woody62
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sabato 9 settembre 2017
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poderoso dramma bellico
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“Una settimana, un giorno, solamente un'ora, a volte vale una vita intera. Il tempo passa in frettae ti ruba quello che hai”. Mai le parole di Edoardo Bennato furono più profetiche. Il film “Dunkirk” narra in modo non lineare proprio la settimana trascorsa in attesa dai soldati bloccati sulla spiaggia, sotto il fuoco tedesco; il giorno della battaglia aerea tra piloti inglesi e tedeschi; l’ora del viaggio in mare del battello privato - uno tra i tantissimi destinati al miracoloso salvataggio di oltre 300.
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“Una settimana, un giorno, solamente un'ora, a volte vale una vita intera. Il tempo passa in frettae ti ruba quello che hai”. Mai le parole di Edoardo Bennato furono più profetiche. Il film “Dunkirk” narra in modo non lineare proprio la settimana trascorsa in attesa dai soldati bloccati sulla spiaggia, sotto il fuoco tedesco; il giorno della battaglia aerea tra piloti inglesi e tedeschi; l’ora del viaggio in mare del battello privato - uno tra i tantissimi destinati al miracoloso salvataggio di oltre 300.000 soldati inglesi, francesi e belgi.Tre prospettive diverse, ma tutte convergenti nel raccontare il terrore dell’incertezza, l’abisso della paura nell’attesa di conoscere il proprio futuro. Il capolavoro di Christopher Nolan, ci rimanda ad altri grandi classici del genere (vedi su tutti “Il giorno più lungo” del 1962 sullo sbarco in Normandia, e soprattutto la meravigliosa rilettura spielberghiana di “Salvate il soldato Ryan” del 1998), ma qui siamo di fronte ad una spettacolare proposta visiva ed emotiva che nei tre ambienti (la spiaggia, il mare, l’aria) riesce a coinvolgere ed appassionare. Ciò grazie anche alla colonna sonora del maestro Zimmer che, per gran parte del film è piuttosto un cupo e inquietante rumore di fondo. Solo alla fine il tema musicale si apre in una solenne e nel contempo malinconica melodia che ben accompagna non la vittoria, ma una “non sconfitta”. Di rilievo la scelta narrativa di Nolan che non mostra mai il “nemico” se non in rari casi - quando attaccano gli aerei tedeschi e alla fine del film, in uno spettacolare crepuscolo, quando il pilota dello Spitfire dopo aver compiuto la propria missione, atterra sulla spiaggia senza carburante e viene prelevato da soldati tedeschi. Ottimo il cast fatto di tanti giovani che interpretano al meglio la tragedia umana – con le complesse conseguenze psicologiche e violente - di chi sa di poter morire da un momento all’altro. Addirittura superbe sono le immagini delle battaglie aeree, di un realismo eccezionale, come superba è nel complesso la fotografia di Van Hoytema. Insomma un film da non perdere di cui sentiremo parlare nella prossima notte degli Oscar.
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robertalamonica
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sabato 9 settembre 2017
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tutte le parole di un capolavoro.
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Ho visto 'Dunkirk', film nelle sale in questi giorni e già acclamato come capolavoro di Christopher Nolan.
Io l'ho trovato bellissimo e imperdibile per diverse ragioni.
L'arte.
C'è un omaggio a tanta arte inglese nel film di Nolan. C'è il richiamo alla figura dello shell shocked soldier Septimus Warren Smith di Mrs Dalloway, figura emblematica delle guerre del ventesimo secolo, interpretata con credibilità da Cillian Murphy; c'è il mare: indomabile, inconoscibile, traditore come lo esprime tanta pittura di William Turner; ci sono gli escatologici 'Four Quartets' di Eliot e il loro tentativo di risposta alla devastazione della Waste Land.
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Ho visto 'Dunkirk', film nelle sale in questi giorni e già acclamato come capolavoro di Christopher Nolan.
Io l'ho trovato bellissimo e imperdibile per diverse ragioni.
L'arte.
