jaky86
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giovedì 24 febbraio 2011
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un successo meritato
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Ottima commedia francese incentrata sui pregiudizi e gli stereotipi che regnano in Francia nei confronti degli Ch'ti, gli abitanti del Nord. Il buon Merad, scoraggiato e imbottito, si trasferisce a Bergues, un piccolo paese presso Calais, ma anzichè trovarsi davanti a minatori rozzi e ignoranti si farà presto conquistare dall'ospitalità e dalla simpatia degli autoctoni. Versione italiana purtroppo leggermente inferiore a quella originale, in quanto si perdono tanti doppi sensi e modi di dire francesi. Poi il doppiaggio italiano di Dany Boon (attore e regista) non è impeccabile ma, anzi, forse un pò troppo caricaturale. Ovviamente in Italia non si son fatti sfuggire l'occasione e han cavalcato l'onda di un successo sicuro riproponendo la stessa identica sceneggiatura con l'aiuto di un volto noto al popolo televisivo (Bisio).
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Ottima commedia francese incentrata sui pregiudizi e gli stereotipi che regnano in Francia nei confronti degli Ch'ti, gli abitanti del Nord. Il buon Merad, scoraggiato e imbottito, si trasferisce a Bergues, un piccolo paese presso Calais, ma anzichè trovarsi davanti a minatori rozzi e ignoranti si farà presto conquistare dall'ospitalità e dalla simpatia degli autoctoni. Versione italiana purtroppo leggermente inferiore a quella originale, in quanto si perdono tanti doppi sensi e modi di dire francesi. Poi il doppiaggio italiano di Dany Boon (attore e regista) non è impeccabile ma, anzi, forse un pò troppo caricaturale. Ovviamente in Italia non si son fatti sfuggire l'occasione e han cavalcato l'onda di un successo sicuro riproponendo la stessa identica sceneggiatura con l'aiuto di un volto noto al popolo televisivo (Bisio). Un peccato che la maggior parte del pubblico entusiasta di "Benvenuti al Sud" non avrà potuto apprezzare questo piccolo gioiello francese.
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ultimoboyscout
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venerdì 24 agosto 2012
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boon, magnifica sorpresa!
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Film che ha frantumato ogni record d'incasso in Francia ed è anche quello che ha ispirato (è stato letteralmente copiato a voler essere onesti) il nostro "Benvenuti al Sud". E' una commedia deliziosamente francese, che si muove agilmente tra equivoci e bugie amorose, condensando e ingrandendo a dismisura pregiudizi e stereotipi proprio per volerli ribaltare. Lega perfettamente la risata alla commozione e la tenerezza all'umanità difendendo con forza le culture, che seppur diverse possono e devono convivere, e il dovere di aprirsi agli altri e accettare il diverso. e fa tutto ciò col tono più leggero del mondo. Boon stesso ha origini per metà maghrebine e per metà Ch'timi e non è un caso che abbia scelto Merad, un attore di origine araba, per interpretare Philippe al quale ha anche affibbiato un cognome ebreo.
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Film che ha frantumato ogni record d'incasso in Francia ed è anche quello che ha ispirato (è stato letteralmente copiato a voler essere onesti) il nostro "Benvenuti al Sud". E' una commedia deliziosamente francese, che si muove agilmente tra equivoci e bugie amorose, condensando e ingrandendo a dismisura pregiudizi e stereotipi proprio per volerli ribaltare. Lega perfettamente la risata alla commozione e la tenerezza all'umanità difendendo con forza le culture, che seppur diverse possono e devono convivere, e il dovere di aprirsi agli altri e accettare il diverso. e fa tutto ciò col tono più leggero del mondo. Boon stesso ha origini per metà maghrebine e per metà Ch'timi e non è un caso che abbia scelto Merad, un attore di origine araba, per interpretare Philippe al quale ha anche affibbiato un cognome ebreo. Ha un sapore antico questo elogio della provincia, della semplicità e dei buoni sentimenti, la comicità è a tratti ovvia ma sincera e forse lo si apprezzerebbe meglio in lingua originale e conoscendo a fondo quella cultura, anche perchè certe situazioni non hanno traduzione. Per esorcizzare la paura, Boon esaspera fino alla morte le diversità linguistiche e comportamentali, trasformando i personaggi in caricature, tutto estremamente necessario al rafforzamento deii concetti e degli obiettivi prefissati. Brillantissimo e divertenbte, in un mondo in cui sono di moda superuomini e supereroi, un film che si fa forza della sua semplicità fa specie, ancor più se basa il suo successo sulla vita quotidiana.
