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Nue Propriété, come crolla una famiglia

Nel film di LaFosse Isabelle Huppert è la madre di due gemelli terribili
di Tirza Bonifazi Tognazzi


venerdì 8 settembre 2006 - News

Solo Isabelle Huppert poteva tenere testa a due gemelli terribili. L'attrice francese non era però presente alla conferenza stampa che si è tenuta ieri al Casinò del Lido, perché al momento è impegnata a teatro. C'erano invece Joachim LaFosse e i due giovani protagonisti di Nue Propriété Jérémie e Yannick Renier. "Ho fortemente voluto due fratelli veri per interpretare i personaggi di Thierry e François" ha spiegato il regista. "La complicità che esiste fra fratelli non si può creare dal nulla. Anch'io ho un gemello, e in questa pellicola volevo parlare proprio di fratellanza".

"Questa è la prima volta che lavoriamo insieme" racconta Yannick. "Facciamo questo mestiere da dieci anni ma non c'è mai stata l'occasione di fare un film, anche perché io lavoro molto di più a teatro, e quando Joachim mi ha dato la parte mi sono chiesto come mai avesse scelto proprio me, visto che non sono molto conosciuto nell'ambiente cinematografico. Poi ho capito che la nostra complicità era insostituibile. Ci sono delle cose che sono difficili da realizzare tra due sconosciuti, come il livello dello humour, il capirsi con lo sguardo. Ho avuto anche paura inizialmente, lavorare spalla a spalla con Jérémie è stata una grande sfida".

Di tutt'altro parere è Jérémie. "Non è stato affatto difficile lavorare con mio fratello, anzi, è stato divertente. Abbiamo lavorato tanto, prendendo spunti dalla nostra esperienza personale e il fatto di trovarci lì, in coppia, è stata una cosa straordinaria!" "Durante le riprese" interviene il regista, "abbiamo parlato tanto. Ci doveva essere la giusta tensione che lasciasse intendere che le cose potevano finire male, degenerare. Quando ho fatto i provini per cercare la compagna di Thierry ho chiesto a Jérémie e Yannick di essere particolarmente crudeli con le attrici e le ho viste mollare una dopo l'altra. Mentre ho dovuto convincere Isabelle Huppert a lanciarsi nell'avventura. Solo lei sarebbe riuscita a tenergli testa".

"Rispetto ai miei esordi al cinema" spiega "l'estetica dei miei film è cambiata, così anche il rapporto con la forma. Prima ero molto più radicale. È un'evoluzione che nasce dall'esperienza di questi anni; la vita ci ispira e si evolve di pari passo con le nostre opere. Nue Propriété è il frutto di questo processo. La cosa che mi interessa del cinema è che ognuno possa farsi il proprio film e vedere in una pellicola quello che desidera. Non mi piace dare delle indicazioni, per questo motivo ho cercato di lasciare una fine aperta".

E continua: "La famiglia ritratta in Nue Propriété cade in pezzi perché ha un rapporto malato con la proprietà, dimenticando che nella vita bisogna anche acquisire, non soltanto perdere o essere spogliati. La casa del film esiste veramente, la puoi vedere e toccare, ma è vuota. Una casa è viva solo quando ci abita qualcuno, alla stessa maniera i film sono sempre un po' abitati, perciò Viva il cinema!".

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