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Fabio D'Innocenzo

Fabio D'Innocenzo (Fabio Roberto D'Innocenzo) è un regista, sceneggiatore, è nato il 14 luglio 1988 a Roma (Italia).
Nel 2022 ha ricevuto il premio come miglior soggetto al Nastri d'Argento per il film America Latina. Dal 2018 al 2022 Fabio D'Innocenzo ha vinto 3 premi: Nastri d'Argento (2018, 2020, 2022). Fabio D'Innocenzo ha oggi 35 anni ed è del segno zodiacale Cancro.

Autodidatti fino all'osso

A cura di Fabio Secchi Frau

È bastato il loro film d'esordio, La terra dell'abbastanza, per lanciarli nel panorama europeo e, da quel momento in poi, i gemelli Damiano e Fabio, benedetti a più riprese dal Festival di Berlino, sono diventati due dei più interessanti autori di una nuova generazione di registi italiani.
A differenza dei loro giovani colleghi, però, non hanno alcuna formazione scolastica inerente alla Settima Arte, ma sono e rimangono comunque ben lontani dall'etichetta di dilettanti.
Nutritisi di pellicole per dare energia ad altre pellicole, potrebbero essere definiti due "autodidatti fino all'osso". Hanno divorato per intero la polpa attorno alle filmografie di Nico D'Alessandria, Ermanno Olmi, Pietro Germi, Matteo Garrone, Chantal Akerman, John Cassavetes, Gus Van Sant, Takeshi Kitano, John Ford e Billy Wilder, lasciando che le loro fluide immagini scorressero nelle vene e si contaminassero con le più svariate ispirazioni visivo-letterarie. Poi, affiancati da grandi maestri di montaggio, scenografia, costumi e fotografia, hanno saputo dare robustezza alla loro messa in scena, rientrando in un filone narrativo che, per somiglianza organica, si bagna nelle torbide ma sante acque del neorealismo.
Sobborghi e insoddisfazione, ancora una volta. Con rigore e reticenza. Perché la spettacolarizzazione, il dover per forza mostrare crudelmente tutto, non è secondo loro il modo giusto per affrontare la soggettiva crisi culturale che sta attraversando la società contemporanea. Povertà, emarginazione, tensioni e asincronie moderne, nel grande gruppo così come nel piccolo, rispondono invece a una poetica diversa. Quella sospesa tra il non visto e l'intuito, destrutturando qualsiasi felice mito e tenendo bene a mente che ogni crescita, anche quella più formativa, non è sempre un progresso razionale. Anzi, il più delle volte, è una rovinosa caduta.
Lo chiamano "il loro codice" e lo seguono con un'intransigenza estrema. Un'intransigenza che però ammette una naturale e benvenuta evoluzione. Da Garrone, in particolare, hanno compreso che il cinema, il vero cinema, è anche tecnica e materia e hanno assorbito questa lezione così come tante altre da vari autori (l'impossibilità di dividere i personaggi in buoni o cattivi, le sfumature di uno script che indaga l'interiorità dei personaggi senza clemenza e senza rispondere a un giudizio, etc. etc.).
Si sta delineando così un superbo quadro d'insieme di genere drammatico, vivo in virtù di un'aspra sensibilità.

Primi anni
I gemelli Damiano e Fabio D'Innocenzo nascono a Roma nel 1988. Da adolescenti, seguono il padre pescatore in vari spostamenti lungo la costa laziale, ma rivolgendo gli occhi non tanto al mare, quanto alla terraferma, dove ogni arte figurativa è conservata. Si appassionano, giovanissimi, alla pittura e alla fotografia e, senza alcuna formazione cinematografica, iniziano a muovere i loro primi passi dietro la macchina da presa, firmando videoclip e scrivendo sceneggiature, mentre lavorano anche come fattorini, camerieri e giardinieri.

Un meritato esordio
Dopo l'allestimento di un'opera teatrale, decidono di realizzare il loro primo lungometraggio. Nasce La terra dell'abbastanza (2018), che viene presentato nella sezione Panorama della 68° Edizione del Festival internazionale del cinema di Berlino. È il caso dell'anno. La critica internazionale rimane sbalordita dalla solidità registica dei due fratelli esordienti e il pubblico europeo si interessa largamente alla pellicola, che viene celebrata in Italia come migliore opera prima grazie a un Nastro d'Argento. Stesso riconoscimento che andrà a loro, ma nella categoria migliori registi esordienti.
Un titolo virtuoso e di valore, dunque, che li accoda a molti altri registi (Claudio Giovannesi, Roberto De Paolis, Dario Albertini) che come loro hanno affrontato il tema della vita adolescenziale all'interno delle periferie nostrane, luoghi in cui la grande città si lega maggiormente alla malavita organizzata e alla delinquenza.

L'Orso d'Argento per Favolacce
Entrati in contatto con Matteo Garrone, collaborano alla sceneggiatura del premiatissimo Dogman (2018), poi ritornano alla regia con il cupo e disperato Favolacce (2020), che li fa concorrere al Festival di Berlino, vincendo l'Orso d'Argento per la migliore sceneggiatura. Anche questa volta si parla del delicato e frustrante equilibrio tra adulti e minorenni, ma il tutto viene inquadrato all'interno di una piccola comunità di famiglie, che si rivelerà essere un microcosmo soffocante e negativo.
Nel 2021 portano alla Mostra del Cinema il nuovo progetto America latina, sempre con Elio Germano.

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domenica 10 giugno 2018
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Le periferie, gli esclusi e la violenza della criminalità organizzata sembrano una piccola ossessione per il cinema italiano di questi anni. I personaggi di molti film, infatti, rappresentano figure che vivono situazioni di disagio e vengono quindi risucchiati in una situazione più grande di loro, dove il livello di sopruso e di disumanità diventa insostenibile per spalle troppo gracili. La terra dell'abbastanza, solido e convincente esordio dei fratelli D'Innocenzo, irrobustisce il filone

INCONTRI
giovedì 31 maggio 2018
Paola Casella

Il 14 luglio, giorno della Presa della Bastiglia, compiranno 30 anni, ma la loro rivoluzione è già cominciata. Damiano e Fabio D'Innocenzo, gemelli indistinguibili che parlano al plurale e rispondono a turno, hanno debuttato nel lungometraggio con La terra dell'abbastanza, storia di due ragazzi della periferia romana caduti nella ragnatela del crimine, senza aver mai girato prima neanche un corto, e sono stati immediatamente convocati dalla Berlinale per la sezione Panorama

I film più famosi

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News

I due registi hanno attirato l'attenzione della Berlinale con il loro La terra dell'abbastanza, dal 7 giugno al cinema.
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