lucascialo
|
sabato 30 settembre 2017
|
emozionante ma al contempo inverosimile
|
|
|
|
Spinto dalle tante ottime recensioni lette qua e là, dove non si risparmiavano stelle né applausi per un film di guerra atipico, ma anche dal fatto che la trilogia del Cavaliere Oscuro mi abbia a dir poco entusiasmato, ho deciso di vedere questa pellicola. Sebbene non sia un amante del genere bellico. Spremuto fino all'inverosimile, con i registi che ormai da qualche anno cercano di scavare nelle tante piccole storie tragiche di quel dramma, per trovare spunti interessanti su cui girare un film.
Cristopher Nolan è uno che le storie le sa raccontare, sia dal punto di vista della sceneggiatura che dietro la macchina da presa. Storie avvincenti, inquadrature coinvolgenti, fotografia ad impatto.
[+]
Spinto dalle tante ottime recensioni lette qua e là, dove non si risparmiavano stelle né applausi per un film di guerra atipico, ma anche dal fatto che la trilogia del Cavaliere Oscuro mi abbia a dir poco entusiasmato, ho deciso di vedere questa pellicola. Sebbene non sia un amante del genere bellico. Spremuto fino all'inverosimile, con i registi che ormai da qualche anno cercano di scavare nelle tante piccole storie tragiche di quel dramma, per trovare spunti interessanti su cui girare un film.
Cristopher Nolan è uno che le storie le sa raccontare, sia dal punto di vista della sceneggiatura che dietro la macchina da presa. Storie avvincenti, inquadrature coinvolgenti, fotografia ad impatto. Anche in Dunkirk c'è un pò tutto questo, dove le storie di tre eroi di guerra si incrociano e si alternano per uno scopo comune: servire la propria patria inglese e ridurre i danni di una guerra che stava prendendo una brutta piega.
Un aviatore, un soldato in ritirata, un padre di famiglia che mette a disposizione la propria barca per portare in salvo dei soldati. Questi sono i protagonisti di Dunkirk. Ci si commuove e si riflette su quella follia che è stata la Seconda Guerra mondiale. Ma non manca anche la noia e il distacco che ti suscita la prima mezz'ora, mitigati solo in parte nel corso del film. E cosa dire poi del soldato che scampa a bombardamenti, fucilazioni, esplosioni, come se fosse in un videogioco.
Registicamente il film è fatto bene, ma è successo ciò che temevo: il patriottismo ha preso la mano del regista. Almeno nel finale, Nolan fa leggere al protagonista cosa disse Churchill verso la fine della Guerra, quando si auspicava che "il nuovo mondo" venisse in soccorso del vecchio. Ma anche qui, più che gli Usa, fu soprattutto la Russia, ad aiutare non poco a sconfiggere il nazismo. Peccato che il cinema non lo ricordi mai. Eppure il maccarthismo di cui fu vittima pure il grande Chaplin, non esiste più da tempo.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a lucascialo »
[ - ] lascia un commento a lucascialo »
|
|
d'accordo? |
|
ziosam
|
venerdì 29 settembre 2017
|
delicatamente epico
|
|
|
|
Bello. Molto. Innanzitutto è uno di quei film da vedere assolutamente al cinema. Poi, è realistico come un documentario in presa diretta ma allo stesso tempo mai fastidioso e quasi garbato. Le immagini, la fotografia, le luci e il montaggio parlano da soli, tanto che i dialoghi non sono necessari ed infatti sono ridotti all'essenziale (così come d'altra parte si può immaginare fossero i veri dialoghi di quei momenti). Onore al merito agli attori, ma il personaggio probabilmente più interessante di tutti è la eccezionale colonna sonora di Zimmer, che recita anch'essa come fosse una voce narrante, utilizzando la scala Shepard per raccontarci una storia parallela a quella che vediamo con gli occhi e costituendo un perfetto trait d'union fra i tanti flashback e flashforward.
