eugen
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giovedì 9 novembre 2023
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film, appunto, anche"storico-documentario"
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"Ray"(Taylor Hack¿ford, 2004)nel quale la rematica biogrfica(infanzia didifiicle, con una madre poverissima, schiava senza esserlo ufficialmente, in uno di quel stati de Sud degli States nei quali il razzismo era dominante, negli anni 1930 pi'che mai..., poi la difficolta'ad affemrarsi perch'e¿cieco se non proprio dalla nascita da poco dopo, , dunque anche raggirato-imbrogliato-derubato, la geialti musiclae repressa, dal jazz a'la Nat King Cole al soul che diiventa poi blues e altro ancora, fino alla gloria di "Georgia on my miind, per fare solo un nome, la situazione sentimnetale, con moglie, figli ma anche troppe amanti, al dramma della droga, con cui combatte fino alla fine, all'impegno per l'equiparazone dei diritti per i"Neri"contro il razzismo, sempre strisciante negli USA, soprattutto al sud), viene a "tarpare le ali"all'ascolto della musica, cio'che magari si sarebbe chiesto a un film biografico cme questo.
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"Ray"(Taylor Hack¿ford, 2004)nel quale la rematica biogrfica(infanzia didifiicle, con una madre poverissima, schiava senza esserlo ufficialmente, in uno di quel stati de Sud degli States nei quali il razzismo era dominante, negli anni 1930 pi'che mai..., poi la difficolta'ad affemrarsi perch'e¿cieco se non proprio dalla nascita da poco dopo, , dunque anche raggirato-imbrogliato-derubato, la geialti musiclae repressa, dal jazz a'la Nat King Cole al soul che diiventa poi blues e altro ancora, fino alla gloria di "Georgia on my miind, per fare solo un nome, la situazione sentimnetale, con moglie, figli ma anche troppe amanti, al dramma della droga, con cui combatte fino alla fine, all'impegno per l'equiparazone dei diritti per i"Neri"contro il razzismo, sempre strisciante negli USA, soprattutto al sud), viene a "tarpare le ali"all'ascolto della musica, cio'che magari si sarebbe chiesto a un film biografico cme questo. Credo di non poter aggiungere molto altro a quanto scrivevo circa un anno fa, salvo forse ribadire che il film procede a forza di flash backs quai continui, in unottica quasi continua di rimandi, data un0imppstazione certamente psicanalitica. Non un eroe, Ray, come emerge dal film ma una persona in fdifficolta'costante, che doveva combattere contro difficolta' oggettiva e contro vari fantasmi mentali, se cosi'vogliamo dire . Eugen
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eugen
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sabato 27 agosto 2022
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biopic e come tale da valutare
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"Ray"/Taylor Hackford, anche autore del soeggetto con James L. White, autore della sceneggiatura, 2004)viene propostoblico al pub poco dopo la morte del grande pianista-cantante-compositore(Ma una copia in braille a Charles era stata inviata e , pur se con qualche critica limitata ad aclune sequenze, l'artista aveva accettato il film nel suo complesso) , e'il primo biopic su Ray Charles, dunque risente anche di un certo clima creatosi a ridosso della scomparsa del grande musicista, capace di fondere gospel, country, jazz, boogie woogie, creando, pero', proprio in questa"contaminatio"di stili, uno stile assolutamwente prpprio. Decisamente una maniera tipica di suonare , unita alla cecita', non acquisita alla nascita, ma all'eta'di sei anni, a causa di un incidente occorsogli quando si bagnava in un'0improvvisata vasca, nella piantagione in Florida del Nord, dove la madre lavorava come mezzadra.