C'è un omaggio a tanta arte inglese nel film di Nolan. C'è il richiamo alla figura dello shell shocked soldier Septimus Warren Smith di Mrs Dalloway, figura emblematica delle guerre del ventesimo secolo, interpretata con credibilità da Cillian Murphy; c'è il mare: indomabile, inconoscibile, traditore come lo esprime tanta pittura di William Turner; ci sono gli escatologici 'Four Quartets' di Eliot e il loro tentativo di risposta alla devastazione della Waste Land.
La Guerra.
Dunkirk è un war movie dove non c'è battaglia, non c'è sangue, non c'è azione. La battaglia è finita. La disfatta è totale. E Il plot è sospeso, immobile, l'azione è bloccata. C'è la spiaggia, c'è il cielo, c'è il mare. Eppure non c'è luogo. Non c'è un elemento che orienti lo spettatore. 'È l'inizio nella fine e la fine nell'inizio'. È la guerra feroce e urlata solo nell'anima dei soldati, è 'L'orrore' di Kurtz.
Gli Uomini.
Non c'è un eroe in Dunkirk. Non c'è un protagonista. L'ammiraglio Kenneth Branagh e il pilota Tom Hardy sono al servizio del film, completamente. I personaggi da loro interpretati sono funzionali alla resa corale del senso di claustrofobia e di angoscia che è la cifra narrativa e stilistica del film. Nonostante la relativa rilevanza data alla dimensione eroica dei loro personaggi, non sono molto diversi dagli zombie senza volto ammassati sulla spiaggia di Dunkirk in attesa della morte.
La donna.
Un film di uomini e per uomini, Dunkirk. La figura femminile è pressoché marginale se non inesistente nella pellicola; eppure c'è un richiamo al femminino, al materno costante e ossessivo quasi come il fischio sordo e il ticchettio incessante che fanno da sound track implacabile e ineludibile al film. C'è la Madre nel tentativo di accudimento reciproco dei soldati; c'è la Madre nell'anelito alla patria, la Madre nel rinvio ripetuto all'idea di 'casa'.
Il Tempo
Gioca col tempo, Nolan. Il tempo è un suo assillo. Interseca, plasma e confonde i piani temporali nel tentativo, riuscito, di interpretare il tempo come 'duree'. Bergson scriveva a tal proposito sulla Recherche « Un’ora, non è solo un’ora, è un vaso colmo di profumi, di suoni, di progetti, di climi ». C'è un tempo infinito a Dunkirk... quello della paura, dello smarrimento, dei proiettili. Quello della mancanza di senso.
Dio
Sebbene si sforzi di porre la sua opera su un piano di estrema immanenza e di testimonianza della miseria umana nel mondo, Dunkirk è pieno di Dio e di riferimenti ad esso. L'Esodo nelle riprese dall'alto sui soldati, la suggestione di un Limbo infernale e di un Caronte traghettatore di 'anime prave'; la luce del sole sul corpo del pilota-Cristo Tom Hardy; la simbologia della Croce e della colomba nella cinepresa ferma sull'aeroplano inerme sulla spiaggia.
La fuga
Negli assai scarni dialoghi tra i protagonisti del film si cita spesso il desiderio di tornare a casa e da qui ossessionante diventa il desiderio di fuga.
La sensazione di non riuscire a scappare è fortissima. I luoghi sono bui, serrati. L'acqua è quasi sempre causa di annegamento; riempie i polmoni, non fa respirare. Il mare rimanda indietro tutto ciò che gli è stato affidato: barche, oggetti, corpi. Rimanda tutto verso quel luogo magnetico e ineludibile che è la spiaggia di Dunkirk. Luogo di morte e resurrezione.
Per tutte queste ragioni io l'ho trovato bellissimo e imperdibile.
