Anno | 2015 |
Genere | Commedia, |
Produzione | Italia |
Durata | 90 minuti |
Regia di | Andrea Jublin |
Attori | Marco Todisco, Beatrice Modica, Ascanio Balbo, Anna Bonaiuto, Giorgio Colangeli Camilla Filippi, Gianfelice Imparato, Andrea Jublin, Giselda Volodi, Erika Ciliberto, Antonio Zavatteri. |
Uscita | giovedì 15 gennaio 2015 |
Tag | Da vedere 2015 |
Distribuzione | Good Films |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,15 su 5 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 8 giugno 2015
Il film è diretto dall'esordiente Andrea Jublin, reduce dalla nomination agli Oscar per il suo corto Il supplente, anch'esso ambientato nel mondo della scuola. Il film ha ottenuto 1 candidatura a David di Donatello,
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CONSIGLIATO SÌ
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Giovanni ha 14 anni ed è innamorato di Jessica, compagna di classe in odore di bocciatura. Nel ruolo di portiere della squadretta della scuola si è guadagnato il soprannome di Banana, per quel destro incapace di tirare in porta e forse anche per la mania di indossare dentro e fuori dal campetto la maglia gialloverde del Brasile. Perché per Banana la vita va vissuta "alla brasiliana", ovvero con coraggio, determinazione, volontà di rischiare. Peccato che Banana si muova nell'Italia di oggi, in cui tutti hanno paura di sognare: compresi i genitori del ragazzo, che ormai non comunicano più, e la sorella Emma, bilaureata disposta a rinunciare ad un futuro di ricercatrice e all'uomo che ama, e che lei definisce un "fallito bipolare" perché lui non ci sta ad abbandonare i suoi principi.
Anche gli insegnanti di Banana sono rinunciatari e depressi, in primis una prof di italiano, la temutissima Colonna, che è anche la depositaria del futuro accademico di Jessica, cui Banana tiene al punto da offrirsi come volontario per un ciclo intensivo di ripetizioni. Come il ragazzo invisibile di Salvatores, Banana è un supereroe all'italiana, pronto a combattere contro ostacoli insuperabili perché da grandi poteri (nel suo caso di coerenza etica) derivano grandi responsabilità.
Banana è il lungometraggio di esordio del quarantenne Andrea Jublin, reduce dalla nomination agli Oscar per il suo corto Il supplente, anch'esso ambientato nel mondo della scuola. È una commedia dolorosissima, un excursus amaro e tragicomico nell'Italia di oggi, con punte di cattiveria degne della tradizione monicelliana ma con una forma filmica più debitrice del cinema per ragazzi d'oltralpe. L'originalità profonda di Banana sta, fra le altre cose, nel dipingere una contemporaneità in cui gli uomini sono irriducibilmente romantici e le donne involontariamente ridotte ad un cinismo che non fa parte della loro natura, ma è il risultato devastante del condizionamento socioeconomico e subculturale dell'Italia di oggi.
Nel panorama cinematografico italiano contemporaneo Banana è davvero un'anomalia, e questa è la sua forza, anche se, per un racconto che mette al centro la purezza d'animo del protagonista e la sua visione candida (nel senso di Candide) del mondo, certi dialoghi e certe svolte narrative denotano un tocco di furbizia che l'intervento di un produttore accorto avrebbe dovuto smorzare. Anche la confezione apparentemente naif è contraddetta dal team di professionalità affermate che affianca Jublin nella sua veste di regista e sceneggiatore: Gherardo Gossi alla fotografia, Esmeralda Calabria al montaggio, Nicola Piovani alle musiche, Ginevra Elkann e Luigi Musini alla produzione.
Quel che allontana Banana dal sospetto di "conventicola", come direbbe Virzì, è lo spirito profondamente e genuinamente anarchico di Jublin, già evidente ne Il supplente, che lo rende mina vagante e scheggia impazzita. Dunque anche certi dialoghi da corso di sceneggiatura rivelano sprazzi di genuina crudeltà, ai congiuntivi appiattiti "ad arte" si alternano espressioni colloquiali esilaranti, ai sermoni edificanti sui buoni sentimenti fanno da correttivo le acidissime viperate della Colonna, interpretata da una Anna Bonaiuto che giganteggia su un film in cui tutti gli interpreti sono capaci (e ben guidati dal regista): fra gli altri spiccano Beatrice Modica nel ruolo di Jessica, bella di periferia senza speranza e senza redenzione, e lo stesso Jublin nel ruolo di Gianni, il grande amore di Emma, deviante irriducibile dalla fisicità ingombrante che sarebbe piaciuta a Lucien Freud.
"Ma tu ce la fai a continuare?" è la domanda che si pongono i personaggi di Banana. E intendono: a continuare in questa Italia qui, che ammazza le speranze e qualunque traccia di "filosofia brasiliana". Auguriamo a Jublin di continuare a sgomitare nel nostro cinema ristretto e autocensorio tirando fuori sempre di più la sua verve iconoclastica, e lasciandosi bacchettare, quando serve, da un produttore che lo tenga al di qua di qualsiasi tentazione di autocompiacimento.