[+]
Bello. Molto. Innanzitutto è uno di quei film da vedere assolutamente al cinema. Poi, è realistico come un documentario in presa diretta ma allo stesso tempo mai fastidioso e quasi garbato. Le immagini, la fotografia, le luci e il montaggio parlano da soli, tanto che i dialoghi non sono necessari ed infatti sono ridotti all'essenziale (così come d'altra parte si può immaginare fossero i veri dialoghi di quei momenti). Onore al merito agli attori, ma il personaggio probabilmente più interessante di tutti è la eccezionale colonna sonora di Zimmer, che recita anch'essa come fosse una voce narrante, utilizzando la scala Shepard per raccontarci una storia parallela a quella che vediamo con gli occhi e costituendo un perfetto trait d'union fra i tanti flashback e flashforward. Incollati alla poltrona dal primo all'ultimo momento. Bravo, Christopher Nolan! Voto 10.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a ziosam »
[ - ] lascia un commento a ziosam »
|
|
d'accordo? |
|
andrew00nitro
|
giovedì 28 settembre 2017
|
ottimo film
|
|
|
|
Ricco di colpi di scena , azione e tensione! Bellissimo film
[+] cosa?
(di stramonio70)
[ - ] cosa?
|
|
[+] lascia un commento a andrew00nitro »
[ - ] lascia un commento a andrew00nitro »
|
|
d'accordo? |
|
paulnacci
|
giovedì 28 settembre 2017
|
teansione costante
|
|
|
|
Dalla prima all'ultima scena si resta sotto la morsa di una tensione costante ,la costa del'inghilterra sembra irraggiunbile c'è sembra qualcosa e qualcuno che mette il bastone tra le ruote alla possibilità di raggiungere la salvezza.Una grande disfatta militare trasformata in un successo (vedi citazione dei due nemici con Alberto sordi) l'esercito sarà salvato quasi per intero contro ogni aspettativa.Belli gli sbalzi temporali e mi ha colpito molto anche il fatto che il nemico non si vede mai anche se la sua presenza è sempre tangibile.Ho letto molte critiche sul fatto che i personaggi non sono molto sviluppati ma credo che in questo contesto non fosse necessario.
[+]
Dalla prima all'ultima scena si resta sotto la morsa di una tensione costante ,la costa del'inghilterra sembra irraggiunbile c'è sembra qualcosa e qualcuno che mette il bastone tra le ruote alla possibilità di raggiungere la salvezza.Una grande disfatta militare trasformata in un successo (vedi citazione dei due nemici con Alberto sordi) l'esercito sarà salvato quasi per intero contro ogni aspettativa.Belli gli sbalzi temporali e mi ha colpito molto anche il fatto che il nemico non si vede mai anche se la sua presenza è sempre tangibile.Ho letto molte critiche sul fatto che i personaggi non sono molto sviluppati ma credo che in questo contesto non fosse necessario.Molto bella la scena del sorvolo finale dello Spitfire rimasto senza carburante anche questa mi ha ricordato un altro film non di guerra (Giocando nei campi del signore).
[-]
|
|
[+] lascia un commento a paulnacci »
[ - ] lascia un commento a paulnacci »
|
|
d'accordo? |
|
woody62
|
mercoledì 27 settembre 2017
|
poderoso dramma bellico
|
|
|
|
“Una settimana, un giorno, solamente un'ora, a volte vale una vita intera. Il tempo passa in frettae ti ruba quello che hai”. Mai le parole di Edoardo Bennato furono più profetiche. Il film “Dunkirk” narra in modo non lineare proprio la settimana trascorsa in attesa dai soldati bloccati sulla spiaggia, sotto il fuoco tedesco; il giorno della battaglia aerea tra piloti inglesi e tedeschi; l’ora del viaggio in mare del battello privato - uno tra i tantissimi destinati al miracoloso salvataggio di oltre 300.
