X-Men 2

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Un film di Bryan Singer. Con Hugh Jackman, Patrick Stewart, Ian McKellen, Halle Berry, Famke Janssen.
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Titolo originale X2. Fantascienza, Ratings: Kids+13, durata 133 min. - USA 2003. - 20th Century Fox Italia uscita mercoledì 30 aprile 2003. MYMONETRO X-Men 2 * * * - - valutazione media: 3,32 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   

Mutanti uniti per la sopravvivenza contro un pazzo Valutazione 3 stelle su cinque

di Great Steven


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sabato 20 settembre 2014

X-MEN 2 (USA, 2003) diretto da BRYAN SINGER. Interpretato da HUGH JACKMAN – HALLE BERRY – PATRICK STEWART – IAN McKELLEN – FAMKE JANSSEN – JAMES MARSDEN – BRIAN COX – ALAN CUMMING – REBECCA ROMIJN-STAMOS – ANNA PAQUIN – SHAWN ASHMORE – AARON STANFORD – KELLY HU § Un mutante di nome Kurt Wagner attenta alla vita del presidente degli Stati Uniti. L’ordine è stato mandato da William Stryker, colonnello dell’esercito in pensione che mira ad epurare la nazione da tutti i mutanti, uomini superiori che in seguito ad un’evoluzione genetica hanno sviluppato particolari poteri che li rendono più forti dei normali terrestri. Contro la sua crescente minaccia Charles Xavier ed Eric Lehnsherr alias Magneto dovranno accantonare le loro secolari rivalità ed allearsi per impedire che la loro razza venga distrutta irreparabilmente. Nel frattempo Logan (Wolverine) parte alla ricerca delle sue origini, delle quali non conserva memoria se non in ricordi molto vaghi e sfuocati, e scoprirà che il punto di partenza della mutazione che l’ha portato ad avere lo scheletro di adamantio è collegato col colonnello Stryker, il quale l’ha sempre considerato un sopravvissuto e un esemplare unico nel suo genere. Tutti i mutanti della scuola del professor X (Tempesta, Scott Summers, Jean Grey, Bobby Drake, Rogue/Marie, Pyro e lo stesso Kurt Wagner, alleatosi con la squadra dei buoni in quanto non malvagio di cuore) e quelli al soldo di Magneto (Mystica, che scopre casualmente l’esistenza di una seconda macchina speciale per collegarsi a tutti i mutanti del mondo – Cerbero – ispezionando la topografia informatica di una diga) si troveranno a combattere su un unico fronte per contrastare il pazzo e geniale militarista loro avversario in un combattimento all’ultimo sangue che avrà come culmine l’allagamento e la devastazione del rifugio sotterraneo nel quale Stryker ha costruito la sua base operativa. Pur con qualche perdita e abbandono, i mutanti trionferanno. Secondo capitolo delle avventure degli X-Men che rivede Singer alla regia: è indubbiamente migliore del primo per un dosaggio più parco e sapiente degli effetti speciali e un maggiore controllo della materia narrativa, che elimina tutti i fronzoli non finalizzati alla buona riuscita della pellicola e permette a tutti gli attori di esprimere, attraverso i loro originali ed eccentrici personaggi, tutto il loro non piccolo potenziale. La regia non ha particolari difetti che sia opportuno rimarcare e, quel che è più apprezzabile, non disdegna i disegni psicologici che rappresentano con sopraffina efficacia le lotte interiori e i dubbi drammatici che animano le azioni dei personaggi, un esempio su tutti: il contrasto ideologico fra Xavier e Magneto, il primo che tende al rapporto armonioso e pacifico con gli umani, l’altro che ne diffida e mira a conquistare con la violenza il possesso del pianeta. La colonna sonora, che comprende anche brani classici di Mozart e Beethoven, è un altro dei punti forti del film, aiutandolo ad emergere con potenza e classe e a ritagliarsi un posto magari non d’onore ma certamente evidente nel cinema fantascientifico del Nuovo Millennio. Passiamo alle interpretazioni, snocciolandole una per una, e che sono il vero fiore all’occhiello di quest’opera che coniuga la science-fiction col cinema d’avventura che, da Indiana Jones fino ai giorni nostri, ha rinnovato il proprio canovaccio fino a pomparlo (non sfegatatamente, per carità) di adrenalina che lo ha caricato positivamente di nuova linfa vitale: H. Jackman ritorna a vestire i panni di Wolverine, il mutante invulnerabile dagli artigli indistruttibili che qui rinvanga il suo oscuro passato alla ricerca delle sue remote radici, senza dimenticare le scene d’azione in cui è protagonista assoluto con le sue eccezionali grida, il suo fisico poderoso e il suo atletismo straordinario; H. Berry è di nuovo Tempesta, qui più introversa e combattiva che mai, che coi suoi capelli argentei e i fulmini che scatena con spaventosa facilità è eccellente in un ruolo che le calza a pennello e che non sarebbe stato adatto a nessun altra collega; P. Stewart interpreta il suo pacato e saggio rettore della scuola per mutanti con maestria e rigore quasi scientifico, concedendosi qualche impennata di malumore di tanto in tanto, la quale certamente non guasta l’insieme ben oliato e congegnato del suo carattere shakespeariano, animato da scontri intimi e certezze lapalissiane; anche il personaggio del britannico I. McKellen ricorda da vicino i temi tipici del Bardo, col suo odio per gli umani e la sua diffidenza che si trasforma gradualmente in presa di coscienza e di potere atta a reprimere gli sforzi dei perseguitati per ribellarsi alla sua geniale tirannia; B. Cox, infine, è un villain (o antagonista, che dir si voglia) non convenzionale, anch’esso comandato da impulsi eroici e dubbi amletici, che intende cancellare dalla faccia della Terra i diversi da lui, accogliendo i favori delle autorità politiche statunitensi e dirigendo un’opera di distruzione in grande stile che finirà poi per ritorcersi contro di lui e della quale cadrà inesorabilmente vittima, vittima della sua follia e del suo insanabile desiderio di vendetta. Niente da eccepire sulla sceneggiatura: ricca, divertente, scoppiettante, animosa, senza particolari pecche e con un pizzico di citazione ai fumetti che ricorda a tutti che le avventure degli X-Men provengono dai fumetti americani inventati da Stan Lee (testi) e Jack Kirby (disegni). Un occhio di riguardo alle origini non è sicuramente da prendere sotto gamba, e nemmeno da mettere in disparte. Quindi, il buon risultato, non fantastico ma pur sempre diligente, è dovuto soprattutto alla presenza di personaggi rimandanti alle eccelse ed evolute tematiche teatrali del Seicento inglese accostati ai sex symbol del momento, o semplicemente ad attori di buon mestiere. Nel complesso, X-Men 2 è un calzante esempio di contro-delusione; una volta tanto si può dire: «Mi aspettavo di meno».

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