roen
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sabato 2 febbraio 2008
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bello, solo alcune scelte sono criticabili
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Credo che sia un bel film, era ora di uscire da quei film adolescenziali...credo che di negativo ci sia solo la parte di Faletti, mi sarei aspettata un uomo crudele, spietato, calcolatore e freddo, ma non che parlasse col contagocce...forse un po' più impulsivo o semplicemente espressivo, soprattuto nei suoi dialoghi. Un'altra scelta discutibile sono gli abiti degli uomini del Primario, da un "rambo", alla scarpina pitonata, al completo beige, la giacca di pelle rossa...non credo più che diano tanto nell'occhio questa gentaccia. Credo, invece, che chi lo trovi scontato e pieno di enfasi, ad esempio nelle conseguenze di una bravata come quella dello specchietto, debba uscire dalla propria campana di vetro, perchè queste cose soprattutto in regioni come la campania, la sicilia sono all'ordine del giorno.
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Credo che sia un bel film, era ora di uscire da quei film adolescenziali...credo che di negativo ci sia solo la parte di Faletti, mi sarei aspettata un uomo crudele, spietato, calcolatore e freddo, ma non che parlasse col contagocce...forse un po' più impulsivo o semplicemente espressivo, soprattuto nei suoi dialoghi. Un'altra scelta discutibile sono gli abiti degli uomini del Primario, da un "rambo", alla scarpina pitonata, al completo beige, la giacca di pelle rossa...non credo più che diano tanto nell'occhio questa gentaccia. Credo, invece, che chi lo trovi scontato e pieno di enfasi, ad esempio nelle conseguenze di una bravata come quella dello specchietto, debba uscire dalla propria campana di vetro, perchè queste cose soprattutto in regioni come la campania, la sicilia sono all'ordine del giorno...non puoi mai sapere chi ti trovi difronte, e anche quando non ti trovi nel torto, prima di parlare a qualcuno devi pensarci più volte...questo film evidenzia che non importa se sei un bravo ragazzo (come spesso dice la madre di Diego) o se sai stare al mondo, se sei un ragazzo di strada, perchè difronte ai camorristi, mafiosi, gangsters non c'è pietà nè rispetto per nessuno. Queste sono cose che accadono in mezzo a noi, e che comprensibilmente suscitano in voi questo senso di ridicolo poichè vengono taciute..non se ne deve parlare..Forse non vi rendete conto che siete alieni se le trovate esagerate. Tutto ciò mi è stato confermato quando viene mostrato il Primario insieme a sua figlia...questa loro mentalità distorta di una vita normale, dei normali valori della vita, come la famiglia, che coesistono con il loro lato ambizioso per il potere e con l'insensibilità e l'illegalità. Concludendo questo film mi è piaciuto, proprio perchè ad uno sguardo più attento mostra tutt'altro che superficialità, ma anzi una parte di società radicata e molto spesso sconosciuta che fa riflettere (un altro esempio sono le forze dell'ordine corrotte).
Comunque grande la colonna sonora, Dolores è perfetta!!
PS: Cranberries si scrive con la "n"!!!:P
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iris 83
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venerdì 12 ottobre 2007
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bando alle analisi strutturali!!
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Alzi la mano chi non ritenga che una qualsiasi analisi testuale o strutturale sia la morte di una poesia o di una opera d'arte; certo, fa comodo farsi una idea sulle componenti dell'opera, ma allo stesso tempo si finisce per ucciderne la vera essenza. La stessa cosa accade per il cinema. Ho letto pessime critiche riguardo al film, del tutto prive di uno sguardo un pò rilassato e, al contrario, sature di una italianissima saccenza. Indubbiamente le situazioni raccontate nel film sono portate agli estremi (accade tutto per uno specchietto rotto...), però mettono in luce, raccontano una realtà invisibile ma presente in una qualsiasi parte del mondo. Al di là delle capacità recitative del cast o della credibilità della linea narrativa del film, o delle locations sfruttate per le riprese e via dicendo, trovo che la storia raccontata da Martani sia sì usuale e comune, ma la vera differenza sta nel modo in cui la stessa storia viene raccontata: io ci ho trovato una buona fetta di cuore.
