Arrival |
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Un film di Denis Villeneuve.
Con Amy Adams, Jeremy Renner, Forest Whitaker, Michael Stuhlbarg, Tzi Ma.
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Titolo originale Arrival.
Fantascienza,
Ratings: Kids+13,
durata 116 min.
- USA 2016.
- Warner Bros Italia
uscita giovedì 19 gennaio 2017.
MYMONETRO
Arrival
valutazione media:
3,42
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Quel vecchio sogno di comunicare con gli extraterrestri
di Paolo D'Agostini La Repubblica
La fantascienza cinematografica, che però è molto spesso figlia di quella letteraria, naturalmente non è più quella di una volta. Incrinata l'opposizione bipolare della guerra fredda e diventata la partita globale (un po' come anche nelle storie spionistiche) multipolare, tramontate le speranze guerrafondaie di vincitori e vinti con la conseguente affermazione della necessità di cooperare sia pur obtorto collo, è cresciuta nel tempo una visione umanistica e filosofica.
Se due pietre miliari del mutamento restano il 2001 Odissea nello spazio di Kubrick (1968) e Solaris di Tarkovskij (1972), è con Spielberg, quello di Incontri ravvicinati del terzo tipo e ET, che il contatto dell'umanità terrestre con l'alieno prende forma all'insegna della spinta alla comprensione, allo scambio, all'amicizia, alla tenerezza. Senza dimenticare esempi recenti di umanizzazione dell'esplorazione scientifica di altri mondi con incidente, appunto umano malgrado la possente copertura tecnologica, e smarrimento nello spazio: dall'ottimo Gravity di Cuaron al non ottimo ma curioso Passengers.
Spielberghiano è il ceppo cui si appella il regista canadese Denis Villeneuve nel suo Arrival presentato all'ultima Mostra di Venezia nel settembre 2016. Pur senza riuscire ad attingere alla magica semplicità del grande collega, alla classicità universale del massimo creatore di fiabe contemporaneo. Amy Adams, scienziata del linguaggio, si fa subito incontro allo spettatore come portatrice di un terribile dolore: quello della perdita della giovanissima figlia. Ma subito la prospettiva muta completamente e non sappiamo più distinguere tra ciò che è accaduto e ciò che accadrà, tra realtà e visione, tra piani temporali. Quello che costituisce l'ossatura della storia è il seguente. Un certo numero di astronavi di misteriosa provenienza, che si presentano sotto le fattezze di altissimi monoliti, sono atterrate in diversi punti del globo terrestre. Una negli Stati Uniti, nel Montana. La professoressa viene segretamente ingaggiata dai militari che presidiano il luogo dell'atterraggio, insieme al fisico Jeremy Renner. La loro missione - impossibile, si direbbe - è di avvicinare gli abitanti dell'astronave, stabilire una qualche forma di comunicazione per farsi dire - alla svelta, incalza il comandante responsabile Forest Whitaker - che cosa gli extraterrestri sono scesi a fare.
Due giganteschi "eptapodi" - i loro più che arti sono tentacoli - che si presentano ai colloqui schermati dietro uno spesso vetro vengono simpaticamente ribattezzati Tom e Jerry (nella versione originale Abbott e Costello, cioè Gianni e Pinotto). Il lavoro è durissimo ma a forza di insistere, ma anche e soprattutto in virtù di qualcosa di speciale che gli alieni riconoscono in lei, l'intrepida dottoressa (di cui il collega si sta innamorando) compone un alfabeto minimo. Dal quale si riuscirà a capire che gli alieni vengono con un dono. Ma è facile fraintendere e chi comanda sospetta una grave minaccia. Si rompe il fronte internazionale dello scambio di dati e informazioni, gli americani - che non si fidano dei cinesi - si preparano a correre alle armi.
Ma, non senza dolore e vittime, avverrà il miracolo. Che ci riporterà alle oscure premesse. Poetico sebbene piuttosto confuso. Il regista (lo stesso di La donna che canta e di Sicario) tornerà con il sequel di Blade Runner.
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