38ª edizione del Torino Film Festival, il programma dei 31 film genere documentario. Torino - 20/28 novembre 2020. Le recensioni, trame, listini, poster e trailer, ordinabili per:
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Nel Kentucky orientale si assiste a un costante declino ambientale e sociale. A raccontarlo è Brian che vede davanti a lui un futuro senza prospettive. Espandi ▽
Talcum, Kentucky orientale, remota area rurale degli Appalachi dove la gente si sente poco americana. Brian Ritchie e la sua famiglia vivono da decenni in questa zona, un tempo terra di fiorenti miniere. Anno dopo anno, hanno visto svilupparsi un mix esplosivo di declino economico, disastro ecologico e violenza sociale. Li chiamano "hillbillies", cioè bifolchi o zotici montanari, un insulto diventato per molti un segno identitario. Tra questi lo stesso Brian, che vive intrappolato tra un passato mitico e un futuro senza prospettive. È uno degli ultimi testimoni di un mondo che sta scomparendo e che, proprio per questo, ispira la sua poesia. Recensione ❯
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Una riflessione sulla concezione di dolore attraverso un flusso immersivo di immagini e parole. Espandi ▽
Con un flusso immersivo di parole e immagini, il film avvicina lo spettatore all'esperienza del dolore. Oltre l'opposizione fra egoismo e altruismo, la solidarietà e la cura dell'altro diventano azioni esistenziali in grado da sole di opporsi al potere eccessivo della vita. Recensione ❯
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La vita quotidiana all'interno del campo rom di Lungo Stura Lazio fino alla sua distruzione. Espandi ▽
Per quindici anni, alla periferia Nord di Torino, è esistito il campo rom di Lungo Stura Lazio, il cosiddetto Platz. Era una delle baraccopoli più grandi d'Europa. La versione di Jean è la storia di un uomo che con il suo cellulare filma e registra diversi momenti di vita quotidiana del campo, fino alla sua totale distruzione. Ora, nel grande spazio rimasto vuoto dopo lo sgombero, riaffiorano i suoi ricordi. Recensione ❯
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Una panoramica sui collegamenti del cosmo e quelle dell'architettura mistica. Espandi ▽
Un documentario ibrido che collega le strutture del potere cosmico con quelle dell'architettura mistica dei culti e delle città utopiche nel remoto entroterra del Brasile. Recensione ❯
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Un diario intimo della regista che ripercorre la malattia e la conseguente morte della madre. Espandi ▽
Le pagine di un diario lungo vent'anni fanno riemergere memorie, ricordi, sogni e sensazioni di un periodo legato a doppio filo alla malattia e successivamente alla scomparsa della madre della regista. Come in un dialogo mai interrotto, immagini, suoni e fotografie, collegate al presente dalla voce fuori campo, raccontano la personale storia di un rapporto madre-figlia attraverso l'ausilio di piccole "capsule del tempo" piene di ricordi. In parallelo, una seconda voce narrante legge le parole di Roland Barthes in Journal de Deuil, lasciate a testimonianza del suo lutto. Recensione ❯
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Una coppia indiana è preoccupata del futuro che potrebbe dare al figlio in arrivo. Espandi ▽
Somi è incinta del suo secondo figlio. Insieme a suo marito si prepara per questa nuova fase della loro genitorialità. Significa che loro figlio deve andare a scuola, ma come nell'India contemporanea, dove persone come loro sono cittadini di terzo grado, è un obbiettivo difficile. E il processo burocratico non aiuta. Recensione ❯
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Una donna è perseguitata dal ricordo del padre omicida. Un giorno, nella prigione in cui lavora, si presenta un uomo che afferma di averlo conosciuto. Espandi ▽
Una giovane donna che lavora come custode in una prigione del Madagascar trascorre le giornate sognando a occhi aperti il padre, scomparso diversi anni prima dopo aver ucciso il suo stesso fratello. Nell'immaginazione della donna, l'uomo si trasforma in un killer leggendario che vaga per il paese e che tira dadi magici per decidere la sorte delle sue vittime. In segreto la donna spera un giorno di vederlo comparire tra i prigionieri, ma quando un nuovo detenuto sostiene di conoscerlo veramente, le sue fantasie si trasformano in incubi. Recensione ❯
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Il racconto di tre edifici abbandonati che oggi hanno perso la funzione per la quale erano stati costruiti. Espandi ▽
La "fabbrica diffusa" si espande. Il film la racconta tra edifici abbandonati, miniere trasformate in attrazioni turistiche, opifici dell'Europa dell'est riconvertiti alla produzione di automobili italiane; attraversa città e paesi industriali come Sesto San Giovanni (ex Stalingrado d'Italia) e Lumezzane (la città "officina" del bresciano) oggi trasfigurati. I luoghi, le immagini, i suoni. L'autore appunta e racconta mescolando telefonate, conferenze, poesie, vecchi film, spot della tv jugoslava, balletti russi, performance sperimentali. Un unico flusso che si espande in molteplici sensi e direzioni. Proprio come la fabbrica. Recensione ❯