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abcde
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sabato 9 settembre 2017
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intenso, ti lascia senza fiato
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Anche questa volta Nolan ci ha regalato un film straordinario! Questo film ha pochi dialoghi, ma i silenzi e le espressioni degli attori sono ricchi di parole. Le lunghe sequenze prive di parole sono riempite da una colonna sonora firmata nuovamente da Hans Zimmer, che è in grado di farti salire l'ansia, tenerti sul filo del rasoio, per poi farti ritornare a una situazione di tranquillità in cui ti accorgi che per quel lungo periodo non hai respirato, tanta era l'emozione. La colonna sonora è parte fondamentale dei film di Nolan, infatti ti tiene in pugno dall'inizio alla fine. Il ticchettio di quell'orologio (non so che strumento sia) invisibile ma sempre presente (a volte lo si sente chiaramente e altre volte sembra molto lontano) è il segnale inequivocabile che da lì ci sarà un crescendo di scene spettacolari.
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Anche questa volta Nolan ci ha regalato un film straordinario! Questo film ha pochi dialoghi, ma i silenzi e le espressioni degli attori sono ricchi di parole. Le lunghe sequenze prive di parole sono riempite da una colonna sonora firmata nuovamente da Hans Zimmer, che è in grado di farti salire l'ansia, tenerti sul filo del rasoio, per poi farti ritornare a una situazione di tranquillità in cui ti accorgi che per quel lungo periodo non hai respirato, tanta era l'emozione. La colonna sonora è parte fondamentale dei film di Nolan, infatti ti tiene in pugno dall'inizio alla fine. Il ticchettio di quell'orologio (non so che strumento sia) invisibile ma sempre presente (a volte lo si sente chiaramente e altre volte sembra molto lontano) è il segnale inequivocabile che da lì ci sarà un crescendo di scene spettacolari. Il cast è stato in grado di interpretare e trasmettere la paura di non farcela, l'ansia di non sapere se è quando sarebbe tutto finito!
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ciolo
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venerdì 8 settembre 2017
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comprate un supermarine spitfire!
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E' un bel film di guerra, visto con l'occhio di Nolan, ma mantiene un retorica sul mito della vittoria ormai anacronistica. i concetti "nemico", "noi" ecc... sono un po datati se si dirige un film sulla seconda guerra mondaiale nel 2017!... Il centro della narrazione è l'efficienza dello spitfire, la cui superiorità sui mezzi crucchi è sottolineata ad ogni scena... sembra quasi uno spot che ne incoraggia la vendita! A dire il vero l'aereo che più di ogni altro ha contribuito alla vittoria della battaglia di Inghilterra è l'Hurricane, (snobbato e relegato ad un solo accenno) che aveva anche lo stesso motore Merlin definito il miglior suono del mondo!.
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E' un bel film di guerra, visto con l'occhio di Nolan, ma mantiene un retorica sul mito della vittoria ormai anacronistica. i concetti "nemico", "noi" ecc... sono un po datati se si dirige un film sulla seconda guerra mondaiale nel 2017!... Il centro della narrazione è l'efficienza dello spitfire, la cui superiorità sui mezzi crucchi è sottolineata ad ogni scena... sembra quasi uno spot che ne incoraggia la vendita! A dire il vero l'aereo che più di ogni altro ha contribuito alla vittoria della battaglia di Inghilterra è l'Hurricane, (snobbato e relegato ad un solo accenno) che aveva anche lo stesso motore Merlin definito il miglior suono del mondo!... Anche le scritte finale dedicate a chi ha preso parte alla fuga di Dunkirk è fuori tempo (avranno 100 anni i veterani!!). Godibile ma nulla di più!..
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(di l''uomodellasala)
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florentin
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giovedì 7 settembre 2017
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nolan non è spielberg.
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Film tecnicamente perfetto (nella fotografia soprattutto, per i particolari della uniforme dei piloti degli Spifire, e per l'inquadratura dei natanti civili accorsi a soccorrere i connazionali in balia di bombe, bombardieri e U-Boat tedeschi) con pochissimo parlato (visto in originale con sottotitoli in italiano, alcuni non chiari tuttavia), e forse eccessivo negli effetti sonori, ma ciò può essere dipeso dal surround della sala in cui l'ho visto (Odeon- Firenze, peccato per la galleria chiusa anche se le poltrone in platea, ormai un po' consunte, siano peraltro comode). La tragedia di quel Maggio 1940 la conosciamo tutti ( invero non tutti, i giovani -e non solo i millennial- non sanno nemmeno cosa sia stata la 2^ Guerra Mondiale, e tantomeno questa dei 100.
