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Il Film in un certo senso mi ha aiutato molto in questo periodo, ho perso mio padre da un anno, e vi assicuro che per forza, coraggio abnegazione ho rivisto in leonida la sua figura, di persona che dietro una apparente ruvidezza e fierezza esprimeva una forte sensibilità e una totale dedizione per i suoi figli ed un senso della dignità e dell'onore immensi –I miei difetti non sono certo frutto della sua eredità, a lui devo solo quelli che spero siano i miei pregi.Quando ho compreso quale fosse lo spirito che il regista voleva fosse incarnato nel Re spartano l’ho associato subito a lui.
Mio padre ripeteva sempre di non aver paura della morte, quando ci lasciava un nostro caro, tra le lacrime, ripeteva con molta dignità, è morto, non morirà più, una frase della tradizione greca, sembra quasi riprendere il concetto di Epicuro, la morte non esiste, quando ci siamo lei non c’è, quando lei c’è noi non ci siamo.
Nelle mie precedenti recensioni mi ero soffermato sulla perfezione stilistica delle scene, sulla efficacia delle inquadrature, in realtà questo film mi appassiona anche perché esorcizza la morte, e rende la vita ancora più importante non perché debba essere funzionale ad essa, ma in quanto assume un senso se vissuta con dignità e coraggio.
Vorrei essere come Leonida, e come mio padre, anche se sono conscio del fatto che entrambi di fronte alla morte hanno avuto la stessa paura che ho io al solo pensiero, non tanto per chi scompare ma per coloro che si lascia nella vita e per il dolore che la morte provoca in essi.
Il film è come una poesia ognuno ne trae lo spunto che crede e elabora l’analisi che più si addice ad uno specifica parentesi della propria vita.
Le tragedia greche sono immortali perché parlano di amore guerra vendetta, dolore, sono costanti del nostro animo che non hanno tempo.
Il padre che rinnega gli dei per la morte del figlio decapitato in battaglia esprime tutta la rabbia di chi si ribella inutilmemte alla morte a quello che in francia chiamamo il danno. Rinnega i suoi dei dice uno spartano a Leonida che chiede del suo comandante cosparso di cenere,dettaglio che forse è sfuggito a molti, una lezione dai greci deve restare scolpita nella nostra mente, la presenza degli dei, mai ingombrante, mai troppo seriosa, in questo la condanna del misticismo persiano è la condanna dell’integralismo di oggi, quello islamico e quello cristiano non meno pericoloso. La libertà dei greci e dei 300 deve essere anche considerata la libertà da religioni, in nome delle quali sono morti milioni di persone, e che onorano un dio, che non deve giustamente risparmiare la morte a nessuno ma che non vuole o non sa sottrare almeno ai “buoni” il dolore della morte.
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bo
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lunedì 30 aprile 2007
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complimenti
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Solo una partecipazione viva e pulsante può far comprendere appieno il significato di qualsiasi opera.
Tutti proviamo il tuo dolore ed il tuo rispetto per chi ci ha fatto la vita, e in qualche modo tutti siamo toccati dai sacrifici degli eroi.
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pnzr
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lunedì 30 aprile 2007
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bravo
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ogni persona che apprezza il vero significato della vita merita il mio rispetto...
bravo giuseppe e finalmente un commento costruttivo senza offese per nessuno...
spero nn salti fuori un furbone attaccabrighe a rovinarlo
Ciao
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giuseppe
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lunedì 30 aprile 2007
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grazie
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era forse quello che pensavo dal mio profondo del cuore.
Quando mio padre ci ha lasciato, ho perso non solo un padre ma la persona migliore che ho conosciuto nella mia vita,padri si diventa e lui era un grande!
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bo
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lunedì 30 aprile 2007
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in fondo........
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Leonida non è che un padre degno di nome.
Infatti chi se non un padre si sacrifica per i propri figli? In una sequenza chiama i soldati "figli miei". D'altronde, tutti i veri sovrani sono chiamati "padri della patria".
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giuseppe
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lunedì 30 aprile 2007
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vero
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il padre come esempio e come capacità di sacrificio, è questo il vero eroismo
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sunia
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lunedì 30 aprile 2007
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x giuseppe da sunia
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Un modo splendido di ricordare tuo padre. Riflessione piena di suggestioni e memoria. Se un film riesce a scatenare una tale sequela di emozioni e considerazioni come non si può definirlo un capolavoro???!!!!!
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bo
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lunedì 30 aprile 2007
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grazie sunia
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Lo so, scoccio un po Giuseppe, ma i suoi dolori vanno rispettati e partecipati. In fondo, credo che Leonida fosse "solo" un ottimo padre della sua città.
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giuseppe
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lunedì 30 aprile 2007
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grazie sunia
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cara Sunia, per me mio padre è vivo nei miei ricordi, è passato un anno, e ogni mattina mi alzo credendo che non sia successo, ma quello che mi addolora dipiù è che ha sofferto e questo non mi va giù.
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anto
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lunedì 30 aprile 2007
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per giuseppe
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Caro Giuseppe, ti capisco e ammiro le tue parole! "Lui era un grande": anche mio padre, sono nella tua stessa identica condizione, ti sono vicino.
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giuseppe
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mercoledì 2 maggio 2007
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per anto
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grazie, puoi capire allora quello che provo e solo noi sappiamo che parlare bene delproprio padre non è una cosa che si fa quando loro ci lasciano
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