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"Ray"/Taylor Hackford, anche autore del soeggetto con James L. White, autore della sceneggiatura, 2004)viene propostoblico al pub poco dopo la morte del grande pianista-cantante-compositore(Ma una copia in braille a Charles era stata inviata e , pur se con qualche critica limitata ad aclune sequenze, l'artista aveva accettato il film nel suo complesso) , e'il primo biopic su Ray Charles, dunque risente anche di un certo clima creatosi a ridosso della scomparsa del grande musicista, capace di fondere gospel, country, jazz, boogie woogie, creando, pero', proprio in questa"contaminatio"di stili, uno stile assolutamwente prpprio. Decisamente una maniera tipica di suonare , unita alla cecita', non acquisita alla nascita, ma all'eta'di sei anni, a causa di un incidente occorsogli quando si bagnava in un'0improvvisata vasca, nella piantagione in Florida del Nord, dove la madre lavorava come mezzadra. Formatosi come pianista quasi per caso, Charles, dapprima "arruolato"in una casa discografica"indipendent", passa poi a una mayor e il film racconta anche la dipendenza dalla droga(dopo lo spinello e lo"sniffare cocaina"arriva anche il"buco"), che complica la sua vita, tra l'altro molto combattuta a livello sentimentale. Pur se cronologicamente abbastanza lineare(quasi pedissequo nella parte che va da fine anni 1940 a circa il 1960, con i grandi rivolgimenti a livello di carriera e di vita privata, il film utilizza i flash-backs per mostrare come certe"allucinazioni"dell'artista(l'impressione di trovarsi in un luogo "invaso"dall'acqua anche quando questa non e'presente, non legata ai trips da droga)derivino dall'incidente immediabile ooccorsogli da bambino e segna i momenti caratterizanti la sua vita, con uno stile che talora rischia di essere ripetitivo(pedissequo, appunto)ma in realta'riesce comunque a segnare quello che, invero, era il suo scocpo, ossia offrire di Ray un ritratto attendibile. La muscia fa il resto(registrazioni originali di Charels, dunque una garanzia)ed e', dunque un vero"inno"(pur appunto"combattuto"e"lacerato", come era la vita dell'artista) e l'intepretazione di Jamie Foxx e'stata giustamente apprezzata senza riserve e premiata. Sharon Warren , Kerry Washngton, Regina King e vari/varie altri/e interpreti rendono il film notevole anche proprio sotto questo aspetto, quello dell0interpretazione e della recitazione. El Gato
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eugen
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sabato 27 agosto 2022
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biopic e come tale da valutare
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"Ray"/Taylor Hackford, anche autore del soeggetto con James L. White, autore della sceneggiatura, 2004)viene propostoblico al pub poco dopo la morte del grande pianista-cantante-compositore(Ma una copia in braille a Charles era stata inviata e , pur se con qualche critica limitata ad aclune sequenze, l'artista aveva accettato il film nel suo complesso) , e'il primo biopic su Ray Charles, dunque risente anche di un certo clima creatosi a ridosso della scomparsa del grande musicista, capace di fondere gospel, country, jazz, boogie woogie, creando, pero', proprio in questa"contaminatio"di stili, uno stile assolutamwente prpprio. Decisamente una maniera tipica di suonare , unita alla cecita', non acquisita alla nascita, ma all'eta'di sei anni, a causa di un incidente occorsogli quando si bagnava in un'0improvvisata vasca, nella piantagione in Florida del Nord, dove la madre lavorava come mezzadra.
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"Ray"/Taylor Hackford, anche autore del soeggetto con James L. White, autore della sceneggiatura, 2004)viene propostoblico al pub poco dopo la morte del grande pianista-cantante-compositore(Ma una copia in braille a Charles era stata inviata e , pur se con qualche critica limitata ad aclune sequenze, l'artista aveva accettato il film nel suo complesso) , e'il primo biopic su Ray Charles, dunque risente anche di un certo clima creatosi a ridosso della scomparsa del grande musicista, capace di fondere gospel, country, jazz, boogie woogie, creando, pero', proprio in questa"contaminatio"di stili, uno stile assolutamwente prpprio. Decisamente una maniera tipica di suonare , unita alla cecita', non acquisita alla nascita, ma all'eta'di sei anni, a causa di un incidente occorsogli quando si bagnava in un'0improvvisata vasca, nella piantagione in Florida del Nord, dove la madre lavorava come mezzadra. Formatosi come pianista quasi per caso, Charles, dapprima "arruolato"in una casa discografica"indipendent", passa poi a una mayor e il film racconta anche la dipendenza dalla droga(dopo lo spinello e lo"sniffare cocaina"arriva anche il"buco"), che complica la sua vita, tra l'altro molto combattuta a livello sentimentale. Pur se cronologicamente abbastanza lineare(quasi pedissequo nella parte che va da fine anni 1940 a circa il 1960, con i grandi rivolgimenti a livello di carriera e di vita privata, il film utilizza i flash-backs per mostrare come certe"allucinazioni"dell'artista(l'impressione di trovarsi in un luogo "invaso"dall'acqua anche quando questa non e'presente, non legata ai trips da droga)derivino dall'incidente immediabile ooccorsogli da bambino e segna i momenti caratterizanti la sua vita, con uno stile che talora rischia di essere ripetitivo(pedissequo, appunto)ma in realta'riesce comunque a segnare quello che, invero, era il suo scocpo, ossia offrire di Ray un ritratto attendibile. La muscia fa il resto(registrazioni originali di Charels, dunque una garanzia)ed e', dunque un vero"inno"(pur appunto"combattuto"e"lacerato", come era la vita dell'artista) e l'intepretazione di Jamie Foxx e'stata giustamente apprezzata senza riserve e premiata. Sharon Warren , Kerry Washngton, Regina King e vari/varie altri/e interpreti rendono il film notevole anche proprio sotto questo aspetto, quello dell0interpretazione e della recitazione. El Gato
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unicobezzi
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sabato 30 agosto 2014
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cosa troverete in ray...
