giulio strata
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venerdì 9 maggio 2014
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l'amore, il corpo, ma soprattutto il tempo
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Time di Kim Ki Duk non è una classica storia d’amore, piuttosto una profonda riflessione su come il tempo, appunto, che da il titolo all’opera, cambia il nostro corpo e i sentimenti che proviamo verso una persona. Il regista Sud coreano mette in scena una storia cinica e conturbante, ma allo stesso tempo di grande fascino. La vicenda gravita attorno ad una coppia, o meglio a più coppie che non avranno mai un lieto fine, perché si sfaldano ancora prima di cominciare il loro rapporto. Il perno che fa evolvere la pellicola è una clinica di bellezza all’avanguardia che permette, tramite un’operazione chirurgica, di cambiare il proprio volto, secondo il volere del cliente: la trasformazione può rendere il paziente tanto più bello o brutto, quanto irriconoscibile per tutti quelli che prima frequentava.
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Time di Kim Ki Duk non è una classica storia d’amore, piuttosto una profonda riflessione su come il tempo, appunto, che da il titolo all’opera, cambia il nostro corpo e i sentimenti che proviamo verso una persona. Il regista Sud coreano mette in scena una storia cinica e conturbante, ma allo stesso tempo di grande fascino. La vicenda gravita attorno ad una coppia, o meglio a più coppie che non avranno mai un lieto fine, perché si sfaldano ancora prima di cominciare il loro rapporto. Il perno che fa evolvere la pellicola è una clinica di bellezza all’avanguardia che permette, tramite un’operazione chirurgica, di cambiare il proprio volto, secondo il volere del cliente: la trasformazione può rendere il paziente tanto più bello o brutto, quanto irriconoscibile per tutti quelli che prima frequentava. Senza svelare l’intreccio possiamo però sottolineare come nello scorrere dei fotogrammi e del tempo cinematografico, entrambi i protagonisti decidano di cambiare il proprio volto, e i loro sentimenti verso chi gli sta attorno, solo le sculture del museo balneare, il luogo che meglio mostra il paragone tra le successive storie d’amore, rimangono immobili e impassibili allo scorrere del tempo, anche quando la marea cerca di coprirle.
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stefanocps
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giovedì 26 dicembre 2013
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riconoscersi per ritrovarsi.
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Un film che parla degli attaccamenti ai simboli. Dove i due innamorati dopo che uno lei ricorre alla chirugia plastica per diventare a tutti effetti un altri cominciano un estenuante ricerca per ritrovarsi. Ma non basta ritrovare l'anima, lo spirito dell altro. Quello che rende possibile il nuovo incontro è il riconoscimento dell'immagina che si ha dell'altro, che risponde alle proprie domande come ci si aspetta. Questo è il contenuto più importante che ho trovato nel film. La ricerca, il ritrovarsi dei due, dopo che anche lui si cambia il volto passa esclusivamente attraverso il riconoscimento di un codice e non dell'anima. E solo quando questa ricerca di quel codice arcaico che rassicure e che permette di sentirsi di nuovo a casa diventa disperatamente vana si è disposti a cambiare il proprio codice interno, il proprio volto.
