Living & Dying

Tutto e il contrario di tutto. L'abito non fa assolutamente il monaco in questo thriller al cardiopalma dove i colpi di scena sono i protagonisti indiscussi. La tranquillità di un ristorante viene infranta da una banda di rapitori inseguiti dalla polizia dopo una rapina in banca. Nel locale messicano i quattro ladri prendono in ostaggio i presenti, senza sapere che si troveranno alle prese con alcuni assassini ancora più efferati, i quali cercheranno a loro volta di ricambiarli con la stessa moneta. Questo è solo l'inizio di una serie d'intrecci e colpi di scena. Come il poliziotto misterioso chiamato d'urgenza a gestire la faccenda, che si rivela parte di un gruppo di corrotti.
Anche il finale è all'altezza delle aspettative, forse perché: "Dicono che la strada per l'inferno è lastricata di scelte sbagliate e dopo tutto, forse basta distruggere la strada stessa, per imparare che si può addirittura aiutare il prossimo".
L'action movie è un buon tentativo di emulazione sulla falsa riga de Le Iene di Quentin Tarantino, tanto che nel cast spiccano nomi come quello di Michael Madsen, attore culto del regista pulp. Alcuni ingredienti però funzionano, altri un po' meno. Assente ad esempio il potere dei dialoghi che caratterizza i lungometraggi di Tarantino e che qui non si risolvono nella personale visione del mondo del protagonista sul finale del film.
Né tantomeno nel ribaltamento della morale borghese, che condanna i ladri senza nemmeno provare a capire i motivi che spingono l'uomo comune alla pura e semplice sopravvivenza. 