jean marc georgel
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sabato 5 novembre 2016
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incredibile...
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...e pure firmato (da un critico?)..."così recitato da suonare falso". Sgomento, davanti a tale dimostrazione di insensibilità. Che si tratti di un film "minimalista" non fa una grinza, ma la trama è da tragedia greca e l'autenticità dei protagonisti è totale, Servillo perfetto e gli altri molto credibili. La storia di un uomo senza speranze che sceglie, in chiave faustiana, di buttare ciò che gli resta di vita in un amore impossibile: è questo che "suona falso"? Oppure la barista che si innamora di un uomo maturo perché già consapevole della futilità dei maschietti della sua generazione. Una coppia di bestie-killer molto rappresentativa della compagine tirapiedi della mafia, una coppia di ricconi decaduti pressoché mummificati, un direttore d'albergo esperto di sornione diplomazia e un direttore di banca agente scaltro e mellifluo specializzato nel riciclaggio di denaro sporco.
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...e pure firmato (da un critico?)..."così recitato da suonare falso". Sgomento, davanti a tale dimostrazione di insensibilità. Che si tratti di un film "minimalista" non fa una grinza, ma la trama è da tragedia greca e l'autenticità dei protagonisti è totale, Servillo perfetto e gli altri molto credibili. La storia di un uomo senza speranze che sceglie, in chiave faustiana, di buttare ciò che gli resta di vita in un amore impossibile: è questo che "suona falso"? Oppure la barista che si innamora di un uomo maturo perché già consapevole della futilità dei maschietti della sua generazione. Una coppia di bestie-killer molto rappresentativa della compagine tirapiedi della mafia, una coppia di ricconi decaduti pressoché mummificati, un direttore d'albergo esperto di sornione diplomazia e un direttore di banca agente scaltro e mellifluo specializzato nel riciclaggio di denaro sporco. Tutto questo sembra incredibile a qualcuno. A me questo film è sembrato tragico e pregno di verità eterne, e colgo non poca volgarità e xenofobia nel trito e ritrito pensiero "brutti stranieri che vedono gli italiani in termini di spaghetti pizza e mafia.
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rob8
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venerdì 27 luglio 2018
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le estreme conseguenze dell’amore
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Il secondo lungometraggio del futuro premio Oscar Paolo Sorrentino si avvale, come all’esordio e come in altre significative prove successive, del notevole apporto attoriale di Toni Servillo. Il quale conferisce al personaggio principale del film, lo schivo commercialista finito in un ingranaggio criminale, una multiforme serie di sfaccettature ed una profondità psicologica non inferiore a quella più matura e premiata di Jep Gambardella de “La grande bellezza”.
A differenza dell’opera più nota, qui l’ambientazione prevalente è volutamente algida e claustrofobrica (un hotel nel Canton Ticino) e lo sviluppo narrativo è più lineare, pur nella spezzatura di alcuni flashback, e il riferimento ad un modello di genere – il film di mafia – è esplicito.
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Il secondo lungometraggio del futuro premio Oscar Paolo Sorrentino si avvale, come all’esordio e come in altre significative prove successive, del notevole apporto attoriale di Toni Servillo. Il quale conferisce al personaggio principale del film, lo schivo commercialista finito in un ingranaggio criminale, una multiforme serie di sfaccettature ed una profondità psicologica non inferiore a quella più matura e premiata di Jep Gambardella de “La grande bellezza”.
A differenza dell’opera più nota, qui l’ambientazione prevalente è volutamente algida e claustrofobrica (un hotel nel Canton Ticino) e lo sviluppo narrativo è più lineare, pur nella spezzatura di alcuni flashback, e il riferimento ad un modello di genere – il film di mafia – è esplicito. Ma la bravura del regista, che firma altresì soggetto e sceneggiatura, sta nel miscelare gli ingredienti in modo originale e spesso spiazzante.
Il tutto sorretto da inquadrature di pulizia geometrica; sequenze “riflessive”, nell’abbondanza di specchi, vetrate, finestre e finestrini; ardite esibizioni di ripresa; uso sapiente della fotografia e della banda sonora, dove al silenzio ovattato si contrappongono rumori isolati e appropriati commenti musicali. Fino al drammatico finale, dove l’amore e la negazione d’amore approdano alle estreme conseguenze.
