nanni
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giovedì 26 novembre 2015
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bella e perduta
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Il materiale girato dal regista Casertano Pietro Marcello, forse rischiava di diventare il solito, ennesimo, inutile documentario/denuncia sull'incuria del patrimonio artistico-culturale, sul degrado di quel posto o di quell'altro o sull'inquinamento e l'abbandono della terra dei fuochi.
Invece, con una felice intuizione, tutto magicamente si trasforma e veniamo accompagnati in un'appassionata e struggente......C'era una volta una reggia, Tommaso, il bufalo sarchiapone e Pulicinè.....
A Tommaso, il cavaliere senza macchia e senza paura, che si batte per restituire la reggia incantata agli antichi splendori, dopo tante battaglie si spezzerà il cuore e morirà.
Il bufalo cucciolo Sarchiapone, (voce narrante della favola) salvato dal cavaliere senza macchia e senza paura da morte certa, verrà soccorso da Pulicinè.
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Il materiale girato dal regista Casertano Pietro Marcello, forse rischiava di diventare il solito, ennesimo, inutile documentario/denuncia sull'incuria del patrimonio artistico-culturale, sul degrado di quel posto o di quell'altro o sull'inquinamento e l'abbandono della terra dei fuochi.
Invece, con una felice intuizione, tutto magicamente si trasforma e veniamo accompagnati in un'appassionata e struggente......C'era una volta una reggia, Tommaso, il bufalo sarchiapone e Pulicinè.....
A Tommaso, il cavaliere senza macchia e senza paura, che si batte per restituire la reggia incantata agli antichi splendori, dopo tante battaglie si spezzerà il cuore e morirà.
Il bufalo cucciolo Sarchiapone, (voce narrante della favola) salvato dal cavaliere senza macchia e senza paura da morte certa, verrà soccorso da Pulicinè.
La narrazione, ora, diventa un on the road alla ricerca di un approdo tranquillo e sicuro per Sarchiapone.
Sarà, invece, una dura presa d'atto che quel porto non esiste perchè gli uomini sono totalmente incapaci di mettere bellezza e gratuità al centro della vita.
E così anche Pulicinè gettando la maschera in segno di resa da immortale diventerà mortale.
Come tutte le favole che si rispettino anche questa avrebbe meritato il lieto fine, ma come dice Sarchiapone nella scena finale, oramai rassegnato........"chissà......forse andrà meglio un'altra volta....su un'altra stella.
Il finale, amaro e senza appello, non ci sorprende.................però che bello battersi come Tommaso!!!!!
Sublime.
Ciao Nanni
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fabiofeli
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giovedì 3 dicembre 2015
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perduta l'armonia con natura, arte e storia
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Un giovane bufalo è destinato al macello perché "improduttivo" e viene adottato da Tommaso Cestrone, un uomo benemerito che si elegge custode della Reggia di Carditello, un sito storico quasi perduto del Casertano, divenuto perfino rifugio di camorristi latitanti. Il "luogo di piacere dei Borbone", a suo tempo fiorente azienda agricola, ha patito la razzia degli arredi ed è avviato all'oblio; il difficile recupero costa la vita a Cestrone ucciso da un infarto il 24 dicembre 2013. Il bufalo sa parlare - la voce è quella di Elio Germano - e racconta la storia, legame tra i vivi e i morti, ma lo può comprendere solo Pulcinella (Sergio Vitolo) quando indossa la maschera nera; questi, richiamato dal mondo dei morti, si prende cura del bufalo e lo conduce attraverso un lungo viaggio dalla Campania alla Tuscia, per affidarlo ad un pastore sardo.