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dounia
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domenica 7 agosto 2011
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"diverso" è interessante
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Il film presenta la vicenda di un direttore postale, Plilippe Ambrams, che dalla Provenza fa domanda di trasferimento. Inscena una storia per andare sulla Costa Azzurra. Ottiene il cambiamento di sede che è però al nord della Francia, vicino a Calais, dove non si parla un francese come quello di Parigi e le persone sono considerate molto rozze. La moglie dell'uomo, avvilita, preferisce restare a casa perché pensa che là ci sia un clima molto freddo e tetro. L'uomo arriva con indumenti invernali e con le stesse idee di lei, Si accorge, grazie ad Antoine, primo uomo postino che lo accoglie, e abituato a bere, e in seguito ad altre persone, che il posto non è pessimo e la sua vita diventa così piacevole e diversa da come credeva.
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Il film presenta la vicenda di un direttore postale, Plilippe Ambrams, che dalla Provenza fa domanda di trasferimento. Inscena una storia per andare sulla Costa Azzurra. Ottiene il cambiamento di sede che è però al nord della Francia, vicino a Calais, dove non si parla un francese come quello di Parigi e le persone sono considerate molto rozze. La moglie dell'uomo, avvilita, preferisce restare a casa perché pensa che là ci sia un clima molto freddo e tetro. L'uomo arriva con indumenti invernali e con le stesse idee di lei, Si accorge, grazie ad Antoine, primo uomo postino che lo accoglie, e abituato a bere, e in seguito ad altre persone, che il posto non è pessimo e la sua vita diventa così piacevole e diversa da come credeva. Tace tutto ciò alla moglie quando rientra ogni tanto e l'esperienza, da negativa come pensava, diventa positiva. Il racconto presenta all'aspettatore il problema dell'inserimento di persone in luoghi non uguali, che non deve essere visto come un elemnto a sfavore dell'individuo, ma come una possibilità di conoscere un nuovo mondo e di aprirsi verso gli altri accettandone gli usi e i costumi. Sentirsi integrato tra quelle persone e in quell'ambiente, vuol far capire all'uomo che è bene sapere adattarsi ad ogni vita differente, trovare l'interessante in zone contrarie alle proprie e arricchire la consapevolezza di se stessi.
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stefano capasso
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giovedì 15 settembre 2016
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oltre i pregiudizi
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Philipphe e Julie sono una coppia che vive nel sud della Francia. Hanno un figlio piccolo e il loro rapporto vive una fase di crisi. Hanno individuato nel cambiare posto, nel trasferirsi nella costa al sud la soluzione che potrebbe risolvere tutti i loro guai. Philipphe è direttore di un ufficio postale e tenta in tutti i modi di ottenere il trasferimento, ricorrendo ad un trucco che viene scoperto. Per questa ragione, come punizione, verrà trasferito al nord, terra che attiva nella famiglia una serie di pregiudizi che convincono la moglie a non seguirlo. Arrivato al nord Philipphe scoprirà presto che il posto è molto diverso da quello che temeva, e cercherà di proteggere la sua nuova vita mentendo alla moglie.
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Philipphe e Julie sono una coppia che vive nel sud della Francia. Hanno un figlio piccolo e il loro rapporto vive una fase di crisi. Hanno individuato nel cambiare posto, nel trasferirsi nella costa al sud la soluzione che potrebbe risolvere tutti i loro guai. Philipphe è direttore di un ufficio postale e tenta in tutti i modi di ottenere il trasferimento, ricorrendo ad un trucco che viene scoperto. Per questa ragione, come punizione, verrà trasferito al nord, terra che attiva nella famiglia una serie di pregiudizi che convincono la moglie a non seguirlo. Arrivato al nord Philipphe scoprirà presto che il posto è molto diverso da quello che temeva, e cercherà di proteggere la sua nuova vita mentendo alla moglie.