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Film tecnicamente perfetto (nella fotografia soprattutto, per i particolari della uniforme dei piloti degli Spifire, e per l'inquadratura dei natanti civili accorsi a soccorrere i connazionali in balia di bombe, bombardieri e U-Boat tedeschi) con pochissimo parlato (visto in originale con sottotitoli in italiano, alcuni non chiari tuttavia), e forse eccessivo negli effetti sonori, ma ciò può essere dipeso dal surround della sala in cui l'ho visto (Odeon- Firenze, peccato per la galleria chiusa anche se le poltrone in platea, ormai un po' consunte, siano peraltro comode). La tragedia di quel Maggio 1940 la conosciamo tutti ( invero non tutti, i giovani -e non solo i millennial- non sanno nemmeno cosa sia stata la 2^ Guerra Mondiale, e tantomeno questa dei 100.000 soldati inglesi morti su oltre 400.000 in evacuazione verso 'casa' attraverso il Canale della Manica dopo una terribile disfatta alleata in terra francese diventata ormai interamnete tedesco-nazista come gran parte dell'Europa), e questa ne è stata la ricostruzione cinematografica di Christopher Nolan. Perfetta, dicevo, dal punto di vista cinematografico. Ma algida. Senza patho, tantos da sembrarmi un videogioco. C'è stata più emozione e senso della realtà tremenda della guerra in una sola scena di "Salvate il soldato Ryan" (1998) -quando il Capitano (Tom Hanks) ferito alla fine muore svuotando il caricatore della sua pistola contro il nemico, che in tutto questo film. E per la cronaca, sebbene qui vi siano attori di buona caratura, ho avvertito una qualità più aderente alla realtà in altri film di guerra (o meglio sulla guerra) in certi film del passato che non in Dunkirk ricca di moderna tecnolgie che allora erano sconosciute: come in "The D Day" per esempio, di oltre 50'anni fa, e "Midway" ,quest'ultimo forte anche di grandissimi attori di carisma e talento irraggiungibili). Senza andare indietro a "Obiettivo Burma" (1945) in un magnifico bianco e nero. Ma questo dipende in genere dall'eccessivo uso degli effetti speciali (come in "Pearl Harbour", e non qui, dove il regista s'è affidato alla pellicola) alla straripante digitalizzazione e pixellizzazione. Roba fredda, appunto. Senz'anima. A parte la tragedia dei morti veri, naturalmente. E della guerra, come sempre una follia. Ps Nei titoli di coda si legge di un ringraziamento a "Sir Michael Caine": chissà per quale motivo.
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[+] non andrebbe fatto nemmeno il paragone
(di l''uomodellasala)
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ninopellino
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mercoledì 6 settembre 2017
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film sulla sopravvivenza inglese nel 1940
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Il film racconta l'epica resistenza nell'anno 1940 da parte delle truppe inglesi sulla spiaggia di Dunkirk, le quali, accerchiate dall'esercito tedesco, tentarono una disperata via di fuga verso il mare. C'è tutto sommato da dire che anche coloro che riuscirono a salire sulle imbarcazioni, furono attaccati da navi e da fucilieri tedeschi e non tutti purtroppo riuscirono a salvarsi. Prendendo spunto dalle scene iniziali del film capolavoro "Salvate il soldato Ryan" diretto dal grande Spielberg quasi vent'anni fa, questo film si concentra a descriverci, ma soprattutto a mostrarci diverse immagini di duro impatto visivo aventi come protagonisti i soldati inglesi alle prese con la loro lotta alla sopravvivenza e spesso la pellicola ci mostra i loro volti in primo piano carichi di sofferenza, di stanchezza e di paura per l'incerto esito dei loro tentativi di sopravvivere.
