
Otto episodi contro il razzismo, l'omofobia, il maschilismo, la xenofobia e in generale l'ottusità. Ora su Netflix.
di Claudia Catalli
Nella New York della seconda metà degli anni Ottanta la Ball è il luogo dove tutto è possibile. Dove poter diventare qualcuno e farsi strada nel mondo della credibilità. Dove per essere proclamata regina devi saper sfoggiare, prima che abiti scintillanti e make up mozzafiato, tutta la sicurezza nella persona che hai scelto di essere. Lo sanno bene Blanca Evangelista e Elektra Abundance, "madri" nere di piccole comunità di outsiders che hanno scontato sulla loro pelle il peso della discriminazione: omosessuali, transessuali, spacciatori, prostitute, adolescenti cacciati di casa, emarginati di ogni età, pelle e provenienza.
Ryan Murphy, Brad Falchuk e Steven Canals hanno avuto la brillante idea di raccontare tutto questo: il senso di ricostruire sulle macerie personali ("Sto cercando di costruire qualcosa che possa sopravvivermi", recita Blanca/MJ Rodriguez), di fare famiglia sulla base di persone venute dal nulla che hanno la voglia di credere in se stesse e in chi hanno accanto, di sostenersi e di lottare con orgoglio per ribadire alla società che li disprezza il valore delle loro scelte.