giorgia
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martedì 20 gennaio 2009
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ma questo mattia nicoletti esiste?
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Perché vorrei conoscerlo. Non è possibile che un film come questo (1)interpretato magnificamente, 2)pieno della musica di Ray Charles e 3)così rigoroso da mettere in evidenza la parabola umana e musicale di un uomo) meriti 2 MISERE STELLE. Davvero una bella cricca questi nickname che ci spiegano come va il mondo per conto di Mymovies!
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tricky
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sabato 29 dicembre 2007
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film straordinario
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Io credo che sia un film stupendo,anche se ray Charles non è il mio cantante preferito, la storia è molto intensa e verosimile e jamie foxx insieme agli altri attori forma un cast eccezionale, a vederne film cosi più spesso.
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svenson
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giovedì 25 ottobre 2007
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emozionante
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raffaello
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domenica 21 ottobre 2007
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consigliatissimo
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e' un grandissimo biopic.Jamie Foxx è grandissimo nell'interpretazione del mito del rhythm & blues.Forse è un pò troppo monotematico e,in alcuni momenti,troppo viscerale,ma è un grande film.
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dodo
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martedì 15 marzo 2005
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il film non rende ray
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Il film parla della vita di Ray Charles, morto soltanto recentemente, e già solo questo basterebbe per riuscire ad attirare l’ attenzione del pubblico e per aspettarsi anche un buon film, (tenendo conto proprio della vita difficile dell’ artista afro - americano , divenuto cieco a sette anni, ma anche ad un’ aspetto turbolento della sua esistenza macchiata dall’ abuso delle droghe pesanti). Oltre a questo è da sottolineare il fatto che il film è stato girato da un regista follemente innamorato di Ray (Taylor Hackford) e della sua musica , e questo farebbe pensare ad un’ analisi accurata e profonda della vita di Ray. Così non è, perché se è vero che la storia del pianista merita di essere narrata, invece la riproduzione di Taylor Hackford lascia alquanto perplessi.
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Il film parla della vita di Ray Charles, morto soltanto recentemente, e già solo questo basterebbe per riuscire ad attirare l’ attenzione del pubblico e per aspettarsi anche un buon film, (tenendo conto proprio della vita difficile dell’ artista afro - americano , divenuto cieco a sette anni, ma anche ad un’ aspetto turbolento della sua esistenza macchiata dall’ abuso delle droghe pesanti). Oltre a questo è da sottolineare il fatto che il film è stato girato da un regista follemente innamorato di Ray (Taylor Hackford) e della sua musica , e questo farebbe pensare ad un’ analisi accurata e profonda della vita di Ray. Così non è, perché se è vero che la storia del pianista merita di essere narrata, invece la riproduzione di Taylor Hackford lascia alquanto perplessi. Infatti il regista trasforma l’ emozionante avventura di Ray in un Kolossal superficiale e frettoloso, visto che il film è un susseguirsi rapido di immagini e momenti così scarni da non permettere quasi mai un’ accesso concitato alla vicenda. Insomma il film non emoziona, sarà perché il regista fa un uso fitto di flashback che hanno la sola conseguenza di lasciare spiazzato lo spettatore, sarà che nel film trionfano i dialoghi stupidi a discapito dei momenti di riflessione che dovrebbero farla da padrona. La scelta che pregiudica un buon esito del film, sta forse nell’ aver presentato troppe scene di brevissima durata. Questa scelta conferisce al film una narrazione frenetica, che non si sofferma sui tanti eventi che meriterebbero di essere analizzati, bensì li sfiora appena. Il film si presenta quindi come un vortice, e conclusosi, non lascia tracce di sé. Non è in questo modo che vogliamo ricordare la splendida storia dell’ artista scomparso, che a differenza del film, ci ha lasciato un patrimonio indimenticabile.
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dodo
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lunedì 14 marzo 2005
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bella storia, film mediocre
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Il film parla della vita di Ray Charles, morto soltanto recentemente, e già solo questo basta per riuscire ad attirare l’ attenzione del pubblico e per aspettarsi anche un buon film, tenendo conto proprio della vita difficile dell’ artista afro - americano , divenuto cieco a sette anni, ma anche ad un’ aspetto turbolento della sua esistenza macchiata dall’ abuso delle droghe pesanti. Oltre a questo è da sottolineare il fatto che il film è stato girato da un regista follemente innamorato di Ray (Taylor Hackford) e della sua musica , che è quindi anche un profondo conoscitore dell’ artista e questo è un fatto positivo perché conferisce all’ opera cinematografica un maggiore spessore. Quindi è rappresentata nel film la nota diffidenza di Ray nei confronti di tutte le persone, comprese quelle che gli stavano attorno, diffidenza motivata dalla sua cecità e dal fatto di essere quindi spesso vittima di inganni, ma non solo, sono presenti nel film anche aspetti comici, come quando Ray tastava il polso delle donne per capire se si trovava di fronte ad una particolare bellezza o meno.