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Alzi la mano chi non ritenga che una qualsiasi analisi testuale o strutturale sia la morte di una poesia o di una opera d'arte; certo, fa comodo farsi una idea sulle componenti dell'opera, ma allo stesso tempo si finisce per ucciderne la vera essenza. La stessa cosa accade per il cinema. Ho letto pessime critiche riguardo al film, del tutto prive di uno sguardo un pò rilassato e, al contrario, sature di una italianissima saccenza. Indubbiamente le situazioni raccontate nel film sono portate agli estremi (accade tutto per uno specchietto rotto...), però mettono in luce, raccontano una realtà invisibile ma presente in una qualsiasi parte del mondo. Al di là delle capacità recitative del cast o della credibilità della linea narrativa del film, o delle locations sfruttate per le riprese e via dicendo, trovo che la storia raccontata da Martani sia sì usuale e comune, ma la vera differenza sta nel modo in cui la stessa storia viene raccontata: io ci ho trovato una buona fetta di cuore. C'è chi ha scritto che questo film è la morte del cinema italiano: ma allora, quale è l'idea di cinema che hanno gli italiani? Perchè invece, non proviamo un pò tutti quanti a rilassarci prima di entrare in sala, lasciando a casa le nostre fisime e le nostre critiche pre-visione? Sicuramente le intenzioni di Martani non erano quelle di portare il film agli Academy Awards o al Festival di Cannes, ma di presentarci una storia con i suoi personaggi e i relativi travagli interiori.
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diomede917
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lunedì 15 ottobre 2007
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tutta colpa di uno specchietto
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Tutta colpa di quel fottutissimo specchietto, ecco come una bravata da niente possa scaturire un vortice di violenza estrema e senza senso. Da una parte abbiamo Diego un ragazzo di borgata, uno che pensa di essere più furbo di tutti e non uno senza palle come suo padre, uno che non aspetta in colonna come tutti ma pur di passare è capace di spaccare gli specchietti delle auto ferme; dall'altra parte abbiamo Il primario un boss di ghiaccio come i suoi occhi, uno che crede che Roma non sia Colosseo e giapponesi ma solo Cemento armato quello delle palazzine costruite da lui in tutta la città e che delimitano il suo territorio, uno che non può permettere ad un ragazzino di mancargli di rispetto perchè quello è lo specchietto della sua macchina e la bravata è successa nella SUA CITTA'.
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Tutta colpa di quel fottutissimo specchietto, ecco come una bravata da niente possa scaturire un vortice di violenza estrema e senza senso. Da una parte abbiamo Diego un ragazzo di borgata, uno che pensa di essere più furbo di tutti e non uno senza palle come suo padre, uno che non aspetta in colonna come tutti ma pur di passare è capace di spaccare gli specchietti delle auto ferme; dall'altra parte abbiamo Il primario un boss di ghiaccio come i suoi occhi, uno che crede che Roma non sia Colosseo e giapponesi ma solo Cemento armato quello delle palazzine costruite da lui in tutta la città e che delimitano il suo territorio, uno che non può permettere ad un ragazzino di mancargli di rispetto perchè quello è lo specchietto della sua macchina e la bravata è successa nella SUA CITTA'. Questo è l'incipt di Cemento Armato opera prima di Marco Martani, un film che definisco subito un film di sceneggiatura. Una storia che parte piano che spande i pezzi del puzzle nel mezzo e che risolve tutto nell'intenso e inaspettato finale, una sceneggiatura che paradossalmente regala ai personaggi di contorno uno spazio importante e ben definito come il poliziotto corrotto interpretato da Dario Cassini, il poliziotto buono Fabio Camilli e un cattivissimo Pietro Ragusa da premio. La regia di Martani, nonostante sia un esordiente, è solida e fa vedere subito dove vuole andare a parare da vedere la scena dell stupro della Crescentini e l'esplosione di violenza nella scena della visita di Pietro Ragusa a casa della madre di Diego per credere. Per quanto riguarda i due protagonisti diciamo subito che qualche difettuccio si vede: faletti è un pò monocorde nella sua interpretazione e Vaporidis è un pò troppo Pariolino per essere uno della Garbatella, ma sono difetti perdonabili visto l'intensità del film. Voto 7,5
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trilli
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lunedì 12 novembre 2007
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grande il genere noir!