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Un film che parla degli attaccamenti ai simboli. Dove i due innamorati dopo che uno lei ricorre alla chirugia plastica per diventare a tutti effetti un altri cominciano un estenuante ricerca per ritrovarsi. Ma non basta ritrovare l'anima, lo spirito dell altro. Quello che rende possibile il nuovo incontro è il riconoscimento dell'immagina che si ha dell'altro, che risponde alle proprie domande come ci si aspetta. Questo è il contenuto più importante che ho trovato nel film. La ricerca, il ritrovarsi dei due, dopo che anche lui si cambia il volto passa esclusivamente attraverso il riconoscimento di un codice e non dell'anima. E solo quando questa ricerca di quel codice arcaico che rassicure e che permette di sentirsi di nuovo a casa diventa disperatamente vana si è disposti a cambiare il proprio codice interno, il proprio volto.. Un film i contenuti impliciti possono essere a vari livelli di profondità, esattamente come a vari livelli di profondità i due amanti tentano di riconoscersi per ritrovarsi
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stefanocapasso
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giovedì 26 dicembre 2013
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gli attaccamenti ai simboli
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Un film che parla degli attaccamenti ai simboli. Dove i due innamorati dopo che uno lei ricorre alla chirugia plastica per diventare a tutti effetti un altri cominciano un estenuante ricerca per ritrovarsi. Ma non basta ritrovare l'anima, lo spirito dell altro. Quello che rende possibile il nuovo incontro è il riconoscimento dell'immagina che si ha dell'altro, che risponde alle proprie domande come ci si aspetta. Questo è il contenuto più importante che ho trovato nel film. La ricerca, il ritrovarsi dei due, dopo che anche lui si cambia il volto passa esclusivamente attraverso il riconoscimento di un codice e non dell'anima. E solo quando questa ricerca di quel codice arcaico che rassicure e che permette di sentirsi di nuovo a casa diventa disperatamente vana si è disposti a cambiare il proprio codice interno, il proprio volto.
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Un film che parla degli attaccamenti ai simboli. Dove i due innamorati dopo che uno lei ricorre alla chirugia plastica per diventare a tutti effetti un altri cominciano un estenuante ricerca per ritrovarsi. Ma non basta ritrovare l'anima, lo spirito dell altro. Quello che rende possibile il nuovo incontro è il riconoscimento dell'immagina che si ha dell'altro, che risponde alle proprie domande come ci si aspetta. Questo è il contenuto più importante che ho trovato nel film. La ricerca, il ritrovarsi dei due, dopo che anche lui si cambia il volto passa esclusivamente attraverso il riconoscimento di un codice e non dell'anima. E solo quando questa ricerca di quel codice arcaico che rassicure e che permette di sentirsi di nuovo a casa diventa disperatamente vana si è disposti a cambiare il proprio codice interno, il proprio volto.. Un film i contenuti impliciti possono essere a vari livelli di profondità, esattamente come a vari livelli di profondità i due amanti tentano di riconosceri per ritrovarsi
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paride86
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sabato 29 settembre 2012
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decisamente no
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Storia di una psicopatica che fa di tutto per rovinare la sua vita e quella del fidanzato.
Kim Ki-Duk vorrebbe ammantare tutto ciò di poesia e riflessione, ma il risultato è un film goffo e incoerente che conserva, però, qualche merito stilistico.
Incredibile passo falso di un regista che di solito fa dei bellissimi film.
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Storia di una psicopatica che fa di tutto per rovinare la sua vita e quella del fidanzato.
Kim Ki-Duk vorrebbe ammantare tutto ciò di poesia e riflessione, ma il risultato è un film goffo e incoerente che conserva, però, qualche merito stilistico.
Incredibile passo falso di un regista che di solito fa dei bellissimi film.
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carlo vecchiarelli
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domenica 16 settembre 2012
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forse l'unico kim ki duk da evitare
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E' quasi liberatorio guardare l'opera di un regista che ormai unanimamente conta di altissima considerazione, e accorgersi della mediocrità di ciò che propone. Ciò da il senso di come le nostre proiezioni anticipino e ci preparino nelle situazioni in cui si ha una certa aspettativa, e per ogni film di Kim Ki Duk è fatale che sia così, dato l'altissimo livello di comunicatività, empatia e novità stilistica che si può godere nei suoi film. Ma trovarsi di fronte all'imbarazzo del dover giustificare un senso di irritazione e d'incredulità è comunque un'esperienza.
In "Time" quasi tutto è irritante, dalla sceneggiatura al limite dell'invisibile ai dialoghi da soap opera, fino alle interpretazioni banalmente sopra le righe.
