dario
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giovedì 1 gennaio 2015
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ridondante
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La storia è fra le più banali e i personaggi sembrano mutuati dai fumetti. Sergio Leone aveva letto troppi Tex Willer e parecchi Capitan Mihi. Scene inutilmente lunghe, estenuanti, inutilmente magniloquenti. Morale imbarazzante, sciocca (i buoni di qua, i cattivi di là): un fumettone pieno zeppo di morti ammazzati, di esibizionismi assurdi, si sadismo da grandi magazzini. Notevole fotografia e buona interpretazione. Enormemente sopravvalutato, ma miracolosamente non noioso. Cosa abbia a che vedere Leone con i Ford e gli Hawks e i Zimmermann è un mistero. Molto infantilismo involontario da parte del Nostro e brutalità, per quanto di cartapesta, indigesta.
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tomdoniphon
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martedì 22 luglio 2014
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musica ed immagine
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Un avido magnate delle ferrovie (Ferzetti) vuole mettere le mani sul terreno di proprietà dell'ex prostituta Jill (Claudia Cardinale) e pertanto assolda un killer (Fonda). In difesa della donna intervengono il bandito Cheyenne (Robards) e il misterioso Armonica, al quale Frank ha ucciso il fratello. Armonica uccide Frank in duello e riparte. Dopo la "trilogia del dollaro", che aveva sovvertito i codici e i canoni del western, Leone recupera la classicità con un film nostalgico che (fin dal titolo) aspira ad essere l'opera definitiva e conclusiva del genere. Per questo il regista rende omaggio ai grandi autori del western, girando in parte il film nella Monument Valley immortalata da Ford.
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Un avido magnate delle ferrovie (Ferzetti) vuole mettere le mani sul terreno di proprietà dell'ex prostituta Jill (Claudia Cardinale) e pertanto assolda un killer (Fonda). In difesa della donna intervengono il bandito Cheyenne (Robards) e il misterioso Armonica, al quale Frank ha ucciso il fratello. Armonica uccide Frank in duello e riparte. Dopo la "trilogia del dollaro", che aveva sovvertito i codici e i canoni del western, Leone recupera la classicità con un film nostalgico che (fin dal titolo) aspira ad essere l'opera definitiva e conclusiva del genere. Per questo il regista rende omaggio ai grandi autori del western, girando in parte il film nella Monument Valley immortalata da Ford. Ma non ha paura di adottare scelte in netta controtendenza con i principi non scritti hollywoodiani: così, anche se ricorre ad un cast di prim'ordine, utilizza genialmente l'attore più importante, Henry Fonda, icona "democratica" americana per eccellenza, nella parte dello spietato assassino; ma soprattutto dilata, come mai si era visto prima, i tempi del racconto con esaltanti inquadrature a tutto schermo. L'unico limite del film è costituito dal fatto che in alcuni momenti Leone, schiacciato dalle proprie smisurate ambizioni, sembra essere caduto nella insidiosa trappola del manierismo. In ogni caso, quasi tutte le sequenze del film sono straordinarie per la capacità di combinazione tra musica (ovviamente di Morricone) ed immagine. Del resto, come ha avuto modo di osservare Amelio, "qui c'è davvero una regia della musica, qui il senso di ogni inquadratura è comandato dal tempo dell'orchestra...La musica non scandisce solo il tempo del montaggio, ma segna ogni immagine al suo interno, nel gesto di un personaggio, anche di un battito di ciglia. Il grande talento di Ennio Morricone (che vive di vita propria, e in sintonia con i registi più diversi) trova con Leone un'intesa speciale.. Per quanto mi riguarda, confesso che i film di Leone li ho visti più di una volta per guardare la musica".