[+]
“Una settimana, un giorno, solamente un'ora, a volte vale una vita intera. Il tempo passa in frettae ti ruba quello che hai”. Mai le parole di Edoardo Bennato furono più profetiche. Il film “Dunkirk” narra in modo non lineare proprio la settimana trascorsa in attesa dai soldati bloccati sulla spiaggia, sotto il fuoco tedesco; il giorno della battaglia aerea tra piloti inglesi e tedeschi; l’ora del viaggio in mare del battello privato - uno tra i tantissimi destinati al miracoloso salvataggio di oltre 300.000 soldati inglesi, francesi e belgi.Tre prospettive diverse, ma tutte convergenti nel raccontare il terrore dell’incertezza, l’abisso della paura nell’attesa di conoscere il proprio futuro. Il capolavoro di Christopher Nolan, ci rimanda ad altri grandi classici del genere (vedi su tutti “Il giorno più lungo” del 1962 sullo sbarco in Normandia, e soprattutto la meravigliosa rilettura spielberghiana di “Salvate il soldato Ryan” del 1998), ma qui siamo di fronte ad una spettacolare proposta visiva ed emotiva che nei tre ambienti (la spiaggia, il mare, l’aria) riesce a coinvolgere ed appassionare. Ciò grazie anche alla colonna sonora del maestro Zimmer che, per gran parte del film è piuttosto un cupo e inquietante rumore di fondo. Solo alla fine il tema musicale si apre in una solenne e nel contempo malinconica melodia che ben accompagna non la vittoria, ma una “non sconfitta”. Di rilievo la scelta narrativa di Nolan che non mostra mai il “nemico” se non in rari casi - quando attaccano gli aerei tedeschi e alla fine del film, in uno spettacolare crepuscolo, quando il pilota dello Spitfire dopo aver compiuto la propria missione, atterra sulla spiaggia senza carburante e viene prelevato da soldati tedeschi. Ottimo il cast fatto di tanti giovani che interpretano al meglio la tragedia umana – con le complesse conseguenze psicologiche e violente - di chi sa di poter morire da un momento all’altro. Addirittura superbe sono le immagini delle battaglie aeree, di un realismo eccezionale, come superba è nel complesso la fotografia di Van Hoytema. Insomma un film da non perdere di cui sentiremo parlare nella prossima notte degli Oscar.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a woody62 »
[ - ] lascia un commento a woody62 »
|
|
d'accordo? |
|
alberto58
|
martedì 26 settembre 2017
|
godimento e terrore
|
|
|
|
Una lotta insensata per la sopravvivenza. Ecco cosa è la vita. Con il nemico che è la natura stessa che ti ha messo al mondo solo più per divertirsi a sparati addosso in tutte le maniere più imprevedibili finché finirà immancabilmente per beccarti. Certo come la morte. In questo stato d'animo esco dal cinema ed una camminata di un'ora e mezza nella solita meraviglia del tramonto romano non vale a rasserenarmi. Certo da Cristpher Nolan ottengo ancora una volta quello che cerco dal cinema ovvero distacco totale dalla realtà, finire su un altro pianeta, e questo film fin dal primo istante.