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Un giovane bufalo è destinato al macello perché "improduttivo" e viene adottato da Tommaso Cestrone, un uomo benemerito che si elegge custode della Reggia di Carditello, un sito storico quasi perduto del Casertano, divenuto perfino rifugio di camorristi latitanti. Il "luogo di piacere dei Borbone", a suo tempo fiorente azienda agricola, ha patito la razzia degli arredi ed è avviato all'oblio; il difficile recupero costa la vita a Cestrone ucciso da un infarto il 24 dicembre 2013. Il bufalo sa parlare - la voce è quella di Elio Germano - e racconta la storia, legame tra i vivi e i morti, ma lo può comprendere solo Pulcinella (Sergio Vitolo) quando indossa la maschera nera; questi, richiamato dal mondo dei morti, si prende cura del bufalo e lo conduce attraverso un lungo viaggio dalla Campania alla Tuscia, per affidarlo ad un pastore sardo. Durante il viaggio Pulcinella si innamora e si toglie la maschera dal viso: non capisce più le parole dell'animale per il quale si profila un destino crudele ... Bella, ma perduta, è l'Italia: Storia, Cultura ed Arte sono devastate; i siti archeologici sono profanati e i gioielli dei beni culturali sono abbandonati o vengono affittati spudoratamente per i cosiddetti "eventi"; la natura oltraggiata e avvelenata nella Terra dei Fuochi, nonostante l'impegno di uomini di buona volontà, vede compromesso il legame dell'uomo con il suo ambiente ed il territorio, con la rottura dell'equilibrio necessario a vivere e vivere bene. Il film di Pietro Marcello è un'opera strana e sorprendente, tra finzione e documentario, a metà tra una favola di Annamaria Ortese e una Bucolica virgiliana, che sembra scaturire dalla regia di un novello maestro neo-realista. Il montaggio a sbalzi di Sara Fgaier, infatti, è coraggioso ed usa una sintassi che rifiuta lo sviluppo logico della prosa facendo decollare la storia verso la poesia. Un film da non perdere.
Valutazione ****
FabioFeli
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stefano capasso
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mercoledì 9 dicembre 2015
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alla ricerca dell'amata terra
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Alla morte di Tommaso, l’Angelo del Carditello, un pastore che si era incaricato di proteggere a proprie spese la reggia borbonica, Pulcinella riceve l’incarico di portare a conoscenza la sua storia e di salvare dal macello il bufalo parlante Sarchiapone. Pulcinella si mette in viaggio col bufalo e attraversa le campagne dell’Italia meridionale.
Un film complesso questo di Pietro Marcello che racconta la distanza incolmabile che c’è tra l’uomo e la terra, che sventra nelle viscere, incendia e pensa di poter dominare decidendo la vita deli altri esseri viventi. E’ Pulcinella che guida il narratore, il bufalo, e che viene per portare la verità agli uomini e ricordare loro che se si perde il contatto con la propria natura divina si perde il contatto con la terra e con la vita.
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Alla morte di Tommaso, l’Angelo del Carditello, un pastore che si era incaricato di proteggere a proprie spese la reggia borbonica, Pulcinella riceve l’incarico di portare a conoscenza la sua storia e di salvare dal macello il bufalo parlante Sarchiapone. Pulcinella si mette in viaggio col bufalo e attraversa le campagne dell’Italia meridionale.
Un film complesso questo di Pietro Marcello che racconta la distanza incolmabile che c’è tra l’uomo e la terra, che sventra nelle viscere, incendia e pensa di poter dominare decidendo la vita deli altri esseri viventi. E’ Pulcinella che guida il narratore, il bufalo, e che viene per portare la verità agli uomini e ricordare loro che se si perde il contatto con la propria natura divina si perde il contatto con la terra e con la vita.
Film difficile, che a tratti commuove per le immagini di grandi forza evocativa, e che a mio avviso, proprio per la sua complessità poco aiuta ad entrare in completa empatia con la semplicità e la verità che propone.
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robroma66
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mercoledì 3 febbraio 2016
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una goccia di splendore
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Ho visto "Bella e perduta" in novembre al cinema Alcazar che ha mestamente chiuso i battenti il 31 gennaio. Motivo in più per ripensare e riflettere con intenerita malinconia, anche perchè l'Alcazar e la reggia di Carditello hanno avuto epiloghi diversi -almeno per ora-.
Tommaso Cestrone era l’angelo di Carditello, il volontario-contadino che accudì la reggia borbonica in stato d’abbandono contribuendo a rilanciare il dibattito sul degrado del casertano.
Subì danni e minacce per questo suo impegno appassionato e disinteressato.
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Ho visto "Bella e perduta" in novembre al cinema Alcazar che ha mestamente chiuso i battenti il 31 gennaio. Motivo in più per ripensare e riflettere con intenerita malinconia, anche perchè l'Alcazar e la reggia di Carditello hanno avuto epiloghi diversi -almeno per ora-.
