felicity
|
giovedì 20 ottobre 2022
|
spike lee in stato di grazia
|
|
|
|
He Got Game è un film centrale, perché caratterizzato da tematiche ricorrenti del cinema di Spike Lee all’interno di una linearità formale molto semplice, come quasi tutta la sua opera; è con questo film però che, alla fine degli anni novanta, il regista di Atlanta spicca il grande salto commerciale passando definitivamente da stimato cineasta, perlopiù di nicchia, a popolare regista da blockbuster.
La condizione sociale degli afroamericani, i conflitti interpersonali e di classe, la rabbia giovanile che può incanalarsi facilmente in storie di criminalità, sono sempre presenti, ma in questa pellicola vengono subordinate a un argomento che calamita molto di più la passione della maggior parte degli abitanti statunitensi, e non solo: il basket.
[+]
He Got Game è un film centrale, perché caratterizzato da tematiche ricorrenti del cinema di Spike Lee all’interno di una linearità formale molto semplice, come quasi tutta la sua opera; è con questo film però che, alla fine degli anni novanta, il regista di Atlanta spicca il grande salto commerciale passando definitivamente da stimato cineasta, perlopiù di nicchia, a popolare regista da blockbuster.
La condizione sociale degli afroamericani, i conflitti interpersonali e di classe, la rabbia giovanile che può incanalarsi facilmente in storie di criminalità, sono sempre presenti, ma in questa pellicola vengono subordinate a un argomento che calamita molto di più la passione della maggior parte degli abitanti statunitensi, e non solo: il basket.
Ed è attorno all’amore per questo sport che il film ruota, un tributo che il regista formalizza, con i suoi ralenti sulle giocate nei campetti di periferia, già nei titoli di testa in cui illustra tutta la bellezza di questo sport. Non è importante chi tu sia, nero o bianco, donna o uomo, se tu stia giocando in un campetto di Harlem, con il cemento spaccato e le Nike sdrucite ai piedi, oppure in mezzo al Madison Square Garden, abbracciato dai flash. La palla a spicchi è, sempre e comunque, rotonda, universale, democratica. Potente e libera.
Una di quelle storie che restano, incisa da uno Spike Lee in stato di grazia, profondo conoscitore della materia, coadiuvato da un’impalcatura musicale d’eccellenza.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a felicity »
[ - ] lascia un commento a felicity »
|
|
d'accordo? |
|
paolp78
|
sabato 4 agosto 2018
|
toccante. uno dei migliori film di spike lee
|
|
|
|
Tra i film diretti da Spike Lee, che ho visto sinora, metto “He got game” tra i due migliori insieme, e un pelino sotto, a “La 25ª ora”.
Il film racconta due sentimenti: la passione per il basket e il rapporto padre figlio.
L’amore genuino per la pallacanestro traspare da tutta la pellicola. Le sequenze che aprono il film, accompagnando i titoli di testa, sono tra le migliori che ricordi, nonché particolarmente emblematiche proprio in questo senso. Senz'altro uno dei punti di forza della pellicola.
Il rapporto sentimentale di amore e odio tra padre e figlio è molto ben raccontato, riuscendo a commuovere, soprattutto nel finale.
[+]
Tra i film diretti da Spike Lee, che ho visto sinora, metto “He got game” tra i due migliori insieme, e un pelino sotto, a “La 25ª ora”.
Il film racconta due sentimenti: la passione per il basket e il rapporto padre figlio.
L’amore genuino per la pallacanestro traspare da tutta la pellicola. Le sequenze che aprono il film, accompagnando i titoli di testa, sono tra le migliori che ricordi, nonché particolarmente emblematiche proprio in questo senso. Senz'altro uno dei punti di forza della pellicola.
Il rapporto sentimentale di amore e odio tra padre e figlio è molto ben raccontato, riuscendo a commuovere, soprattutto nel finale. Le colpe da espiare; la difficoltà di trovare la maturità necessaria per perdonare; il legame del sangue, che è più forte di tutto.
Spike Lee descrive anche le pressioni interessate a cui sono sottoposti coloro che raggiungono il successo, i mille pericoli e le mille trappole su cui si può inciampare e la difficoltà di trovare qualcuno di cui potersi realmente fidare.
Regia che si concede numerosi virtuosismi eccentrici, ma che funzionano.
Buone musiche.
Denzel Washington esibisce un look stravagante che non ricordo in altre pellicole, ma in questo caso funziona decisamente bene per conferire carattere al personaggio.
