L'Oriana

Ci sono state salve di critiche contro questa fiction. In effetti, se si vede "Newsroom" si capisce meglio la frenesia della vita di redazione ma Oriana era un'inviata, la quale spesso e volentieri si trova sola in posti lontanissimi dalla redazione e allora non era come adesso, non c'erano i telefonini, era tutto molto più difficile per la comunicazione. La scena con Oriana fra i soldati con la macchina per scrivere sulle ginocchia oggi, in tempi di giornalisti embedded, può fare tenerezza eppure era proprio così. Quanto agli amori, nella biografia peraltro splendida, di Cristina Di Stefano, si fa cenno ad altro: un primo amore con Alfredo Pieroni molto più tragico (con tentativo di suicidio) e poi Oriana era una donna passionale, senza amore, carburante della vita, nemmeno si lavora bene e si scrive proprio perché si è passionali e si fanno quei reportage che lei ha fatto magistralmente. [+]

Ci sono state salve di critiche contro questa fiction. In effetti, se si vede "Newsroom" si capisce meglio la frenesia della vita di redazione ma Oriana era un'inviata, la quale spesso e volentieri si trova sola in posti lontanissimi dalla redazione e allora non era come adesso, non c'erano i telefonini, era tutto molto più difficile per la comunicazione. La scena con Oriana fra i soldati con la macchina per scrivere sulle ginocchia oggi, in tempi di giornalisti embedded, può fare tenerezza eppure era proprio così. Quanto agli amori, nella biografia peraltro splendida, di Cristina Di Stefano, si fa cenno ad altro: un primo amore con Alfredo Pieroni molto più tragico (con tentativo di suicidio) e poi Oriana era una donna passionale, senza amore, carburante della vita, nemmeno si lavora bene e si scrive proprio perché si è passionali e si fanno quei reportage che lei ha fatto magistralmente. Non era facile girare un film su una vita così avventurosa e slegata; inizialmente i diritti di Procacci erano per "Un uomo" e francamente sarebbero bastati i tre anni della bella e dolorosa storia di Oriana e Alekos; ma volendo spaziare su tutto, fino alle Torri gemelle, io non trovo che sia stato un tentativo non riuscito, anzi. Si è trattato invece di un biopic giusto, necessario. Per tante donne che hanno poi intrapreso la professione giornalistica, senza raggiungere il suo successo che è poi dovuto a un mix irripetibile di talento e fortuna, Oriana Fallaci, come Camilla Cederna, è stata il simbolo di una donna che non esita a passare dai calzoni militari al filo di perle e in questo trovo che Vittoria Puccini sia stata molto efficace (caso mai è alla sua voce spesso spezzata che apporrei disappunto e ho visto i filmati originali, non aveva una brutta voce, la Fallaci, anzi...). Quanto all'imitazione del personaggio, Wajda in Walesa (visto in tv pochi giorni prima) ha dato a Maria Rosaria Omaggio le stesse sembianze della Fallaci ormai in là con gli anni, ma Vittoria Puccini doveva rappresentarla anche da giovane e va detto che da giovane era molto carina, l'Oriana. Perché iniziò molto giovane e dalla porta principale, questo va detto e nello sceneggiato non si dice: il fratello del padre, lo zio dunque, Bruno Fallaci, era direttore di Epoca e Oriana cominciò proprio lì, come del resto sono giornaliste anche le sue due sorelle...questo per non lasciare edulcorare il personaggio, biografia non vuol dire agiografia e in Italia, purtroppo, la casta dei giornalisti è ancora una casta. Ma è un dettaglio, per il resto, annche nell'umiliazione della donna da parte dell'uomo, sia pure innamorato ma anche un po' invidioso del suo successo, il ritratto d'epoca c'è tutto e lo sguardo di condanna della Puccini, il suo severo sguardo, va benissimo. Un appunto infine alla Rai: quando lancia una fiction dovrebbe evitare quelle pubblicità sullo sfondo miranti a reclamizzare il prossimo prodotto: sono davvero di cattivo gusto. Una fiction si può vedere senza pubblicità come sottotitoli? E' una richiesta proprio minima... [-]