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Still Alice |
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Un film di Richard Glatzer, Wash Westmoreland.
Con Julianne Moore, Kristen Stewart, Alec Baldwin, Kate Bosworth, Hunter Parrish.
continua»
Drammatico,
Ratings: Kids+16,
durata 99 min.
- USA 2014.
- Good Films
uscita giovedì 22 gennaio 2015.
MYMONETRO
Still Alice  
valutazione media:
3,27
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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la prova estrema di Alice
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| martedì 14 aprile 2015 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
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La malattia filmata attraverso lo sguardo di chi la vive sulla propria pelle. Questa la scelta dei registi Richard Glatzer e Wash Westmoreland per questo “Still Alice” : lo svolgersi drammatico di una discesa agli inferi vista dall’interno. Una maniera originale che richiede sensibilità ed equilibrio ma che aiuta anche ad evitare il patetico, sempre dietro l’angolo. L’attrice protagonista doveva essere tagliata su misura e Julianne Moore lo è . Fisicamente bella e fascinosa, scattante longilinea di mezza età, si cala nel personaggio in maniera empatica. La sua performance non è mai sopra le righe, mai troppo tragica, né troppo sdolcinata, ha uno spessore , una naturalezza e una misura veramente notevoli. L’attrice ha strameritato l’Oscar assegnatole e sostiene quasi totalmente l’impalcatura del film. Anche gli attori che danno vita agli altri personaggi sono bravi ma sono secondari ( e si vede). E’ lei Alice-Julianne la colonna portante di questo film che le deve moltissimo. Questo personaggio, Alice Howland, è una donna iperdotata, molto fiera del proprio bagaglio intellettuale. Accademica stimata, insegnante di linguistica, scrittrice di saggi sull’argomento tradotti in tutto il mondo. Non solo una donna “in carriera” ma una figura privilegiata che incarna ad oltranza le qualità “speciali” di una donna del nostro tempo. 50enne, ottima e coltivata forma fisica, Alice ha anche una vita domestica da manuale e una famiglia quasi perfetta: è infatti moglie e madre sollecita di un marito amorevole, conscio dei pregi della moglie, figli affettuosi e simpatici, in armonia con le aspettative dei genitori. Tranne la minore, Lidia che si discosta caparbiamente dal marchio di fabbrica (ma la pecora nera c’è sempre vero?) Alice Howland, bella, vincente, iperattiva è una figura ideale, perfetta per un’identificazione di massa. Nella prima parte del film, anche la comparsa dei primi sintomi del male tremendo che la colpirà, potrebbero essere comuni ad altre malattie meno devastanti: l’ansia di prestazione ad esempio, un male oggi diffusissimo. Ad accelerare la china tragica della vicenda sarà il verdetto di uno specialista neurologo che informa Alice della probabilità di un Alzheimer precoce , di natura ereditaria che può averla colpita. Questo è anche il pugno nello stomaco che la regia assesta agli spettatori: dietro alle frasi competenti del medico, la brutalità di questo annuncio colpisce al cuore. Oggigiorno, anche nelle malattie gravissime, il paziente viene giustamente informato fin dall’inizio, ciò non toglie che l’impatto è devastante. Con le spalle al muro, la persona colpita viene sfidata a vivere attivamente la propria malattia. Alice lo fa mettendo in campo tutte le sue risorse,che sono tante, per preservare tutto quel che può del proprio essere. Uno sforzo titanico che impegna tutte le sue energie. Alice non è la malattia ma talvolta può sentirsi diventare la malattia. La malattia gravissima – e l’Alzheimer è fra le peggiori – colonizza crudelmente la persona e lo sforzo per fronteggiarla domina le risorse messe in campo. Questo processo il film e soprattutto l’attrice, ce lo narrano con delicatezza. E’ l’arte di “saper perdere” evocata dalla protagonista nella sua relazione sul viversi da malata? E’ imparare a morire giorno per giorno? Still Alice è certamente, per me , un film da vedere.
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