Anno | 1967 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Italia |
Durata | 113 minuti |
Regia di | Ugo Tognazzi |
Attori | Ugo Tognazzi, Olga Villi, Tina Louise, Franca Bettoja, Riccardo Garrone, Marco Ferreri Janine Reynaud, Alicia Brandet, Gigi Ballista, Rossella Bergamonti, Cesare Gelli, Luigi Leoni. |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,20 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 8 giugno 2015
Un ricco uomo d'affari soffre di un noioso disturbo (un fischio al naso) e decide di farsi ricoverare in clinica. Pessima idea.
CONSIGLIATO SÌ
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Il signor Inzerna è il titolare di una fabbrica ben avviata nel settore della carta. Un giorno un fastidioso sibilo che esce dal naso lo spinge a fare dei controlli di routine alla clinica Salus Bank dove viene ricoverato al primo piano; da lì ha inizio la sua 'irresistibile ascesa'. Per motivi di vario tipo verrà infatti progressivamente trasferito ai piani più alti dove si trovano degenti sempre più gravi.
Ugo Tognazzi è alla sua prima vera regia e trae il soggetto di base dal racconto di Dino Buzzati "Sette piani" trasposto in teatro dallo stesso autore con il titolo "Un caso clinico". Se il grande scrittore, decidendo di far sentire al suo protagonista delle 'voci', trasferiva immediatamente il racconto sul piano della metafora (la clinica come la vita in cui si entra da 'sani' e ci si avvia, sempre autoconvinti di 'stare bene', verso la morte) Tognazzi imbastisce un'operazione diversa.
L'avere tra gli sceneggiatori Azcona (uno degli sceneggiatori per eccellenza di Marco Ferreri) e lo stesso regista come interprete ironicamente sorridente nel ruolo del dottor Salamoia, gli fa prendere la direzione di un'amara satira nei confronti della tecnologia applicata alla salute per la quale gli uomini non sono altro che dei numeri (il 515 appeso al collo di Inzerna in qualsiasi piano si trovi).
Tognazzi non rinuncia poi (e come potrebbe?) alla carnalità del suo protagonista che imprigiona in una clinica di lusso in cui le infermiere sembrano delle modelle e dove riesce a far ricoverare anche l'amante (una luminosa Franca Bettola). Non manca poi, con accenti davvero ferreriani, la critica a una borghesia incapace di fare veri e propri passi avanti verso un capitalismo dal volto umano (si veda in proposito l'evoluzione del personaggio del padre).
Nel complesso un intelligente rilettura di uno dei piccoli capolavori di un genere letterario che da noi ha sempre fatto fatica ad affermarsi: il racconto.
L'industriale Giuseppe Inzerna - proprietario di una azienda specializzata in prodotti per l'igiene e la biancheria realizzati con l'impiego della cellulosa - è afflitto da un fischio al naso, un piccolo difetto della respirazione che suscita imbarazzo e fastidio in chi si trova in sua compagnia. Moglie e figlia non lo tollerano più e lui, in occasione di una visita di lavoro presso la modernissima clinica Salus Bank, accetta di sottoporsi ad esame medico, convinto che non gli porterà via troppo tempo. Ma guarito dal sibilo, Inzerna viene trattenuto per un piccolo enzema; scomparso anche questo, i medici scoprono una disfunzione ad un rene e dopo il rene al cuore. L'avvicendarsi delle diverse terapie va di pari passo con lo spostamento del paziente dal lussuoso primo piano dell'istituto a quelli via via sempre più spogli dei piani superiori: una inarrestabile ascesa di reparto in reparto che lascia Inzerna sempre più solo, indifeso e sgomento, troncando definitivamente i già flebili legami con la famiglia e allontanandolo dall'amante Giovanna che per suo amore e per restargli accanto si era fatta ricoverare nella stessa clinica. Fallito un tentativo di fuga, Inzerna viene infine trasferito nel temutissimo settimo ed ultimo piano, dove i malati senza speranza sono parcheggiati in attesa della morte. Ma a lui anche la morte verrà negata: la moglie e la figlia, seguendo il consiglio degli avvocati e dei medici, decideranno di farlo ibernare in attesa che aumenti il premio dell'assicurazione sulla vita o che la scienza riesca a scoprire il rimedio per le sue malattie.
Efficace parabola nera sulla mercificazione dell'uomo nella società consumistica. La conclusione fantascientifica dell'ibernazione del protagonista è funzionale alla circolarità del racconto e infonde all'intera vicenda una drammaticità inconsueta dai toni surreali e kafkiani. Tognazzi firma ed interpreta il film con lodevole senso della misura cogliendo fedelmente lo spirito del bel racconto di Dino Buzzati al quale si ispira.
Un film che non ebbe molto successo all'epoca, sottovalutato dal pubblico e dalla critica, che merita di essere riscoperto.
IL FISCHIO AL NASO disponibile in DVD o BluRay |
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Atmosfera surreale, proprio come la storia che racconta, ma sempre con un'ironico occhio verso la realtà. Gli ospedali privati degli anni '70 sono allucinanti. Si entra con un raffreddore e con cure ed analisi si esce morti!!! Questo è quello che vorrebbe dire Ugo con questo film, che inizia con un semplice fischio al naso, appunto, ma i dottori, che con le ultime tecnologie, [...] Vai alla recensione »
"un fischio al naso"(Ugo Tognazzi, 1967)rilegge con grande intelligenza, coadiuvato dagli sceneggiatori Pigna, Scarnicci, Tarabusi, ma anche Rafael Azcona, che conferisce al tutto una nota ancora più surreale, il bellssimo racconto grottesco di Dino Buzzati, grande scrittore italianao(Bellunese, poi Milanese d'azione)"Sette PIani", Un industraile"precipita"in [...] Vai alla recensione »
Veramente un buon film, forse il migliore di Tognazzi regista, spiace che non ne abbia girati altri all'altezza. Tutti gli attori molto bravi (Tognazzi e Bettoja su tutti). Insomma consigliabile per passare una serata tra il divertente e l'impegnato. Da vedere.
Ugo Tognazzi è passato alla regia. Bisogna riconoscergli un merito: non si è cimentato con uno scherzo, con un tema facile e leggero; si è rivolto addirittura a Dino Buzzati, e ad uno dei suoi racconti più tipicamente kafkiani, Sette piani, cercando non solo di non buttarlo in barzelletta, ma di raccontarcelo nel clima con cui l’autore ce l’aveva proposto.