C’è anche Milla Jovovich, in un ruolo che arricchisce il film, pur restando fuori dall’argomento centrale della narrazione.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a paolp78 »
[ - ] lascia un commento a paolp78 »
|
|
d'accordo? |
|
nick castle
|
domenica 4 novembre 2012
|
un vero film sul basket
|
|
|
|
Certo è che, quando si tratta di problematiche giovanili dei neri, redenzione, rabbia, rancore, povertà, occasioni mancate e occasioni presentate, il vecchio Spike sa sempre quali tasti schiacciare per ottenere il meglio dalla storia. E' vero che si parla tanto, e alla lunga forse ad alcuni gli sbadigli possono uscire (diritto inviolabile non si discute...), ma preso nella sua integralità, tralasciando le problematiche di velocità-lentezza legate alla visione del film, non c'è che dire, niente viene lasciato al caso e la settimana in cui il giovane Gesù, ragazzo prodigio del basket, deve scegliere quale offerta accettare per continuare la sua carriera da cestista, aiutato dal padre, che per sbaglio uccise la madre e con cui vorebbe non avere niente a che fare, sembra il racconto di tutta una vita, dove il ragazzo si scontra con gli alti e bassi della società, contro la corruzzione dello sport, controgli interessi che tutti cercano di riscuotere attraverso lui, persino da parte di chi dovrebbe essere per lui una spalla su cui contare.
[+]
Certo è che, quando si tratta di problematiche giovanili dei neri, redenzione, rabbia, rancore, povertà, occasioni mancate e occasioni presentate, il vecchio Spike sa sempre quali tasti schiacciare per ottenere il meglio dalla storia. E' vero che si parla tanto, e alla lunga forse ad alcuni gli sbadigli possono uscire (diritto inviolabile non si discute...), ma preso nella sua integralità, tralasciando le problematiche di velocità-lentezza legate alla visione del film, non c'è che dire, niente viene lasciato al caso e la settimana in cui il giovane Gesù, ragazzo prodigio del basket, deve scegliere quale offerta accettare per continuare la sua carriera da cestista, aiutato dal padre, che per sbaglio uccise la madre e con cui vorebbe non avere niente a che fare, sembra il racconto di tutta una vita, dove il ragazzo si scontra con gli alti e bassi della società, contro la corruzzione dello sport, controgli interessi che tutti cercano di riscuotere attraverso lui, persino da parte di chi dovrebbe essere per lui una spalla su cui contare. Tolta la questione delle tematiche e della storia, a molti può risultare indigesto lo stile tipico di Spike Lee con cui è raccontata la storia e con cui è messa in scena, pur mantenendosi quà più sobrio del solito. Certa è una cosa, che aldilà del lato visivo, Spike Lee è un regista che sa, sa come tenere per le palle gli attori, come ottenere il meglio da loro in tutte le situazioni, comprese quelle più stranianti che lui crea con i suoi effetti ottici o con l'illuminazione con colori forti come il rosso caldissimo e il verde acido.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a nick castle »
[ - ] lascia un commento a nick castle »
|
|
d'accordo? |
|
mikemaister
|
mercoledì 7 marzo 2012
|
in questo joint c’è roba buona
|
|
|
|
Jake, condannato per l’omicidio della moglie, sta scontando i restanti anni della sua lunga detenzione in una prigione dello stato di New York. Convocato dal direttore del carcere, Jake sarà testimone di un’allettante proposta: suo figlio, Jesus, astro nascente del basket, a due mesi dal diploma e ad una settimana dalla scelta del college, deve essere persuaso nello scegliere la Big State University, istituto caro e vicino al Governatore dello stato, che in cambio ridurrebbe non di poco la durata della pena.
Spike Lee con questo film cita in giudizio la morale della nostra società, e a sentenziare il verdetto saremo noi, la società stessa. Le pressioni che il protagonista deve sopportare per la scelta finale, l’interessamento dei molti, non sono neppure in minima parte una forma di filantropia, anzi, sono egoismo allo stato puro, il buon Jesus stesso vi dirà cosa ne pensa.
[+]
Jake, condannato per l’omicidio della moglie, sta scontando i restanti anni della sua lunga detenzione in una prigione dello stato di New York. Convocato dal direttore del carcere, Jake sarà testimone di un’allettante proposta: suo figlio, Jesus, astro nascente del basket, a due mesi dal diploma e ad una settimana dalla scelta del college, deve essere persuaso nello scegliere la Big State University, istituto caro e vicino al Governatore dello stato, che in cambio ridurrebbe non di poco la durata della pena.
Spike Lee con questo film cita in giudizio la morale della nostra società, e a sentenziare il verdetto saremo noi, la società stessa. Le pressioni che il protagonista deve sopportare per la scelta finale, l’interessamento dei molti, non sono neppure in minima parte una forma di filantropia, anzi, sono egoismo allo stato puro, il buon Jesus stesso vi dirà cosa ne pensa. Tutte le difficoltà emergono da sé, i conflitti, i contrasti, non hanno nulla di criptato o ostico per il comprendonio generale, anzi, masticano una lingua alla portata di tutti, e badate bene, non ho detto molti, ma tutti, cosicché ognuno di noi possa trarre la medesima conclusione.
