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volendo parlare del sacro... Valutazione 4 stelle su cinque

di sirio


Feedback: 1298 | altri commenti e recensioni di sirio
sabato 15 maggio 2021

Fare un film di soggetto religioso è difficilissimo, si rischia o di cadere nell'oleografico, nel santino da quattro soldi o nella polemica sterile ed inutile.
In questo caso lo sceneggiatore, come si dice a Firenze, "si è messo di buzzo buono" e ha proodotto una sceneggiatura ben piantata, anche se presenta notevoli incongruenze.
E' un film che mi ha appassionato molto, pertanto mi permetto di fare alcune critiche. Premetto che sono uno studente di Scienze Religiose...

DA QUI RISCHIO DI SPOILERING

Proprio perché è un film che appassiona, ben costruito sulle tonalità del grigio e della nebbia, in un mondo dove anche i volti sono velati dal grigio, dove anche i paramenti più luccicanti sono ingrigiti, mi permetto di fare alcuni appunti sulla sceneggiatura.
Innanzitutto quanti anni ha Daniel? Se è in un riformatorio e non in carcere vuol dire che è minorenne: ossia dobbiamo pensare che abbia 16-17 anni. Non è ben chiaro per quali reati sia stato incarcerato, ma si immagina per reati non banali.
Ammettiamo che Daniel abbia 17 anni: si comprende la sua passione - non direi vocazione - acuita dalla reclusione, verso la fede come mezzo di liberazione, come dimostra anche la recita notturna, in solitaria, del rosario e l'intensità con cui canta il Salmo 23. Per questo Daniel vuole, una volta uscito, entrare in seminario: la fede non come mezzo per uscire, ma come strumento per dare un senso alla propria vita, all'inutilità del suo passato. 
E qui si innesta la figura del prete del riformatorio: perché il seminario non accetta ex-detenuti? Sinceramente non mi hanno chiesto il casellario giudiziario quando ho chiesto di fare il catechista. Oppure in Polonia per fare il prete si deve essere di buona famiglia? Se tanto mi dà tanto, non è una bella figura, un prete "di trincea", ma un burocrate, un funzionario: infatti quando viene a prenderlo in parrocchia lo costringe a rinnegare l'esperienza, come dire "tu sei destinato a rimanere ai margini della società" e non ad un processo di redenzione e liberazione.
Daniel si presenta in chiesa come "un prete". A parte che dai tratti somatici si vede perfettamente che è un ragazzino (calcolando un ottimo percorso di studi, dovrebbe aver iniziato il cammino a 12 anni... un po' presto per affrontare studi universitari!!!), la ragazza in chiesa lo accoglie subito dicendogli "tu sei in abiti civili". E qui Daniel commette un errore trremendo, a causa del suo scarso background culturale: è un errore per il quale rischia la scomunica "ferendae sententiae" (ossia il suo vescovo lo avrebbe scomunicato con una sentenza, suscitando lo scandalo).
Dove trova i vestiti? Questo non è molto chiaro. Molto bella la scena in cui vuole scappare prima di essere presentato al parroco. Dal suo errore iniziale si trova coinvolto suo malgrado in una situazione più grande di lui. 
Da qui la sceneggiatura dimostra qualche pecca: si rivela un predicatore eccezionale, carismatico, come solo chi ha toccato il fondo può mostrare, e questo è plausibile. Ma per il resto dimostra una dimestichezza con la liturgia degna di un prete ultra-navigato, sia per l'amministrazione dei sacramenti che per altri momenti (vedi la processione del Corpus Domini). Dove impara tutte queste pratiche? Garantisco che ogni volta che faccio servizio in chiesa ho una paura tremenda di sbagliare qualcosa... mi sembra strano che solo per aver assistito alla Messa in carcere possa aver acquisito una dimestichezza tale da non insospettire il popolo.
Omelie bellissime, carisma immenso...bellissima ma rimasta lì la scena dell'incontro con il suo ex-compagno di detenzione: quando quest'ultimo si mette a piangere si è persa un bellissima occasione di redenzione.
Quale ruolo ha la ragazza? Se la ragazza lo crede un prete allora perché lo bacia e va a letto con lui, facendogli violare il voto di castità? Se invece ha capito che è un millantatore, ne diventa connivente? Di certo quando viene il poliziotto lei "lo copre", ma rimane appeso lì.
La finale è tremenda. Secondo altri commentatori è "speranza". secondo me è tristissima. Non solo il prete che lo riporta nella situazione originaria, ma anche lo abbandona. In sostanza cosa rimarrà a Daniel? Prolungare la sua detenzione, immerso in una spirale di violenza fine a se stessa e rimanere per sempre ai margini della società, tra una serata di sesso occasionale e mercificato ed un party a base di cocaina e vodka...
Alla fine non ho capito bene quale ruolo abbia il sacro nel film: è la storia di un "prete mancato" a causa delle convenzioni sociali o che altro?

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