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Che cerchiate un "Pezzo di Storia della Musica", oppure un "Pezzo di Storia dell'America", la rivincita sul razzismo di un "negro", o quella di un cieco sulla vita, una delle prime realtà del business musicale, un racconto sulla dipendenza da droga o una "favola" del '900...beh, tutto questo è RAY!!!
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emmanouel Δεπα
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mercoledì 22 gennaio 2014
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ritmo coinvolgente
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Un film geniale che ripercorre in maniera esaustiva circa i primi quarant'anni di vita di un artista stratosferico come Ray Charles. Ovviamente per raccontare la sua vita non si poteva non partire dalle sue umili origini e dalle difficolta da cui si è dovuto tirar via. A partire dalla cecità prematura ed alla mancanza di denaro in famiglia (già per questo il cantante merita un film, se paragonato a molti artisti odierni che al contrario non hanno una storia così da poter raccontare). Spostatosi dal suo piccolo villaggio armato di un'eccezionale bravura come stride-pianist tenterà il successo altrove.
Ray Charles "genio" sregolato del business saprà districarsi perfettamente nel mondo in evoluzione degli anni 50-60, sapendo restare sempre sulla cresta dell'onda.
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Un film geniale che ripercorre in maniera esaustiva circa i primi quarant'anni di vita di un artista stratosferico come Ray Charles. Ovviamente per raccontare la sua vita non si poteva non partire dalle sue umili origini e dalle difficolta da cui si è dovuto tirar via. A partire dalla cecità prematura ed alla mancanza di denaro in famiglia (già per questo il cantante merita un film, se paragonato a molti artisti odierni che al contrario non hanno una storia così da poter raccontare). Spostatosi dal suo piccolo villaggio armato di un'eccezionale bravura come stride-pianist tenterà il successo altrove.
Ray Charles "genio" sregolato del business saprà districarsi perfettamente nel mondo in evoluzione degli anni 50-60, sapendo restare sempre sulla cresta dell'onda. Artista in grado di esplorare ogni angolo e genere della musica, che sia jazz, blues, soul, country, sempre però seguito dal suo pianoforte. Nel film è ben raccontata la genesi di alcuni dei suoi brani più famosi come what i'd say, mess around e hit the road jack, e forse questa è la parte più divertente per i suoi fan.
Nel film si parla anche del suo impegno contro il razzismo e si fa un breve riferimento alla vicenda riguardante lo stato della Georgia e la canzone Georgia on my mind.
L'elemento principale che è presente lungo tutto il film è il rapporto e l'ossessione di Ray con la droga, abuso dovuto ad un incidente che lo segnò nel profondo, si nota un parallelo perfetto tra l'ascesa dell'artista e la contemporanea caduta dell'uomo vittima di una dipendenza.
Un'altra dipendenza che lo caratterizza nel film è il desiderio continuo di donne, che lui essendo cieco giudica fisicamente toccando il polso, tanto da portarlo al tradimento della moglie ripetutamente.
Sicuramente un buon film, girato con la collaborazione dello stesso Ray Charles che si congratulò con Jamie Foxx per l'interpretazione tenuta. Interpretazione valsa a Jamie un oscar.
Un ottimo prodotto per rendere gloria e un ricordo ad uno dei più grandi ed influenti artisti del secolo scorso.