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Salve a tutti,onestamente prima di vedere questo film noir nn ne avevo mai visto uno perchè ho sempre temuto 1 pò questo genere...Invece devo ammettere che uscita dalla sala sono rimasta davvero entusiasta nn solo per il cast,che avevo sottovalutato prima di metterlo alla prova,ma soprattutto per la trama che ho trovato intensa e coinvolgente,ed anche se in alcuni tratti molto semplice mai scontata e banale(come in molti altri film ben più famosi!!!).Sono convinta che possa rientrare nella categoria di quei film che meglio rappresentano i capi saldi della nostra Italia,ricca di valori,ma anche di violenze e abusi di potere...Complimenti a Carolina Crescentini,che ha dimostrato di poter interpretare perfettamente anche ruoli più impegnativi della biologa che seduce 1 giovane liceale,e Vaporidis,che a sua volta mostra di poter uscire dal clichè dello studente ingenuo e immaturo di "Notte prima degli esami".
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Salve a tutti,onestamente prima di vedere questo film noir nn ne avevo mai visto uno perchè ho sempre temuto 1 pò questo genere...Invece devo ammettere che uscita dalla sala sono rimasta davvero entusiasta nn solo per il cast,che avevo sottovalutato prima di metterlo alla prova,ma soprattutto per la trama che ho trovato intensa e coinvolgente,ed anche se in alcuni tratti molto semplice mai scontata e banale(come in molti altri film ben più famosi!!!).Sono convinta che possa rientrare nella categoria di quei film che meglio rappresentano i capi saldi della nostra Italia,ricca di valori,ma anche di violenze e abusi di potere...Complimenti a Carolina Crescentini,che ha dimostrato di poter interpretare perfettamente anche ruoli più impegnativi della biologa che seduce 1 giovane liceale,e Vaporidis,che a sua volta mostra di poter uscire dal clichè dello studente ingenuo e immaturo di "Notte prima degli esami"...Grande anche l'interprretazione di Faletti,duro e cattivo come non mai!
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fabio polimeni
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lunedì 19 gennaio 2009
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una occasione sprecata
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Peccato. Questo mi viene da pensare quando, finito il film, provo a mettere insieme le idee. Peccato per un ottimo soggetto che e' stato deturpato. La trama non e' orginale, ma e' bene inserita nel contesto della citta'. Peccato perche' la fotografia e' brillante, ma la regia, per incapacita' o impossibilita' no ne e' all'altezza. Una scelta degli attori imbarazzante, e l'interpretazione dei loro personaggi grottesca. Faletti sembra faccia il verso al suo personaggio, e Vaporidis suo malgrado non e' riuscito ad interpretare la parte del bullo-ma-giusto. La piu' convincente dei tre, senza dubbio e'Carolina Crescentini. Chi scegli i personaggi e' il produttore, quindi non mi sento di fare carico a Marco Martani di tutti questi imbarazzi.
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Peccato. Questo mi viene da pensare quando, finito il film, provo a mettere insieme le idee. Peccato per un ottimo soggetto che e' stato deturpato. La trama non e' orginale, ma e' bene inserita nel contesto della citta'. Peccato perche' la fotografia e' brillante, ma la regia, per incapacita' o impossibilita' no ne e' all'altezza. Una scelta degli attori imbarazzante, e l'interpretazione dei loro personaggi grottesca. Faletti sembra faccia il verso al suo personaggio, e Vaporidis suo malgrado non e' riuscito ad interpretare la parte del bullo-ma-giusto. La piu' convincente dei tre, senza dubbio e'Carolina Crescentini. Chi scegli i personaggi e' il produttore, quindi non mi sento di fare carico a Marco Martani di tutti questi imbarazzi. E non ultimi i dialoghi. Sara' anche per loro, che, quando Faletti pronuncia frasi come "Non uno specchietto particolare, il mio specchietto" oppure "Sono l'uomo nero… Quello di qui ti parlava la mamma…", provo vergogna per lui.
Soggetto 4
Dialoghi 1
Regia 2.5
Fotografia 4
Interpretazione 2.5
Musiche 4
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alessia.mary.j
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giovedì 20 gennaio 2011
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film decente, se visto senza aver letto il libro
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Consiglio: se volete gustarvi il film non leggete il libro. Ho fatto l'errore di leggerlo prima, e ne sono rimasta oltremodo delusa. Il libro ti prende, ti coinvolge, ti fa sognare, ti fa dare dei visi e delle intonazioni particolari ai personaggi, che sono tutte tue. Il film è proprio il calco del libro, da cui ricava pari pari le parole: oserei aggiungere che sono ricavate male, perché Vaporidis non riesce a calarsi appieno nella parte del giovane teppista. Meglio il boss Faletti, anche se con qualche pecca. La Crescentini ci sta meglio.