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Il film parla della vita di Ray Charles, morto soltanto recentemente, e già solo questo basta per riuscire ad attirare l’ attenzione del pubblico e per aspettarsi anche un buon film, tenendo conto proprio della vita difficile dell’ artista afro - americano , divenuto cieco a sette anni, ma anche ad un’ aspetto turbolento della sua esistenza macchiata dall’ abuso delle droghe pesanti. Oltre a questo è da sottolineare il fatto che il film è stato girato da un regista follemente innamorato di Ray (Taylor Hackford) e della sua musica , che è quindi anche un profondo conoscitore dell’ artista e questo è un fatto positivo perché conferisce all’ opera cinematografica un maggiore spessore. Quindi è rappresentata nel film la nota diffidenza di Ray nei confronti di tutte le persone, comprese quelle che gli stavano attorno, diffidenza motivata dalla sua cecità e dal fatto di essere quindi spesso vittima di inganni, ma non solo, sono presenti nel film anche aspetti comici, come quando Ray tastava il polso delle donne per capire se si trovava di fronte ad una particolare bellezza o meno. Tutti gli aspetti della sua vita vengono riassunti nel film , compresi quelli della sua infanzia difficile, la povertà , la morte del fratello per la quale provava un inguaribile senso di colpa, fino ad arrivare alla disgrazia della cecità alla quale la madre lo addestrò a reagire con coraggio senza richiedere l’ aiuto altrui e senza sopperire alle difficoltà. Questi momenti vengono richiamati dai numerosi flashback operati dal regista, forse troppi , perché spesso, specie all’ inizio, rompono la linearità degli eventi e trasformano il film in un balbettio farraginoso. Poi vi sono da considerare le problematiche di Ray più adulto, l’ iniziale difficoltà nell’ emergere ma soprattutto l’ ostilità da parte di molti afro -americani che contestavano la sua scelta di mischiare il bles (la musica del piacere sfrenato) con il gospel (la musica di Dio) , scelta che comunque rappresentò una delle chiavi del suo successo. Questi temi si fondono poi con altri aspetti della sua vita come la difficoltà di coniugare i doveri di padre e marito con le interminabili tournè che lo sottoponevano ad una vita sfrenata fatta di vizi e abuso di droghe. Viene poi rappresentato nel film l’ aspetto storico e sociale di quel tempo negli USA dove le persone di colore lottavano contro l’ apharteid e per l’ affermazione dei propri diritti, in questo senso viene ricordato l’ impegno di Ray che si rifiutò di suonare nei luoghi razzisti e per questo gli venne proibito di mettere piede in Georgia salvo poi il ripensamento da parte del governo dello Stato stesso nel 1974, quando il celebre brano di Ray Charles “Georgia in my mind” divenne un vero e proprio inno. Fatta luce sulla trama e l’ evoluzione del film c’ è da dire che molte parti rimangono inaccessibili emotivamente proprio a causa delle scelte non proprio azzeccate del regista, infatti come detto l’ uso eccessivo di flashback, la presenza di troppe scene di breve durata e la velocità con cui si sviluppano gli eventi lasciano spiazzato lo spettatore e non premiano la scorribilità del film che a tratti risulta addirittura noioso. Da segnalare la grande interpretazione di Jamie Fox resta comunque un film da vedere anche se il regista non è proprio all’ altezza…
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chenille
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martedì 8 febbraio 2005
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vi dico la mia
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Forse non sarà un capolavoro ..ma di certo sono rimasta molto impressionata dalla storia di Ray Charles.Questo film mi ha avvicinata tanto a lui come musicista..Tuttavia essendolo anche io ritengo di aver avuto 1 impatto col film decisamente diverso dalla massa..io comunque ho compatito il suo rimorso per George,suo fratello minore finito tragicamente, ed ho ammirato la figura di sua madre Aretha..una donna davvero ok!Per quanto riguarda Ray..è stato 1 grande..vizi e donne a parte..ma credo che in questo sia simile a tutti gli uomini del pianeta!!! Cercavo materiale su Della Bea sua moglie...non ho trovato proprio nulla e niente altro su Mary Ann Fisher o su Margie Hendricks. The Genius sempre vivo ,ancora una volta soprendente.