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Ci sono film che anche se non hollywoodiani dal cast stellare, colpiscono per l’immediatezza e maturità. Ci sono film che partendo da budget ridotti, evidenziano in modo ironico la società di oggi dal punto di vista (solo apparentemente basso) di ragazzini. Ci sono film, infine, per i quali più che la storia in sé contano le emozioni, quelle che ogni spettatore al [...] Vai alla recensione »
Commedia agrodolce caratterizzata da un personaggio apparentemente semplice ma altresì molto profondo: il Banana è un bambino positivo inserito nello squallore morale della periferia romana. Complessivamente un buon prodotto indipendente. Ne consiglio la visione.
Molti potrebbero pensare che "banana" possa essere il solito film che tratta il tema dell'adolescenza in maniera banale e ripetitiva. A mio parere, anche se ci sarebbero tutti i presupposti per poterlo credere, non è così. Inzialmente tutto fa pensare il contrario, abbiamo il solito ragazzo inammorato della solita ragazza con i soliti problemi con la scuola, con se stessa [...] Vai alla recensione »
Una branca della filmografia italiana recente ha abbracciato un genere che al solo udirlo fa accapponare la pelle: l'imitazione delle telenovele televisive. In questo film ho apprezzato il bambino protagonista e la sua figura umana e patetica, l'idea vincente era incentrare il flilm tutto su di lui. Il resto fa acqua da tutte le parti, aggiunto per fare numero.
Troopo semplice fare una lettura eroica del personaggio e dell'opera. Banana è esso stesso un rinunciatario, perchè rinuncia a prendere coscienza delle proprie qualità e dei propri limiti, e quindi a vivere veramente dentro le proprie possibilità: lanciarsi a caso senza avere ponderato le proprie azioni, non significa essere degli eroi, significa essere dei cretini. Vai alla recensione »
Molto divertente, mai noioso, si basa sui personaggi, i loro dialoghi e le loro speranze, senza i soliti milioni spesi per effetti speciali che dopo anni appiattiscono e rendono tutti i film uguali, un inutile corsa a stupire lo spettatore! piacevole sorpresa di un regista quasi sconosciuto! Merita assolutamente il costo del biglietto
Banana è un adolescente buffo e sensibile che sogna il Brasile e una vita all'attacco, cresce tra i palazzoni di periferia accanto a genitori stanchi e una sorella depressa ma è un ragazzino idealista e crede che la felicità sia fantasia, coraggio e cuore ed è disposto a lottare anche senza speranze per tentare conquistare la più [...] Vai alla recensione »
banana che non rinuncia a sognare è un bel film . fresco e poetico , ottimi gli attori una sorpresa inaspettata.
Il "tema" é pura poesia e la divisione tra sognatori-combattenti, sognatori-disillusi e distaccati dalla realtá é forse anche troppo forte. Film bellussimo. Forse i ragazzini non sono così... ma che importa?
...quindi la filicità è una cosa, che se proprio la vuoi, te la devi andare a prendere.
Non è solo per giovani, e regala emozioni. Il finale è piacevole, dal mio punto di vista positivo. P.S. La mia squadra preferita è proprio il Brasile!
Banana è un adolescente buffo e sensibile che sogna il Brasile e una vita all'attacco, cresce tra i palazzoni di periferia accanto a genitori stanchi e una sorella depressa ma è un ragazzino idealista e crede che la felicità sia fantasia, coraggio e cuore ed è disposto a lottare anche senza speranze per tentare conquistare la più [...] Vai alla recensione »
Ecco un esordio che, pur con le sue fragilità, si segnala per l'originalità di spunto, la freschezza di dialogo e l'accattivante personalità del protagonista (deliziosamente incarnato dall'inedito Marco Todisco). Definito dal regista Andrea Jublin «un piccolo Don Chisciotte della periferia», Banana è in effetti un idealista in lotta contro la mentalità del «catenaccio».
L'adolescente corpulento "Banana" ama il calcio brasiliano tanto da eleggerlo a filosofia di vita. Quindi gioca all'attacco anche se lo mettono in porta (ma calcia storto: ha il piede "a banana") e corteggia la più carina della scuola senza speranze. Intorno a lui genitori stanchi, insegnanti nichilisti, sorelle depresse, palazzoni di periferia. Ma "Banana" Bandini (cognome da eroe di John Fante) non [...] Vai alla recensione »
«Banana» come viene, con cattiveria, soprannominato il ragazzino protagonista, crede che la felicità passi solo ed unicamente nello sposare lo stile filosofico «brasiliano» fatto di fantasia, coraggio e cuore. Si innamora di una compagna che, però, lo sfrutta per ottenere un buon voto in Italiano, materia insegnata da una prof ormai disillusa. Che bella sorpresa questa commedia che fa ridere e, nel [...] Vai alla recensione »
No, gioiellino non è un termine desueto. Capita, talvolta, di ritrovarlo in sala: Banana, scritto e diretto dal torinese Andrea Jublin, classe 1970, già candidato all'Oscar per il bel corto il supplente. Protagonista è un l4enne (Marco Todisco, wow) buffo, sensibile e, appunto, col piede a banana, che sogna il Brasile e una vita all'attacco. Problema, i genitori sono rassegnati, la sorella Emma (Camilla [...] Vai alla recensione »