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Il film racconta l'epica resistenza nell'anno 1940 da parte delle truppe inglesi sulla spiaggia di Dunkirk, le quali, accerchiate dall'esercito tedesco, tentarono una disperata via di fuga verso il mare. C'è tutto sommato da dire che anche coloro che riuscirono a salire sulle imbarcazioni, furono attaccati da navi e da fucilieri tedeschi e non tutti purtroppo riuscirono a salvarsi. Prendendo spunto dalle scene iniziali del film capolavoro "Salvate il soldato Ryan" diretto dal grande Spielberg quasi vent'anni fa, questo film si concentra a descriverci, ma soprattutto a mostrarci diverse immagini di duro impatto visivo aventi come protagonisti i soldati inglesi alle prese con la loro lotta alla sopravvivenza e spesso la pellicola ci mostra i loro volti in primo piano carichi di sofferenza, di stanchezza e di paura per l'incerto esito dei loro tentativi di sopravvivere. Difatti nel corso della loro fuga in mare, questo film trasmette una costante tensione, determinata dalla circostanza che il nemico tedesco fa delle improvvise e costanti comparse ed è sempre pronto a colpire o per via aerea o per terra, tramite i suoi bombardieri, affondando spesso le navi inglesi e causando la fuga in mare da parte di molti soldati di sua maestà. L'impressione che mi resta di questo film è sicuramente un'ottima regia da parte di Christopher Nolan, pur peccando tuttavia a tratti di un ripetitivo meccanismo claustrofobico e di una tensione giocata spesso sulle medesime scene. Pur considerando che la vicenda storica appare ovviamente inequivocabile, mi sarei aspettato una maggiore ampiezza di scenggiatura.
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gustibus
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mercoledì 6 settembre 2017
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la guerra quasi poetica di nolan
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Un film di guerra fuori dai canoni tradizionali.Piu'di trecentomila soldati alleati prigionieri nel no n muoversi sullaspiaggia di Dunkirk nel maggio 1940,completamente circondato dalle truppe tedesche,via terra e con bombardamenti dal cielo.Qui ci voleva solo C.Nolan per girare non un film,ma un quadro surreale tutto dipinto con colori che a tratti il film non sembra neanche di guerra,ma sembra si svolga in un altro mondo.Inquadrature sulla spiaggia da oscar,dal cielo con duelli aerei(anche qui alla Nolan!)da oscar.La fotografia dei soldati in acqua e'straordinaria.Perche'solo 3stelle? Seppur ce'tutta questa magnificenza registica il film,per me,risulta statico se si parla di CINEMA!Ci sono anche buoni attori,T.
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Un film di guerra fuori dai canoni tradizionali.Piu'di trecentomila soldati alleati prigionieri nel no n muoversi sullaspiaggia di Dunkirk nel maggio 1940,completamente circondato dalle truppe tedesche,via terra e con bombardamenti dal cielo.Qui ci voleva solo C.Nolan per girare non un film,ma un quadro surreale tutto dipinto con colori che a tratti il film non sembra neanche di guerra,ma sembra si svolga in un altro mondo.Inquadrature sulla spiaggia da oscar,dal cielo con duelli aerei(anche qui alla Nolan!)da oscar.La fotografia dei soldati in acqua e'straordinaria.Perche'solo 3stelle? Seppur ce'tutta questa magnificenza registica il film,per me,risulta statico se si parla di CINEMA!Ci sono anche buoni attori,T.Hardy,K.Brannagh e altri ma non sono per nulla protagonisti e in po' il racconto nei 100minuti di film ne risente.Dunkirk e'tutto una visione splendida di immagini nell'ambito della storia.Qui ce'cento minuti di Christopher Nolan! se questo basta allora il film e'da vedere almeno una volta assolutamente.
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chrisnolan
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mercoledì 6 settembre 2017
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inno alla vita e alla lotta
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Grandissimo capolavoro di Nolan, che compie il suo salto di qualità dimostrando di essere un ottimo regista. Il film è un inno alla lotta e alla vita dove soldati inermi, civili disarmati e piloti in netta inferiorità numerica cercano di salvarsi da un destino che sembra ormai segnato. Essi lottano contro il tempo, ben reso da un grande montaggio e da una colonna sonora perfettamente riuscita, e in un luogo infernale, mitragliato dalle bombe scagliate dagli aerei tedeschi e dai siluri degli u-boot. I soldati si ritrovano a provare più volte qualsiasi mezzo per uscire da quella situazione ( cercano di tappare i buchi della nave con le mani ben consapevoli di poter essere colpiti dai proiettili tedeschi), prova che fino ad un certo punto sembra impossibile da superare( ben reso dal vento che soffia contro gli inglesi, quasi a dimostrare che ogni tentativo è inutile e che sono costretti a rimanere nella spiaggia).