Una commedia molto divertente che ha come tema fondamentale il pregiudizio. Dany Boon attraverso le relazioni umane significative dell’amicizia e dell’amore mette in scena l’avvicinamento tra due mondi apparentemente distanti ed incomprensibile. I timori e le preoccupazioni inziiali lasciando il posto alla conoscenza reale arricchiscono tutti i protagonisti
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greatsteven
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giovedì 28 settembre 2017
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divertente commedia sugli stereotipi distruttibili
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Giù AL NORD (FR, 2008) diretto da DANY BOON. Interpretato da KAD MERAD, DANY BOON, ZOé FéLIX, ANNE MARVIN, MICHEL GALABRU
Nel tentativo di placare il nervosismo della moglie Julie, da cui ha avuto il figlioletto Raphael, il direttore di un ufficio postale a Salon-en-Provence Philippe Abrams tenta di farsi affibbiare una promozione, ma numerosi disabili gli passano davanti.
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Giù AL NORD (FR, 2008) diretto da DANY BOON. Interpretato da KAD MERAD, DANY BOON, ZOé FéLIX, ANNE MARVIN, MICHEL GALABRU
Nel tentativo di placare il nervosismo della moglie Julie, da cui ha avuto il figlioletto Raphael, il direttore di un ufficio postale a Salon-en-Provence Philippe Abrams tenta di farsi affibbiare una promozione, ma numerosi disabili gli passano davanti. Allora lui decide subdolamente di inscenare un trucco: fingersi su una sedia a rotelle per venire trasferito a Sanary-sur-mer, località sul Mediterraneo che la sua consorte adora e in cui vorrebbe andare a vivere. Ma si tradisce da solo e per punizione il suo capo lo trasferisce all’ufficio postale di Bergues, nel Nord-Pas de Calais, a poca distanza dal confine col Belgio. Per gli Abrams, gente piena di pregiudizi, quella zona della Francia è popolata da minatori ubriachi e gente incivile che si esprime in un dialetto incomprensibile, come conferma anche il suocero di Philippe, che ha vissuto lassù per qualche tempo. La sanzione disciplinare inflitta a Philippe durerà due anni. Caduta ulteriormente in depressione alla notizia, Julie decide di non seguire il marito. Imbacuccato all’inverosimile per paura di un fantomatico gelo polare, Philippe vede avverarsi al suo arrivo tutte le sue aspettative: fa molto freddo, il cibo è schifoso e l’appartamento dove dovrebbe abitare è privo di mobilio. Quando conosce il suo referente, Antoine Banlieu, fa addirittura fatica a capirlo quando parla. Ma ben presto il direttore scopre una realtà del tutto diversa: Bergues non è l’inferno che si aspettava, in quanto popolato da gente cordiale e socievole, fra cui Philippe socializza in particolar modo con Antoine, portalettere col complesso di Edipo e suonatore di carillon incline alle sbornie. Ogni quindici giorni, Philippe fa ritorno a casa, dove la consorte lo coccola, persuasa che stia vivendo un’esperienza terrificante a lavorare lassù. E man mano che il tempo trascorre, il direttore fa amicizia con tutti i colleghi, si affeziona ala sua nuova esistenza e capisce che si può vivere bene anche al nord, ma sarà un’impresa convincerne la moglie. Infatti un giorno Julie, preoccupata dopo che Philippe e Antoine hanno preso una sbronza coi fiocchi andando a consegnare raccomandate in bicicletta per il paesello, si risolve a raggiungerlo al Nord-Pas de Calais. Preso tra l’incudine e il martello, Philippe trova l’inaspettata collaborazione dei colleghi che imbastiscono una messinscena per far credere a Julie che la vita là al nord è proprio così orrenda come lei si immaginava. Ma alla fine ogni cosa si risolverà per il meglio: la relazione fra Philippe e Julie gioverà ad un più profondo riavvicinamento sentimentale e Antoine smetterà di essere mammone, sposerà la collega graziosa Annabelle di cui è pazzamente innamorato e andrà a vivere con lei lontano dall’invadente madre. Il titolo italiano del