Tommaso Cestrone era l’angelo di Carditello, il volontario-contadino che accudì la reggia borbonica in stato d’abbandono contribuendo a rilanciare il dibattito sul degrado del casertano.
Subì danni e minacce per questo suo impegno appassionato e disinteressato. Vero presidio civico e alta testimonianza della sublime umanità che questo sgangherato Paese è talvolta in grado di generare.
Il regista Pietro Marcello stava girando un documentario su Tommaso quando quest'ultimo morì d'infarto, la notte di Natale del 2013.
Il documentario prese allora un'altra piega e su di esso si innestò una virata visionaria: Pulcinella, che fa da tramite tra i vivi e i morti, si occupa di portare in salvo il bufalo Sarchiapone, "adottato" da Tommaso che lo ha salvato dalla macellazione. Pulcinella intraprende un viaggio verso la Tuscia per affidare Sarchiapone al pastore Gesuino, una specie di Mangiafuoco che recita ad alta voce per se stesso le poesie di D’Annunzio. L'epilogo sarà tragico (per Sarchiapone) e dolorosamente malinconico ma le immagini della reggia di Carditello che poco dopo la morte di Tommaso fu acquisita dallo Stato italiano rendono un briciolo di giustizia a quest'uomo di scintillante bellezza interiore.
E' un film straniante e lirico, sospeso tra la visionarietà assoluta e la bassezza orrorifica della distruzione della Terra dei fuochi, con il carico di dolore e devastazione. Film sublime e così particolare che afferisce più alla poesia che alla cinematografia. Bellissimo e unico, può portare a una certa depressione. O anche no: dipende da come lo guardate.
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mauridal
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sabato 14 maggio 2016
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la bellezza dispersa
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La bellezza dispersa del film BELLA E PERDUTA DI PIETRO MARCELLO ITALIA 2015
quando una parte dell'umanità tristemente non riconosce la bellezza che il mondo possiede, quando non riesce a trattenerla, anzi fa di tutto per distruggerla ,per allontanarla ,per distruggere il senso che la bellezza apporta alla vita ,quando quella umanità agisce contro se stessa e contro la vita di future generazioni, allora un film , una opera d'arte ,una qualsiasi manifestazione dell'intelletto e del sentimento umano deve testimoniare quanto accade, e proporsi allo sguardo e all'attenzione dell'altra parte di umanità forse più benigna per tentare un riscatto e una emancipazione .
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La bellezza dispersa del film BELLA E PERDUTA DI PIETRO MARCELLO ITALIA 2015
quando una parte dell'umanità tristemente non riconosce la bellezza che il mondo possiede, quando non riesce a trattenerla, anzi fa di tutto per distruggerla ,per allontanarla ,per distruggere il senso che la bellezza apporta alla vita ,quando quella umanità agisce contro se stessa e contro la vita di future generazioni, allora un film , una opera d'arte ,una qualsiasi manifestazione dell'intelletto e del sentimento umano deve testimoniare quanto accade, e proporsi allo sguardo e all'attenzione dell'altra parte di umanità forse più benigna per tentare un riscatto e una emancipazione . In nome di vani ed effimeri profitti , operano determinati uomini che con sistematica ,criminale malvagità , distruggono le cose belle che appartengono a tutti , e con ottusa ignoranza si impossessano di interi territori non solo distruggendoli ma apportando morte e malattie per generazioni intere. La bellezza si disperde quando , come viene mostrato nel film di Pietro Marcello, un intero territorio definito come la terra dei fuochi viene distrutto, viene avvelenato, e le poche belle cose che vi sono oltre la vita stessa delle persone che vi abitano e vivono di lavoro agricolo e allevamento di animali , sono minacciate dalla totale distruzione. Questo orribile e nefasto avvenimento è raccontato con una cifra stiliatica e narrativa al contempo colta e popolare , come la favola , ovvero una trasmissione della realtà attraverso la fantasia , attraverso delle figure immaginarie ma che più dei personaggi reali colpiscono la mente e il cuore degli uomini . Nel film, la maschera di Pulcinella, antica e moderna ,ricopre assieme al cucciolo di bufalo Sarchiapone, altro nome della commedia popolare , l'antico mito della congiunzione tra vivi e morti rievocando la figura di Tommaso Cestrone il vero pastore che scelse di rimanere e morire nella sua terra a difendere la bellezza della reggia borbonica di Carditello ormai abbandonata dalla cultura ufficiale e dai beni dello stato, per essere depredata e distrutta dalla camorra della zona.Questa favola ha il merito di essere tratta dalla realtà e tuttavia il film si discosta dall'essere un documentario realistico, anzi sperimenta anche linguisticamente una forma narrativa più vicina al cantastorie che alla novella popolare. Questo vuol dire che lo spettatore attento e disponibile può accettare i vari livelli di narrazione anche dove si documenta la vita dei pastori di altra parte di territorio culturale italiano, la Tuscia altrettanto perduto e affascinante con le esistenze etrusche e le antiche tombe depredate e distrutte dai tombaroli. Dunque la bellezza in senso lato è presente in tanti aspetti della vita e della cultura umana ma troppe volte è attaccata e dispersa per volere di quella parte di umanità tragicamente dedita alla devastazione e morte. (mauridal)
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pedu72
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venerdì 25 dicembre 2015
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e devo anche pagare?
