paolp78
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domenica 26 gennaio 2020
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l'intrigante mondo del poker
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Il film funziona, anche se è un filmetto con una regia che lascia molto a desiderare.
La trama è piena di cose viste e riviste, alcune funzionano molto bene, altre meno.
La parte che riguarda i rapporti del protagonista con la fidanzata e con il mondo accademico non mi è piaciuta. Mi è parsa poco e male sviluppata, forse sarebbe stato meglio non trattarla affatto se doveva essere sacrificata in questo modo. Il personaggio della fidanzata secchiona è solo fastidioso; mentre quello del professore, interpretato dal sempre ottimo Martin Landau, riesce a salvarsi proprio grazie alla recitazione del grande attore.
La parte migliore del film è quella che descrive il mondo dei circoli privati di gioco d'azzardo: un mondo affascinante ed intrigante, molto ben raccontato, con personaggi che colgono nel segno.
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Il film funziona, anche se è un filmetto con una regia che lascia molto a desiderare.
La trama è piena di cose viste e riviste, alcune funzionano molto bene, altre meno.
La parte che riguarda i rapporti del protagonista con la fidanzata e con il mondo accademico non mi è piaciuta. Mi è parsa poco e male sviluppata, forse sarebbe stato meglio non trattarla affatto se doveva essere sacrificata in questo modo. Il personaggio della fidanzata secchiona è solo fastidioso; mentre quello del professore, interpretato dal sempre ottimo Martin Landau, riesce a salvarsi proprio grazie alla recitazione del grande attore.
La parte migliore del film è quella che descrive il mondo dei circoli privati di gioco d'azzardo: un mondo affascinante ed intrigante, molto ben raccontato, con personaggi che colgono nel segno.
Ottimo Norton, il cui personaggio "Verme" resta più impresso del protagonista, affossato a mio parere da una pessima interpretazione di Matt Damon.
Insieme a Norton quello che funziona meglio è certamente John Malkovich col suo "KGB": un vero gigante.
Le parti che si vedono meglio sono proprio le partite a poker, in particolare quella finale tra il protagonista e KGB.
Consigliato per gli appassionati del poker e del gioco d'azzardo in generale.
Non ci si annoia.
PS la scena in cui Matt Damon respinge le proposte sessuali di Famke Janssen, con gambe da urlo, è palesemente inverosimile.
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elgatoloco
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martedì 12 maggio 2020
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avvincente, intelligente, ma legato al tema
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Questo"ROunders"(John Dahl, 1998), che narra di uno studente di giurisprudenza povero che gioca per pagare gli studi, poi lascia il gioco, poi ancora riprende a giocare per soccorrere un amico appena uscito dal carcere, persona in difficoltà e cnn il"vizio"di"barare", è avvincente, ben realizzato(da"The Man with the Golden Arm"di Otto Preminger, 1955 ma forse anche da prima i film sul gioco, in specie del poker sono molti, non ultimi quelli, bellissimi, di Pupi Avati, dunque essere avvincenti su questo tema è difficile, e Dahl vi riesce), ma è troppo legato al tema, ossia alla scommessa"vince-perde", "bara-gioca pulito"etc.
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Questo"ROunders"(John Dahl, 1998), che narra di uno studente di giurisprudenza povero che gioca per pagare gli studi, poi lascia il gioco, poi ancora riprende a giocare per soccorrere un amico appena uscito dal carcere, persona in difficoltà e cnn il"vizio"di"barare", è avvincente, ben realizzato(da"The Man with the Golden Arm"di Otto Preminger, 1955 ma forse anche da prima i film sul gioco, in specie del poker sono molti, non ultimi quelli, bellissimi, di Pupi Avati, dunque essere avvincenti su questo tema è difficile, e Dahl vi riesce), ma è troppo legato al tema, ossia alla scommessa"vince-perde", "bara-gioca pulito"etc., insomma a scelte dicotomiche che si escludono a vicneda(tertium non datur), ossia, in sostanza a quel dèmone del gioco che a chi non gioca può essere, alla lunga, indifferente, sempre che njon si sia psicologo/a addetto/alla alla terapia anti-ludopatica, e forse anche a chi gioca può venire a noia, alla lunga. C'è il giovane Matt Damon, nel ruolo di"worm"c'è Edward Norton, bravissimo, c'è Martin Landau, nel ruolo del professore di diritto ebreo che sarebbe dovuto diventare, seguendo una tradizione familiare, rabbino, c'è John Turturro, efficace in un ruolo spiacevole, John Malkovitch come giocatore legato alla mafia russa, altri/e validi/e interpreti(Famke Janssen, per esempio)ma alla fine, se si considerano gli elmenti messi in campo-addottti brevmente sopra, o si torna a rimeditare"Il giocatore"di Dostoevskij, romanzo che era marcatamente e notoriamente autobiografico oppure si apprezza il film, rimproverandogli però un certo moralismo tipicamente"gringo"(la voce fuori campo che è quella del protagonista, con citazioni anche interessanti, ma troppo"dette", il finale che non è certo uno happy end ma, volendo, vira in quella direzione...), altri elementi che riconducono la storia a una sorta di "alternativa bloccata"che non può essere in alcun modo il punto d'arrivo del cinema. Spiace dirlo, per la bravura di regista e interpreti, ma"Rounders"rimane in questa sorta di limbo da cui non riesce a staccarsi, a fuoriuscire. Che poi il"Moralismo"comprenda anche tratti anti.morali è ovvio quanto scontato, visto che il"Play"è in qualche modo"ribellistico", infedele a regole stabilite quanto convenzionali, ma, per drila matematicamente(e il poker, di cui chi scrive non sa quasi nulla, non avendo mai giocato, contiene in sé elementi matematici, legati notorriamente al calcolo delle probabilità, oltre che psicologici)"il risultato non cambia". El Gato
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