Hulk

Credo che a volte sia necessario analizzare le cose con calma e con occhio razionale.
Ci troviamo davanti ad un acclamato regista di film di contenuto alle prese con un soggetto bifronte, come qualsiasi prodotto della Marvel. L'incredibile Hulk. Come per ogni produzione letteraria (mi ritengo un appassionato di fumetto, che considero, nei suoi migliori esemplari, letteratura) l'adattamento cinematografico può essere confezionato in due modi: un effervescente miscuglio di esplosioni di colore ed effetti speciali all'avanguardia o una riproduzione onesta e tridimensionale del prodotto originale.
Nel caso dei fumetti della Marvel, grazie a dio, di rado vediamo riprodotte su grande schermo le storie originali con i loro contenuti primigenei. Pensate ad esempio ai Fantastici 4. Se qualcuno ha letto le primissime storie firmate Lee e Kirby degli anni '60 concorderà con me nell'affermare che erano un ignobile accozzaglia di nevrosi anticomuste da guerra fredda e poco più. Per non parlare del nomen omen Capitan America. Di sicuro nessuno vuole vedere quei prodotti riportati al grande schermo com'erano in principio. Senza nulla togliere al fatto che entrambi i film tratti dai sopraccitati titoli sono appena degni di essere visti. Il bello dei supereroi è che nascono da archetipi antichi quanto l'uomo, e anche se a volte sono incrostati dalla sporcizia culturale della loro epoca, portano con se quei paradigmi che ci permettono di reinterpretarli e adattarli ai nostri tempi (con relativa immondizia culturale annessa).
Da questo partirei per giudicare il film di Ang Lee. Non voglio cadere in trucchi accademici come la comparazione del gigante verde con il ben più blasonato e osannato trikster frazeriano. Non ce n'è bisogno. Lee riesce a partire dall'intreccio fumettistico per costruire un analisi senza giudizi di una parte della personalità umana. L'istinto furioso e animalesco di sfogare i propri istinti senza preoccuparsi delle sovrastrutture (chi vuole ci veda Nietszche) che la società civile ci impone. L'Hulk di Lee è confuso, disordinato, come nella scena della distruzione del laboratorio distrugge tutto senza criterio, spesso solo perché quegli oggetti sono sulla sua traiettoria. La traiettoria tra lui e la cima dell'edificio, il vento, il freddo della notte, gridare a squarciagola solo per farlo. Come dice Bruce stesso Hulk è un neonato, e trasformarsi in lui è come venire al mondo di nuovo. Nuovamente vivo. E come un neonato il colosso verde non ha bisogno di alibi, di giustificazioni, di una morale. Semplicemente esprime se stesso. Facendo a pezzi l'ambiente circostante invece di piangere. E forse è in questa analisi del puro istinto, di quella voglia di fuggire dalle imposizioni che è cosìcondivisibile, che sta il cuore del film di Lee. La ritroviamo nelle parole del padre di Bruce, verso il finale. Del suo monologo contro l'essere umano oberato da vincoli e pressioni che lo mutilano della selvaggia libertà di cui il gigante verde è l'incarnazione.
Le numerose critiche sullo stereotipo la bella e la bestia, riguardo il rapporto di Hulk con la bellissima Jennifer Connelly, possono essere liquidate senza nemmeno sforzarsi troppo. Perché il selvaggio angry man (nome in codice utilizzato nel parlato inglese che dovrebbe far riflettere i critici più schizzinosi) che esprime la sua umanissima necessità di gridare e spaccare tutto, non fa che esprimere un altra necessità umana nel trovare rifugio nella splendida Betty. L'attaccamento verso la sua figura, estremo in quanto freno a quell'espressione di furia non mediata, non è che l'esasperazione degli impulsi umani, tutti esasperati in Hulk.
Sono numerose le critiche che ho letto e che mi hanno lasciato insoddisfatto, ma ognuna ha un sostenitore ed un oppositore che dice il contrario. Se dunque più e meno si annullano a vicenda, traete da voi le conclusioni.
In definitiva ritengo che Lee abbia prodotto un film intelligente, riflessivo e approfondito e movimentato quando è necessario. Se i successivi film della Marvel avessero avuto la stessa qualità avrebbero probabilmente avuto incassi minori, ma nel mio piccolo mi sarei disturbato ad andarli a vedere al cinema. La critica che si può leggere dietro le moltiplici rivolte a questo Hulk di Ang Lee è di non essere aderente agli standard che il mercato si aspettava. la qual cosa, a mio avviso, è solo un pregio.