Un'indagine sul rapporto tra le donne, il cinema e la società contemporanea. Fino al 12 novembre a Firenze.
La produzione recente della cinematografia internazionale firmata dalle registe sarà di nuovo protagonista al Festival Internazionale di Cinema e Donne, diretto da Paola Paoli e Maresa D'Arcangelo, manifestazione che vanta trentanove edizioni, da sempre all'avanguardia nel porre l'accento sulle tematiche della parità di genere e della peculiarità del ruolo femminile in campo artistico e sociale.
In programma dall'8 al 12 novembre al cinema La Compagnia di Firenze (via Cavour 50/r), il festival presenta in anteprima 42 film che aprono uno spaccato sulle cinematografie di Marocco, Francia, Svizzera, Italia e Portogallo.
A caratterizzare da sempre il festival, i talk delle ore 19.00, incontri giornalieri con le registe ospiti, aperti al pubblico, esperti del settore, giornalisti, per un confronto sulle tematiche affrontate dai film
in programma.
Tra le ospiti di quest'anno due donne che, in modi completamente diversi, hanno 'segnato il tempo': la regista, attrice e scrittrice francese Coline Serreau e la scrittrice, sceneggiatrice e regista Dacia Maraini.
Il fiilm d'apertura di mercoledì 8 novembre è Saint-Jacques... La Mecque, in anteprima italiana, di Coline Serreau. Un fuoco d'artificio di invenzioni narrative e visive. Profondo, divertente, onirico e realistico. Incanto musicale e splendidi paesaggi. Esilarante e commovente.
Tre fratelli che per incassare la cospicua eredità della mamma sono obbligati a fare a piedi il pellegrinaggio che porta a Santiago de Compostela. Sono un'insegnante che si professa laica, un ricco imprenditore e un alcolizzato filosofeggiante. I tre camminano insieme ad gruppo di altre sei persone, tra le quali un immigrato mussulmano che crede di star andando alla Mecca.
Tra gli eventi speciali, da segnalare Il Mediterraneo, di Dominique Cabrera, per raccontare i momenti fondamentali della relazione tra Francia e Algeria e la storia ancora attualissima della rottura generata dalla diaspora degli Nord-Africani verso l'Europa, i cosiddetti pied noir.
Segnare il tempo è anche musica come quella straordinaria del Marocco, firmata dalle più importanti registe di questa cinematografia in crescita. Per l'Italia invece il festival omaggia la grande Dacia Maraini, nel suo rapporto tra letteratura, sceneggiatura e cinema. Il film Io sono mia di Sofia Scandurra, tratto da "Donne in guerra" di Dacia Maraini, è un cult da vedere e rivedere. Le giovani generazioni sperimentano nuovi approcci, come Alessandra Pescetta e Alessia Scarso nella finzione e Elisabetta Pandimiglio nel
documentario.