Super 8 |
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Un film di J.J. Abrams.
Con Kyle Chandler, Elle Fanning, Joel Courtney, Gabriel Basso, Noah Emmerich.
continua»
Fantascienza,
Ratings: Kids+13,
durata 112 min.
- USA 2011.
- Universal Pictures
uscita venerdì 9 settembre 2011.
MYMONETRO
Super 8
valutazione media:
3,23
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Fantascienza urbana accostata a racconto puberale.di Great StevenFeedback: 70013 | altri commenti e recensioni di Great Steven |
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mercoledì 25 giugno 2014 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
SUPER 8 (USA, 2011) diretto da J.J. ABRAMS. Interpretato da JOEL COURTNEY – ELLE FANNING – KYLE CHANDLER – RILEY GRIFFITHS – NOAH EMMERICH – RYAN LEE – GABRIEL BASSO § Nell’estate del 1979, in Ohio, un gruppo di sei adolescenti si appresta a girare un film amatoriale di notte sugli zombies. Durante le riprese avviene una catastrofe ferroviaria: un treno merci si scontra con un furgone blindato e deraglia, provocando immani esplosioni che rendono l’ambiente circostante un inferno di fuoco e fumo. I ragazzi scoprono che il furgone è guidato dal loro professore nero di biologia che li esorta a fuggire e a far silenzio assoluto sulla vicenda, a meno che non vogliano essere sterminati. Poco dopo la città in cui vivono comincia ad essere interessata da brusche e inspiegabili sparizioni e improvvisi black-out, e se ne individua la ragione nella discesa sulla Terra, tramite il treno fuorviato, di un mostro extraterrestre, feroce per necessità ma intelligente, e anch’egli cinefilo come i giovanissimi scolari cineasti. Finché l’alieno non ritroverà la sua astronave, porterà lo scompiglio e la devastazione fra gli umani e coinvolgerà nella storia anche la polizia (incarnata soprattutto dal padre di uno dei ragazzi, un agente assennato e probo, e dall’anziano ed energico capitano) e il genitore ex carcerato e delinquente dell’unica ragazza femmina del gruppetto di amici. Abbiamo a che fare con un film in cui lo spettatore è messo in condizione di superiorità rispetto ai personaggi, in quanto sa quasi tutto quello che si sussegue in un carosello e in un crescendo rossiniano di ribaltamenti, rovesciamenti, avventure, violenze e istmi narrativi. Una pellicola stratificata e piuttosto complessa, influenzata da una cinefilia leggermente esagerata, ricca di citazioni e omaggi (soprattutto tratti da Steven Spielberg – uno dei produttori – e specialmente dai suoi E.T. e A.I. – Intelligenza Artificiale) e di vacuità nella ragionevolezza dello svolgimento della storia, e prima di ogni altra cosa una narrazione che ricorre a spaventare lo spettatore senza il ricorso alla suspense: la paura si materializza sullo schermo senza preavvisi precedenti e si esprime in tutta la sua enormità scoppiando letteralmente come una mina che per accendersi ed espandersi in aria necessita di un cordone lungo e sottilissimo. È il 3° film di Abrams, regista che non disdegna ambizioni di autore e intricati particolarismi da genio del racconto di formazione annacquato superficialmente ma anche intimamente da risvolti fantascientifici, e la presenza del mostro che assurge involontariamente a previo e spurio antagonista della storia è il segno di una maestria non troppo bassa e scontata che tenta di ritagliarsi un angolo nella nicchia ormai popolatissima dei cineasti che realizzano opere mescolanti la fantascienza più urbana e “terra-terra” con la storia di crescita parcellizzata dei ragazzi che si accingono ad affrontare le prove della maturità adulta e a scoprire misteri che, se non li trasformeranno in eroi coraggiosi, almeno aumentano la loro consapevolezza della pericolosità di un mondo abitato da forze occulte e incontrollabili che lo guidano e agitano sfuggendo alla salvaguardia umana. È richiesta allo spettatore l’esigenza di sospendere fermamente e con convinzione ogni forma di incredulità. Bravi i bambini nei loro rapporti giocosi ma pur sempre seri e importanti quanto lo sono negli adulti nelle loro neghittosità ordinarie e nei loro odi inveterati. Funzionali, come sempre si addice a questi casi, gli effetti speciali e il montaggio, serrato e convulso come una droga che movimenta e arzigogola le facoltà mentali con capovolgimenti e velocità repentine, mentre anche la fotografia e la scenografia giocano un ruolo certamente non di secondo piano nell’innalzare il livello medio di un’opera che abbina il romanzo di sviluppo mentale e interiore alla science-fiction di prima categoria, scevra di ogni perfezionismo e luogo comune e pullulante di colpi di scena ed emozioni potenti.
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