Titolo originale | Je Fais le Mort |
Titolo internazionale | Playing Dead |
Anno | 2013 |
Genere | Commedia, |
Produzione | Francia |
Durata | 104 minuti |
Regia di | Jean-Paul Salomé |
Attori | François Damiens, Géraldine Nakache, Lucien Jean-Baptiste, Anne Le Ny, Jean-Marie Winling Kévin Azaïs, Nanou Garcia, Corentin Lobet, Judith Henry, Mathieu Barbet, Cécile Telerman, Antoine Salomé, Eric Naggar, Caroline Filipek, Camille Saint-Jean, Emma Blunden, Florence Maury, Thierry Verrier, Aline Chetail, Tiffany Zahorski, Jean-Paul Salomé, Pierre Desmaret, Philippe Koa, Guillaume Rumiel Braun, Benjamin Robert, Justine Poiret, Isalinde Giovangigli, Marie Claude Perret Michal. |
Distribuzione | Bolero Film |
MYmonetro | 2,42 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 20 luglio 2016
Un attore indossa i panni della morte per riuscire a sbarcare il lunario.
CONSIGLIATO NÌ
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Jean Renault è un attore di scarso talento e grande pedanteria. Congedato dall'ultimo set e dalla consorte, implora un ruolo qualsiasi all'ufficio di collocamento. Depresso e in piena crisi professionale e personale decide di 'fare il morto' sulle scene del crimine, permettendo alla Giustizia di ricostruirne le dinamiche. Spedito in una decaduta località montana, dove è stato commesso un triplice omicidio, e forte di un Cesar vinto troppi anni prima come promessa mai mantenuta, Jean si dimostra subito disponibile e zelante. Sul campo si guadagna la simpatia del tenente Lamy e si aliena quella di Noémie Desfontaines, un giovane magistrato attraente che non sopporta il suo ego e le sue ingerenze. Ma la donna dovrà ricredersi perché la pignoleria di Jean dimostrerà che niente è come appare. Scrupoloso e impavido, risolverà il caso e diventerà protagonista della sua vita.
Conosciuto per le sue ricostruzioni storiche e piuttosto accademiche (Arsenio Lupin, Female Agents), Jean-Paul Salomé cambia registro e genere, firmando una commedia poliziesca che guarda a Blake Edwards e a Billy Wilder senza riuscire evidentemente ad eguagliarli. Ambientato a Megève, una stazione sciistica dell'Alta Savoia, Je Fais le Mort è una commedia nera che ha il suo punto di forza in François Damiens e Géraldine Nakache, contrappunto sentimentale al suo Jean Renault, che si pronuncia come quello del più celebre Jean Reno ma non bisogna confondere col celebrato Jean Reno (è una delle running gag del film). Se la ricostruzione degli omicidi regala al film un po' del fascino giallo-rosa di Truffaut (Finalmente domenica!), Je Fais le Mort rimane nondimeno un polar sentimentale inerte, un'operazione vintage piena di morti ammazzati dentro il buio fondo della trama. Cinefilo prima che regista, Jean-Paul Salomé evoca le atmosfere notturne, misteriose e brillanti delle commedie poliziesche americane, di cui insegue il fascino perduto e in cui trova lo scioglimento dell'enigma. Senza tentare di ricostruire l'America né di mostrare la Francia, il regista crea un paesaggio immaginario in cui cala una commedia grottesca sul mestiere dell'attore. Commedia che resta in superficie e non si piega mai all'avventura esistenziale, svolgendo una trama notturna ma rivelando il sentimento alla luce del sole. Salomé non fa del suo protagonista un perdente assoluto, innamorandolo (riamato) e riscattandolo nell'epilogo dopo averlo precipitato in intermezzi comici e bizzarrie che esasperano la stravaganza di un 'giallo' a cui mancano soprattutto azione e ritmo. Ma forse Je Fais le Mort mira ad essere più modestamente un divertissement assurdo a cui importa poco di rispondere alla logica del racconto giallo o della commedia sofisticata, trovando rispondenza nella legittima voglia di incuriosire e di divertire. C'est pas grave.
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