La rosa purpurea del Cairo

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Un film di Woody Allen. Con Jeff Daniels, Mia Farrow, Danny Aiello, Paul Herman, Edward Herrmann.
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Titolo originale The Purple Rose of Cairo. Commedia, durata 82 min. - USA 1985. MYMONETRO La rosa purpurea del Cairo * * * 1/2 - valutazione media: 3,67 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   

FUORI O DENTRO LO SCHERMO? Valutazione 5 stelle su cinque

di giugy3000


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giovedì 6 gennaio 2011

Nella vastissima  e lunga produzione cinematografica di Allen "La rosa purpurea" si colloca senz'altro nella top-ten dei suoi più film più riusciti e, stranamente, senza che egli ne sia il protagonista. La trama è geniale e ben fatta, altamente filosofica anche se mai quanto più esplicitamente lo è stata in"Amore e guerra". Siamo nel periodo anni '80 e Allen ha come musa ispiratrice una struggente Mia Farrow, che rimane a mio parere sempre meno espressiva e talentuosa della precedente compagna di film Deane Keaton.
Ogni ragazza penso vorrebbe essere la protagonista di questa travolgente vicenda, assurda fino all'ennesima potenza ma allo stesso tempo così vicina ai nostri cuori. Cecilia ha una routine squallida ed infelice: lavora come cameriera e ha un marito che non solo la tradisce dinanzi ai suoi occhi, ma la tratta da serva senza rivolgerle piu parole affettuose da secoli. Cecilia ama il cinema e vede in esso la sua unica evasione; si appassiona casualmente così all'ultimo film proiettato vicino alla sala del bar in cui lavora, dal titolo "La Rosa purpurea del Cairo", il cui attore non protagonista è inaspettatamente carino e bravo nel suo ruolo. Cecilia vede il film in ogni momento libero della giornata, anche tre volte di seguito, fin quando un pomeriggio l'attore da lei adocchiato sguscia fuori dallo schermo e si invaghisce per davvero di lei, volendo far fiorire la loro storia d'amore e liberarsi dalla prigione delle sue battute e scene ripetute. Arriva però fra di loro anche il vero attore che nella realtà aveva dato vita al personaggio fuoriuscito dagli schemi del film, dalle medesime ovvie fattezze e preso dai medesimi sentimenti per lei. Cecilia è al bivio della sua vita: restare con il personaggio del film o con l'attore vero che lo impersonifica?
Si mischiano così due mondi: quello del cinema, dove Cecilia ha sempre pensato che le storie fossero troppo belle per essere vere e quello della realtà, che ha a suo favore il fatto di essere più tangibile e nella sua concretezza meno effimera. I punti focali del film sono riassunti in tre brevi battute del film. Il primo è quello secondo cui "chi appartiene alla realtà sogna un mondo di fantasia e chi è frutto dell'immaginario sogna di essere reale". Nella vicenda si nota quando desiderio abbia Cecilia di evadere dal suo mondo, costantemente fissa su quel film che tanto ama e che le da' un barlume di speranza nei suoi giorni più bui e quanto sia alta la voglia di evasione del personaggio uscito dallo schermo, stanco di recitare una storia tutta uguale e per lui risultante finta a lungo andare. In secondo luogo è importante la battura fatta dalla stessa Cecilia a metà della storia rivolta al vero attore in carne ed ossa del "suo" film: "Non importa se è solo un personaggio inventato, per me è l'uomo perfetto...e a volte ci si accontenta". Con queste parole si sottolinea l'estrema importanza umana di avere sempre bisogno di un ideale verso cui tendere e sognare e che alla fine, per quanto possa essere immaginario, se ci fa stare bene e ci rende delle principesse, poca importa da dove provenga e chi sia. La realtà è superiore per concretezza, ma non lo è detto che lo sia per godimento. In ultimo viene pronunciata la seguente battuta nei riguardi di Cecilia "Sei la sola a poter scegliere...del resto ciò che avete di bello voi umani è proprio il libero arbitrio". Cecilia alla fine si troverà fra la più bella favola della sua vita, ora resa possibile da quanto il personaggio è sceso dalla storia solo per lei e l'attore vero, invaghito da lei ma decisamente meno romantico e perfetto, calibrato insomma nei termini dell'umana medietà. Chi troppo vuole però nulla stringe e alla fine Cecilia tornerà fra qualche peripezia a rimanere sola e abbandonata, tradita ancora una volta da quella realtà a cui si era avvinghiata con le unghie, unico suo "dogma" in tutta quella vicenda confusa. Uno stupendo film dentro un film, un immagine metalinguistica e sincera dell'amore non solo per la settima arte ma per quello di tutto una vita, che forse, per definizione, resterà per sempre improgionato nei nostri sogni più belli.

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