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brando fioravanti
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venerdì 20 giugno 2014
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la morte del west
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Nel deserto del Mojave la prostituta Jill deve difendersi da Frank pericoloso killer e i suoi uomini. Jill è da poco vedova e non sa che la terra di cui è proprietaria seppure arida e poco fertile interessa a Morton potente industriale ferroviario che non esita a uccidere chi gli si oppone. Morton inizialmente assume Frank, ma il rapporto tra i due diventa conflittuale.In aiuto di Jill arriva un misterioso pistolero soprannominato armonica che ha un conto in sospeso con Frank. Armonica uccide Frank in un epico duello poi svanisce nel nulla mentre Morton viene ucciso da un altro bandito. Meno successo della trilogia del dollaro, ma considerato un capolavoro dalla critica. Per molti estimatori è il miglior spaghetti-western anche meglio del Il buono il brutto e il cattivo.
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Nel deserto del Mojave la prostituta Jill deve difendersi da Frank pericoloso killer e i suoi uomini. Jill è da poco vedova e non sa che la terra di cui è proprietaria seppure arida e poco fertile interessa a Morton potente industriale ferroviario che non esita a uccidere chi gli si oppone. Morton inizialmente assume Frank, ma il rapporto tra i due diventa conflittuale.In aiuto di Jill arriva un misterioso pistolero soprannominato armonica che ha un conto in sospeso con Frank. Armonica uccide Frank in un epico duello poi svanisce nel nulla mentre Morton viene ucciso da un altro bandito. Meno successo della trilogia del dollaro, ma considerato un capolavoro dalla critica. Per molti estimatori è il miglior spaghetti-western anche meglio del Il buono il brutto e il cattivo. Girato nei luoghi autentici si da molto spazio alle inquadrature associate perfettamente alle musiche. La lunga sequenza iniziale è composta soltanto da rumori, novità molto rivalutata dalle moderne critiche e dai futuri registi. La storia chiude definitavente il mito della frontiera dove potenti uomini d'affari prendono il sopravvento anche nelle terre più selvaggie. Una città nel deserto è il simbolo dell'inizio della civilizazzione.
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nooddles
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martedì 21 gennaio 2014
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capolavoro assoluto!
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Concordo pienamente con i tantissimi, tra iquali i fratelli Cohen, che questo è il miglior western in assoluto! .... GRAZIE SERGIO!
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g_andrini
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venerdì 17 gennaio 2014
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bello ma...
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...fa parte di un genere oramai superato. Un capolavoro, per essere tale, deve essere immortale, deve cioè essere pienamente godibile anche a distanza di 50 anni. Gli argomenti trattati, non tanto il vecchio West, quanto la tipologia di rivalità, è oramai scomparsa. Ottime le musiche.
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jacopo b98
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martedì 3 settembre 2013
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l'elegia definitiva del west e del western
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Jill (Cardinale), una ex prostituta, raggiunge il marito nella sua fattoria e trova tutta la famiglia sterminata dal bandito Frank (Fonda), per conto di un industriale ferroviario (Ferzetti) che ha interesse per le terre di famiglia. La donna verrà aiutata da due banditi, Armorica (Bronson) e Cheyenne (Robards) che lotteranno con lei contro l’assassino. Ma Armorica ha anche altri scopi, infatti via via viene fuori che il misterioso bandito musicista ha già avuto a che fare con Frank. Prodotto a costi vertiginosi da produzioni americane (Paramount) in associazione con alcune case italiane, è il capolavoro di Leone insieme (dopo) C’era una volta in America, nonché il primo capitolo della Trilogia del Tempo, continuata con Giù la testa e terminata con il capolavoro degli anni ’80.