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mlolli
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domenica 5 settembre 2021
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presuntuoso e fastidioso
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Le scene riprese al rallentatore con camera da presa in movimento. Altri virtuosismi che neanche Hitchcock e Tarantino saprebbero fare. Ma le emozioni, la trama, i dialoghi, la recitazione? Quando un film ha poco da trasmettere rimane solo la presunzione del regista. Titta colpito da inverosimile sfortuna con la camorra (ha perso 220 miliardi su 225 per un investimento sbagliato!) è relegato in un improbabile Canton Ticino (dove nessuno neanche una comparsa è minimamente credibile come Ticinese) dove vive una vita solitaria senza emozioni da riciclatore di milioni. Per quasi tutto il film i dialoghi ( o non dialoghi) prevedibili e noiosi di Titta ci ricordano questo fatto. Intollerabile poi la scena dove come un guitto di provincia costringe il direttore di banca a fingere di contare centomila euro in più.
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Le scene riprese al rallentatore con camera da presa in movimento. Altri virtuosismi che neanche Hitchcock e Tarantino saprebbero fare. Ma le emozioni, la trama, i dialoghi, la recitazione? Quando un film ha poco da trasmettere rimane solo la presunzione del regista. Titta colpito da inverosimile sfortuna con la camorra (ha perso 220 miliardi su 225 per un investimento sbagliato!) è relegato in un improbabile Canton Ticino (dove nessuno neanche una comparsa è minimamente credibile come Ticinese) dove vive una vita solitaria senza emozioni da riciclatore di milioni. Per quasi tutto il film i dialoghi ( o non dialoghi) prevedibili e noiosi di Titta ci ricordano questo fatto. Intollerabile poi la scena dove come un guitto di provincia costringe il direttore di banca a fingere di contare centomila euro in più. Ogni scena comunque sai già cosa dirà o non dirà. Si inietta eroina UNA volta la settimana da vent’anni. Unico caso al mondo a non cadere nella dipendenza quotidiana e nelle crisi d’astinenza dalla droga più subdola dell’universo ma vabbè! (Tra l’altro bel messaggio che viene trasmesso!) Poi viene smosso emotivamente dall’attrazione per la barista (Magnani bravissima) e quindi decide di rubare una valigia piena di milioni per darli ad una coppia di vecchi che lo truffavano a carte (tutto molto logico e credibile). Per tale motivo viene ucciso dalla camorra. Per me la visione è stata irritante.
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jonnylogan
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martedì 13 settembre 2022
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rossetto e cioccolato
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Le conseguenze del titolo sono quelle che faranno cambiare lentamente l'anonima esistenza di Titta Di Girolamo, uno splendido Toni Servillo che ancora una volta si pone al servizio dell'amico Paolo Sorrentino. Un Sorrentino annichilito dalla vita in albergo e dall'anonimato con il quale alcuni uomini di affari affrontano i loro viaggi di lavoro, e che per questo decise nel lontano 2004 di narrare, a modo suo, la storia di uno di loro. Immaginando la vita di un commercialista originario di Sorrento recluso da una decina di anni in un albergo svizzero. Non quindi un normale detenuto fra le sbarre di una cella ma bensì un recluso forzato, di una legge ben più subdola. L’uomo è infatti stato allontanato dagli affetti famigliari per una colpa commessa due lustri prima, un errore di valutazione durante un'operazione finanziaria che costò a "cosa nostra" la bellezza di duecentoventi miliardi di vecchie lire.
