Anno | 2009 |
Genere | Drammatico |
Produzione | USA |
Durata | 95 minuti |
Regia di | Mitchell Lichtenstein |
Attori | Demi Moore, Parker Posey, Rip Torn, Ellen Barkin, Christian Camargo, Billy Magnussen Sebastian Roché, Victor Slezak, T. Ryder Smith, Richard Barlow, Tom McNutt, Roger Rees, Susan Blommaert, Celia Weston, Jacquelyn Conforti, Julianna Conforti, Patti D'Arbanville, David L. King, Alyssa Klein, Kathy Nowrey, David Adam Smith, Kimberly Villanova. |
MYmonetro | 2,25 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 19 gennaio 2010
Due sorelle sono costrette a tornare a casa per prendersi cura del padre. Là ritroveranno le gioie dell'infanzia e delle surreali, tragicomiche avventure. Al Box Office Usa Happy Tears ha incassato 14 mila dollari .
CONSIGLIATO NÌ
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Jayne e Laura sono due sorelle che si trovano a doversi occupare dell'uomo della loro vita: il settantenne padre Joe che sta precipitando nel baratro della demenza senile. Costrette a tornare nella casa dell'infanzia per decidere come assisterlo vengono assalite dai ricordi. Le loro posizioni nei confronti dello stato di salute di Joe sono però profondamente differenti. Jayne sfugge costantemente alle responsabilità e quindi sottovaluta la gravità della situazione. Laura, madre di tre figli, è molto più concreta e cerca di convincere la sorella che quel padre che suona la chitarra e che è interessato alla rozza Shelley non sta per nulla bene.
Mitchell Lichtenstein ci aveva offerto nel 2007 (anche se in Italia lo abbiamo visto solo nell'estate 2008) un film provocatorio ma con una sua precisa idea di cinema: era Denti con al centro una protagonista dotata di una vagina dentata. Poteva piacere o meno ma aveva un senso. Questa volta, forse perché preso dalla voglia di esagerare o perché ha avuto a disposizione un cast notevole, manca totalmente l'obiettivo.
Vorrebbe descrivere un microcosmo familiare e, al contempo, offrire la sensazione dei due mondi diversi in cui vivono Laura e Jayne. Il tentativo sembrerebbe quasi riuscire ma poi finisce con il perdersi in scene surreali anche perché il regista si fa prendere la mano da un attore strabordante come Rip Torn e da quella sorta di maschera botulinica che è purtroppo diventata Ellen Barkin. Così un film che poteva avere qualcosa da dirci sui nostri tempi difficili in cui è sempre più arduo confrontarsi con la realtà della decadenza fisica degli anziani che ci ricorda l'inevitabilità dello scorrere del tempo finisce con il trasformarsi in un'accozzaglia di tentativi di lettura nessuno dei quali va a buon fine. Peccato per Demi Moore e Parker Posey. Sono finite in un film confuso sulla confusione.