Titolo originale | Rysopis |
Anno | 1964 |
Genere | Drammatico |
Durata | 76 minuti |
Regia di | Jerzy Skolimowski |
Attori | Jerzy Skolimowski, Elzbieta Czyzewska, Tadeusz Mins, Andrzej Zarnecki, Jacek Szczek . |
MYmonetro | 3,00 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 13 novembre 2023
L'ultimo giorno di uno studente prima dell'inizio del servizio militare.
CONSIGLIATO SÌ
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Andrzey Leszcyc è uno studente di Ittiologia espulso dall'Università ed immediatamente arruolato nell'esercito dove avrà una ferma prolungata. L'ultima giornata prima di partire per la caserma la trascorre in vari luoghi della città passando da una situazione all'altra senza soluzione di continuità.
Il primo lungometraggio di Jerzy Skolimowski mostra come all'età di 26 anni avesse già le idee chiare su cosa intendesse con la parola cinema.
Nel 1965 al Festival di New York un critico, recensendo questo film, scrisse che il regista aveva avuto la gentilezza di mostrare al pubblico i giornalieri (cioè le riprese effettuate ivi compresi i ciak da scartare). Evidentemente era rimasto infastidito dal fatto che il giovane Jerzy non tenesse in alcun conto le forme del cinema convenzionale costruendo invece una narrazione che entrava nel profondo della quotidianità di un uomo fondamentalmente disilluso. Il titolo originale fotografa con lucidità l'intento del regista. Rysopis infatti significa descrizione e quella che ci viene proposta è una descrizione quasi da entomologo (più che da ittiologo) di una giornata che cambia la vita del protagonista sul quale però tutto sembra apparentemente scivolare senza lasciare traccia. Già all'origine di questo lungometraggio ci sono delle specificità. La pellicola utilizzata è quella della scuola di cinema che dovrebbe servire ai saggi interni e che invece utilizza in buona parte per girare scene per il suo film. Talvolta Skolimovski ha a disposizione solo un operatore e, quando non è in scena, è lui stesso a girare. Sa anche fare di necessità virtù: non avendo la possibilità di utilizzare il suono in presa diretta talvolta, girandosi di schiena, dà istruzioni all'operatore senza interrompere la ripresa. Quando si tratterà di doppiare darà la sua voce ad alcuni personaggi minori.
Da tutto ciò nasce uno dei temi del suo cinema: la vita che sembra non coinvolgere chi la sta sperimentando quasi gli passasse accanto. Al contempo ciò che le espressioni del volto sembrerebbero trasmettere viene contraddetto da un corpo costantemente in tensione. Questa tensione pervaderà molti dei protagonisti dei film che seguiranno. Si pensi al Capitano di Marina (anche Andrzey viene arruolato nello stesso Corpo) costretto a non navigare interpretato da Brandauer in Lightship - La nave faro) fino ad arrivare alla molteplicità di personaggi che affollano il pessimistico ma lucido 11 minutes. Senza dimenticare il dolente EO a cui, forse non così indirettamente, rinvia una scena del film. Quando Andrzey porta il cane dal veterinario per un sospetto di rabbia il medico decide per la soppressione. Lui lo lascia lì cercando il denaro (ne ha sempre pochissimo ed è la moglie che lavora) per la sepoltura senza mostrare alcun sentimento benché lo avessimo visto in precedenza giocare con l'animale. È un mondo duro quello in cui si muovono i personaggi di Skolimowsky illuminato, ma solo per poco tempo, da entrate in gioco di persone incontrate magari per caso, come la ragazza a cui il protagonista chiede di scrivere un messaggio. Un incontro come tanti si potrebbe pensare. O forse no.