stefano capasso
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sabato 4 giugno 2022
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la necessità di contare qualcosa
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Lena è una giovane donna polacca che arriva in Italia per vendere il bambino che ha in grembo. Ermanno si fingerà il padre per poter favorire inseguito l’affidamento a suo zio Fabio. Le settimane che Lena e Ermanno trascorrono insieme cominceranno a produrre dei piccoli mutamenti nelle loro prospettive e, quando nasce Sole, in anticipo sui tempi previsti, la necessità di rimanere in contatto con la bambina per allattarla cambia decisamente la visione dei due giovani.
Il formato 4:3 che Carlo Sironi sceglie per il suo film, dichiara subito che assisteremo ad una storia che ci costringerà in uno spazio ristretto dalle poche prospettive. E in effetti i due protagonisti saranno rinchiusi in una casa in attesa dell’evento, a fare i conti con tutte le loro inadeguatezza verso la vita, che manifestano con un atteggiamento distaccato verso quello che accade intorno.
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Lena è una giovane donna polacca che arriva in Italia per vendere il bambino che ha in grembo. Ermanno si fingerà il padre per poter favorire inseguito l’affidamento a suo zio Fabio. Le settimane che Lena e Ermanno trascorrono insieme cominceranno a produrre dei piccoli mutamenti nelle loro prospettive e, quando nasce Sole, in anticipo sui tempi previsti, la necessità di rimanere in contatto con la bambina per allattarla cambia decisamente la visione dei due giovani.
Il formato 4:3 che Carlo Sironi sceglie per il suo film, dichiara subito che assisteremo ad una storia che ci costringerà in uno spazio ristretto dalle poche prospettive. E in effetti i due protagonisti saranno rinchiusi in una casa in attesa dell’evento, a fare i conti con tutte le loro inadeguatezza verso la vita, che manifestano con un atteggiamento distaccato verso quello che accade intorno. Allo stesso modo la narrazione è asciutta, costante nel reiterare il vuoto di prospettive e la rassegnazione dei due protagonisti: niente sembra muoversi intorno a loro, privi di prospettive verso il futuro, inutili per la società. Ma quando intravedono la possibilità di diventare importanti per qualcuno il gelo emotivo che li caratterizza comincia lentamente a sgretolarsi, fino a sciogliersi. Film interessante anche grazie alla musica elettronica che commenta, perfettamente a tema, la vicenda raccontata.
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ennio
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martedì 4 maggio 2021
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apprezzabili i ritmi, le atmosfere e la musica
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Film molto asciutto questo "Sole", forse un pò troppo. La non-recitazione dei due protagonisti principali alla lunga estenua la pazienza dello spettatore, il quale si consola col dipanarsi della vicenda di maternità surrogata/ affido che, tutto sommato, si svolge in modo realistico e senza i classici tragici imprevisti. Certo, resta un enigma la scelta di dedicare il ruolo di protagonisti a due giovani attori (senz'altro bravi) costretti a esprimersi per 60 minuti a monosillabi, per poi accelerare nell'ultima mezzora con quattro/cinque parole dette una in fila all'altra. Diciamo che poteva essere un pò meno stantìo questo film, non ci avrebbe perso in realismo.
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robbiedikappa
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giovedì 1 ottobre 2020
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l’anti-cinema
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È sempre triste sparare sulla croce rossa ma questo film è più vecchio dei tempi dei Lumiere.
Stupidamente accademico, recitazione oltre ogni limite di sopportazione (gli attori non cambiano espressione per tutto il film, è davvero imbarazzante) e storia vista e rivista sul mercato nero delle adozioni... guardo Games of Thrones che è meglio. Basta con questo cinema fatto da persone che non apprezzano il cinema
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cineglovo
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sabato 26 settembre 2020
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bocciato
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Che schifo il cinema italiano senza idee.
Voto zero.
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alberto marzocchi
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mercoledì 23 settembre 2020
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sole spento
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Perché realizzare un film su personaggi che non amano, non si amano, e il pubblico con loro?
Regia sadomasochista che disprezza i due protagonisti, visti sempre come vittime da compatire e martiri da giudicare. Un film che dimostra quanta immaturità si possa nascondere in questi film pesanti, dove il tema sociale dovrebbe sorreggere tutto. Ma la retorica è spicciola e sarebbe riassumibile su un tweet.
Il cinema è ben altro. Mi riguardo Ken Loach.
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franco django
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lunedì 31 agosto 2020
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un lento morir
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Film formula di stampo 'autoriale' per un regista al debutto che non si accontenta di raccontare una storia ma cerca inutilmente di guadagnarsi il titolo di autore inscenando un film piatto, senza personalità, senza emozioni (il protagonista è emblematico in tal senso) e che vorrebbe colpire con la durezza della realtà.
Peccato che questo film più che neo realista è non realista. E ancora peggio non reale, non autentico.
Un lento morire.
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vincenzo
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domenica 30 agosto 2020
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cinema scaduto
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È facile riconoscere in questo film la falsità di regista e produttori che attingono a piene mani da registi e cinematografie anni 2000 dandole in pasto a un pubblico che si spera abbia dimenticato.
La trama è un plagio di Il matrimonio di Lorna dei registi belgi Dardenne.
Gli occhi a mezz'asta del protagonista cosa vogliono dirci? Che in periferia non si ride? Grazie caro regista di Sole, lettura molto profonda. Fuori tempo massimo. Puzza di rancido in frigo.
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la nera
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venerdì 31 luglio 2020
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assolutamente no
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fedenisi
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mercoledì 22 luglio 2020
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banale
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Scontato... lento... inguardabile
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olivettigiorgia
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domenica 5 luglio 2020
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tremendo
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Una storia che sfrutta lo spettatore parlando di poveri e disadattati senza alcun interesse. Film sciacallo
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