Time

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Un film di Kim Ki-Duk. Con Ha Jung-woo, Sung Hyun-ah, Ji-Yeon Park Drammatico, durata 97 min. - Corea del sud, Giappone 2006. uscita venerdì 25 agosto 2006. MYMONETRO Time * * * - - valutazione media: 3,03 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari. Acquista »
   
   
   
giobaba domenica 22 aprile 2007
grande artista Valutazione 4 stelle su cinque
75%
No
25%

Questo non è il miglior film di kim-ki duk. Per me in certi punti è quasi noioso, però tutti i suoi film valgono la pena di essere visti. Sicuramente più ispirato in altre pellicole, rimane il grande genio e sommo artista che in alcuni momenti distilla scene da capolavoro.

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daniela db. lunedì 9 aprile 2007
il vuoto di time Valutazione 3 stelle su cinque
57%
No
43%

E’ il quadretto di due giovani, una coppia alla moda, con una casa alla moda, che si prendono un caffè in un localino alla moda, e che sono amanti in un parco di sculture “alla moda” (per quanto discutibili). Time non è il tempo che invecchia, è semplicemente il tempo che passa e rende le cose che abbiamo fin troppo usuali……non è una faccia che è cambiata ma è “la solita faccia noiosa”. Così “l’altro” “il diverso” “il cambiare” sembra siano la chiave per la felicità. Nel film la maggior parte delle facce è di giovani che lavorano, vivono da soli, convivono, ma sono dei ragazzini fragili, un prodotto di qualcosa di finto, di estetico, sono personalità leggere, quasi inesistenti. I tanti dialoghi sono vuoti. [+]

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roberto lunedì 5 marzo 2007
sulla scelta delle recensioni Valutazione 4 stelle su cinque
100%
No
0%

Non avete trovato di meglio della "recensione" del Giornale? Un saluto, Roberto

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zumal venerdì 29 dicembre 2006
tempoopmet Valutazione 4 stelle su cinque
0%
No
100%

quello che saremo piomba addosso a quello che siamo come allo sbucare da un incrocio fatale. quello che saremo lo siamo già ora, quindi. siamo noi stessi che ci consegniamo ogni istante al nostro futuro. al nostro destino solo apparentemente da scrivere. la nostra essenza, la nostra anima, il nostro amore, vanno al di la del nostro viso, della nostra immagine, della nostra appartenenza? al di la di quello che di noi vedono gli altri, ed anche di quello che di noi vediamo e sappiamo noi stessi? una prigione, allora? fa paura. lascia senza punti di riferimento. l'Altro diventa Centomila e quindi Nessuno, e l'Uno se ne sta nascosto lassù, seduto sull'ultimo gradino di una scala in riva al mare che tende all'infinito, insieme al nostro amore. [+]

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abesoj giovedì 5 ottobre 2006
imbarazzante Valutazione 1 stelle su cinque
20%
No
80%

TIME segna il punto di non ritorno nella poetica di Kim Ki-duk, presentando un cinema ormai costipato da simbolismi inconsistenti e caricaturali. La capacità del cineasta coreano di estrarre l'essenza drammatica dagli oggetti e dalle situazioni sembra lontanissima, il suo cinema arranca faticosamente alla ricerca di un centro strutturale perduto fin dai tempi de LA SAMARITANA. FERRO 3, ultimo sussulto calligrafico di un autore ormai alla frutta, ha entusiasmato critica e pubblico in virtù di un malinteso senso del lirismo visivo. L'inconcludente L'ARCO prima e questo imbarazzante TIME ora mettono a dura prova anche gli spettatori meno avvertiti, privandoli di una base semantica sulla quale costruire il senso filmico e relegandoli a semplici osservatori di uno spettacolo penoso, quello dell'agonia creativa dell'autore. [+]

[+] domanda! (di lesterburnham)
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silvia lunedì 25 settembre 2006
natura duale del tempo Valutazione 4 stelle su cinque
93%
No
7%

quando parliamo di tempo il nostro pensiero 'occidentale' avverte come prima qualità il suo fluire veritcale. ma forse in questo film kim ki duk vuole parlarci di un altro aspetto del tempo, e cioè la sua fissità. una fissità che emerge nella ciclicità della vita(vedi le stagioni!), dalle esperienze che si ripetono e che ritornano, come punti fissi in un tempo che effettivamente scorre ma in una danza circolare,e che ci fa percepire una certa monotonia dell'esistenza. la protagonista non è affetta dalla preoccuppazione del tempo che passa,bensì dal timore della routine del suo volto che si ripete sempre uguale in un tempo che scorre(o almeno così lei percepisce).l'intento della protagonista è quello di sottrarre al suo fidanzato la monotonia della sua faccia!| lo scorrere del tempo e la sua immutabilità intrinseca è percepita in maniera drammatica dai protagonisti ed è forse la chiave di lettura di questo film denso di significati, dove altri temi si intrecciano acnhe se, come rami di un albero,sono direttamente collegati al primo. [+]

[+] l'inutilità della chirurgia estetica (di andyroxx)
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ros domenica 10 settembre 2006
tempo Valutazione 4 stelle su cinque
92%
No
8%

Ci vogliono pochi attimi per pronunciare la parola Tempo, sebbene la si possa scandire con lauta chiarezza e precisione. Il tempo scorre frettoloso attraverso le nostre bocche, così come aleggia veloce sulle nostre vite quasi fosse un fantasma, talvolta crudele, talvolta solo birichino. Il tempo incute timore - sembra volerci dire il regista. Il suo scorrere modifica, abbruttisce, distrugge. Ne è consapevole la protagonista, la quale proietta tali paure ossessive sulla sua vita sentimentale. Il tempo, parco di scrupoli, la spinge verso una carneficina dell’amore, che si consuma tra il tavolino di legno intagliato di un bar, le statue gelide di una spiaggia isolana e il neon asettico di una sala operatoria. [+]

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alessandro lunedì 28 agosto 2006
l'amore fa passare il tempo... Valutazione 3 stelle su cinque
0%
No
100%

"L'amore fa passare il tempo, il tempo fa passare l'amore" è un detto popolare che può spiegare cosa si vede in questo film... molto più "parlato di altri film del genio coreano, non è certo all'altezza dei suoi milgiori film, ma ha nella sua circolarità un fascino che arriva soltanto al fondo del film... Merita comunque la visione.

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x sabato 26 agosto 2006
facce Valutazione 3 stelle su cinque
80%
No
20%

FACCE Kim Ki-duk non gira film, ma dipinge quadri astratti: immagini-simbolo sovrastano la fisicità disordinata degli spazi, ideogrammi di una realtà invisibile ed enigmatica, forse divina, il cui acceso è precluso all’uomo contaminato dalla sua corporalità. La sua cinematografia si concreta in vicende esemplari di anime in cui confliggono la forza trascinante di una fisicità degradante e l’ aspirazione etica all’ ascesi : i protagoniste di Time si amano, ma lo fanno nel tempo e contro il tempo. L’amore assoluto vorrebbe l’eternità del possesso, ma l’essere umano può vivere solo la precarietà dell’istante. In Time però la cronaca delle passione costringe l’etereo genio dell’autore al volo raso terra: dialoghi al limite del patetico, tazzine rotte per rabbia, lifting e maschere, la commedia delle doppie identità, brusio discreto di comparse ubriache, situazioni quasi comiche, costituiscono gli illusori paragrafi dell’incompiutezza di ogni discorso erotico. [+]

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