
Romantico, appassionato, vitale, un'ode alla lentezza e alla bellezza della natura. I commenti del pubblico alle prime proiezioni del film. Dal 29 maggio al cinema.
Mathyas, giovane agente pubblicitario di Montréal, ha lasciato il suo Paese e il suo lavoro per seguire il desiderio di vivere una vita a stretto contatto con la natura. Da un po' di tempo si è così trasferito in Provenza e ha deciso di non tornare a casa: il suo sogno, nonostante i problemi di cuore, è diventare pastore e gestire un gregge in montagna. L'incontro con la giovane impiegata Élise, che dopo una lunga corrispondenza deciderà anche lei di lasciare tutto, porterà Mathyas a vivere con maggiore consapevolezza la sua esperienza e confrontare i suoi sogni romantici con una dura realtà.
Dopo l'allegoria politica di Antigone, Sophie Deraspe adatta il romanzo autobiografico del vero Mathyas Lefebure, "D'où viens-tu, berger?", e si confronta con i limiti della condizione umana di fronte all'indifferenza (e alla bellezza) della natura in Fino alle montagne, film al cinema dal 29 maggio.
"Un'ode alla lentezza e alla bellezza della natura", scrive qualcuno alle prime proiezioni del film. "Il ritorno alla natura e all'essenziale è una necessità che abbiamo e qui è magnificamente rappresentata", dice qualcun altro.
Ecco le prime reazioni del pubblico alla visione del film:
- Romantico, appassionato, vitale.
- Un film che fa bene!
- Molto bello, poetico. Crea speranza
- Poetico, delicato, bella fotografia ,uno stato d’animo. Da vedere!
- Anche se sembra una storia poco credibile, è tratta dal romanzo autobiografico di Mathyas Lefebure. Lei è deliziosa: i suoi occhi mi ricordano Amélie e Giulietta Masina. La Natura è stupenda ma segue le sue leggi, non le nostre! Per questo il film ci dice che dovremmo seguirle anche noi.
- Forse un'utopia ma molto bello e poetico.
- - Il ritorno alla natura e all'essenziale è una necessità che abbiamo e qui è magnificamente rappresentata.
- Il coraggio di cambiare vita e tornare ad antichi saperi in connessione con la natura! Molto bello ed ispirante!
- Ci siamo quasi dimenticati di queste realtà, che forse esistono invece ancora. Brutali, quasi degenerate, poiché stritolate da ideologie e forze economiche che ignorano e sopraffanno, ma anche da politici ignoranti e indifferenti per le sorti dell'agricoltura "vera" e della pastorizia "pura" del loro stesso Paese. Un inno poetico alla Natura, una odissea personale che porta il protagonista e poi la sua compagna a ritrovare il senso del proprio corpo, della propria vita nella libertà amorevole che lega montagna, gregge, bestie e spirito ad un unico circolo misterioso e maestoso. Ottime le interpetazioni dei vari attori, sebbene forse alcune un po' di maniera. Tutti intensi, tutti bei ritratti umani.