[+]
Una lotta insensata per la sopravvivenza. Ecco cosa è la vita. Con il nemico che è la natura stessa che ti ha messo al mondo solo più per divertirsi a sparati addosso in tutte le maniere più imprevedibili finché finirà immancabilmente per beccarti. Certo come la morte. In questo stato d'animo esco dal cinema ed una camminata di un'ora e mezza nella solita meraviglia del tramonto romano non vale a rasserenarmi. Certo da Cristpher Nolan ottengo ancora una volta quello che cerco dal cinema ovvero distacco totale dalla realtà, finire su un altro pianeta, e questo film fin dal primo istante. Il problema è che questo film mi coinvolge troppo, non è pura fantasia come Inception o interstellar ma una ricostruzione molto credibile, in tre soggettive sovrapposte, di una cosa che è successa davvero...e la Normandia con le sue immense spiagge lasciate scoperte dalle maree, il mare grigio e spesso pieno di schiuma, quella luce improvvisa e violentissima quando esce il sole che trasforma tutto in azzurro, quei borghi di pescatori così incantevoli...beh, esiste davvero...e sai che la Normandia è quella dell sbarco...ma pure quella della ritirata. E tutto quello rende meravigliosamente, fin dal primo fotogramma, Nolan, con l'aggiunta però della guerra, dell'angoscia, del terrore per il vero e proprio tiro al bersaglio del nemico...tutto in una terrificante, aggiacciante, soggettiva, almeno per le riprese da terra e dal mare..in cui il nemico a malapena si intravede..mentre le bombe ti arrivano addosso, proprio a te. Più aperte le riprese dal cielo, da dentro gli Spitfire, che per la loro bellezza mi danno brividi, godimento puro quelle visioni del mare dall'alto, fantastiche...come del resto tutto il film. Ma per me è stata dura oggi. Più di una volta penso di andarmene, poi per sopportarlo devo ripetermi che non è vero, che è un film. Ma a parte i miei problemi emotivi davvero c'è poco da dire su un film che mi sembra perfetto. Nolan ti butta in mezzo all'azione, ci partecipi davvero in prima persona, e non ci sono pause, non c'è scampo, i rumori e la musica accompagnano le immagini...e sai che quello che si vede è successo davvero. L'unica è scsppare dal Cinema, si può fare comodamente, non come quei poveracci dalla spiaggia di Dunkerque....
[-]
|
|
[+] lascia un commento a alberto58 »
[ - ] lascia un commento a alberto58 »
|
|
d'accordo? |
|
daniela
|
lunedì 25 settembre 2017
|
leggere la storia
|
|
|
|
Più che un film di guerra mi è sambrato un film sulla sconfitta e sull'abbandono a mala pena riscattato dal salvataggio finale grazie all'intervento delle imbarcazioni civili dei privati che provvedono al salvataggio dei superstiti. Il film è comunque spettacolare, con navi che affondano sotto i colpi delle bombe tedesche, mitragliate sul pontile affollato di soldati, inseguimenti tra aerei nemici che si abbattono a vicenda, tuttavia quello che rimane come senso finale del film è la supremazia militare tedesca, in quella fase della guerra, che si contrappone alla retorica inglese dell'onore che tende a trasformare una sconfitta in un salvataggio trionfale.
[+]
Più che un film di guerra mi è sambrato un film sulla sconfitta e sull'abbandono a mala pena riscattato dal salvataggio finale grazie all'intervento delle imbarcazioni civili dei privati che provvedono al salvataggio dei superstiti. Il film è comunque spettacolare, con navi che affondano sotto i colpi delle bombe tedesche, mitragliate sul pontile affollato di soldati, inseguimenti tra aerei nemici che si abbattono a vicenda, tuttavia quello che rimane come senso finale del film è la supremazia militare tedesca, in quella fase della guerra, che si contrappone alla retorica inglese dell'onore che tende a trasformare una sconfitta in un salvataggio trionfale. Per i due soldati però che in modo rocambolesco alla fine riescono a tornare in patria, non si tratta di un ritorno da festeggiare, hanno ancora sulla pelle il senso vero della sconfitta di chi c'era e ha vissuto tutto quello che vuol dire perdere e non aver saputo difendere la patria. Bella la musica di Hans Zimmer ma non eccezionale.