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Grandissimo capolavoro di Nolan, che compie il suo salto di qualità dimostrando di essere un ottimo regista. Il film è un inno alla lotta e alla vita dove soldati inermi, civili disarmati e piloti in netta inferiorità numerica cercano di salvarsi da un destino che sembra ormai segnato. Essi lottano contro il tempo, ben reso da un grande montaggio e da una colonna sonora perfettamente riuscita, e in un luogo infernale, mitragliato dalle bombe scagliate dagli aerei tedeschi e dai siluri degli u-boot. I soldati si ritrovano a provare più volte qualsiasi mezzo per uscire da quella situazione ( cercano di tappare i buchi della nave con le mani ben consapevoli di poter essere colpiti dai proiettili tedeschi), prova che fino ad un certo punto sembra impossibile da superare( ben reso dal vento che soffia contro gli inglesi, quasi a dimostrare che ogni tentativo è inutile e che sono costretti a rimanere nella spiaggia). Bellissima scena della lettura del giornale locale sul treno, come quella dell'arrivo delle barche dei civili (simbolo della lotta comune e fraterna), così come quella dove i soldati all'interno della nave affondante litigano per chi si debba sacrificare affinché la nave galleggi. Un film nel quale il protagonista non è un singolo personaggio, ma l'ideale di lotta per la vita (un po' come in un altro grande capolavoro come 'La sottile linea rossa'). In conclusione un grandissimo film che consiglio assolutamente di guardare.
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laurence316
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mercoledì 6 settembre 2017
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per nulla il miglior film di nolan...
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...né tantomeno tra i migliori film di guerra
Torna Christopher Nolan, uno dei più acclamati (ma anche sopravvalutati) registi degli ultimi tempi, a tre anni da quel Interstellar che non in molti avevano apprezzato, con un film (il suo primo basato su un fatto realmente accaduto) che invece fin dalle prime proiezioni si è aggiudicato un apprezzamento critico praticamente unanime. Un apprezzamento per volti versi sproporzionato rispetto ai reali meriti del film. Che non è di certo un capolavoro, né tanto meno uno dei migliori (se non addirittura il migliore, come qualcuno ha scritto) film di guerra della storia del cinema.
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...né tantomeno tra i migliori film di guerra
Torna Christopher Nolan, uno dei più acclamati (ma anche sopravvalutati) registi degli ultimi tempi, a tre anni da quel Interstellar che non in molti avevano apprezzato, con un film (il suo primo basato su un fatto realmente accaduto) che invece fin dalle prime proiezioni si è aggiudicato un apprezzamento critico praticamente unanime. Un apprezzamento per volti versi sproporzionato rispetto ai reali meriti del film. Che non è di certo un capolavoro, né tanto meno uno dei migliori (se non addirittura il migliore, come qualcuno ha scritto) film di guerra della storia del cinema. Anche perché non si tratta propriamente di un film di guerra. Ma, andiamo per ordine.
La scommessa vinta
La prima scommessa del regista (in questo caso per la gran parte vinta) era quella di creare un film di pura tensione che fosse in grado di “trasportare” in qualche modo lo spettatore nel bel mezzo degli avvenimenti, facendogli quasi credere di trovarsi effettivamente lì sul luogo, straniandolo, opprimendolo e sconvolgendolo (e difatti il film inizia senza tanti inutili preamboli, con giusto un paio di scritte sulle prime scene, per poi calare da subito nell’azione).
La scommessa (purtroppo) persa
Ma è l’altra parte della scommessa quella a creare i maggiori problemi. In questo caso si trattava di “prescindere” dai più basilari principi della narrazione, o dello storytelling che dir si voglia, dando vita ad un film senza un vero protagonista, con decine di personaggi coinvolti (di cui diversi rimangono pure senza nome), scarso sul fronte dei dialoghi (puramente di servizio) e sul fronte della trama, che di fatto non c’è.
