Grindhouse - A prova di morte |
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Un film di Quentin Tarantino.
Con Kurt Russell, Sydney Tamiia Poitier, Vanessa Ferlito, Jordan Ladd, Tracie Thoms.
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Titolo originale Grindhouse - Death Proof.
Horror,
durata 116 min.
- USA 2007.
uscita venerdì 1 giugno 2007.
- VM 14 -
MYMONETRO
Grindhouse - A prova di morte
valutazione media:
2,88
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Virtuosismo stilistico di un regista pulpdi Antonello VillaniFeedback: 0 |
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venerdì 15 giugno 2007 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Tarantino/Rodriguez: prima accoppiati e poi divisi. All’inizio doveva essere un solo film, ma la bocciatura al box office americano ha fatto optare per due lungometraggi. Disfatta che ha spinto il regista più cattivo di Hollywood a presentare il suo episodio -una nuova versione di quasi due ore- rimpolpato dai tagli in fase di montaggio. Operazione riuscita? Beh, pensare di recuperare gli “scarti” è stato sicuramente azzardato, ma Tarantino tiene le fila di questa storia senza capo né coda che vuole essere un omaggio ai b-movie degli anni ’70. D’altra parte già nel titolo “Grindhouse” –sta ad indicare i filmetti usa e getta che venivano proiettati uno dopo l’altro nelle sale- si nasconde un genere che non sarà certo ricordato negli annali cinematografici. Fotografia retrò firmata dallo stesso Tarantino e pellicola “anticata” per l’occasione contribuiscono a portare in vita un periodo a cui da sempre s’ispira il regista di “Kill Bill”: dalle donne pettorute di Russ Meyer -si è preso solo la violenza ed i sederi opulenti-, ai film come “Punto zero” sino alle mitiche Mustang o Dodge che sfrecciavano sulle strade polverose della route 666, qui è tutto un citare; la colonna sonora riprende i successi dell’epoca, mentre i personaggi sembrano usciti da uno di quei fumetti che circolavano negli anni ‘70. Omaggio ad un epoca, dunque, eppure Tarantino sa metterci il suo genio ad ogni ripresa: battute fulminanti, dialoghi non sense, piedi in bella mostra quasi a testimoniare la sua passione per nulla velata per le estremità femminili. Ma stavolta non c’è Uma Thurman sul letto di un ospedale o John Travolta con le sue disquisizioni filosofiche sulla maionese, il gruppo di cattive ragazze fuma spinelli, tracanna whisky e si esprime senza andare per il sottile. Prime fra tutte le bellissime Rosario Dawson e Vanessa Ferlito che devono vedersela con un Kurt Russell a bordo di un’auto da stuntman con il teschio disegnato sul cofano; tra inseguimenti e chiacchiere al bar –un classico per uno che si diverte ad immortalare con la telecamera discorsi strampalati- l’organo riproduttivo maschile è citato un numero infinito di volte sino alla scazzottata con le eroine dominatrici. Virtuosismo stilistico fine a se stesso o spazzatura riportata in auge da un genio visionario? Di certo il regista più pulp del momento non supera se stesso, ma conferma comunque il suo innegabile talento. Antonello Villani (Salerno)
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