paride86
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giovedì 20 gennaio 2011
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così così
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"Volevo solo dormirle addosso" racconta la vita di Marco Pressi, giovane manager perso nel gorgo di un lavoro odioso e opprimente.
Fin quando il film verte sul piano lavorativo, e dunque sociale, funziona piuttosto bene; la parte privata, invece, è mal tratteggiata e appesantisce la storia.
In definitiva si tratta di un film che ha il coraggio di affrontare, anche con una certa ironia, il moderno mondo del lavoro; tuttavia lo fa in maniera per niente brillante: si lascia guardare senza lasciare il segno.
Giorgio Pasotti è un protagonista bravo ma senza particolari lodi.
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my nick
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venerdì 5 dicembre 2008
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bel film
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mary
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mercoledì 22 ottobre 2008
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risorse umane di cantet..
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Guardatelo e capirete la diffrenza tra la finezza del cinema francese che ha un respiro e la capacità di caratterizzare vari personaggi..e questa italianata davvero inconcludente e monocorde.
Pasotti non è male come attore e la pellicola non è noiosa..già molto per l'agonizzante..forse già defunto cinema italiano.
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alexio350
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domenica 3 agosto 2008
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eugenio cappuccio dipinge la realta’ aziendale di
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A trentatre anni Marco Pressi è un giovane manager che si occupa della formazione del personale all’interno dell’azienda Multico. La sua vita lavorativa e non cambia il giorno in cui gli viene assegnato un compito delicato dall’azienda per cui lavora: dovrà licenziare 25 persone nell’arco di pochi mesi nell’ottica di attuare un piano di ridimensionamento del personale. Se riuscirà nel difficile intento, senza scontentare nessuno, avrà in cambio un sostanzioso premio in denaro più uno scatto di carriera.
Marco Pressi si mette subito all’opera, senza fermarsi nemmeno un istante a riflettere se quello che sta facendo è giusto oppure no. Pur di raggiungere l’obiettivo imposto dall’azienda, si lancia con furia nel nuovo incarico e non esita a ‘segare’ gli amici che lavorano con lui, i poveretti che lo scongiurano di non lasciarli a casa, la donna ammalata di cancro che tanto morendo dovrebbe prima o poi liberare un posto.
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A trentatre anni Marco Pressi è un giovane manager che si occupa della formazione del personale all’interno dell’azienda Multico. La sua vita lavorativa e non cambia il giorno in cui gli viene assegnato un compito delicato dall’azienda per cui lavora: dovrà licenziare 25 persone nell’arco di pochi mesi nell’ottica di attuare un piano di ridimensionamento del personale. Se riuscirà nel difficile intento, senza scontentare nessuno, avrà in cambio un sostanzioso premio in denaro più uno scatto di carriera.
Marco Pressi si mette subito all’opera, senza fermarsi nemmeno un istante a riflettere se quello che sta facendo è giusto oppure no. Pur di raggiungere l’obiettivo imposto dall’azienda, si lancia con furia nel nuovo incarico e non esita a ‘segare’ gli amici che lavorano con lui, i poveretti che lo scongiurano di non lasciarli a casa, la donna ammalata di cancro che tanto morendo dovrebbe prima o poi liberare un posto. Legittimato dalla volontà ‘aziendale’, Pressi si trasforma in breve tempo in un cinico ‘terminetor’ odiato comprensibilmente da tutti i lavoratori della Multico. Allo stesso tempo, egli non sembra capace di gestire la sua vita privata: ha una fidanzata che ignora e che sembra usare solo per ‘dormirle addosso’, e che arriva a tradire con una donna di colore conosciuta per caso in un locale.
Ben lungi dall’essere un mostro, il giovane manager non è altro che una pedina in mano all’azienda per cui lavora, che lo sfrutta fino in fondo per poi sbarazzarsi di lui al momento opportuno.
Il film di Eugenio Cappuccio è un’analisi obiettiva, per nulla esagerata, della realtà di spietata competizione e della smania di ‘risultati’ che regna oggi nel mondo delle grandi aziende, del processo di disumanizzazione che il singolo individuo deve subire suo malgrado e delle tristi ed inevitabili conseguenze che questo processo comporta.
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anto
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venerdì 15 febbraio 2008
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finale coerente, tuttavia scontato
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Interessante per la tematica che si propone di denunciare, il film scivola su un finale coerente, tuttavia scontato. Ne fa da cornice la cronologia dell'attività sessuale del protagonista. Proprio necessaria per trasmettere il suo svuotamento interiore?
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michele
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venerdì 1 febbraio 2008
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per cristiana capotondi.
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SEI STUPENDA ANCHE NEI FILM, CRISTIANA. MI PIACI TANTISSIMO QUANDO LAVORI INSIEME A BOLDI O DAPPORTO.
SEI FANTASTICA. CONTINUA COSI' CHE TE DAMO ER PREMIO NOBEL.
SE VUOI, CONTATTAMI AL MIO EMAIL.
SI. DAI. TI PREGO.
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pablitomf (maurizio facci
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sabato 29 dicembre 2007
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incredibilmente reale e concreto...
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Ottimissimo direi... non cela le verità aziendali attuali... non ascura la freddezza con cui oggi un lavoratore è un numero... lui stesso, il Manager che crede inizialmente d'aver "fatto carriera" si rende conto alla fine di contare nulla nel disegno della "riduzione"... lui è un arma attraverso la quale la dirigenza muove i fili non sporcandosi le mani...
bellissimo film... bravi gli attori.
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trottalemme
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lunedì 3 dicembre 2007
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complimenti
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illenamor
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sabato 13 ottobre 2007
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lo stimo molto
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Non sarà un pietra miliare del cinema contemporaneo, ma si guarda volentieri ed - esagerando le situazioni - rende l'idea dell'aria che si respira in certi ambienti di lavoro. Mitico il dialogo "Voi ci vorreste tutte sterili" - "No signora io stimo molto la sua fertilità ..." e i monologhi del direttore vendite.
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bubu7ete
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lunedì 20 agosto 2007
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ha ragione!
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io -a differenza sua - ho visto il film, e anche se il suo commento è piuttosto volgare, non si discosta dal vero. Sciatterie, luoghi comuni, personaggi tagliati con l'accetta..Pasotti e la Capotondi hanno 3 espressioni in 2, forse al supermercato li prendi con lo sconto...Gli stati Uniti a certe pellicole ci sono arrivati 30 anni fa, con attori che si chiamavano Robert Redford e Dustin Hoffmann, almeno noi potremmo puntare sulle idee..macché manco quelle, solo peti, e pagati cari!
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