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E' quasi liberatorio guardare l'opera di un regista che ormai unanimamente conta di altissima considerazione, e accorgersi della mediocrità di ciò che propone. Ciò da il senso di come le nostre proiezioni anticipino e ci preparino nelle situazioni in cui si ha una certa aspettativa, e per ogni film di Kim Ki Duk è fatale che sia così, dato l'altissimo livello di comunicatività, empatia e novità stilistica che si può godere nei suoi film. Ma trovarsi di fronte all'imbarazzo del dover giustificare un senso di irritazione e d'incredulità è comunque un'esperienza.
In "Time" quasi tutto è irritante, dalla sceneggiatura al limite dell'invisibile ai dialoghi da soap opera, fino alle interpretazioni banalmente sopra le righe. Un film che manca di una struttura vera, di una crescita con la storia e che ha oltretutto la pretesa di giustificare i difetti macroscopici sopra citati con la semplice interpretazione del titolo: un artificio questo, che tenta di lisciare il pelo allo spettatore invitandolo alla riflessione, ma in realtà ciò che scorre davanti agli occhi non ha le qualità per poter comunicare un tema così affascinante e profondo. Citare lo scorrere del tempo con la riproposizione delle stesse situazioni lo avrebbe potuto fare chiunque, e probabilmente meglio.
A ben vedere, più che un'occasione persa, sembra una tappa del percorso evolutivo del regista, senza dimenticare che girare 15 film in 12 anni, e riuscire a diffonderli dalla Corea fino alle mostre di cinema più importanti del mondo, è un'impresa che ammette ampiamente qualche passaggio a vuoto. Grazie comunque Kim Ki Duk.
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(di carlo vecchiarelli)
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anemone83
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mercoledì 21 ottobre 2009
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noiosa identità
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La poesia della “casa vuota”qui è svanita,come svanita è la magia dei silenzi.Ho atteso per tutto il tempo del film una redenzione dei protagonisti,una presa di coscienza che non è mai arrivata,a quel punto il fallimento e il finale tragico erano inevitabili.
Il Tempo e il suo dominio sul mondo ,il tempo come dio che tutto crea,tutto trasforma,tutto annienta.Una divinità o un demone con cui l’Umanità da sempre fa i conti,lotta e inevitabilmente perde.A questo proposito però si insinua l’antichissimo dubbio:esisterebbe il tempo se non ci fosse qualcuno a misurarlo?Si ,insomma cosa sarebbe il Tempo senza l’Uomo?Aristotele avrebbe risposto:”l’immagine mobile dell’eternità”.Ecco che allora i termini della questione cambierebbero come pure gli esiti del conflitto.
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La poesia della “casa vuota”qui è svanita,come svanita è la magia dei silenzi.Ho atteso per tutto il tempo del film una redenzione dei protagonisti,una presa di coscienza che non è mai arrivata,a quel punto il fallimento e il finale tragico erano inevitabili.
Il Tempo e il suo dominio sul mondo ,il tempo come dio che tutto crea,tutto trasforma,tutto annienta.Una divinità o un demone con cui l’Umanità da sempre fa i conti,lotta e inevitabilmente perde.A questo proposito però si insinua l’antichissimo dubbio:esisterebbe il tempo se non ci fosse qualcuno a misurarlo?Si ,insomma cosa sarebbe il Tempo senza l’Uomo?Aristotele avrebbe risposto:”l’immagine mobile dell’eternità”.Ecco che allora i termini della questione cambierebbero come pure gli esiti del conflitto.
Ma nel film appunto,una tale presa di coscienza, non viene neppure sfiorata:non solo i protagonisti sono votati a un acerbo sviluppo intellettivo ma anche e soprattutto a una colpevole immaturità emotiva, agghiacciante e goffa tanto quanto l’indistinto numero di tazzine rotte.
Ecco che allora a farla da padrone è il Tempo con i suoi cicli stagionali ,non tanto,perciò, il tempo che passa ,quanto il tempo che si ripete,dove l’identico diventa sinonimo di noioso.
Da qui agli effetti che questo può avere sull’Amore il passo è breve,come fin troppo prevedibili sono quei mostri ,figli di una relazione tanto sciocca quanto perversa.