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Le conseguenze del titolo sono quelle che faranno cambiare lentamente l'anonima esistenza di Titta Di Girolamo, uno splendido Toni Servillo che ancora una volta si pone al servizio dell'amico Paolo Sorrentino. Un Sorrentino annichilito dalla vita in albergo e dall'anonimato con il quale alcuni uomini di affari affrontano i loro viaggi di lavoro, e che per questo decise nel lontano 2004 di narrare, a modo suo, la storia di uno di loro. Immaginando la vita di un commercialista originario di Sorrento recluso da una decina di anni in un albergo svizzero. Non quindi un normale detenuto fra le sbarre di una cella ma bensì un recluso forzato, di una legge ben più subdola. L’uomo è infatti stato allontanato dagli affetti famigliari per una colpa commessa due lustri prima, un errore di valutazione durante un'operazione finanziaria che costò a "cosa nostra" la bellezza di duecentoventi miliardi di vecchie lire. Riconosciuto innocente, per non essersi appropriato del denaro e aver commesso in buona fede l'errore, per Titta esiste però una sola via di salvezza: fungere da corriere, due volte la settimana, per il riciclaggio del "denaro sporco". Entriamo così con incredibile lentezza nella vita di un uomo vittima dell'insonnia e dedito all'eroina, Senza più una famiglia, lasciata in Italia e dalla quale ormai non riceve quasi più nemmeno un saluto. A voi scoprire come la vita di questo triste impiegato di cosa nostra possa improvvisamente cambiare per miracolo o forse per semplice voglia di dire basta di fronte a un’esistenza che in fondo vita non è. Completano il cast il caratterista Raffaele Pisu, ex - padrone d'albergo caduto in disgrazia e Adriano Giannini, nel ruolo del fratello di Titta, capace di far riaffiorare nella sua mente vecchi ricordi capaci di smuoverne le scelte. Se avete quindi voglia d’immergervi in un film dalla trama solo apparentemente scontata e da una interpretazione come sempre molto solida di Servillo, questo è decisamente il film che fa per voi.
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stefano bruzzone
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giovedì 28 maggio 2015
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un bluff
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un film sul quale la critica si è trovata spesso in disaccordo. Chi lo definisce un capolavoro chi invece lo trova un grande bluff. Io propendo per la seconda ipotesi. Un film sopravvalutato anche se bisogna riconoscere la bravura di Sorrentino nel girare e nel creare suoni e atmosfere assolutamente affascinanti, tecnicamente perfetti e di ottima fattura. Ma questo non basta e prendere una sceneggiatura interessante e con enormi potenzialità per trasformarla in un polpettone clamorosamente noioso e a tratti incomprensibile. Un commercialista esiliato da cosa nostra dopo aver perso miliardi in un investimento sbagliato, viene "graziato" e spedito in un hotel di Lugano ove trascorre le giornate nell'ozio totale tranne quando cosa nostra gli spedisce una valigia piena di milioni che lui si occupa di riciclare in una banca svizzera.
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un film sul quale la critica si è trovata spesso in disaccordo. Chi lo definisce un capolavoro chi invece lo trova un grande bluff. Io propendo per la seconda ipotesi. Un film sopravvalutato anche se bisogna riconoscere la bravura di Sorrentino nel girare e nel creare suoni e atmosfere assolutamente affascinanti, tecnicamente perfetti e di ottima fattura. Ma questo non basta e prendere una sceneggiatura interessante e con enormi potenzialità per trasformarla in un polpettone clamorosamente noioso e a tratti incomprensibile. Un commercialista esiliato da cosa nostra dopo aver perso miliardi in un investimento sbagliato, viene "graziato" e spedito in un hotel di Lugano ove trascorre le giornate nell'ozio totale tranne quando cosa nostra gli spedisce una valigia piena di milioni che lui si occupa di riciclare in una banca svizzera. Tutto il resto ruota attorno a questo personaggio insopportabile in un film fatto più di silenzi che di dialogo. Sorrentino salva la barca solo nel finale riuscendo a strappare un 6,5 risicatissimo.
Voto: 6,5
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matsukaze
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sabato 22 gennaio 2005
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le conseguenze dell'amore....
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film essenzialmente deprimente ed a tratti noioso... ben recitato dal protagonista, che a mio parere impersona perfettamente lo stato d'animo del "porta borse"; il contorno dei rimanenti attori e del loro modo di recitare è scarso.... forse i migliori interpreti sono proprio coloro che par quasi non leggano un copione ma che gli sia stato chiesto di impersonare la loro vera vita , ossia "i mafiosi"; si , talmente naturali e sinceri e credibili nel loro ruolo "della vita fuori dal set" ...Adriano Giannini impegnato nella recita di fine anno alle "scuole superiori" , questo era ciò che riusciva a trasmettere ed una attrice esordiente che viene vista esclusivamente per il suo essere piacente fisicamente, ma sarebbe meglio impegnarla a milano per alcune sfilate di moda eviterebbe di mostrare il suo lato peggiore quello di non saper recitare affatto.
