cogliere i segni, le sfumature, gli sguardi, il non-detto, piuttosto che il significato letterale dei dialoghi e dei concetti. Un film difficile che non concede nulla allo spettatore, e che manifesta il disagio del protagonista in modo velato, ad esempio attraverso la sua passione per oggetti inutili (l'elica di legno) che diventano l'emblema dell'inutilità dell'arte, ma anche della sua straordinaria forza comunicativa. CI troviamo sicuramente di fronte ad un capolavoro.
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brando fioravanti
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venerdì 6 aprile 2012
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sopravvalutato
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Nella Londra degli anni sessanta un fotografo immortala un immagine di un omicidio. Una donna rivuole il negativo a tutti i costi. Ancor prima di svilupparla era ovvio che la fotografia nascondesse qualche scomodo particolare. Ma nell'anno in cui è ambientato il film c'era molta ostilità nei confronti della polizia e il protagonista non denuncia il fatto. A dire la verità non si capisce neanche cosa voglia fare. Alla fine il negativo gli sarà sottratto. Il film finisce con una partita di tennis mimata da alcuni sessantottini, dove il protagonista gli restituirà la palla immagginaria. La realtà può essere illusoria, ma fare un esempio in uno sport è decisamente ridicolo.
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Nella Londra degli anni sessanta un fotografo immortala un immagine di un omicidio. Una donna rivuole il negativo a tutti i costi. Ancor prima di svilupparla era ovvio che la fotografia nascondesse qualche scomodo particolare. Ma nell'anno in cui è ambientato il film c'era molta ostilità nei confronti della polizia e il protagonista non denuncia il fatto. A dire la verità non si capisce neanche cosa voglia fare. Alla fine il negativo gli sarà sottratto. Il film finisce con una partita di tennis mimata da alcuni sessantottini, dove il protagonista gli restituirà la palla immagginaria. La realtà può essere illusoria, ma fare un esempio in uno sport è decisamente ridicolo. La materialità è l'unica certezzza che abbiamo. Per chi non guarda troppo lo stile il film può risultare molto snervante.
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