film l’ha fornito Antonio Albanese grazie ad un suo felice spettacolo teatrale. Il maggior successo al box office nella storia del cinema d’oltralpe è un’intelligente commedia che abbatte gli stereotipi, supera i modi di pensare pregiudiziali e fa ridere offrendo un elogio tranquillo e felice all’importanza dell’amore e dell’amicizia. Boon dirige tanto bene quanto recita, e l’intesa fra lui e Merad, di origine araba, rispettivamente doppiati da Stefano Masciarelli e Franco Mannella, è stupefacente e diverte oltre ogni previsione. Ma anche agli altri attori non vanno lesinate lodi doverose: la Félix è perfetta per la parte della moglie depressa che arriva poi ad amare ancora di più il marito e a perdonarlo per averle raccontato bugie, seppur a fin di bene, e pure A. Marvin se la cava distintamente nelle vesti della bella postina con cui Antoine è rimasto fidanzato per un anno e con la quale recupera poi il rapporto amoroso con esiti alquanto positivi. Cheutemi è un termine francese atto ad indicare i modo dispregiativo gli abitanti del Nord-Pas de Calais, un po’ come da noi bauscia per indicare i settentrionali e terrone per riferirsi ai meridionali. Bienvenues chez les Ch'tis merita ampiamente la fortuna che ha sortito al botteghino soprattutto perché non esprime alcuna sorta di giudizio pro o contro qualcuno e anche perché la prende in modo allegramente spassoso sul bisogno di adattamento e integrazione che è tipico della natura umana e che nella pellicola di Boon assolve il suo non facile compito abbinando l’autoironia sferzante all'umorismo quasi teatrale che permea quasi tutte le sequenze, con poche cadute di tono e un ritmo da divertimento perpetuo mantenuto con una conoscenza dei tempi comici davvero apprezzabile, anzi, di più: formidabile. Una scenografia sobria ma non troppo aiuta con forza ad alzare il tiro e rendere il film ancora più ammirevole per come gestisce altri contributi tecnici con sagacia non comune, fra cui senz’altro son da citare il montaggio pacato e le musiche trascinanti. Di una spanna sotto il rifacimento italiano Benvenuti al Sud (2010), di Luca Miniero con Claudio Bisio protagonista. Nei medesimi panni, senza nulla togliere a quest’ultimo, K. Merad affina una recitazione molto più controllata e fa ridere di più proprio perché si impegna a non prendere troppo sul serio la sua parte, come testimoniano pure i ciak sbagliati dei titoli di coda (ma nemmeno i titoli di testa van perduti!), finemente doppiati in italiano. A tal proposito, il lavoro di traduzione e doppiaggio, sotto la severa direzione di Francesco Vairano, è stato ovviamente improbo e faticoso, ma si è giunti ad una soluzione creativa che fa parlare i popolani di Bergues in un simil-bolognese che funziona come un orologio svizzero. La sua inventiva sta anche nel riprodurre la paura del vuoto e dello sconosciuto e sulla spiegazione delle maniere utili per affrontarla uscendone a testa alta.
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elgatoloco
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mercoledì 29 luglio 2020
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film comico irresistibile
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"Chez les Ch'tis"(Dany Boon, anche autore di soggetto e sceneggiatura, in collaborazione con due coautori, Franck Magnier e Alexandre Charlot,2008)è veramente, ormai, un classico comico irresistibile, dove la parola, tra "langue"(lingua ufficiale, colta, per semplificare) e "parole"(lingua gergale, dialetto compreso) ha un ruolo trainante, ma anche mimica e gestualità le sorreggono adeguatamente. Tutto nasce, naturalmente, dal pregiudizio: in ogni nazione, non solo latina, tra Nord e Sud ci sono dei problemi e comunque una zona geografica o regione si ritiene superiore, dal punto di vista umano, ma spesso persino climatico rispetto all'altra, per non dire che il pregiudizio vale tra etnie, popoli, per motivi storici, per convenzioni(e poi anche convinzionI)indotte.