[-]
[+] l'inconcludenza del film
(di pepoide)
[ - ] l'inconcludenza del film
[+] per pepoide
(di l''uomodellasala)
[ - ] per pepoide
|
|
[+] lascia un commento a daniela »
[ - ] lascia un commento a daniela »
|
|
d'accordo? |
|
carloalberto
|
sabato 23 settembre 2017
|
colossal e retorica
|
|
|
|
Le quasi due ore Dunkirk passano veloci tra duelli aerei, navi affondate, pallottole che fischiano, corpi stramazzati al suolo sulla spiaggia di Dunkerque, naufragi vari e atti di eroismo. Nonostante la bravura di Kenneth Branagh e del protagonista interpretato da Fionn Whitehead, non c’è un solo ritratto di un personaggio a tutto tondo, solo qualche abbozzo di carattere: il codardo, il vecchietto coraggioso, il ragazzo eroico, il comandante severo dall’animo gentile. Dunkirk rimane un film di azione di puro intrattenimento ed in questo è sicuramente un prodotto riuscito.
|
|
[+] lascia un commento a carloalberto »
[ - ] lascia un commento a carloalberto »
|
|
d'accordo? |
|
iuriv
|
sabato 23 settembre 2017
|
una guerra mai vista.
|
|
|
|
Dunkerque è stata teatro di uno degli episodi più drammatici della seconda guerra mondiale, ma anche uno dei meno trattati dal cinema. Così ci pensa l'insospettabile Nolan a portare in scena la terribile evacuazione e lo fa con la sua solita cifra stilistica.
Il regista riempie lo schermo con un 'estetica trascinante, aiutato dalla coinvolgente colonna sonora di Zimmer e con degli effetti audio da urlo.
Chris rispolvera una sua vecchia scelta di narrazione, spalmando la vicenda su tre livelli temporali differenti miscelati tra loro da un montaggio preciso.
[+]
Dunkerque è stata teatro di uno degli episodi più drammatici della seconda guerra mondiale, ma anche uno dei meno trattati dal cinema. Così ci pensa l'insospettabile Nolan a portare in scena la terribile evacuazione e lo fa con la sua solita cifra stilistica.
Il regista riempie lo schermo con un 'estetica trascinante, aiutato dalla coinvolgente colonna sonora di Zimmer e con degli effetti audio da urlo.
Chris rispolvera una sua vecchia scelta di narrazione, spalmando la vicenda su tre livelli temporali differenti miscelati tra loro da un montaggio preciso. Questo stile funziona ancor meglio che in Inception (e infatti io quel film non lo reggo, mi dispiace) e contribuisce ad aumentare il livello di tensione che permea tutta la pellicola.
Nolan non punta sul sangue, come certe tendenze crudiste ci hanno abituato in questi ultimi anni. Piuttosto il film se la gioca sulla forza psicologica della situazione. Si lavora sul livello ansiogeno degli avvenimenti e sulla sensazione che non ci sia alcuna via d'uscita dalla spiaggia francese. L'accompagnamento di Zimmer e la fotografia gelida di Nolan ci proiettano dentro una pellicola di stampo horror, dove il mostro non si vede ma fa sentire la sua presenza in maniera implacabile. Toglie il fiato allo spettatore e ai suoi personaggi, quasi mai capaci di parlare. Anche perché, in momenti come quelli davvero non c' nulla da dire.
Insomma, si potrebbe dire che Nolan è un grande autore rubato al muto. Come a conferma di questa mia teoria, infatti, appena i suoi personaggi aprono la bocca si manifesta inesorabilmente uno dei difetti congeniti di questo regista (per me eh, poi son opinioni).
Se Chris è capace di utilizzare la tecnica per toccare la corda emotiva in maniera sopraffina, non si può dire altrettanto per il suo modo di trattare i sentimenti umani. Ha fatto di peggio in passato, sia chiaro (il trattato di Anne Hattaway in Interstellar me lo porto ancora dentro come una cicatrice), però anche qui scivola in una certa retorica di fondo che stona. La sceneggiatura mette in bocca a un soldato del 1940 parole che difficilmente immagino potesse pronunciare, per esempio. In più il finale si abbandona a qualche stereotipo comodo che avrei preferito non ascoltare. Intendiamoci, il concetto del coraggio di una nazione che da sola ha retto il peso del conflitto per molto tempo è importante e ci sta; solo speravo che, da un regista capace di interpretare la guerra in modo così personale, si potesse ascoltare con toni più innovativi.