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film essenzialmente deprimente ed a tratti noioso... ben recitato dal protagonista, che a mio parere impersona perfettamente lo stato d'animo del "porta borse"; il contorno dei rimanenti attori e del loro modo di recitare è scarso.... forse i migliori interpreti sono proprio coloro che par quasi non leggano un copione ma che gli sia stato chiesto di impersonare la loro vera vita , ossia "i mafiosi"; si , talmente naturali e sinceri e credibili nel loro ruolo "della vita fuori dal set" ...Adriano Giannini impegnato nella recita di fine anno alle "scuole superiori" , questo era ciò che riusciva a trasmettere ed una attrice esordiente che viene vista esclusivamente per il suo essere piacente fisicamente, ma sarebbe meglio impegnarla a milano per alcune sfilate di moda eviterebbe di mostrare il suo lato peggiore quello di non saper recitare affatto.... tuttavia un film che non resterà nella storia del cinema!
Mauro Ramelli
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[+] ma come??
(di a)
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(di atarp)
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(di mauro cantoro)
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christian frascella
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venerdì 10 giugno 2005
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quali conseguenze?
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Una grande messa in scena ed una splendida forografia (Luca Bigazzi non sbaglia una luce) non corroborate da un'altrettanto efficace sceneggiatura, fanno de 'Le coseguenze dell'amore' di Paolo Sorrentino un film riuscito solo a metà. La storia di Titta Di Girolamo, commercialista maneggione che dopo aver male investito i soldi della mafia si trova, per scontare la sua colpa, a vivere in un lussuoso quanto cupo albergo svizzero per servire i suoi carcerieri depositando nelle banche ingenti somme di denaro riciclato senza fiatare, è, essenzialmente, una vicenda di solitudine e dolore. Coglie nel segno nella prima parte per poi scivolare nel grottesco nella seconda (Tony Servillo è bravo nei silenzi, lo è meno nella parte dialogata, è patetico nel finale) per colpa di una sceneggiatura incerta, che non si capisce bene dove voglia andare a parare e quale significato tenti di imprimere alla storia.
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Una grande messa in scena ed una splendida forografia (Luca Bigazzi non sbaglia una luce) non corroborate da un'altrettanto efficace sceneggiatura, fanno de 'Le coseguenze dell'amore' di Paolo Sorrentino un film riuscito solo a metà. La storia di Titta Di Girolamo, commercialista maneggione che dopo aver male investito i soldi della mafia si trova, per scontare la sua colpa, a vivere in un lussuoso quanto cupo albergo svizzero per servire i suoi carcerieri depositando nelle banche ingenti somme di denaro riciclato senza fiatare, è, essenzialmente, una vicenda di solitudine e dolore. Coglie nel segno nella prima parte per poi scivolare nel grottesco nella seconda (Tony Servillo è bravo nei silenzi, lo è meno nella parte dialogata, è patetico nel finale) per colpa di una sceneggiatura incerta, che non si capisce bene dove voglia andare a parare e quale significato tenti di imprimere alla storia. Mal confezionata la recitazione dei comprimari (i coniugi anziani sembrano una versione decaduta di Vianello-Mondaini, manca solo la scena delle coperte); impalpabile la giovane Magnani; macchiettistici Giannini jr e gli uomini della 'mala'. Sembra, ad un certo punto del film, che ci si senta obbligati a dare una svolta, a creare un plot point là dove non sarebbe necessario: e il tutto avviene con una disarmante velocità, e senza una spiegazione verosimile, spezzando il ritmo e lasciando lo spettatore in uno stato di perplessità proprio quando scorrono i titoli di coda. Si è tentata un'opera minimalista? Si è tentato un film sociale, etico? Non ci è dato saperlo, comprenderlo. 'E' tutta tenebra' diceva Ford Medox Ford. Ma già lo sapevamo, no?
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