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"Chez les Ch'tis"(Dany Boon, anche autore di soggetto e sceneggiatura, in collaborazione con due coautori, Franck Magnier e Alexandre Charlot,2008)è veramente, ormai, un classico comico irresistibile, dove la parola, tra "langue"(lingua ufficiale, colta, per semplificare) e "parole"(lingua gergale, dialetto compreso) ha un ruolo trainante, ma anche mimica e gestualità le sorreggono adeguatamente. Tutto nasce, naturalmente, dal pregiudizio: in ogni nazione, non solo latina, tra Nord e Sud ci sono dei problemi e comunque una zona geografica o regione si ritiene superiore, dal punto di vista umano, ma spesso persino climatico rispetto all'altra, per non dire che il pregiudizio vale tra etnie, popoli, per motivi storici, per convenzioni(e poi anche convinzionI)indotte. In Francia andare al Nord, in questo caso presso Lille, che, tra l'altro, si trova a pochi km.dal confine con il Belgio , segnatamente fiammingo, dove il"cht"(ossia il relativo fonèma)è di casa, con conseguenze chiare per chi provenga dalla Provence, che parla in modo totalmente differente. Succede così a un direttore di sede postale, colà trasferito dal Sud per aver finto di essere un"diversabile", di necessitare di carrozzella per la deambulazione etc. Il problema è che la punizione, in fin dei conti, si rivelerà invece quasi un premio e il protagonista in questione si troverà quasi a mal partito, dovendo poi tornare definitivamente a casa... Comicità garantita con lo stesso regista-autore che rende il peronsaggio della"Haute France", incerto nell'orientamento sentimentale, in quanto troppo condizionato dalla madrre e il"rivale-amico", il direttore del Sud, che è Kad Merad, ma oltre a Boon e Merad, tutti/e gli(le)inerpreti sono veramente bravissimi/e. Un film da vedere e rivedere, anche in funzione anti.pregiudizio, appunto. El Gato
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elgatoloco
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venerdì 10 settembre 2021
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più che valido. ridendo castigat mores
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Decisamente valido, questo" Bienvenue chez les Ch'Tis"(Dany Boon , anche autore di soggetto-da solo-e dello screenplay con Alexandre Charlot e Frank Magnier, 20o8), che parla di un dirigente delle poste in Provenza, che, per vari motivi, deve trasferirsi a Bergues, presso Lilla. I suoi pregiudizi verso il Nord francese, considerato freddo, inospitale(da qui anche il titolo, che si riferisce al leggero soffio nella pronuncia , appunto nel Nord della Francia).Dopo qualche iniziale problema, dato appunto dai suoi mai superati pregiudizi, l'uomo non solo si immedesima completamente nel "clima umano"dei suoi colleghi e in genere della popolazione, ma viene addirittura a diventare partecipe della situazione umana degli stessi, per esempio aiutando un collega a ritrovare la fidanzata, "persa"ancora una volta per colpa di pregiudizi familiari nei suoi confronti.