Ora, questo non sarebbe necessariamente un male (ma dopotutto neanche necessariamente un bene o un segno di particolare inventiva o genialità come qualcuno parrebbe invece credere) se non fosse che, purtroppo, l’effetto che provoca questo sovraffollamento di personaggi ma soprattutto la loro scarsa (per non dire inesistente) caratterizzazione è un drastico calo di tensione in diverse scene (non ci si preoccupa particolarmente per la sorte dei protagonisti, né si ricorda il nome di anche uno solo di loro al termine della proiezione, e il tutto è abbastanza confusionario per questo motivo e non per le [comunque frastornanti] sequenze d'azione).
Tutto fluisce abbastanza indifferentemente per via della mancanza di reale tensione drammatica nonostante la qualità della regia (anche perché l’esito della vicenda è già scontato, per chi conosca un minimo di storia, ma soprattutto per quanto riguarda la sorte dei personaggi che compaiono più di frequente).
Certo, in alcune scene (durante i bombardamenti, mentre il pilota tenta di uscire dall’abitacolo, ma soprattutto nei combattimenti aerei che difatti intervengono prontamente ogni volta che, evidentemente, pure il regista si è reso conto di star cominciando ad annoiare) il film riesce a tenere sulle spine, grazie soprattutto alla martellante (ma anche alla lunga irritante) colonna sonora di Zimmer, ma in diverse altre invece non vi riesce più di tanto (gli stessi Spitfire e i bombardieri della Luftwaffe compaiono solo sporadicamente e sempre in numero abbastanza scarso considerando il fatto che nella realtà solo gli aerei della RAF compirono oltre 4000 incursioni durante i 9 giorni dell’evacuazione; quando vengono poi bombardate e rovesciate le barche o i cacciatorpediniere [che tra l’altro nella realtà erano 39 e non solo un paio] il tutto è spesso ripreso dall’alto e le decine di soldati non sembrano altro che formichine che si gettano in mare, una massa abbastanza indistinta e anonima [sempre per scelta, vista l’ostinazione a non voler dare dei veri protagonisti alla storia]).
Il problema della portata e dell'"epicità"
Il senso di caos e agitazione si perde abbastanza spesso, e tutto sembra fin troppo ordinato. E, tra l’altro, per un film che vorrebbe essere una grande rievocazione epica, dato l’ostinato rifiuto di Nolan di ricorrere al digitale non riesce invece ad essere veramente grandioso, spaventoso e convulso come fu nella realtà la vicenda (lo stesso numero dei soldati, durante le panoramiche della spiaggia, non sembra mai ammontare a 400.000, neanche lontanamente, e troppe sono le inquadrature “pulite”: niente esplosioni, niente fumo, niente fughe per la sopravvivenza).
Gli "Ignorati"
E i tedeschi e i belgi, ma anche i francesi (salvo per la breve sequenza iniziale) non si vedono mai (nonostante il loro ruolo determinante, e nonostante facessero parte anche loro degli evacuati).
La frammentazione narrativa e l'ulteriore problema della (fastidiosa) colonna sonora
Insomma, per un film che (a detta di molti) non dovrebbe concedere neanche un attimo di tregua in realtà ha diversi momenti in cui si finisce quasi per annoiarsi e in cui non si rende giustizia alla vicenda (basta, per i più pigri, giusto una visita alla pagina di Wikipedia dedicata alla questione, per rendersi conto di quanto più caotici, tragici [nel film non si vede un solo zampillo di sangue e chi muore muore sempre senza fare troppo rumore] oltreché forsennati siano stati gli avvenimenti rispetto a quel che risulta dalla visione del film).
La colonna sonora di Zimmer, poi, insistente e assordante che non si arresta neppure per un secondo è un fattore di non indifferente irritazione. E la frammentazione in tre unità di tempo e narrazione (una settimana sulla terraferma, un giorno in mare e un’ora in cielo) per quanto affascinante è abbastanza fine a sé stessa e porta ad una curiosa sensazione per la quale, ad esempio, un attacco aereo di probabilmente pochi attimi nella realtà sembra durare esattamente quanto un salvataggio in mare che probabilmente richiese diverse ore. Il tutto è, in ogni caso, funzionale a mantenere alta la concentrazione dello spettatore, quindi da questo punto vista nulla da eccepire.