Poteva essere un ottimo film, se recitato nel modo giusto!
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thepaglia
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domenica 27 giugno 2010
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un ottimo giorgio faletti,migliora vaporidis.
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Per uno specchietto di un automobile rotto,il giovane Diego si ritroverà coinvolto in una serie di omicidi e violenze a tutti personaggi del suo mondo. Infatti,il Primario,possessore dell'automobile danneggiata dal giovane nonchè il più potente criminale di Roma,la sua Roma,che aveva fatto costruire lui,col "Cemento Armato",non gli perdona questo scherzetto. Dopo una serie di intrecci e scene molto malinconiche,un finale da brivido terrà il fiato sospeso lo spettatore. Giorgio Faletti,re del noir su carta,dimostra e conferma le sue doti di grande attore drammatico,nel ruolo di una vera e propria carogna,molto più spietato del "Professor Martinelli",perchè fra le torture del primario e la maturità,Vaporidis preferirebbe cento volte la maturità.
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Per uno specchietto di un automobile rotto,il giovane Diego si ritroverà coinvolto in una serie di omicidi e violenze a tutti personaggi del suo mondo. Infatti,il Primario,possessore dell'automobile danneggiata dal giovane nonchè il più potente criminale di Roma,la sua Roma,che aveva fatto costruire lui,col "Cemento Armato",non gli perdona questo scherzetto. Dopo una serie di intrecci e scene molto malinconiche,un finale da brivido terrà il fiato sospeso lo spettatore. Giorgio Faletti,re del noir su carta,dimostra e conferma le sue doti di grande attore drammatico,nel ruolo di una vera e propria carogna,molto più spietato del "Professor Martinelli",perchè fra le torture del primario e la maturità,Vaporidis preferirebbe cento volte la maturità. Da sottolineare la presenza di Ninetto Davoli nel ruolo di uno sfasciacarrozze che aiuta più d'una volta Diego in fuga dal Primario e di Alfredo Pea,che verso la fine del film aiuta notevolmente il giovane salvandolo a morte sicura,nel ruolo di un signore uscito fuori di testa che si crede un generale,di cui fortunatamente conserva i valori come l'onestà e l'amore per la patria e le forze dell'ordine,che un certo "Viscido",ispettore di polizia complice del Primario che avrebbe potuto influire molto più negativamente sul finale. Vaporidis migliora ma,come attore,ha ancora molta strada fare stesso discorso per la Crescentini. Come già detto,Faletti resta sempre un genio del crimine che dovrebbe avventurarsi di più nel mondo del cinema,con le carte che può giocare,gli incassi sarebbero da capogiro.
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luigi chierico
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giovedì 3 marzo 2016
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uno specchietto per le allodole
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Un film sulla violenza e sull’abuso, sul malcostume diffuso in tanti ambienti. Sulla prepotenza e mal affari a tutti i livelli. Non siamo in Sicilia,non c’ è la mafia, siamo a Roma invasa dal cemento armato dietro cui si nascondono tanti loschi individui e traffici che arricchiscono i delinquenti rendendoli più potenti delle stesse autorità preposte a cercare e a punire i colpevoli. Un ottimo film se si rimane nel testo ed in quello che il regista voleva portare sullo schermo. Ci riesce bene anche perchè si avvale di attori che mostrano di essere in grado di reggere la sceneggiatura. Molto buona la fotografia e meglio ancora la bella musica; per rimanere in tema si ascolta la canzone “Senza fiato”, perché senza fiato infatti si rimane.
