mercoledì 7 marzo 2007 - News
Nella vita reale
Dito Montiel è un musicista di Astoria, Queens, che ha abbandonato la famiglia e i suoi amici (i santi che lo hanno protetto), per andare a cercare fortuna in California. I demoni del suo passato - il rapporto amore-odio con il padre, la vita di strada, la violenza del quartiere - sono stati sepolti nel libro autobiografico "A Guide To Recognizing Your Saints" dal quale è tratto Guida per riconoscere i tuoi santi. Dito (sul grande schermo) è un ragazzo di Astoria, Queens, che passa le giornate bighellonando con i suoi amici finché non conosce Mike, uno scozzese della sua età che vuole mettere su un gruppo rock, e decide di lasciare il suo quartiere per andare in California. Realizzata dallo stesso
Montiel, e prodotta dalla Xingu Films di Trudie Styler (la moglie di Sting, co-produttore esecutivo) la pellicola si avvale della partecipazione di attori come
Robert Downey Jr.,
Chazz Palminteri,
Dianne Wiest e
Rosario Dawson. A interpretare il giovane Dito e i suoi compagni di banda
Shia LaBeouf,
Channing Tatum (Antonio),
Peter Anthony Tambakis (Nerf) Adam Scarimbolo (Giuseppe) e Melonie Diaz (Laurie, la ragazza di Dito) che, per certi versi, ricordano l'allegra brigata di
Sleepers. Sullo schermo vita reale e finzione si compensano e sostengono lo stesso principio: non è affatto facile sopravvivere - specie in un quartiere malfamato - se non hai un santo che ti protegge. Ne abbiamo parlato con il regista, la produttrice e uno degli attori del film,
Chazz Palminteri.
Che sensazioni hai provato tornando ad Astoria dopo così tanto tempo, non sentivi di aver tradito i tuoi amici andandotene?
Dito Montiel: La mia storia è un po' diversa da quella rappresentata nel film. Ho provato a raccontarla nella maniera in cui l'avrebbero fatto Antonio e Monty (il migliore amico e il padre del protagonista, Ndr). Soprattutto la storia di Antonio è un po' più complicata di come è narrata qui, è entrato e uscito di prigione più volte, la prima volta è stato condannato a sei anni, è anche scappato... Certo, è stato strano tornare ad Astoria dopo quindici anni, anche se è rimasta simile per molti versi. È vero, un po' ho sentito di averli traditi andandomene così. Ma io non ci stavo più dentro, loro invece amavano quel quartiere.
Hai riconosciuto i tuoi santi?
Dito: Certo! Anche se, per citare
Woody Allen, nell'arte cerchiamo di rendere le cose perfette, nella vita non è così semplice.
Chazz, cosa ti ha colpito della sceneggiatura? E come è stato rivestire il ruolo di padre dopo aver lavorato in Bronx, una storia in qualche modo ricollegabile a Guida per riconoscere i tuoi santi?
Chazz Palminteri: Quando ho letto la sceneggiatura me ne sono innamorato immediatamente. Per molti versi è vero, è simile a
Bronx in quanto racconta di un ragazzo che cresce in un quartiere e del suo rapporto con il padre. Monty ama molto suo figlio ma non riesce a trovare un punto di contatto con lui. Lo trova invece con Antonio, l'amico di Dito, e questa dinamica mi è piaciuta molto, sapevo che avrei potuto fare un buon lavoro sul personaggio di Monty.
Come mai hai deciso di produrre questo film?
Trudie Styler:
Robert Downey Jr. mi ha portato il libro, voleva che lo leggessi (è stato l'attore a scoprire
Montiel, per caso, durante una lettura dell'autore al Book Soup di Los Angeles, Ndr).
Poi ho incontrato Dito, che una volta che lo conosci è difficile dimenticarlo. Mi ha colpito molto per la sua energia, è un tipo eccentrico e creativo. Mi ha mostrato un suo promo, e a quel punto ho capito che aveva talento anche come regista, ha una facilità incredibile con la telecamera ed è bravo nell'ottenere il massimo dagli attori con i quali lavora. Non ha paura di osare. Il suo sguardo registico ha portato molta tenerezza al film - che comunque è pieno di violenza - e ai personaggi.
Hai anche preso parte alla scelta del cast, che ha vinto il Premio Speciale della Giuria al Sundance Film Festival.
Trudie: Sì. Prima di fare la produttrice facevo l'attrice e questo mi ha permesso di portare sul set molta creatività e arte. Quando lavoro a un progetto lo faccio con il cuore.
Inizialmente Dito voleva che i protagonisti del film fossero tutti non attori, ma non era possibile farlo con il budget limitato e il poco tempo a disposizione che avevamo (il film è costato due milioni di dollari ed è stato girato in cinque settimane, NdR), così l'ho incoraggiato a scritturare attori professionisti.
Dopo il successo di Guida per riconoscere i tuoi santi quali saranno i tuoi prossimi progetti?
Dito: Ho fatto questo film per fare questo film, non perché volessi fare il regista, come nella stessa maniera avevo scritto il libro solo per scriverlo. Ma ora che ho diretto la mia prima pellicola ho scoperto che mi piace farlo. In America è da poco uscito il mio secondo libro ("Eddie Krumble Is The Clapper", Ndr) che forse sarà il prossimo film al quale lavorerò. Non progetto mai niente, prendo le cose come vengono.
Chazz, cosa pensi di Robert Downey Jr.. Come è stato lavorare con lui?
Chazz: Ho visto quasi tutti i suoi film e la cosa che mi colpisce ogni volta è che, oltre a essere un attore straordinario, è sempre vero, onesto. Non vedevo l'ora di lavorarci e interpretare suo padre nel film è stato fantastico. Recitare è come giocare a tennis, se il tuo avversario è bravo la partita risulta più avvincente.