felicity
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mercoledì 22 gennaio 2020
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innocente e tenebroso, commovente e disperato
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Grazie a una regia attenta ed equilibrata il film ci consente di metterci in ascolto del personaggio e a farci capire, sentire e forse persino vivere la sua disperata ricerca di bellezza. Ma il confine tra bellezza e tristezza è molto sottile, tant’è vero che le due parole possono anche stare bene insieme, come fa notare ingenuamente il piccolo Jimmy alla maestra.
Lontano da qui presenta anche un preciso discorso sulla letteratura contemporanea, dai contorni controversi, ma per nulla scontati, soprattutto nel suo essere totalmente impietoso verso i suoi aspetti peggiori.
Alla purezza incontaminata di Jimmy, simbolo di tutta la meraviglia che l’arte può offrire, la regista contrappone il discutibile operato della donna, la quale, pur mossa da buone intenzioni, finisce nel cadere negli errori della vuota società consumistica che tanto dice di disprezzare.
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Grazie a una regia attenta ed equilibrata il film ci consente di metterci in ascolto del personaggio e a farci capire, sentire e forse persino vivere la sua disperata ricerca di bellezza. Ma il confine tra bellezza e tristezza è molto sottile, tant’è vero che le due parole possono anche stare bene insieme, come fa notare ingenuamente il piccolo Jimmy alla maestra.
Lontano da qui presenta anche un preciso discorso sulla letteratura contemporanea, dai contorni controversi, ma per nulla scontati, soprattutto nel suo essere totalmente impietoso verso i suoi aspetti peggiori.
Alla purezza incontaminata di Jimmy, simbolo di tutta la meraviglia che l’arte può offrire, la regista contrappone il discutibile operato della donna, la quale, pur mossa da buone intenzioni, finisce nel cadere negli errori della vuota società consumistica che tanto dice di disprezzare. Dona al bambino un più rigido schema, gli inculca concetti e strumenti forzati, lo porta addirittura a saggiare i piaceri dell’approvazione da parte di un pubblico. Così facendo la donna sembra in realtà la rappresentazione, più umana e tragica, di coloro che amano auto-definirsi colti e intellettuali, ma che invece sono portatori di idee e contenuti superficiali, che celano interiormente una profonda e triste inconsistenza.
Il bello di questo film sta nella restituzione intensa, lucida e fedele delle infinite fragilità di Lisa, delle sue universali insicurezze che proprio per questo diventano, in una seconda parte dalle derive oltremodo estreme, infinitamente spaventose.
Lisa è un personaggio che brilla di un’ambiguità al contempo innocente e tenebrosa, e proprio in virtù di questo è d’obbligo, da parte dello spettatore, il pudore del non-giudizio. Non ci sono dita da puntare, accusa da muovere o giustificazioni per perdonare.
Lisa è un personaggio disperato, di una disperazione commovente, muta e cieca, così lontano da noi, così vicino.
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astromelia
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domenica 31 marzo 2019
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irreale
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film un'attimo irreale che sconfina nel patologico....impensabile che un bimbo cinquenne realizzi poesie "adulte" come pure sia capace di distinguere un rapimento,ed una maestra che pensi di far suo un suo alunno mi pare al limite del patologico...comunque...!?
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cinefoglio
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mercoledì 23 gennaio 2019
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istantanea di the kindergarten teacher
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The Kindergarten Teacher si dimostra una pellicola apprezzabilissima, con una Maggie Gyllenhaal in grado di mostrarci le molteplici sfumature di un animo tormentato dai dettami dell'essere donna, madre, insegnante e aspirante poetessa.
Un girato dove i conflitti interiori si sommano e si legano in una danza tanto essenziale nelle sue parti quanto complessa nella sua messa in scena.
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The Kindergarten Teacher si dimostra una pellicola apprezzabilissima, con una Maggie Gyllenhaal in grado di mostrarci le molteplici sfumature di un animo tormentato dai dettami dell'essere donna, madre, insegnante e aspirante poetessa.
Un girato dove i conflitti interiori si sommano e si legano in una danza tanto essenziale nelle sue parti quanto complessa nella sua messa in scena.
Dalle musiche di quartetto di violino e pianoforte che accompagnano la narrazione nei suoi passaggi ritmici, passando per una corporeità viva, delicatamente denudata e sapientemente vestita in una cornice di colori e spazialità dell'immagine, capace di far rabbrividire la pelle dal freddo, nonostante le giornate assolate ed i bagni in piscina.