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Jill (Cardinale), una ex prostituta, raggiunge il marito nella sua fattoria e trova tutta la famiglia sterminata dal bandito Frank (Fonda), per conto di un industriale ferroviario (Ferzetti) che ha interesse per le terre di famiglia. La donna verrà aiutata da due banditi, Armorica (Bronson) e Cheyenne (Robards) che lotteranno con lei contro l’assassino. Ma Armorica ha anche altri scopi, infatti via via viene fuori che il misterioso bandito musicista ha già avuto a che fare con Frank. Prodotto a costi vertiginosi da produzioni americane (Paramount) in associazione con alcune case italiane, è il capolavoro di Leone insieme (dopo) C’era una volta in America, nonché il primo capitolo della Trilogia del Tempo, continuata con Giù la testa e terminata con il capolavoro degli anni ’80. Se la Trilogia del Dollaro era un insieme di divertissment di un’artista ancora “fanciullo”, con C’era una volta il West comincia la maturità del maestro: questo è un western serio, anzi, un’elegia del West, degna di Peckinpah, un requiem per quel genere da lui tanto amato, è la distruzione di tutta la mitologia creata nei precedenti tre film, la caduta dei titani del West, dei pistoleri invincibili. Tant’è vero che alla fine a sopravvivere sono solo Armorica, che ritorna nel nulla da cui è venuto e Jill, l’unica donna, l’unica “normale”. Quest’opera è l’apocalisse del West: tutti coloro che non sono in grado di uniformarsi alla normalità umana muoiono e vengono uccisi da un epoca che ormai non possono più capire. Il treno che avanza nel deserto è la metafora dell’umanità che avanza verso la conquista dell’America, del West e verso l’abbattimento di tutti i suoi miti. Numerose le sequenze eccezionali, emozionanti e memorabili, montate benissimo, fotografate magistralmente (da Tonino delli Colli), musicate da Ennio Morricone e ambientate in scenografie ricostruite in modo impeccabile, Tutto è combinato bene allo scopo di impressionare e commuovere lo spettatore. Il personaggio più riuscito? Cheyenne, interpretato da un Robards eccellente che ci regala alcune sequenze (i dialoghi con Jill) davvero commoventi. Trionfo (tanto per cambiare) al botteghino.
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stephen k.
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domenica 24 marzo 2013
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il miglior spaghetti western
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C'era una volta il west è senz'altro il miglior film di Sergio Leone. Il regista in questo film dilata di molto i tempi veloci del genere e utilizza molti stereotipi. Cambia lo scenario, passando dai deserti della Spagna a quelli dell'arizona e della monument valley. Viene girato un film in negativo, in cui prevale il male e l'attore più importante del set, peter fonda, viene scelto per la parte di un crudele sicario. La pellicola viene girata sulla base creata da Dario Argento e Bernardo Bertolucci assieme al regista Leone e su una sceneggiatura del regista e di sergio donati. Peter Fonda è eccellente come sempre e interpreta bene la sua parte la già famosa claudia cardinale e un emergente e non ancora molto famoso Charles Bronson.
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C'era una volta il west è senz'altro il miglior film di Sergio Leone. Il regista in questo film dilata di molto i tempi veloci del genere e utilizza molti stereotipi. Cambia lo scenario, passando dai deserti della Spagna a quelli dell'arizona e della monument valley. Viene girato un film in negativo, in cui prevale il male e l'attore più importante del set, peter fonda, viene scelto per la parte di un crudele sicario. La pellicola viene girata sulla base creata da Dario Argento e Bernardo Bertolucci assieme al regista Leone e su una sceneggiatura del regista e di sergio donati. Peter Fonda è eccellente come sempre e interpreta bene la sua parte la già famosa claudia cardinale e un emergente e non ancora molto famoso Charles Bronson. Ottime le inquadrature e la fotografia, epico il tema musicale di ennio morricone suonato con l'armonica da Charles Bronson. Film capolavoro, che si conferma come il miglior film di Sergio Leone dopo c'era una volta in america.