Tempo,Amore,Noia(che originalità!),un trinomio visitato e rivisitato fino alla nausea,una storia talmente vecchia da essere sempre attuale, ahimè,(basta guardarsi intorno ). Non per questo,però, meno banale e scialba sin dalle prime battute,come troppo spesso sono le relazioni e quell’amore di cui tutti con eccessiva facilità parlano,confondendolo con troppa frequenza con la fenomenologia dell’amore che pretende novità e,superficiali e adolescenziali entusiasmi.
”scusa per questa identica noiosa faccia”dice lei!e non trova miglior soluzione che cambiarsi i connotati….in verità a ben pensarci non ci si poteva aspettare molto da una che ti pianta un’isterica scenata di gelosia per un’occhiatina alla cameriera…..
Qualcuno ,dico io,avrebbe dovuto imbracciare una chitarra e cantarle magari La chanson des vieux amants,chissà magari ci saremmo risparmiati macabre scene di sale operatorie varie o il cruento e un tantino ridicolo finale.
Siamo senza dubbio di fronte alla fotografia di una storia d’amore dei nostri tempi in cui di sentimenti si parla poco e niente, e l’elisir è rappresentato dal bisturi.Dove la novità è sempre solo quella esteriore e le singole parti non conoscono accordo ,figuriamoci armonia! appiattite come sono nella loro dimensione ,non conoscono crescita,evoluzione e persino il dolore sembra essere insensato e ridicolo,in una parola, vacuo.
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anemone83
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lunedì 19 ottobre 2009
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la noiosa identità
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La poesia della “casa vuota”qui è svanita,come svanita è la magia dei silenzi.Ho atteso per tutto il tempo del film una redenzione dei protagonisti,una presa di coscienza che non è mai arrivata,a quel punto il fallimento e il finale tragico erano inevitabili.
Il Tempo e il suo dominio sul mondo ,il tempo come dio che tutto crea,tutto trasforma,tutto annienta.Una divinità o un demone con cui l’Umanità da sempre fa i conti,lotta e inevitabilmente perde.A questo proposito però si insinua l’antichissimo dubbio:esisterebbe il tempo se non ci fosse qualcuno a misurarlo?Si ,insomma cosa sarebbe il Tempo senza l’Uomo?Aristotele avrebbe risposto:”l’immagine mobile dell’eternità”.Ecco che allora i termini della questione cambierebbero come pure gli esiti del conflitto.
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La poesia della “casa vuota”qui è svanita,come svanita è la magia dei silenzi.Ho atteso per tutto il tempo del film una redenzione dei protagonisti,una presa di coscienza che non è mai arrivata,a quel punto il fallimento e il finale tragico erano inevitabili.
Il Tempo e il suo dominio sul mondo ,il tempo come dio che tutto crea,tutto trasforma,tutto annienta.Una divinità o un demone con cui l’Umanità da sempre fa i conti,lotta e inevitabilmente perde.A questo proposito però si insinua l’antichissimo dubbio:esisterebbe il tempo se non ci fosse qualcuno a misurarlo?Si ,insomma cosa sarebbe il Tempo senza l’Uomo?Aristotele avrebbe risposto:”l’immagine mobile dell’eternità”.Ecco che allora i termini della questione cambierebbero come pure gli esiti del conflitto.
Ma nel film appunto,una tale presa di coscienza, non viene neppure sfiorata:non solo i protagonisti sono votati a un acerbo sviluppo intellettivo ma anche e soprattutto a una colpevole immaturità emotiva, agghiacciante e goffa tanto quanto l’indistinto numero di tazzine rotte.
Ecco che allora a farla da padrone è il Tempo con i suoi cicli stagionali ,non tanto,perciò, il tempo che passa ,quanto il tempo che si ripete,dove l’identico diventa sinonimo di noioso.
Da qui agli effetti che questo può avere sull’Amore il passo è breve,come fin troppo prevedibili sono quei mostri ,figli di una relazione tanto sciocca quanto perversa.