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Si devono sempre apprezzare originalità e coraggio, quando si fa (o si vorrebbe fare...) cultura: di solite minestre nessuno sente la necessità. Ma se si chiedono 5 o 7 euri al botteghino, qualcosa in cambio bisogna pur dare: che so, una scena agile e ben montata, un personaggio originale e provocatorio, una vicenda che inquieti e faccia riflettere, ma che dico? anche un pugno nello stomaco o un calcio negli stinchi, ma che almeno ti tenga sveglio e ti faccia uscire dalla sala sulle tue gambe... Qui, alla riaccesa delle luci, ho visto solo volti attoniti perché appena destati da una gomitata della gentile accompagnatrice, oppure coppie e gruppetti che uscivano altercando con "sei tu che ce l'hai proposto!" o con "io te lo dicevo che era una bufala.
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Si devono sempre apprezzare originalità e coraggio, quando si fa (o si vorrebbe fare...) cultura: di solite minestre nessuno sente la necessità. Ma se si chiedono 5 o 7 euri al botteghino, qualcosa in cambio bisogna pur dare: che so, una scena agile e ben montata, un personaggio originale e provocatorio, una vicenda che inquieti e faccia riflettere, ma che dico? anche un pugno nello stomaco o un calcio negli stinchi, ma che almeno ti tenga sveglio e ti faccia uscire dalla sala sulle tue gambe... Qui, alla riaccesa delle luci, ho visto solo volti attoniti perché appena destati da una gomitata della gentile accompagnatrice, oppure coppie e gruppetti che uscivano altercando con "sei tu che ce l'hai proposto!" o con "io te lo dicevo che era una bufala...!". Ma in effetti non è stata una bufala, questo almeno bisogna ammetterlo: protagonista assoluto infatti è risultato un bufalo maschio, poveraccio, e in quanto tale destinato a una fine precoce e immeritata; dei sagaci 'pensieri' del di cui sopra si sono riempite diverse sequenze... Se poi aggiungiamo frotte di pulcinella silenti e mimeggianti, piani-sequenza su cortili di certose semi-abbandonate, dialoghi notturni tra pastori e vagabondi di variegate origini e inflessioni regionali (il tutto avvolto da un bianco-nero in penombra...), capite bene che riuscire a stare svegli ha assunto spesso i connotati di un'impresa eroica seppur (o proprio perché...) disperata! Il senso di tutto ciò (escludendo una presa per i fondelli o allusioni criptiche per rettiliani in libera uscita...) sembrerebbe (forse...) un omaggio al custode volontario (cioè semi-abusivo...) di uno dei tanti non valorizzati edifici storici del Bel Paese. Lode al merito, sia chiaro, tanto più che il suddetto pare defunto per crepacuore dopo anni di 'resistenza' all'incuria e al degrado. Ma tutto il contorno che ci sta a fare? La conclusione potrebbe essere: un po' più di umiltà, e di rispetto per lo spettatore, non guasta mai! Riprovaci, non puoi che far meglio...
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