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Forse non sarà un capolavoro ..ma di certo sono rimasta molto impressionata dalla storia di Ray Charles.Questo film mi ha avvicinata tanto a lui come musicista..Tuttavia essendolo anche io ritengo di aver avuto 1 impatto col film decisamente diverso dalla massa..io comunque ho compatito il suo rimorso per George,suo fratello minore finito tragicamente, ed ho ammirato la figura di sua madre Aretha..una donna davvero ok!Per quanto riguarda Ray..è stato 1 grande..vizi e donne a parte..ma credo che in questo sia simile a tutti gli uomini del pianeta!!! Cercavo materiale su Della Bea sua moglie...non ho trovato proprio nulla e niente altro su Mary Ann Fisher o su Margie Hendricks. The Genius sempre vivo ,ancora una volta soprendente. PS: Jamie Foxx davvero grandioso!
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luigi
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domenica 6 febbraio 2005
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forse poco realistico
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il film da un punto di vista tecnico è ben fatto, è contenutisticamente che lascia un pò a desiserare; la storia appare proiettata verso un orizzonfe fantomatico, la biografia è poco rappresentata; è come se si siano scelti i momenti di Ray da "NARRARE"....perchè non si parla di Ray a sanremo??molti sono i quesiti sollevabili..é comunque un gran bel film...
[+] sanremo e ray
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arcana
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mercoledì 26 gennaio 2005
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spassionatamente
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Modesto, modestissimo biopic in perfetto stile hollywoodiano. Se Jamie Foxx aderisce alla parte con sconcertante precisione, interpretando addirittura numerosi brani, la forte impronta da blockbuster rende il film simile ad un album di figurine con didascalie. Taylor Hackford sacrifica ogni sfumatura e ogni approfondimento alla leggibilità delle sequenze ed alla rapidità del fraseggio narrativo, dimenticandosi completamente la dimensione dello scavo e della passione. Nessuno spazio è dato all'urgenza espressiva, al travaglio creativo: la statura artistica di Ray Charles è ridotta a mera formula commerciale e il suo strabordante talento oscurato dalle percentuali dei contratti. La vicenda biografica del personaggio è disegnata con esasperante pedanteria, ma le grandi scelte di vita dell'uomo sono trattate con imperdonabile sbrigatività e leggerezza: la decisione di passare all'eroina è presentata come un assurdo capriccio e la conversione alla causa antirazzista come un inspiegabile voltafaccia.
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Modesto, modestissimo biopic in perfetto stile hollywoodiano. Se Jamie Foxx aderisce alla parte con sconcertante precisione, interpretando addirittura numerosi brani, la forte impronta da blockbuster rende il film simile ad un album di figurine con didascalie. Taylor Hackford sacrifica ogni sfumatura e ogni approfondimento alla leggibilità delle sequenze ed alla rapidità del fraseggio narrativo, dimenticandosi completamente la dimensione dello scavo e della passione. Nessuno spazio è dato all'urgenza espressiva, al travaglio creativo: la statura artistica di Ray Charles è ridotta a mera formula commerciale e il suo strabordante talento oscurato dalle percentuali dei contratti. La vicenda biografica del personaggio è disegnata con esasperante pedanteria, ma le grandi scelte di vita dell'uomo sono trattate con imperdonabile sbrigatività e leggerezza: la decisione di passare all'eroina è presentata come un assurdo capriccio e la conversione alla causa antirazzista come un inspiegabile voltafaccia. Il fumettone di Hackford non risparmia neppure l'introspezione(?), precipitando irrimediabilmente nello psicologismo e nella caricatura: le frequenti allucinazioni liquide di Ray sono puro comico involontario e i flashback "saturati" sui suoi traumi infantili gridano vendetta. Restano le stratosferiche esecuzioni musicali di Ray "The Genius" Charles, troppo spesso interrotte da dialoghi mostruosamente inopportuni, e l'ennesima prova d'attore di stupefacente mimetismo. Ma di arte cinematografica, ahimè, neanche una lontana eco.
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[+] qualcuno che capisce di cinema
(di dodo)
[ - ] qualcuno che capisce di cinema
[+] :-)
(di arcana)
[ - ] :-)
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anonimo
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mercoledì 26 gennaio 2005
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lingua originale
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niente recensione .solo una richiesta ,quand è che li facciamo vedere in lingua originale questi film?
[+] hai ragione
(di anonimo)
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