Io, Daniel Blake |
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Un film di Ken Loach.
Con Dave Johns, Hayley Squires, Dylan McKiernan, Briana Shann.
continua»
Titolo originale I, Daniel Blake.
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 100 min.
- Gran Bretagna, Francia 2016.
- Cinema
uscita venerdì 21 ottobre 2016.
MYMONETRO
Io, Daniel Blake
valutazione media:
3,89
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Io,Daniel Blakedi maumauromaFeedback: 10796 | altri commenti e recensioni di maumauroma |
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sabato 29 ottobre 2016 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Beh, certo, muovere una critica alla filmografia di Ken Loach, quasi tutta schierata a difesa delle fasce da lui ritenute piu' deboli della societa', e' un po' come sparare alla croce rossa. In questa sua ultima opera il regista inglese prende di mira il sistema assistenziale e previdenziale del suo paese,da lui considerato particolarmente cinico e vessativo, descrivendo la vera e propria odissea vissuta da un carpentiere sessantenne, il quale soffrendo di una cardiopatia e non potendo piu' lavorare, chiede ripetutamente e senza risultato agli uffici preposti la possibilita' di ottenere un assegno di invalidita' o un sussidio di disoccupazione. Ebbene, se si considera I, Daniel Blake un film di pura finzione cinematografica non si puo' che apprezzare l'opera, ben interpretata e diretta, dai giusti ritmi, emotivamente molto coinvolgente. Considerando pero' che si tratta di un classico film di denuncia con una struttura quasi documentaristica, non si possono non evidenziare alcune incongruenze se non incompatibilita' della sceneggiatura con i fatti della realta' quotidiana del nostro protagonista. Nella vita reale infatti , il nostro Daniel Blake avrebbe pensato prima di tutto a curare bene la sua malattia; negli ultimi anni infatti la cardiologia, sia medica che chirurgica, ha fatto eccezionali progressi, permettendo alla quasi totalita' dei cardiopatici di guarire e tornare a una regolare vita lavorativa, magari con una mansione meno pesante. Inoltre, sempre nella vita reale il cittadino Daniel Blake, considerate le discrete condizioni in cui appare nella vicenda e considerato con quale abilita' di artigiano ha sistemato la modesta casa della compagna di sventure Daisy, avrebbe potuto facilmente, magari con inserzioni sui giornali, svolgere lavori privati non particolarmente pesanti di idraulica, di falegnameria ecc ecc , riuscendo tranquillamente a sbarcare il lunario in attesa di risolvere il suo contenzioso medico legale, senza rischiare di morire di fame. Ma Loach tralascia del tutto questi aspetti, anzi ,considerato che gli interessa soltanto denunciare un Sistema che secondo lui cozza con le sue fanciullesche vedute filosocialiste, introduce nella sua opera alcuni momenti volti soltanto ad alimentare la carica emotiva nello spettatore, facendogli strizzare per bene le ghiandole lacrimali, ma di cui poteva sinceramente fare a meno, come la scena della "fame" di Daisy nel centro di distribuzione del cibo, il far prostituire in maniera banalmente prevedibile la ragazza, la stessa morte di Blake poteva essere evitata senza scalfire la forza della sua denuncia. Certamente casi come quelli evidenziati nel film possono accadere ovunque, come ovunque possono accadere episodi opposti, per esempio assegni a falsi invalidi, assenteismo cronico, finte malattie e chi piu' ne ha piu' ne metta, ma se il Welfare inglese fosse sempre quello descritto da Ken Loach non credo che il referendum sulla brexit avrebbe avuto il risultato che si e' visto
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