Il tempo della pellicola ci racconta uno spaccato di vita in cui sono condensati i desideri ed i fallimenti raggiunti nella propria vita, e le contraddizioni che ne derivano, il cui grido di accettazione, soffocato nel pianto, non trova spazio per essere ascoltato.
Ed alla domanda - è un bel film questo? - la risposta è priva di incertezze - si, è un bel film -.
16/12/2018
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stefanocapasso
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sabato 29 dicembre 2018
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lasciare liberi gli individui
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Lisa insegna in un asilo, ha una vita coniugale abbastanza monotona e i fili sono già grandi. Appassionata di arte, frequenta un corso di poesia dove i suoi tentativi sono tutt’altro che brillanti. Quando scopre che uno dei bambini della sua classe compone dei versi che lasciano tutti sbalorditi per la loro bellezza, la sua vita cambia radicalmente. Il suo scopo di proteggere e incoraggiare il talento del bambino supera i confini della ragionevolezza confondendosi con le su aspirazioni frustrate
Il film di Sara Colangelo è interessante, coinvolge d è avvolta in un’atmosfera lirica. Il tema dell’adulto che proietta sul bambino i propri desideri è quello centrale nel film.
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Lisa insegna in un asilo, ha una vita coniugale abbastanza monotona e i fili sono già grandi. Appassionata di arte, frequenta un corso di poesia dove i suoi tentativi sono tutt’altro che brillanti. Quando scopre che uno dei bambini della sua classe compone dei versi che lasciano tutti sbalorditi per la loro bellezza, la sua vita cambia radicalmente. Il suo scopo di proteggere e incoraggiare il talento del bambino supera i confini della ragionevolezza confondendosi con le su aspirazioni frustrate
Il film di Sara Colangelo è interessante, coinvolge d è avvolta in un’atmosfera lirica. Il tema dell’adulto che proietta sul bambino i propri desideri è quello centrale nel film. Allo stesso tempo mi sembra che emerga il motivo del rispetto delle vite degli altri. Soprattutto in caso di bambini gli esseri umani sono destinati a percorrere la loro strada e a poco servono gli interventi per indirizzarle in modo diverso.
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mauro.t
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mercoledì 26 dicembre 2018
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poesia contro conformismo
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Remake di un film israeliano del 2014. Una maestra d’asilo ama la poesia e segue un corso di scrittura poetica. Ma i suoi risultati sono modesti. La donna, insoddisfatta, cerca attorno a sé, anche nei figli, un barlume di vivacità intellettuale che non trova. Tutti sono troppo omologati, spenti, incapaci di trovare punti di vista alternativi. Un giorno però si accorge di avere tra i suoi alunni un piccolo poeta con un talento straordinario. Colpita, ne diventa la mentore. Tuttavia poco a poco si accorge che lo scenario attorno al bambino non è l’ideale per svilupparne il genio. Un padre rozzo, una tata distratta, uno zio scrittore ma codardo, non sono terreno fertile per la sua crescita.
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Remake di un film israeliano del 2014. Una maestra d’asilo ama la poesia e segue un corso di scrittura poetica. Ma i suoi risultati sono modesti. La donna, insoddisfatta, cerca attorno a sé, anche nei figli, un barlume di vivacità intellettuale che non trova. Tutti sono troppo omologati, spenti, incapaci di trovare punti di vista alternativi. Un giorno però si accorge di avere tra i suoi alunni un piccolo poeta con un talento straordinario. Colpita, ne diventa la mentore. Tuttavia poco a poco si accorge che lo scenario attorno al bambino non è l’ideale per svilupparne il genio. Un padre rozzo, una tata distratta, uno zio scrittore ma codardo, non sono terreno fertile per la sua crescita. Capisce che la “cultura” farà di tutto per spegnerne il talento. Allora si arroga il diritto di pensarci lei sola, con un gesto estremo, sacrificando anche l’etica professionale e mettendosi contro tutti e contro la legge. Buona l’idea, troppo schematico e povero lo sviluppo. Alcune forzature, forse necessarie per la costruzione della storia, rischiano di diventare elementi poco credibili e grotteschi. Un bambino di 5 anni può essere originale, può inventare storie e parole, ma se non sa neppure scrivere è difficile che abbia quel talento poetico. Scegliere poi di farlo comporre camminando avanti e indietro come fosse in trance, spinto da una forza superiore, idealizza la dote naturale e svilisce il lavoro sulle attitudini, il lavoro nell’arte. Se la lotta tra creatività e standardizzazione del sapere poteva essere un ottimo spunto, il film in definitiva si riduce al conflitto “poesia contro materialismo”, come se non esistesse altro. Poesia come liberazione del pensiero, tutto il resto ha solo risvolti negativi: soldi e conformismo. Troppo facile, tanto da sminuire i progetti e la lotta della protagonista. L’insegnante di poesia la stronca dicendo: “Tu hai il talento per riconoscere l’arte, ma tra il riconoscerla ed essere un artista c’è un abisso”. La stessa frase potrebbe essere rivolta alla regista: tra un film d’autore e un film commerciale e piacione c’è un abisso. Brava comunque Maggie Gyllenhaal.
