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Il cinema francese stupisce una volta in più. Seppure con una storia semplice, quasi banale, ma con un regista abile e due attori superbi come Gérard Depardieu e Cécile de France (c'è anche comunque Mathieu Amalric) il cinema d'oltralpe riesce a confezionare un prodotto più che dignitoso, piacevole e intrigante, sentimentale ma non stucchevole. Il regista Xavier Giannoli con cade nella trappola sempre tesa da questi film che narrano storie "troppo normali". Alain (Depardieu) è un crooner molto conosciuto a Clermond-Ferrand e dintorni, apprezzato da gente di ogni età. Sulla cinquantina, si tinge i capelli e non lo nasconde, le sale da ballo e le serate per eventi speciali sono il suo terreno preferito e il suo repertorio canoro è vastissimo. Marion (de France) invece è una ventisettenne agente immobiliare con un bambino avuto da una relazione finita: le piace il suo mestiere e fa sempre di tutto per accontentare i clienti. Si incontrano per caso o... destino. Lui cerca una nuova casa e si reca nell'Agenzia dove lei lavora. Dapprima il rapporto non è facile, Marion è dotata di un carattere spigoloso che non facilita i nuovi incontri, ed è anche molto sospettosa. Alain è molto più solare, non ha più niente da perdere però non ha le idee molto chiare sulla nuova casa. In ogni caso si incontrano un paio di volte per visionare gli immobili proposti. In occasione del terzo o quarto incontro tuttavia la situazione si sblocca, iniziano le prime confidenze e, come si dice spesso, il ghiaccio viene rotto. Da questo momento Marion riesce anche a sorridere sulle battute di Alain e addirittura in una particolare sequenza molto toccante lei si rivolge a lui e gli dice: "Non ho mai trovato prima un uomo che mi parlasse in questo modo". Che Depardieu fosse un grande attore lo si sapeva già, piuttosto qua è Cécile de France che stupisce per la bravura e rivaleggia con lui senza sfigurare, anzi... Cécile spesso, con il suo splendido viso e i corti capelli biondi, regala allo spettatore espressioni meravigliose, sempre con un alone di malinconia che traspare dal suo sguardo. Sul finire Alain ha problemi di voce, deve curarsi a si rintana in casa per un pò di giorni. Marion lo chiama per proporre un incontro per vedere un nuovo immobile. Lui non risponde e lei, dopo qualche giorno, va a casa sua a cercarlo. Nessuno le apre, allora lei scavalca il muro di casa e riesce a entrare. Alain è a letto, ha preso dei sonniferi (forse qualcuno di troppo), ha dormito per molte ore e non sentiva il suono del telefono. Persino le finestre erano rimaste aperte... Alain si risveglia e insieme fanno colazione. Marion viene poi invitata al prossimo spettacolo di Alain, un concerto in grande stile, dove si esibiscono altri cantanti oltre a lui, una kermesse musicale alla quale Alain non è abituato. Infatti, tra il disappunto del suo entourage, Alain non si presenta in scena e dà forfait. Marion lo trova per caso in un caffè vicino e si siede al tavolino con lui, un'ultima occasione per chiarirsi in modo reciproco. Alain è la quintessenza della sincerità, le dice chiaramente che non se la sentiva di cantare in quel contesto e continuerà a esibirsi nelle piccole sale da ballo di provincia. Il suo mondo è quello e a lui sta bene così. Marion invece è sicura di una cosa sola: vivrà con il suo bambino ma vuole cambiare città, ha bisogno di gente e strade nuove intorno a lei, pur facendo sempre il suo mestiere di agente immobiliare. Alain e Marion si salutano in un modo talmente semplice che può sembrare banale, ma che invece è denso di significato, per loro e per lo spettatore. - di "Joss" -
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