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Un film sulla violenza e sull’abuso, sul malcostume diffuso in tanti ambienti. Sulla prepotenza e mal affari a tutti i livelli. Non siamo in Sicilia,non c’ è la mafia, siamo a Roma invasa dal cemento armato dietro cui si nascondono tanti loschi individui e traffici che arricchiscono i delinquenti rendendoli più potenti delle stesse autorità preposte a cercare e a punire i colpevoli. Un ottimo film se si rimane nel testo ed in quello che il regista voleva portare sullo schermo. Ci riesce bene anche perchè si avvale di attori che mostrano di essere in grado di reggere la sceneggiatura. Molto buona la fotografia e meglio ancora la bella musica; per rimanere in tema si ascolta la canzone “Senza fiato”, perché senza fiato infatti si rimane.. Un film all’americana con tanti morti ma senza inseguimenti. Roma non è New York e lo si vede all’inizio quando in tante strade,ponti,cavalcavia in cemento armato le auto sono ferme in una lunga fila per il traffico convulso. Ed è proprio questa l’occasione che dà vita al film che segue. Se non fosse stato rotto anche lo specchietto di una Mercedes,uno status symbol per “ le allodole”, non ci sarebbe stato motivo di dare una caccia spietata all’autore di tale misfatto, un abuso, una mancanza di rispetto contro l’autorità costituita della malavita, per il quale è ben poca cosa violentare una dolce fanciulla responsabile di essere molto graziosa. Purtroppo il film riporta uno specchio di vita vera in certe città ed in certi ambienti. Chi ne fa le spese in definitiva sono le donne: la madre e la fidanzata di Diego. Lui è Nicolas Vaèporidis, Asia è la bella e brava Carolina Crescentini, nata per amare e sorridere e non già per subire,soffrire e piangere. Entrambi nei ruoli del cattivo ragazzo e della brava ragazza alle prese con qualcosa di gran lunga più grande di loro. La storia di una sproporzionata reazione ad un episodio di micro delinquenza non regge sebbene dia occasione ad una spettacolare vicenda di massima criminalità. Non regge il rapporto tra chi sta a capo di tutta la delinquenza romana, un tale Franco Zorzi, detto il Primario e l’agente Cola, non regge soprattutto la mancata reazione di Asia dopo gli abusi e la violenza subita in commissariato proprio dall’agente Cola, talpa del Primario. Sebbene possa far piacere il finale, tuttavia è una beffa ai danni dell’autorità arrivata in extremis, come dire ancora “arrivano i nostri”, ad arrestare i colpevoli. La scena veramente buona che salva il film è quella della corsa di Diego per tentare di salvare sua madre. Una lunga e disperata corsa per le strade mentre l’assassino è attende che la corsa dell’ascensore su cui è salito si arresti e lo conduca a compiere un feroce inutile delitto. C’è veramente suspense in quei drammatici momenti, nella scoperta e nell’esecuzione che ne segue. In definitiva un film che racconta tante verità di cui non si vorrebbe parlare. Piacevole la presenza,anche se odiosa la sua parte,dell’ottimo scrittore Giorgio Faletti a due anni dalla sua morte, che in questo film pare voglia dire,come ha scritto,”Io sono Dio”,”Io uccido”.chibar22@libero.it
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gianluca78
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martedì 5 aprile 2011
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tanto fumo negli occhi
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Alcuni generi, tipicamente americani, vivono di credibilità e storie il meno banali possibile.Questo, se ambientate in italia, producono questo risultato.
Una commistione di facce e dialoghi imbarazzanti,laddove di credibile c'è poco o niente, a fronte di un cast, che fa rabbrividire per la sua inconsistenza.Vaporidis non ha nulla dell'attore,Carolina Crescentini inespressiva come tante, Faletti, anche lui, purtroppo inadatto in un ruolo in cui ci crede poco, e al film,forse non ha mai creduto.Vorrebbe essere un noir d'altri tempi, invece non fa che rimpiangere i polizieschi anni 70, sicuramente più coinvolgenti, e poi se basta un banale pretesto come lo specchietto rotto di un'auto,per provocare un tale putiferio; allora credo che siamo nella comicità(involontaria)pura.
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Alcuni generi, tipicamente americani, vivono di credibilità e storie il meno banali possibile.Questo, se ambientate in italia, producono questo risultato.
Una commistione di facce e dialoghi imbarazzanti,laddove di credibile c'è poco o niente, a fronte di un cast, che fa rabbrividire per la sua inconsistenza.Vaporidis non ha nulla dell'attore,Carolina Crescentini inespressiva come tante, Faletti, anche lui, purtroppo inadatto in un ruolo in cui ci crede poco, e al film,forse non ha mai creduto.Vorrebbe essere un noir d'altri tempi, invece non fa che rimpiangere i polizieschi anni 70, sicuramente più coinvolgenti, e poi se basta un banale pretesto come lo specchietto rotto di un'auto,per provocare un tale putiferio; allora credo che siamo nella comicità(involontaria)pura.Tanto fumo negli occhi, da far piangere il più distratto spettatore.