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daniela
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venerdì 21 dicembre 2018
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la poesia come salvezza e possibilità...
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Lisa, una mai così brava e intensa Maggie Gyllenhaal, è una donna di circa 40 anni, maestra d’asilo con velleità da poetessa. Fin da subito capiamo che però non è dotata di talento. Sa, forse riconoscerlo, ma non lo possiede. Conduce con un po’ di stanchezza il suo ménage familiare. Più che dal marito, con cui sembra avere un buon rapporto anche se a volte un po’ distante, la donna sembra delusa dai figli, apparentemente bravi, ma che secondo lei sono totalmente privi di curiosità verso il mondo delle emozioni. Lisa è sola, si ritiene sconfitta e disillusa dalla vita. In questo quadro desolante…con quella sensazione di sconfitta interiore che a volte alberga in ognuno di noi, Lisa si accorge che un suo alunno di circa 5 anni viene preso a volte da un fervore creativo e compone poesie.
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Lisa, una mai così brava e intensa Maggie Gyllenhaal, è una donna di circa 40 anni, maestra d’asilo con velleità da poetessa. Fin da subito capiamo che però non è dotata di talento. Sa, forse riconoscerlo, ma non lo possiede. Conduce con un po’ di stanchezza il suo ménage familiare. Più che dal marito, con cui sembra avere un buon rapporto anche se a volte un po’ distante, la donna sembra delusa dai figli, apparentemente bravi, ma che secondo lei sono totalmente privi di curiosità verso il mondo delle emozioni. Lisa è sola, si ritiene sconfitta e disillusa dalla vita. In questo quadro desolante…con quella sensazione di sconfitta interiore che a volte alberga in ognuno di noi, Lisa si accorge che un suo alunno di circa 5 anni viene preso a volte da un fervore creativo e compone poesie. Questa scoperta è la miccia di un incendio nel cuore e nella mente di Lisa, che si getta in un progetto di assoluta purezza: coltivare in ogni modo e potremmo dire ad ogni costo il talento del piccolo Jimmy. In questa idea che avrà il sapore e il rigore di una missione, la protagonista mette tutta se stessa, oltrepasserà il limite a volte sottile tra passione e ossessione e non potrà tornare indietro. Così dall’”Ortus conclusus” dell’asilo, dove le immagini vivono di quella sospensione propria del mondo dell’infanzia, Lisa fa uscire il bimbo nel mondo esterno e lo porta a tuffarsi in un lago come in un ritorno nel liquido amniotico, una catarsi necessaria per proteggersi da una società indifferente al talento e ai sentimenti. Noi che guardiamo il suo agire, il suo pensare, il suo vivere, sappiamo che Lisa sta andando oltre ciò che il comune sentire consente. Più di una volta ci è sembrata, quasi pazza, ambigua, misteriosa, ma quando il bambino apparentemente “al sicuro” nella macchina della polizia sente l’urgenza della poesia e vorrebbe che qualcuno lo ascoltasse, nessuno udirà il suo grido, né potrà udirlo il padre né la madre e tantomeno il mondo, che non avrà pietà di un animo sensibile. Allora, soprattutto allora, ripensiamo a Lisa, al suo grido di dolore verso se stessa e verso questa diffusa mancanza di curiosità della vita, dei sentimenti, del talento della ricchezza interiore. Alla fine della visione del film ci domandiamo davvero che cos’è il talento. La poesia nasce da una forza interiore primordiale originaria? E se è così, siamo capaci di vederla questa forza? di comprenderla? di coltivarla in noi stessi e negli altri? Non so spiegare esattamente perché, ma a questo proposito mi sovvengono alcune parole della parte finale de Il nome della rosa: “L’anticristo può nascere dalla stessa pietà, dall’eccessivo amor di Dio o della verità, come l’eretico nasce dal santo o l’indemoniato dal veggente e la verità si manifesta a tratti anche negli errori del mondo, così che dobbiamo decifrarne i segni anche là dove ci appaiono oscuri e intessuti di una volontà del tutto intesa al male”. Lisa proietta se stessa e la propria insoddisfazione in Jimmy, ma almeno possiede un barlume di visione. Lei vede oltre, prova a coltivare una possibilità. Tuttavia questo sarà la sua dannazione. E noi? siamo pronti alla possibilità? Ne cogliamo la forza prorompente? Ne sappiamo decifrare i segni o volgiamo lo sguardo altrove? Abbiamo il coraggio di trovare la passione per la vita anche se questo può sortire follia?