Conclusioni
Concludendo, Dunkirk è lontano dall’essere un totale disastro: come detto, in alcune scene è molto efficace, la regia è sempre di un certo livello così come la fotografia e il montaggio, e a vederlo si ha quasi l’impressione di essere veramente “assediati”. Ma la mancanza di personaggi realmente significativi, la confusionarietà e il frastuono e la conseguenza assenza di momenti emozionanti e di personaggi a cui affezzionarsi si sente. Eccome. Ed è sicuramente un film da vedere al cinema, perché alla TV deluderà in molti e certamente renderà ancor più palesi tutti i suoi limiti e i suoi difetti.
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[+] un po’ più corta la prox volta
(di enricopintonello)
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seby
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mercoledì 6 settembre 2017
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a dunkirk mare, cielo e terra sparano su di te
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Un ottimo film. Nolan crea un'atmosfera angosciata e angosciante fin dai primi istanti; ci si sente, come i protagonisti, sospesi in una gigantesca trappola dal quale (probabilmente) non si può uscire, ma che ad ogni minimo passo falso ti uccide, con la morte che arriva dall'esterno, quasi che non fossero uomini a sparare ma il terreno, il mare e il cielo stessi: i tedeschi come esseri umani si intravedono solo alla fine, e solo come ombre sfocate. Nessuna storia prevale, ma 3-4-6 storie di altrettante vite, che quell'evento ha interrotte, si ingarbugliano a Dunkirk (Dunkerque per i francesi) in una matassa spaziale e temporale, implodendo fino alla catars[+]
Un ottimo film. Nolan crea un'atmosfera angosciata e angosciante fin dai primi istanti; ci si sente, come i protagonisti, sospesi in una gigantesca trappola dal quale (probabilmente) non si può uscire, ma che ad ogni minimo passo falso ti uccide, con la morte che arriva dall'esterno, quasi che non fossero uomini a sparare ma il terreno, il mare e il cielo stessi: i tedeschi come esseri umani si intravedono solo alla fine, e solo come ombre sfocate. Nessuna storia prevale, ma 3-4-6 storie di altrettante vite, che quell'evento ha interrotte, si ingarbugliano a Dunkirk (Dunkerque per i francesi) in una matassa spaziale e temporale, implodendo fino alla catarsi finale. Ottimi gli effetti speciali, le atmosfere, la regia, la fotografia, come forse mai si è visto per la Seconda guerra mondiale, superando anche "Salvate il soldato Ryan". Perfettamente riprodotte situazioni e abbigliamenti, navi e aerei, con accenni quasi spavaldi nelle battute ai molti studi fatti - io ho molto apprezzato per esempio il discorso sul motore Rolls Royce Merlin. Uniche note "negative" le storie troppo emblematiche di singoli situazioni possibili, però più che giustificabili, e gli accenni patriottici, che comunque sono perfettamente coerenti con lo spirito di quel momento. Creare un simile impatto visivo e sonoro, coinvolgere lo spettatore nei sentimenti di quelle persone così bene, miscelare eventi che avvengono in tre tempi diversi (un'ora, un giorno e una settimana) senza strizzare troppo l'occhio agli effetti o creare una storia strappalacrime di sfondo (vedi "Pearl Harbour") è bravura pura, così come farti rimanere col fiato sospeso anche se in fondo sai già come andrà a finire, essendo un episodio storico. Non raggiunge per me le 5 stelle anche se ci va vicino: manca giusto un personaggio alla colonnello Kurtz (Apocalypse Now), infatti ad esempio il colonnello inglese del film è solo un manichino con radio incorporata, sintonizzato su "Radio Londra". L'atmosfera sognante dei personaggi de "La sottile linea rossa" c'è; però, quasi, i loro corrispettivi non ne hanno la profondità psicologica.
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