Il gemello

Film 2012 | Drammatico, 88 min.

Anno2012
GenereDrammatico,
ProduzioneItalia
Durata88 minuti
Regia diVincenzo Marra
AttoriRaffaele Costagliola, Domenico Manzi .
TagDa vedere 2012
DistribuzionePablo
MYmonetro 3,02 su 4 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

Regia di Vincenzo Marra. Un film Da vedere 2012 con Raffaele Costagliola, Domenico Manzi. Genere Drammatico, - Italia, 2012, durata 88 minuti. distribuito da Pablo. - MYmonetro 3,02 su 4 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento venerdì 4 novembre 2016

"Il Gemello" è il nomignolo di Raffaele. Ha ventinove anni e due fratelli gemelli. È entrato in carcere all'età di quindici per aver rapinato una banca, da dodici vive li dentro.

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Consigliato sì!
3,02/5
MYMOVIES 3,00
CRITICA 3,00
PUBBLICO 3,06
CONSIGLIATO SÌ
Un aspetto diverso e forse spiazzante della dimensione carceraria: l'aspetto umano.
Recensione di Giancarlo Zappoli
mercoledì 5 settembre 2012
Recensione di Giancarlo Zappoli
mercoledì 5 settembre 2012

Raffaele ha 29 anni e due fratelli gemelli. Ha conosciuto il carcere a 15 anni per una rapina in banca e da 12 anni continuativi la sua casa è una cella. A Secondigliano la condivide con Gennaro, coetaneo e condannato all'ergastolo. Nel carcere opera l'ispettore capo Domenico il quale sta cercando, spesso con successo, di instaurare un clima di rapporto con i detenuti che superi lo stereotipato schema secondino/carcerato.
Il cinema italiano si è interrogato più volte di recente sul carcere e chi vi vive come detenuto o guardia. Dal film in musica Tutta colpa di Giuda di Davide Ferrario allo Shakespeare rivisitato dietro le sbarre di Cesare deve morire gli esempi non mancano. Vincenzo Marra ha trovato un produttore coraggioso come Gianluca Arcopinto che gli ha consentito di misurarsi con un aspetto diverso e forse spiazzante della dimensione carceraria. Spiazzante perché molti si sarebbero aspettati un pamphlet sul sovraffollamento delle carceri e le condizioni inumane di vita al loro interno. Marra prende invece tutt'altra direzione e ci mostra, quasi pedinando alla Dardenne d'annata il suo protagonista, un aspetto 'umano' del carcere. Che prevede dei dissapori simili a quelli coniugalì tra due compagni di cella con uno dei due che chiede un altro domicilio ma, soprattutto e fondamentalmente, che vede svilupparsi in una dimensione diversa il rapporto tra chi detiene e chi è detenuto. È nella dinamica che si instaura tra l'ispettore capo e Raffaele che vediamo evolvere (quasi si trattasse di sedute psicoanalitiche) un rapporto che fa sì che il detenuto (sempre consapevole della presenza delle telecamere) si apra a considerazioni su se stesso, sulle scelte di vita compiute e su quelle da compiere che ci offrono uno scorcio su un modello carcerario davvero rieducativo al vivere sociale. Certo non tutti i detenuti hanno la determinazione ma anche la sensibilità di Raffaele così come non tutto il personale dell'Amministrazione carceraria ha la disponibilità di questo ispettore. Ma sentire Raffaele parlare del proprio bisogno fisico delle donne (la libertà l'ho giustamente persa ma perché anche il sesso?) così come di un tema complesso come quello della paternità ci ricorda che abitiamo la terra che ha dato i natali a Beccaria e che forse (anzi certamente) un altro carcere è possibile.

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PUBBLICO
RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
domenica 16 febbraio 2014
Salvatore Scaglia

Il film-documentario di Marra è assai scarno, dal ritmo lento, quasi noioso e senza colonna sonora, a parte qualche stralcio di canzone ascoltata alla radio dai detenuti e il pezzo musicale finale. E' questo l'effetto voluto dal regista e, quasi antiesteticamente, il pregio della pellicola, capace di presentare realisticamente a chi sta fuori la vita in carcere di un detenuto in particolare, [...] Vai alla recensione »

STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
Fabio Ferzetti
Il Messaggero

Non sbaglia un colpo invece Vincenzo Marra, che con Il gemello (Giornate degli Autori) ci porta dentro il carcere napoletano di Secondigliano «pedinando» alla maniera di Zavattini un detenuto 29enne, il carismatico Raffaele Costagliola, che entra ed esce di galera da quando aveva 15 anni («mamma e papà per me so’ i muri.., è ora di staccare, aggio a vivere un poco pure io.

Anna Maria Pasetti
Il Fatto Quotidiano

Carcere di Secondigliano. Il 29enne Raffaele detto “il Gemello”, condannato a 12 anni di reclusione, conduce una vita esemplare e impegnata. Il motivo? Semplice, vuole accorciare il più possibile la reclusione —cioè la morte — e dimostrare a se stesso e al mondo di avere ancora una chance. La storia non sfugge all’occhio vigile di Vincenzo Marra che, partendo dalla vita del singolo personaggio, si [...] Vai alla recensione »

Federico Pontiggia
Il Fatto Quotidiano

Nel carcere Napoli, carcere circondariale di Secondigliano: "Il gemello" è il nomignolo di Raffaele, 29 anni, due fratelli gemelli. Sta dietro le sbarre da 12 anni per una rapina, e Secondigliano ormai è la sua casa: carismatico e rispettato, lavora alla raccolta differenziata - ci mantiene la famiglia - col compagno di cella, l'ergastolano Gennaro, e ha un rapporto privilegiato col capo delle guardie [...] Vai alla recensione »

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