Lo sport, il basket per essere esatti, altro non è se non un mezzo per raccontarci una storia ben diversa, per diffondere un messaggio ben diverso. Questo non è un film sul basket, non è un semplice film che parla del riscatto di un nero cresciuto in una famigli disagiata, no. Questo è un film drammatico all’ennesima potenza, non ci scappa la lacrima, certo, ma di sicuro un sorriso è l’ultima cosa che pensereste di fare. Diciamo che il basket è come se fosse un campo, dove si sfidano la finzione cinematografica e la critica morale.
Denzel Washington nei panni di Jake non esalta, piatta e lineare la sua performance, colpa forse di un personaggio che si deprotagonizza da sé a favore dell’intero spettacolo. Bene invece per l’allora giovane Milla Jovovich, il talento lo si scorge seppur appaia per breve tempo. Ray Allen si commenta da solo: Mr. Candymanrecita da dio, consci del fatto che lui in realtà non sia nato per fare l’attore, anzi…
Spike Lee in questo film si contraddice. Una volta a Milano disse: “Ho sempre ambito, nel caso in cui avessi avuto successo, a tentare di fare un ritratto più veritiero, al negativo e al positivo, degli afroamericani. Non credo che sia necessariamente veritiero, né d'altro canto ha grossa tensione drammatica, un mondo in cui la gente è buona o cattiva al 100%”; ma in He Got Game la tensione drammatica ha un fortissimo peso e, parlando di percentuali, qui si è buoni e cattivi al 50%, cosa sorprendentemente insolita e piacevole. Jake è un finto cattivo o, per meglio dire, un cattivo dal cuore buono: la sua personalità è tra le più ambigue, violento a fin di bene e pacato nel tramare. Jesus, suo figlio, nelle mani di Spike è un ordigno letale, svuotato dai semplici valori della competizione sportiva e dell’infanzia felice per essere sovraccaricato di responsabilità, pressioni, tensioni e forti critiche alla pubblica morale. Il nome di Jesus sarà emblematico nel film, e di certo non sarò io a dirvi in che accezione esso è posto, ma una cosa è certa: non è facile per così come vorrebbe essere pensato, ovviamente.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a mikemaister »
[ - ] lascia un commento a mikemaister »
|
|
d'accordo? |
|
denzel for ever
|
mercoledì 23 novembre 2011
|
che denzel
|
|
|
|
ottimo film....mi è piaciuto molto anche a me che nn adoro il Basket....Un interpretazione di Denzel che se nn meritavo l'oscar...almeno un Golden globe...film bello e interessante che nn annoia mai...da vedere assolutamente
|
|
[+] lascia un commento a denzel for ever »
[ - ] lascia un commento a denzel for ever »
|
|
d'accordo? |
|
l'ale
|
martedì 8 settembre 2009
|
originale
|
|
|
|
he got game è un film sul basket che però può piacere anche ai non appassionati poichè non perla dello sport in sè e per sè ma usa trama di stampo sportivo per descrivere uno sportivo alle prese con le molte insidie della vita... grande ray sarai sempre il più forte!!
|
|
[+] lascia un commento a l'ale »
[ - ] lascia un commento a l'ale »
|
|
d'accordo? |
|
serpico
|
lunedì 18 maggio 2009
|
bellissimooooooooooooooooooooooooooooooooooo
|
|
|
|
uno dei film piu' belli che abbia mai visto
lee grande regia WASHINGTON magistrale
mi ha colpito al cuore
|
|
[+] lascia un commento a serpico »
[ - ] lascia un commento a serpico »
|
|
d'accordo? |
|
m
|
giovedì 5 giugno 2008
|
per niente banale
|
|
|
|
Negli ultimi anni i film sullo sport sono tutti uguali e banali. Questo è diverso, forse perchè mischia lo sport alla realtà.Mi è piaciuto, anche se le scene di sesso le ho trovate troppo esplicite. Comunque il cast è ottimo e anche la storia. Vedetelo
|
|
[+] lascia un commento a m »
[ - ] lascia un commento a m »
|
|
d'accordo? |
|
livietto84
|
domenica 27 gennaio 2008
|
commento ad ale
|
|
|
|
caro ale la tua recensione è ben fatta ma philadelphia è di jonathan demme,non di spike lee.gran bella bomba anche quello
|
|
[+] lascia un commento a livietto84 »
[ - ] lascia un commento a livietto84 »
|
|
d'accordo? |
|
matteo
|
mercoledì 26 settembre 2007
|
commento
|
|
|
|
un film stupendo pieno di colpi di scena che colpiscono ogni volta dentro e ti fanno riflettere
|
|
[+] lascia un commento a matteo »
[ - ] lascia un commento a matteo »
|
|
d'accordo? |
|
|