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cinemamoremio
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mercoledì 22 gennaio 2014
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stupenda biografia, fantastica fotografia e musica
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Questo film mi ha fatto scoprire l'Uomo Ray, fino ad ora per me soltanto una macchina produttrice di bella musica. Non conoscevo affatto la vita dell'Artista e credo che questa ricostruzione sia abbastanza fedele, anche se sarà quasi sicuramente un po' romanzata, come avviene spesso nei film biografici. L'interprete è così somigliante tanto da poter permettere al regista dei primi piani arditi, le esecuzioni realmente fatte dall'attore non hanno avuto bisogno di basi musicali originali, grazie al fortunato abbinamento volto-talento di Foxx, lo definirei un "clone" di "The Genius". La fotografia è coinvolgente, con colori caldi per gli ambienti dell'infanzia di Ray, più freddi e soffusi dal fumo per quelli dell'adulto immerso nel mondo jazz.
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Questo film mi ha fatto scoprire l'Uomo Ray, fino ad ora per me soltanto una macchina produttrice di bella musica. Non conoscevo affatto la vita dell'Artista e credo che questa ricostruzione sia abbastanza fedele, anche se sarà quasi sicuramente un po' romanzata, come avviene spesso nei film biografici. L'interprete è così somigliante tanto da poter permettere al regista dei primi piani arditi, le esecuzioni realmente fatte dall'attore non hanno avuto bisogno di basi musicali originali, grazie al fortunato abbinamento volto-talento di Foxx, lo definirei un "clone" di "The Genius". La fotografia è coinvolgente, con colori caldi per gli ambienti dell'infanzia di Ray, più freddi e soffusi dal fumo per quelli dell'adulto immerso nel mondo jazz.
Non conoscevo affatto la pagina triste della dipendenza dalla droga e neanche quella di donnaiolo traditore, benché amante della propria famiglia... un po' a modo suo!!! Questi lati oscuri di Ray lo rendono più umano, più terreno, non soltanto un mito senza macchia. I suoi scheletri non sono rimasti nascosti nell'armadio, ma si sono palesati in tutta la loro realtà ed il regista è stato bravissimo a mostrarli senza cadere nel banale o lo scontato.
La ritmica delle scene è dinamica, scorre veloce senza dilungarsi in scene ed inquadrature allo scopo di riempire i 152 minuti dell'intera durata del film.
Non so se la voce cantante fosse quella di Foxx o in "play-back" quella di Ray: nella prima ipotesi un plauso particolare all'attore per la grande fedeltà, nella seconda il plauso va al montaggio perfetto che non ha tradito l'eventuale "trucco".
Il regista è stato un grande ad aver scovato l'uomo perfetto ad interpretare il personaggio: perfetti il volto, il fisico, il talento a suonare e (se la sua) nella voce.
Desidero anche menzionare la bravura del Ray Charles bambino, bravissimo attore in erba che esprime il massimo della sua interpretazione nel pianto davanti alla bara del fratellino, singhiozzi veri usciti da un bambino che fingeva: ancora BRAVISSIMO!!!
Ho votato con cinque stelle ritenendolo un capolavoro, in realtà per me questo appellativo andrebbe a pellicole più meritevoli, ma in questi ultimi anni il livello qualitativo a mio avviso si è abbassato, quindi questo film lo merita pienamente.
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shiningeyes
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sabato 14 dicembre 2013
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foxx uguale a ray!
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E' vero che "Ray" può risultare canonico come biopic ed è vero anche che c'è un forte romanzesco a circordarlo. Ma è vero anche che, il canonico non sempre dispiace o è un difetto. Per me, "Ray" non poteva essere girato meglio: Hackford riesce a portarci nel cuore dell'America anni 50/60, con il jazz che impazzava nelle radio e i neri discriminati dalla segregazione razziale che trovavano il loro riscatto con la loro immensa capacità musicale; il meglio è fatto nella ricostruzione dell'artista, ma soprattuto uomo Ray Charles, traumatizzato dalla perdita del fratellino di cui si sente colpevole e dipendente dall'eroina, i cui problemi non basteranno nella sua inarrestabile avanzata nella celebrità e ricchezza, grazie al suo talento al piano e alla voce.