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Decisamente valido, questo" Bienvenue chez les Ch'Tis"(Dany Boon , anche autore di soggetto-da solo-e dello screenplay con Alexandre Charlot e Frank Magnier, 20o8), che parla di un dirigente delle poste in Provenza, che, per vari motivi, deve trasferirsi a Bergues, presso Lilla. I suoi pregiudizi verso il Nord francese, considerato freddo, inospitale(da qui anche il titolo, che si riferisce al leggero soffio nella pronuncia , appunto nel Nord della Francia).Dopo qualche iniziale problema, dato appunto dai suoi mai superati pregiudizi, l'uomo non solo si immedesima completamente nel "clima umano"dei suoi colleghi e in genere della popolazione, ma viene addirittura a diventare partecipe della situazione umana degli stessi, per esempio aiutando un collega a ritrovare la fidanzata, "persa"ancora una volta per colpa di pregiudizi familiari nei suoi confronti. Il ritorno in Provenza, complice anche qualche problema di depressione della moglie, non sarà indolore e gli rimarrà una parziale nostalgia nei confronti dlela "vecchia"destinazione. Decisamente un film dallo humor irresistibile, dove Boon,, anche attore nel ruolo di Antoine, il postino che ha avujto problemi amorosi, dà il meglio di sé come"quasi imbranato", ma il"mattatore"è certo Kad Merad, il protagonista, che sa passare dall'atteggiamento "autoritario"a quello amicale-partecipe, a mostrare ed esprimere pineamente la vasta gamma di sentimeni umani(il film , comico, non disdegna anzi esprime pienamente anche la componente malinconica, nostlgica, appunto), E in genere tutti/e gli(le)inteprreti, ben diretti, danno il meglio di sé , in questa pochade che non è tale, che sa fondere serietà e anche , appunto, toni"nostalgici"ad altro, alla comicità che comunque risulta, qui come in altri casi, dal paradosso ma anche dal fatto che molti pregiudizi, alla prova dei fatti o meglo dell0esperienza, vengono ad infrangersi, crollando miseramente. Nella traduzione italiana vanno ovviamente perse le sfumature locali, dialettali, dove però non bisogna dimenticare che le differenze tra Nord e Sud in Francia sono decisamente"minori"che in Italia-e per una riprova di cià basti vedere il remake made in Italy"Benvenuti al Sud", posteriore di soli due anni. Da notare ancora, oltre al fatto che il protagonistta Merad, travolgente , almeno dal 2000 in poi, è di origini algerine(comunque di lingua francese)e che in una parte significativa è da vedere Michel Galabru, un attore francese di grande tradizione. El Gato
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theophilus
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sabato 2 novembre 2013
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viva la commedia
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BIENVENUE CHEZ LE CH’TIS
Bienvenue chez le Ch’tis è piaciuto senza far gridare al miracolo in Italia. “Carino, sì però…” è stata la generica reticenza dietro cui si è nascosta la critica ufficiale. Si tratta della consueta puzza sotto il naso davanti ad una commedia? Forse sì. Questo motivo, però, di per sé non basterebbe a spiegare la tiepida accoglienza riservata al film, che in Francia ha fatto sfracelli al botteghino. Qualcuno, allora, avrà pensato che i francesi, al solito, se la fanno e se la ridono. Noi, concediamo almeno il beneficio del dubbio a questo Giù al Nord, titolo che, una volta tanto, approviamo senza riserve.
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BIENVENUE CHEZ LE CH’TIS
Bienvenue chez le Ch’tis è piaciuto senza far gridare al miracolo in Italia. “Carino, sì però…” è stata la generica reticenza dietro cui si è nascosta la critica ufficiale. Si tratta della consueta puzza sotto il naso davanti ad una commedia? Forse sì. Questo motivo, però, di per sé non basterebbe a spiegare la tiepida accoglienza riservata al film, che in Francia ha fatto sfracelli al botteghino. Qualcuno, allora, avrà pensato che i francesi, al solito, se la fanno e se la ridono. Noi, concediamo almeno il beneficio del dubbio a questo Giù al Nord, titolo che, una volta tanto, approviamo senza riserve.
Da che cosa nasce la nostra sospensione di giudizio? In breve, dall’impossibilità di godere di una sceneggiatura tutta giocata su doppi sensi e calembours linguistici la cui traduzione è, gioco forza, quasi senza efficacia. Anzi, certe frasi alla lunga diventano stucchevoli e vanno a noia ascoltate in una lingua in cui non hanno molto senso.
Eppure, detto questo, il film sa prendere ugualmente un pubblico che riesca a liberarsi dalla rigidità di un’esistenza fondata sui luoghi comuni. Se i francesi hanno il vantaggio di poter ridere di se stessi e di dimenticarsi per un po’ dell’ufficialità della lingua ricorrendo a invenzioni e girandole scoppiettanti, noi possiamo ironizzare attorno ad una condizione che fingiamo riguardi un altro popolo ma che, sottosotto, ci permette di specchiarci segretamente nei nostri pregiudizi e di sentircene liberati.
