Se per descrivere qualcuno di veramente esistito ci si deve inventare quasi tutta la storia, forse è meglio parlare di un personaggio di fantasia, tutto da guadagnarci. In questa fiction, o il regista è male documentato, o ha preferito focalizzare l'attenzione su alcuni aspetti, primo su tutti, far passare il Veneto come un popolo d'ignoranti e superstiziosi.
Premetto che abito a pochissimi km. da Schio, cittadina veneta che ha ospitato Madre Bakhita per oltre cinquant'anni, e dove è morta. L'industria tessile manifatturiera risale già dal 1800, a Schio il Lanerossi fu fondato nel 1817 e nel primo novecento (periodo in cui è ambientata la fiction), esisteva il quartiere operaio. Altro le desolate langhe viste in televisione.
Passi per i riferimenti inventati, le date inesatte (come fa ad esempio la suora essere così anziana alla fine e la bambina una giovane donna? C'erano pochi anni di differenza tra le due),e tutto il resto, ma dare una così falsa immagine del Veneto è imperdonabile.
Spiace dirlo, ma d'ignorante, vedo solo il regista.
E lasciamo stare Olmi, per piacere, che è tutt'altra musica.
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michele
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venerdì 8 maggio 2009
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più attenzione ai commenti !!!
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Cara Gabriella, forse non ti sarai accorta che nella miniserie la storia di Bakhita in Italia va da Zianigo a Venezia dove avrà il battesimo. Dopo, quando sarà diventata suora, andrà a Schio. Quindi, il mondo contadino della fiction è della provincia veneziana e non Schio.
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gabriella
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sabato 9 maggio 2009
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x michele
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Caro Michele, so che parte della vicenda si svolge a Zianigo, paese di campagna del veneziano, e presumo che il livello culturale degli abitanti non fosse più basso che in altre parte d'Italia, poi a Venezia ( e i mori ci sono stati a Venezia), per cui è pocio credibile la scena quando vedendo Bakhita alcuni pensano sia fatta di cioccolata. Ma passi anche questo. Quando alla fine della storia, e qui l'ambientazione è Schio (siamo nel 1947), non so se hai osservato bene la scena del contadino che dà informazioni al marito della "Rocca". Sembra una terra di campagna, ma all'epoca Schio era cittadina industriale. Il primo lanificio fu a opera di Nicolò Tron nel 1718, quindi molto prima del Lanerossi.
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Caro Michele, so che parte della vicenda si svolge a Zianigo, paese di campagna del veneziano, e presumo che il livello culturale degli abitanti non fosse più basso che in altre parte d'Italia, poi a Venezia ( e i mori ci sono stati a Venezia), per cui è pocio credibile la scena quando vedendo Bakhita alcuni pensano sia fatta di cioccolata. Ma passi anche questo. Quando alla fine della storia, e qui l'ambientazione è Schio (siamo nel 1947), non so se hai osservato bene la scena del contadino che dà informazioni al marito della "Rocca". Sembra una terra di campagna, ma all'epoca Schio era cittadina industriale. Il primo lanificio fu a opera di Nicolò Tron nel 1718, quindi molto prima del Lanerossi.Ad ogni modo, nel mio commento, non intendevo offendere nessuno, ma penso che il regista ignori questi avvenimenti, peggio sarebbe se li avesse volutamente omessi.grazie dell'intervento
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