Leonera |
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Un film di Pablo Trapero.
Con Elli Medeiros, Martina Gusman, Rodrigo Santoro, Laura García, Tomás Plotinsky.
continua»
Drammatico,
durata 113 min.
- Argentina, Corea del sud, Brasile 2008.
MYMONETRO
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Il degrado di Buenos Aires in una storia tutta al femminile, su una donna condannata alla miseria e alla sofferenza per poter riavere il suo bambino.
![]() Un film dalle tinte forti sulla maternità e sull'innocenza che convive con il degrado |
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Giancarlo Zappoli
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Julia si sveglia nel suo appartamento di Buenos Aires. È coperta di sangue e a terra ci sono i corpi di due uomini. La giovane donna va al lavoro in stato di trance e quando fa ritorno a casa prende coscienza dell'accaduto chiedendo soccorso. Uno dei due è deceduto mentre l'altro, Ramiro, si salverà. |
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Zampate da leoni in carcere e ospedale
di Roberto Silvestri Il Manifesto
Cecità, amnesie, perdita d'equilibrio, deformazione della storia, deambulazioni in spazi rigonfi d'ombre e mistero... È in atmosfere pericolose e noir che «nuotano» i film di Cannes 61. Il più agghiacciante, dato l'argomento, è Valzer con Bashir (recensito accanto), cartoon «educativo» franco-tedesco-statunitense-israeliano su Sabra e Chatila: il regista, che è di Haifa, fa capire, senza potercelo dire, che (manipolare la storia è di gran moda, non solo in Israele) raccontare oggi con esattezza di dettaglio come era ricca e palestinese la sua città, sarebbe peggio che antipatriottico. » |
I primi applausi sono per Pablo Trapero
di Roberta Ronconi Liberazione
Sta per festeggiare i dieci anni di notorietà presso il consesso internazionale, il giovane argentino Pablo Trapero (primo colpo regalato al pubblico di Venezia, Mondo Grua del '99) eppure la fama guadagnata anche con i successivi El bonaerense e Famiglia rodante non ha inclinato la lucidità del suo sguardo. Anzi, si è fatto ancora più acuto, più penetrante. Leonera è lo strano nome con cui in Argentina vengono chiamati quei luoghi/non-luoghi in cui i detenuti transitano in determinati momenti della loro condanna. » |
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Sabra e Chatila, ricordo di una strage e la dolorosa solitudine di "Leonera"
di Fabio Ferzetti Il Messaggero
Una muta di cani feroci corre attraverso una città per fermarsi sotto le finestre di un uomo. Sono 26, dice l'uomo. Sono i 26 cani che ho ucciso in guerra, quando perlustravamo la Palestina villaggio per villaggio e i primi a morire erano i cani perché non dessero l'allarme. Li ricordo tutti, uno a uno. Ora li sogno ogni notte. Il ricordo è autentico. La scena ovviamente no. Ma è ripresa con una tecnica perlomeno inusuale per un documentario, e molto potente: in disegni animati. Forse perché certi ricordi certe realtà non si possono mostrare tali e quali. » |
Even Behind Bars, Motherhood Can Be Liberating
di Stephen Holden The New York Times
Much of “Lion’s Den,” the Argentine director Pablo Trapero’s sprawling, unpredictable drama about a woman who gives birth in prison while awaiting trial for murder, was filmed inside maximum-security lockups in the province of Buenos Aires using real inmates and staff members as extras. Let me emphasize, however, that “Lion’s Den” repeatedly confounds expectations about its being a typical women’s prison movie fraught with the usual overtones of lesbian sadism and caged-heat prurience. One of the more admired films at last year’s Cannes International Film Festival, “Lion’s Den” is neither an exposé of harsh prison conditions nor a weepy melodrama about a wrongly accused innocent redeemed by last-minute revelations of the truth. » |
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