
Anno | 1964 |
Genere | Commedia |
Produzione | Italia |
Durata | 110 minuti |
Regia di | Florestano Vancini |
Attori | Gabriele Ferzetti, Catherine Spaak, Jacques Perrin, Fabrizio Capucci, Daniele Vargas . |
MYmonetro | 3,05 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Accanto alla violenza, la sessualità costituisce un tema ricorrente nelle opere di Vancini. Desunto da un romanzo di Quarantotti Gambini (su di un'iso...
CONSIGLIATO SÌ
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Accanto alla violenza, la sessualità costituisce un tema ricorrente nelle opere di Vancini. Desunto da un romanzo di Quarantotti Gambini (su di un'isola deserta, una adolescente desiderata da due coetanei si concederà ad un uomo maturo), il film risulta però epidermico, a causa del mancato approfondimento imputabile ad una censura non ancora liberalizzante.
Vancini ,a utore di film di notevole spessore , si confronta, nella realizzazione di questo film ispirato ad un romanzo di P.A.Quarantotti, con un tema particolarmente scabroso , soprattutto tenendo conto dell' epoca in cui ebbe luogo la lavorazione del film il 1964, ben lontano ancora da quell'anno che scosse l'intero mondo occidentale.
Disinvolta e matura diciottenne accetta di trascorrere alcuni giorni in compagnia di due coetanei per una breve vacanza al mare. Entrambi cercano invano un approccio e quando lei si lascia irretire da un maturo quarantenne, uno dei due si uccide. Dramma sentimentale di argomento giovanilista che si sviluppa sui toni brillanti di un triangolo adolescenziale nella cornice assolata di un'ambientazione [...] Vai alla recensione »
bello rivedere la Cagliari degli anni 60, conoscendo la città si intuisce che le dinamiche del film erano poco romanzate e quasi documentaristiche, il film racconta di una gita fuoriporta di tre adolescenti dalla città nella allora ancora super incontaminata Villasimius, bel film, belle musiche, temi arditi e finale poco scontato
La prima indicazione che ci viene da La calda vita riguarda, ancora, l'incertezza di Vancini il quale, tra i nostri giovani registi, è certamente uno dei più seri e puntigliosamente avversi alle futili prospettive che sembrano arridere ad altri, ma, anche per questo, assai reticente a precisare, dopo il ragguardevole esordio de La lunga notte del '43, i termini e i motivi del proprio discorso.