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nicoladrago
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lunedì 11 giugno 2012
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l'elefante e il topolino
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Strano a dirsi (per me) ma questa volta il Farinotti mi trova in buona parte d'accordo. Non son del tutto in sintonia con la negativa recensione del critico che recensì col massimo dei voti un film da lui scritto però che dire di questo similwestern di Leone? Da giovane adoravo questo così saturante regista e ancora oggi mi colpiscono certe sue forme di linguaggio, il modo di riprendere gli oggetti come se fossero lì davanti a noi, il legno, i rumori. Però se si cerca la "rilettura" del western in questo film allora siamo fuori strada. Gli archetipi ci sono ma son usati meglio in Cable Hogue di Peckinpah. Leone sfonda le porte delle sue inibizioni e forte di un budget onorevole si scatena a riprendere il cosiddetto "balletto di morte" (quante belle frasi ha usato Leone per definire i suoi film, anche se spesso erano più delle giustificazioni per un materiale zoppicante) con tutti i crismi e i cristi, con la giusta trovata di girarlo in buona parte nella Valle dei monumenti (ma sembra sempre Almeria però).
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Strano a dirsi (per me) ma questa volta il Farinotti mi trova in buona parte d'accordo. Non son del tutto in sintonia con la negativa recensione del critico che recensì col massimo dei voti un film da lui scritto però che dire di questo similwestern di Leone? Da giovane adoravo questo così saturante regista e ancora oggi mi colpiscono certe sue forme di linguaggio, il modo di riprendere gli oggetti come se fossero lì davanti a noi, il legno, i rumori. Però se si cerca la "rilettura" del western in questo film allora siamo fuori strada. Gli archetipi ci sono ma son usati meglio in Cable Hogue di Peckinpah. Leone sfonda le porte delle sue inibizioni e forte di un budget onorevole si scatena a riprendere il cosiddetto "balletto di morte" (quante belle frasi ha usato Leone per definire i suoi film, anche se spesso erano più delle giustificazioni per un materiale zoppicante) con tutti i crismi e i cristi, con la giusta trovata di girarlo in buona parte nella Valle dei monumenti (ma sembra sempre Almeria però). Non ho dubbi sul fatto che Mark Knopfler adori questo film, tanto da avergli dedicato un brano su Communiquè; lento e solenne, pieno di gravità e di "cose ultime" come la musica dei Dire Straits. Però appena incocci in una faccia "de roma" il palco di questo strabordante film casca. Non si poteva dire di no a generici e stunt visti mille volte in pellicole più risibili? Quando, durante l'asta per la fattoria dei Mac Bain i benemeriti scagnozzi di Frank si accendono il sigaro nella pipa del nonnetto o schiacciano il naso dell'altro che vuole rilanciare la misera puntata allora i "piani alti" crollano e si assiste alla messinscena di un gentleman che si è messo lo smoking ma con le scarpe da tennis. I divi, specie Fonda, sono "Leonizzati"; Frank sputa il tabacco, si gira di scatto, entra nei saloons o cammina per una città in costruzione ma già fantasma come un qualsiasi attore leoniano. Con Wallach era andata meglio. Cosa resta di questo film? Il treno, magnifico, immerso in una calura agostana molto efficace. La spropositata bellezza della Cardinale. La giacca di Bronson; il duello finale (ma quel flashback si risolve un po' ridicolmente). Bel senso dell'immagine ma quanto manierismo Leone...
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[+] facce "de roma"...
(di kronos)
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antonio2011
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martedì 29 maggio 2012
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finale bellissimo
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Sono d'accorso con gli altri sul fatto della dilatazione dei tempi e dell'allungamento a dismisura dei momenti drammatici. C'è da dire però che a me il film piace soprattutto per la colonna sonora. Una musica che rimane impressa nella memoria per sempre!! indelebile. E il finale è bellissimo, quel campo lungo con Bronson che attraversa la scena è veramente indimenticabile.
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brando fioravanti
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martedì 3 aprile 2012
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la fine del west
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Grande western girato in grande stile dando molto spazio ai paesaggi. Grande colonna sonora fatta da strumenti classici, ma anche da semplici rumori per rendere le scene più realistiche. Attori bravissimi si adattano perfettamente a lunghe scene silenziose. Con lo scontro finale non si conclude solo la vicenda del film, ma tutta la cultura riguardante i western. Potenti uomini d'affari stanno ormai prendendo il sopravvento su dei gangster ormai inutili. I duelli sono irrilevanti validi solo a fini personali.
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