Tempo,Amore,Noia(che originalità!),un trinomio visitato e rivisitato fino alla nausea,una storia talmente vecchia da essere sempre attuale, ahimè,(basta guardarsi intorno ). Non per questo,però, meno banale e scialba sin dalle prime battute,come troppo spesso sono le relazioni e quell’amore di cui tutti con eccessiva facilità parlano,confondendolo con troppa frequenza con la fenomenologia dell’amore che pretende novità e,superficiali e adolescenziali entusiasmi.
”scusa per questa identica noiosa faccia”dice lei!e non trova miglior soluzione che cambiarsi i connotati….in verità a ben pensarci non ci si poteva aspettare molto da una che ti pianta un’isterica scenata di gelosia per un’occhiatina alla cameriera…..
Qualcuno ,dico io,avrebbe dovuto imbracciare una chitarra e cantarle magari La chanson des vieux amants,chissà magari ci saremmo risparmiati macabre scene di sale operatorie varie o il cruento e un tantino ridicolo finale.
Siamo senza dubbio di fronte alla fotografia di una storia d’amore dei nostri tempi in cui di sentimenti si parla poco e niente, e l’elisir è rappresentato dal bisturi.Dove la novità è sempre solo quella esteriore e le singole parti non conoscono accordo ,figuriamoci armonia! appiattite come sono nella loro dimensione ,non conoscono crescita,evoluzione e persino il dolore sembra essere insensato e ridicolo,in una parola, vacuo.
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elena
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lunedì 26 maggio 2008
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un film straziante e meraviglioso!!!
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Time rappresenta la paura delle donne che gli uomini non li amino abbastanza...
Kim ki duk capisce tutti e tutto...
Un film straziante e allo stesso TEMPO meraviglioso! Da non dimenticare il finale!
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Kim ki duk capisce tutti e tutto...
Un film straziante e allo stesso TEMPO meraviglioso! Da non dimenticare il finale!
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francesco
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sabato 1 dicembre 2007
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face off (in love)
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La versione amor-folle di 'Face off' di John Woo in un film sul tempo che ci tiene prigionieri (come l'amore fa con un uomo e una donna, come la gabbia di vetro nel metro' con i due uccelli) a dispetto dei nostri tentativi di eluderlo. Orologi, maree che si alzano e si abbassano, stagioni che tornano inesorabili. Ma anche un film - pieno di schermi, macchine fotografiche, cornici - sul potere dell'immagine, catturata, tagliata, ricomposta, applicata ma inesorabilmente fine a se stessa. Vuol congelare la vita e invece e' gia' morta.
In fondo al bicchiere, pero', unendo un mosaico che comincia con film ben piu' 'forti' (e potenti visivamente) come 'bad guy' o 'l'isola' (che resta il piu' ostico e il meno dimenticabile) e arriva a 'la samaritana' o a 'l'arco', kim ki-duk si conferma, attraverso trame paradossali, un inquietante narratore degli atriti fra esseri umani.
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La versione amor-folle di 'Face off' di John Woo in un film sul tempo che ci tiene prigionieri (come l'amore fa con un uomo e una donna, come la gabbia di vetro nel metro' con i due uccelli) a dispetto dei nostri tentativi di eluderlo. Orologi, maree che si alzano e si abbassano, stagioni che tornano inesorabili. Ma anche un film - pieno di schermi, macchine fotografiche, cornici - sul potere dell'immagine, catturata, tagliata, ricomposta, applicata ma inesorabilmente fine a se stessa. Vuol congelare la vita e invece e' gia' morta.
In fondo al bicchiere, pero', unendo un mosaico che comincia con film ben piu' 'forti' (e potenti visivamente) come 'bad guy' o 'l'isola' (che resta il piu' ostico e il meno dimenticabile) e arriva a 'la samaritana' o a 'l'arco', kim ki-duk si conferma, attraverso trame paradossali, un inquietante narratore degli atriti fra esseri umani. in amore fra loro ma senza pelle.
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