Lontano da qui

Maestra di disagio

Se la grandezza di un film si misurasse dalla sua capacità di produrre disagio, "The Kindergarten Teacher" - in italiano chissà perché "Lontano da qui" - sarebbe un capolavoro. Tutto infatti nella storia di questa maestra newyorkese che scopre tra i bambini del suo asilo un poeta prodigio di soli cinque anni, è scivoloso, ambiguo, inquietante. Perché quel bambino di origini indiane ogni tanto declama versi andando quasi in trance? Chi o cosa "detta" al piccolo Jimmy quelle parole stupefacenti? E soprattutto: che cosa deve fare la sua maestra di fronte a un simile dono, la cui importanza peraltro sembra essere l'unica a prendersi a cuore? Queste tre domande racchiudono tre possibili film, tutti interessanti e legittimi, che l'italoamericana Colangelo sapientemente suggerisce e insieme elude. Lasciando in ombra il piccolo Jimmy e i suoi familiari distratti per concentrarsi sulla maestra, una portentosa Maggie Gyllenhaal, seducente e repulsiva insieme come il suo personaggio richiede. La malinconica Lisa infatti, aspirante letterata (frequenta il corso di poesia del bel Gael Garcia Bernal), due figli adolescenti problematici e forse trascurati a vantaggio dei suoi alunni, un marito (troppo) vistosamente mediocre, non tarda a usare il piccolo Jimmy per compensare le sue frustrazioni. Come una Bovary che invece di farsi un amante spaccia i versi di un enfant prodige per suoi e si autoelegge tutrice e promoter di quel figlio di separati, compiendo in nome della bellezza una serie di abusi sempre meno impalpabili. Con qualche schematismo di troppo per convincere fino in fondo, bilanciato dal coraggio con cui schiva tutte le richieste di certezze dello spettatore. Sarebbe bello poter fare confronti con l'omonimo e celebrato film israeliano di cui questo è il remake, diretto nel 2014 da Nadav Lapid. Ma è chiedere troppo al nostro mercato, sempre distratto come la famiglia di Jimmy.
Da L'Espresso, 16 dicembre 2018


di Fabio Ferzetti, 16 dicembre 2018