L’impotenza e l’insufficienza della traduzione contraddicono una situazione esistenziale che, ciò nonostante, appare sincera. Prigioniero, senza saperlo, di un cliché, il protagonista se ne libera. Gioisce di un'umanità forse mai prima provata, amplia i propri orizzonti sociali e, da geloso custode di un dato che vuole nascondere agli altri per paura di perdere la ritrovata verginità, riesce a farne partecipe anche la moglie.
Non scommetteremmo troppo, però, sulla riuscita dell’allargamento dell’esperienza.
Il film è scritto e diretto da Dany Boon, che lo interpreta anche con Anne Marivin, Kad Merad, Zoé Felix.
Enzo Vignoli,
21/12/2008.
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weach
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venerdì 20 maggio 2011
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nella leggerezza generata del pregiudizio
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Philippe Ambrams, è direttore in un ufficio postale in Provenza; la promessa fatta alla moglie Julie di ottenere il trasferimento in Costa Azzurra si trasformerà in un boomerang perché viziata da dichiarazioni false; porterà solo ad un trasferimento punitivo, al Nord, ufficio di Bergues, nel Nord -Pas De Calais, regione ai confini del Belgio, considerata dai Francesi sede disagiata , fredda, inospitale.
Storia piena di ironia; in clima gelido,freddo,spazzato dal vento,viene rappresentato un mondo che per i Transalpini delle bella Francia appare quasi luogo di Barbari, oscuro, incomprensibile, lontano dal tipico manierismo Francese .
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Philippe Ambrams, è direttore in un ufficio postale in Provenza; la promessa fatta alla moglie Julie di ottenere il trasferimento in Costa Azzurra si trasformerà in un boomerang perché viziata da dichiarazioni false; porterà solo ad un trasferimento punitivo, al Nord, ufficio di Bergues, nel Nord -Pas De Calais, regione ai confini del Belgio, considerata dai Francesi sede disagiata , fredda, inospitale.
Storia piena di ironia; in clima gelido,freddo,spazzato dal vento,viene rappresentato un mondo che per i Transalpini delle bella Francia appare quasi luogo di Barbari, oscuro, incomprensibile, lontano dal tipico manierismo Francese .
L’equivoco ed il gioco del film prende forza” nella leggerezza generata del pregiudizio , spesso ingiustificato “
La diversità fatta di pregiudizi verrà smascherata e Philippe , con sorpresa, scoprirà un mondo , dai forti sapori , pieno d’ umanità, concretezza, affetto , simpatia, insomma scoprirà una sorpresa.
I pregiudizi in Italia ci sono dal Nord verso il Sud e viceversa; ma particolarmente sentiti sono i pregiudizi del Nord verso il Sud ; ma non dimentichiamo che l’Europa vede L’Italia come il suo Sud; che l’Inghilterra vede l’Europa con diffidenza come il suo Sud; che il nostro Sud vede con pregiudizio i Nord Africani etcc.
Ma per ritornare al nostro film,sicuramente giocoso, leggero, possiamo dire che è un invito ad una riflessione più profonda , sollecitando l’intelligenza a sgombrare il campo da troppi luoghi comuni che oscurano le cose per quello che veramente sono.
La non conoscenza dell’altro è causa di chiusura, voglia di implodere in se stessi,desiderio di non comunicazione , paura di confronto con realtà diverse.
Il gioco dell’equivoco genera sorriso; poi attenzione, poi ancora comprensione,convogliando la nostra sopita intelligenza da troppo dimenticata versouna concreta autocritica .
Film sicuramente consigliata che ha qualcosa da dire facendoci ragionare con leggerezza.
Benvenuti al Sud è tentativo Italiana di portarci nel mondo del pregiudizi che esiste fra il nostro Nord e il nostro Sud .
Giù al Nord vale quattro stelle d’oro e non rimarrete delusi!!!!!!!!
Buona visone !!
Weach Illuminati
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