Chissà, forse prima di accendere il fuoco, prima di scorrazzare sulla ruota, l'uomo delle caverne fu costretto a seguire diversi sentieri, disegnare diverse tracce, linee della mente, per così dire, differenti fra loro. in effetti può essere che esistano diversi modi di percorrere le stanze dell'immaginario,e che ci sia stata (forse) una selezione di esse, alla fine una, sola, una dialettica sia imposta sulle altre, e abbia vinto la conquista, la territorializzazione della nostra mente. almeno sui più di noi, e comunque non totalmente. Forse quello che chiamiamo inconscio é molti inconsci, molti sensi, che, di fatto, sono paragonabili in tutto é per tutto al nostro, sono logiche 'altre', associazioni mentali altre, e infinite catene di queste associazioni, ed immagini legate fra di loro all'infinito. il conscio é uno, gli inconsci sono molti. Nononstante ciò noi abbiamo un'ossessione e cioé quella di inventare storie, ci hanno educati ad ascoltare o a vedere qualcosa in cui noi possiamo scorgere una coerenza, che però é, partendo da questi presupposti, sempre un'unica identica coerenza, e ci é quasi impossibile immaginare un'altra coerenza (o quasi). Mentre invece le coerenze, i fili della mente, sono tanti.
é un ossessione certo, anche se, ed é questo il problema, noi non andiamo al cinema, per ricostruire i fatti: non andiamo certo al cinema per poterci assicurare che ogni film abbia una sua coerenza e cioé che biancaneve dopo aver mangiato la mela si svegli in ogni film su biancaneve. Al contrario ci andiamo per provare piacere, per godere di qualcosa .Eppure abbiamo bisogno di coerenza, perché? forse il piacere ha bisogno di spiegazioni? allora si può dire che il nostro rapporto con le storie é come quello del masochista col sesso, e cioé abbiamo bisogno di ammanettarci, abbiamo bisogno di una metrica, un vincolo entro il quale gestire il piacere, altrimenti non lo riconosciamo e non lo proviamo, il piacere. più riduci il campo e più vedi che la mente é vincolata a questo logos, questa coerenza che noi pretendiamo, e che diamo per scontata, ma che a pensarci bene, non é così ovvia. il punto é che il logos viaggia solitario, come un cacciavite piantato nei fianchi di un'attrice , mentre invece tutte le logiche che noi abbiamo represso sono intrecciate, rinchiuse dietro la porta col numero 47. esse sono il linguaggio del mito.
che forse la maggior parte dei gesti che facciamo per provare piacere hanno un senso e allora perché un film dovrebbe avere senso?
il punto é che questo film un senso ce l'ha. ha il senso propriamente inteso e cioé come piacere, come 'senso'. é sicuramente tra i film più liberi dal logos di david lynch ma forse proprio per questo il più 'codificabile' in qualche modo. é un' opera surrealista. mai come prima, mi pare, i film di lynch aveva dei rimandi freudiani così precisi: le lingue straniere in psicanalisi sono associate al rapporto col padre, e che il film simboleggi i complessi primari é più che evidente. surreale in tutto é per tutto non lo era mai stato lynch, forse in eraserhead, sarà un percorso. Io credo poi che la scena dei titoli di coda del film così come quella dei titoli di testa di Muloholland dr. riflettano la struttura del film lynchano.Immaginate una stanza piena di oggetti meravigliosi. questi oggetti sono punti di snodo delle logiche diverse di cui ho parlato su, delle icone, figurate nel film di lynch da persone che ballano, perché esse vanno in direzioni diverse.
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