Ma non importa, è Nolan e così ce lo dobbiamo tenere. Dunkirk rimane un grandissimo film, da ammirare possibilmente in sala. Vero Cinema.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a iuriv »
[ - ] lascia un commento a iuriv »
|
|
d'accordo? |
|
|
sabato 23 settembre 2017
|
l'uomo. la macchina.
|
|
|
|
Nolan si propone questo racconto storico per parlare dell'uomo. Di come questo si comporti in situazioni di pericolo e come questi vengono 'disumanizzati', dalla guerra. Senza una storia o una personalitá di sorta che permetta l'empatia per lo spettatore. Oppure un estrema empatia, ma personalmente direi la prima. Il film ha 3 filoni di racconto principale per esprimere il concetto: 1. Una settimana: la paura. La paura che porta qualsiasi personaggio umano ad un disperato attaccamento alla vita, la perdita di qualsiasi concetto di 'uomo macchina' venutosi a creare nei mesi di guerriglia, la perdita dei propri ideali di patriottismo per pensare solo alla conservazione di essa. Pensare all'io, ed è questa la paura dei soldati a fine film.
[+]
Nolan si propone questo racconto storico per parlare dell'uomo. Di come questo si comporti in situazioni di pericolo e come questi vengono 'disumanizzati', dalla guerra. Senza una storia o una personalitá di sorta che permetta l'empatia per lo spettatore. Oppure un estrema empatia, ma personalmente direi la prima. Il film ha 3 filoni di racconto principale per esprimere il concetto: 1. Una settimana: la paura. La paura che porta qualsiasi personaggio umano ad un disperato attaccamento alla vita, la perdita di qualsiasi concetto di 'uomo macchina' venutosi a creare nei mesi di guerriglia, la perdita dei propri ideali di patriottismo per pensare solo alla conservazione di essa. Pensare all'io, ed è questa la paura dei soldati a fine film...del non essere accettati per non avere compiuto il proprio dovere da soldato-automa, ma essersi comportati come uomini, cosa che comunque gli verrá riconosciuta. 2. Un giorno: il coraggio. Parla dell'uomo come conseguenza della guerra. Di come questa compare anche al di fuori di essa. E il personaggio di Murphy rappresenta una morte dello spirito, colpito da paure al contempo razionali e non, dovute ad un estremo shok, che porteranno alla morte un ragazzino che tentava di aiutarlo. La violenza fuori dal campo di battaglia. Il personaggio di Rylance invece rappresenta il superamento di questa fase di non accettazione per passare alla fase successiva. L'incomprensione. Il non sapere piu cosa è giusto e cosa no a seguito di un forte trauma causato dalla morte del figlio, e di coseguenza l'anaffezione che si crea per la vita stessa, come dimostra la reazione molto menefreghista di fronte alla morte del ragazzino e la perenne difesa del soldato. Il suo obiettivo indissolubile, la difesa della patria e i suoi uomini. A prescindere da quello che succede. Uomo macchina secondo me eccessivo, con una punta di patriottismo, che va a cozzare con quanto detto poco fa. 3. Un'ora. La macchina. Il soldato all'interno della macchina stessa. Non ha bocca, solo il respiratore, non ha occhi, ha il mirino, non ha un anima, ha carburante e ferro. L'aereo vola anche senza carburante perche lui, con la sua stessa vita tiene in volo l'aereo perchè la macchina è il soggetto. E appena si ribella a questo cambiamento l'atrocitá della guerra lo sottometterá.
Non è perfetto come film, un film che piú volte nasconde un patriottismo mascherato, omettendo fatti storici, tutti a favore dell'inghilterra, ma che se fossero stati aggiunti avrebbero dato un messaggio molto piú umano e oggettivo della questione.
3 su 5
[-]
|
|
[+] lascia un commento a »
[ - ] lascia un commento a »
|
|
d'accordo? |
|
|