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E' vero che "Ray" può risultare canonico come biopic ed è vero anche che c'è un forte romanzesco a circordarlo. Ma è vero anche che, il canonico non sempre dispiace o è un difetto. Per me, "Ray" non poteva essere girato meglio: Hackford riesce a portarci nel cuore dell'America anni 50/60, con il jazz che impazzava nelle radio e i neri discriminati dalla segregazione razziale che trovavano il loro riscatto con la loro immensa capacità musicale; il meglio è fatto nella ricostruzione dell'artista, ma soprattuto uomo Ray Charles, traumatizzato dalla perdita del fratellino di cui si sente colpevole e dipendente dall'eroina, i cui problemi non basteranno nella sua inarrestabile avanzata nella celebrità e ricchezza, grazie al suo talento al piano e alla voce. Se però il film possiede tutta questa forza immaginifica e intensa, si deve la maggior parte alla grandissima recitazione di Jamie Foxx, capace di strappare la statuetta all'altrettanto bravo Di Caprio di "The Aviator"; Foxx d'altronde si è impegnato a fondo in questa parte, prendendo veramente l'essenza dello spirito di Ray Charles, il quale era già avvantaggiato nell'avere le fattezze simili. Insomma, il Ray fatto da Foxx è un Ray vivente ed emozionante, capace di farci sorridere con i suoi scatti improvvisi di creatività nelle canzoni "I got woman" e "What i say" e farci penare per lui quando lo si vede combattere contro la droga e i managers privi di scrupoli che lo vogliono fregare solo perché è un non vedente. Una storia tortuosa ed avvincente è quella raccontata in "Ray", che nelle forti immagini risiede gran parte della bellezza del film, le quali nutrono tale storia; ritengo che sia un film da vedere a tutti costi, sia per interpretazione sia per la buona dose di bella musica che si può sentire, tutta eseguita dall'eccelente Jamie Foxx.
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alex41
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mercoledì 21 novembre 2012
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ray charles on our mind
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Questo film mi è piaciuto molto. Certo ha degli alti e bassi, ma tuttavia è passabile. Non ho digerito molto il montaggio, a tratti troppo frenetico, ad altri alterna momenti lenti a momenti veloci, ma tuttavia la storia è comprensibile e interessante: la vita di Ray Charles, i suoi problemi con la droga, la moglie, la sua musica, i suoi sentimenti, tutto questo in 150 minuti in un film che nonostante le piccole imperfezioni che ho menzionato prima scorre molto più in fretta di quanto si possa immaginare. Ma la vera sorpresa del film è Jamie Foxx, diciamolo un film che senza di lui probabilmente non avrebbe avuto lo stesso effetto. Che dire della sua interpretazione: sublime? Grandiosa? Emozionante? Io direi che è come se il vero Charles fosse tornato per recitare: è dannatamente identico in tutto e per tutto: come canta, come si muove, come parla, come se l'attore fosse stato posseduto dallo spirito di Ray.
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Questo film mi è piaciuto molto. Certo ha degli alti e bassi, ma tuttavia è passabile. Non ho digerito molto il montaggio, a tratti troppo frenetico, ad altri alterna momenti lenti a momenti veloci, ma tuttavia la storia è comprensibile e interessante: la vita di Ray Charles, i suoi problemi con la droga, la moglie, la sua musica, i suoi sentimenti, tutto questo in 150 minuti in un film che nonostante le piccole imperfezioni che ho menzionato prima scorre molto più in fretta di quanto si possa immaginare. Ma la vera sorpresa del film è Jamie Foxx, diciamolo un film che senza di lui probabilmente non avrebbe avuto lo stesso effetto. Che dire della sua interpretazione: sublime? Grandiosa? Emozionante? Io direi che è come se il vero Charles fosse tornato per recitare: è dannatamente identico in tutto e per tutto: come canta, come si muove, come parla, come se l'attore fosse stato posseduto dallo spirito di Ray. Il film in sè vale 3 stelle piene, ma l'interpretazione di Jamie e le musiche lo alzano a 4 stelle piene. Di più non riesco a dare comunque. Forse magari rivedendolo.....
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moroma
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martedì 20 luglio 2010
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bravo jaimes!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
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COME FILM HO MOLTO DA RIDIRE MA JAIME FOX BRAVISSIMOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!
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maciste
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mercoledì 21 gennaio 2009
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bello, per scoprire ray charles
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Bello, per scoprire Ray Charles e quindi non solo per gli appassioanti!!!
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