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marco
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lunedì 17 dicembre 2018
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ladri di bellezza
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Il film evidenzia la presenza nella societa' di due categorie di persone. Da una parte vi e' la maggioranza della gente, presa dalla vita frenetica e dal desiderio di accumulare denaro. Dall'altra vi e' una minoranza di persone che sono totalmente rapiti dalla ricerca della bellezza, come ad esempio dalla poesia. Essi sono alla ricerca spasmodica della bellezza ed arrivano al punto di rubarla dagli altri. Nel film ad esempio abbiamo il docente di poesia che cerca di rubare la poesia dalla protagonista, ritenendola portatrice di poesia e, pertanto, incomincia anche ad essere attratto fisicamente da lei. La protagonista fa l'amore con l'insegnante di poesia, pensando di prendere la sua poesia.
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Il film evidenzia la presenza nella societa' di due categorie di persone. Da una parte vi e' la maggioranza della gente, presa dalla vita frenetica e dal desiderio di accumulare denaro. Dall'altra vi e' una minoranza di persone che sono totalmente rapiti dalla ricerca della bellezza, come ad esempio dalla poesia. Essi sono alla ricerca spasmodica della bellezza ed arrivano al punto di rubarla dagli altri. Nel film ad esempio abbiamo il docente di poesia che cerca di rubare la poesia dalla protagonista, ritenendola portatrice di poesia e, pertanto, incomincia anche ad essere attratto fisicamente da lei. La protagonista fa l'amore con l'insegnante di poesia, pensando di prendere la sua poesia. La protagonista, insegnante in un asilo, per rubare la poesia del bambino, arriva a rapirlo, incurante del fatto di essere poi arrestata. Purtroppo il bambino, quando perde la sua rapitrice, non avra' nessuno piu' interessato alla sua poesia.
Il film mi fa pensare ai ladri di opere d'arte, ed i relativi acquirenti, che fanno reati gravissimi, per impossessarsi della bellezza!
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minnie
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lunedì 17 dicembre 2018
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ladra di poesie
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Lontano da qui
Il titolo è sbagliato, il titolo italiano perché è vero che la protagonista, Lisa (attrice diretta benissimo come il bambino del resto), è una “Insegnante d’asilo”, come dice il titolo originale di questa eccezionale regista, Sara Colangelo, che mi ha ricordato molto il Costanzo di “Hangry hearts”: stessa atmosfera ovattata, stessa disperazione incomunicante, e frustrazione.
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Lontano da qui
Il titolo è sbagliato, il titolo italiano perché è vero che la protagonista, Lisa (attrice diretta benissimo come il bambino del resto), è una “Insegnante d’asilo”, come dice il titolo originale di questa eccezionale regista, Sara Colangelo, che mi ha ricordato molto il Costanzo di “Hangry hearts”: stessa atmosfera ovattata, stessa disperazione incomunicante, e frustrazione. E per esperienza, posso dire che sono tante le Lisa che fanno quel mestiere in fondo ripetitivo: si vestono bene, con fantasia, perché hanno uno stipendio fisso e vogliono porsi bene, in modo colorato, ai piccoli, cercano d’insegnare ogni volta con vivacità ma in fondo fanno ogni anno le stesse cose. Poi, quando capita un bambino diverso, un poeta, ecco che l’insegnante con aspirazioni artistiche, se non da sé, cerca un riscatto attraverso il bambino e in questa sua azione disperata - perché incompresa - si trova sola, non ha sponde, e noi in sala temiamo, anzi sappiamo che finirà male, fino al colpo finale, lo sportello dell’auto della polizia, come il colpo nel film che ho citato che sveglia tutti in sala, che riporta Lisa (e noi con lei) alla realtà, come Anna Magnani in Bellissima si ritrovava delusa e triste dopo l’amara realtà del cinema. Colangelo come Visconti? Le premesse ci sono, brava la ragazza!
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domenica 16 dicembre 2018
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non condivido valutazione
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Francamente non capisco come può essere valutato 3,31 dal pubblico
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sabato 15 dicembre 2018
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ma i minorenni lo possono vedere?
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Perché lo vorrei vedere insieme a i miei nipoti.
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(di mauro.t)
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