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K. affronta un viaggio in cui viene a contatto con alcuni esperimenti sociali potenzialmente utili per il futuro. Espandi ▽
K. parte per il Levante colonizzato muovendosi nel tempo e nello spazio verso le zone dove si combattono i nuovi conflitti anti-coloniali, in costante conversazione con persone da tutto il mondo. Riceve lezioni sull'agro-ecologia e sull'autogoverno, sulle energie sostenibili e su una possibile educazione al di fuori di un'ottica statalista. Ispirato alla storia siriana prima della creazione degli stati-nazione e dopo il parziale ritiro del governo dalle aree resistenti, il viaggio di K. racconta esperimenti sociali che possono diventare manuali per le generazioni future. Recensione ❯
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Il ritratto di Jorge Bonino, un artista inclassificabile che ha conquistato l'Europa senza avere mai un copione o un percorso definito. Espandi ▽
Una vita segnata dal vagabondaggio. Un personaggio che non ha lasciato indizi o mappe da seguire. Niente che riporti qualcosa su di lui. Le sue opere non avevano copioni ed esistevano solo nella fugacità del momento. Jorge Bonino era un artista non classificabile. Ha conquistato l'Europa senza interprete, usando un linguaggio inventato che tutti capivano. Un amico immaginario ha mappato le tracce che il suo corpo ha lasciato nello spazio, attraverso le storie di una vita possibile. Recensione ❯
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Una riflessione che mette in relazione Shakespeare, un villaggio messicano, le tragedie locali e tante altre suggestioni che hanno in comune il tema dell'amore. Espandi ▽
Abbandonandosi al proprio mondo fatto di miti, incontri avventurosi e riflessioni sulla realtà che lo circonda, Beto mostra allo spettatore un luogo affascinante: l'ignoto. Un villaggio messicano entra in relazione con Shakespeare; alcune leggende locali con le tragedie romantiche; la vita contemporanea con la storia passata. In un simile percorso, l'amore resta un concetto fondamentale e la cura di sé stessi si rivela indissolubilmente legata alla cura dell'altro. Recensione ❯
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Quattro donne crescono insieme un bambino di 9 anni in una foresta sulla costa meridionale del Brasile. Espandi ▽
Tammy è la madre di Derick; ma anche Bruna, Chiva e Ana lo sono. Il film racconta la vita di queste quattro donne che, insieme, crescono Derick, un bambino di nove anni. Lesbiche, bisessuali, non monogame e anarchiche, le mamme di Derick costruiscono la casa dove crescere il proprio figlio in una foresta sulla costa meridionale del Brasile, nonostante le minacce di sfratto da parte della polizia. Tutti insieme cantano e suonano in un film che utilizza due stili apparentemente inconciliabili: il documentario d'osservazione e il musical. Recensione ❯
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Un ritratto dei ragazzi nati nel secondo dopoguerra dalle relazioni tra le donne italiane e i militari afroamericani. Espandi ▽
Sullo sfondo di una Napoli scanzonata e realistica, un mosaico di vicende che racconta la vita di alcuni "figli della Madonna", i ragazzi nati nel secondo dopoguerra dalle relazioni illegittime tra le donne del luogo e i militari afroamericani. Film d'esordio di Vento, tra i più preziosi esempi di nouvelle vague italiana, mai distribuito e caduto nel dimenticatoio dopo l'anteprima a Berlino nel 1967. Recensione ❯
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Una storia personale che diventa manifesto della resistenza all'orrore della Storia collettiva, senza perdere la tenerezza. Documentario, Gran Bretagna2019. Durata 100 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
La storia strabiliante di una regista siriana di 26 anni, Waad al-Kateab, che ha filmato la sua vita in Aleppo, da ribelle, durante i 5 anni di rivolta siriana. Espandi ▽
Waad è una studentessa universitaria quando, nel 2011, sull'onda delle primavere arabe, la gioventù di Aleppo insorge contro la dittatura di Bashar al-Assas e ne domanda a gran voce la fine. La repressione del regime però è spietata e dà luogo alla più sanguinosa guerra civile del nostro presente. Molti fuggono, ma Waad resta, a fianco dell'amico Hamza, che diventa in quegli anni suo marito e anche l'ultimo medico rimasto, nella zona ribelle, per curare centinaia di feriti al giorno, nei mesi atroci dell'assedio della città, nel 2016. Recensione ❯
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Il regista iraniano Mohsen Makhmalbaf mette un annuncio sul giornale in cerca di interpreti per il suo prossimo film: ai provini si presenteranno migliaia di aspiranti attori e attrici. Espandi ▽
Il regista iraniano Mohsen Makhmalbaf mette un annuncio sul giornale in cerca di interpreti per il suo prossimo film: ai provini si presenteranno migliaia di aspiranti attori e attrici. Presentato nella sezione Un Certain Regard del Festival di Cannes 1995 per celebrare i cento anni dalla nascita del cinema. Recensione ❯
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