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francesco manca
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sabato 25 ottobre 2008
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"cemento color noir" (1)
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La Roma Vera non è quella del Colosseo, di Piazza Navona, dei raduni giovanili, degli i-pod, delle chat…la Roma Vera è quella isolata, quella grigia, sporca e notturna, quella dove non succede niente ma succede Tutto, quella dove, visto che siamo in tema, i ragazzini di “Notte prima degli esami” se la “farebbero sotto” dalla paura, e la paura non è quella della bocciatura, bensì quella di incontrare persone che, come loro, non hanno la benché minima voglia di studiare ma hanno invece tanta voglia di fare a cazzotti. La Roma che ci viene raccontata nell’opera prima di Marco Martani, sceneggiatore, guarda caso, dei due episodi di “Notte prima degli esami” e di vari “cine-panettoni” firmati Neri Parenti, trasuda sangue, crimini, vendette, insomma, tutto ciò da cui il nostro cinema, ormai da parecchi decenni a questa parte, ci aveva tenuti ben distanti.
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La Roma Vera non è quella del Colosseo, di Piazza Navona, dei raduni giovanili, degli i-pod, delle chat…la Roma Vera è quella isolata, quella grigia, sporca e notturna, quella dove non succede niente ma succede Tutto, quella dove, visto che siamo in tema, i ragazzini di “Notte prima degli esami” se la “farebbero sotto” dalla paura, e la paura non è quella della bocciatura, bensì quella di incontrare persone che, come loro, non hanno la benché minima voglia di studiare ma hanno invece tanta voglia di fare a cazzotti. La Roma che ci viene raccontata nell’opera prima di Marco Martani, sceneggiatore, guarda caso, dei due episodi di “Notte prima degli esami” e di vari “cine-panettoni” firmati Neri Parenti, trasuda sangue, crimini, vendette, insomma, tutto ciò da cui il nostro cinema, ormai da parecchi decenni a questa parte, ci aveva tenuti ben distanti.
E’ bene mettere in chiaro un particolare concetto: se “Cemento armato” fosse stato girato e conseguentemente distribuito nelle sale alla metà/fine degli anni ’70 sarebbe considerato oggi un piccolo capolavoro, e non credo di esagerare. Questo è un punto di vista del tutto personale, che può essere condiviso o meno, ma quello che è certo, è che il film di Martani, nel bene o nel male, riesce nel difficile compito di comunicare “qualcosa” al nostro pubblico, ovvero, l’esatto contrario di quello che hanno fatto, negli ultimi anni, la maggior parte dei prodotti propinatici dai vari distributori cinematografici nostrani.
“Cemento armato” è dotato di una solida e avvincente storia strutturata con accuratezza e impegno, che lascia da parte le moine e i capricci adolescenziali dei “teen-movie” di cui sopra, inoltrandosi negli impetuosi e difficili vicoli del genere noir: una giornata come tante altre si trasforma in un’inevitabile tragedia. Diego Santini (Nicolas Vaporidis), un ragazzo “di quartiere” come tanti, con alle spalle alcuni precedenti per atti di vandalismo, esce di casa con il suo motorino (rubato) per fare delle “commissioni”; durante il suo tragitto, rimane imbottigliato nel traffico, così, per non perdere tempo, si fa spazio tra le auto rompendo uno ad uno gli specchietti (una ragazzata per cui, tra l’altro, era già finito nei guai qualche tempo prima). Questa volta, però, tra tutti gli specchietti rotti c’è anche quello della Mercedes del “Primario”, uno spietato boss che gestisce tutte le attività malavitose della zona. Egli, abituato ad essere venerato e rispettato, non può certo passare inosservato su questo fatto, iniziando così una morbosa ricerca verso quello “stupido ragazzino” che ha rotto il Suo specchietto.
Gli ingredienti di un noir “come Dio comanda” ci sono tutti, senza rilevanti esclusioni, e sono trattati nella sceneggiatura, scritta a sei mani dallo stesso Martani affiancato dal fido collaboratore Fausto Brizzi (regista de “Notte prima degli esami”) e da Luca Poldelmengo, con l’uso di una struttura narrativa colma di tensione e priva di compromettenti distrazioni e ingenuità. Anche l’intero cast di attori dimostra di saper sostenere i ritmi di questo genere assai ingannevole.
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