Non uno di meno

Film 1999 | Drammatico +13

Titolo originaleYi ge dou bu neng shao
Anno1999
GenereDrammatico
ProduzioneCina
Regia diZhang Yimou
AttoriMinzhi Wei, Huike Zhang, Zhenda Tian, Enman Gao .
TagDa vedere 1999
RatingConsigli per la visione di bambini e ragazzi: +13
MYmonetro 3,13 su 10 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

Regia di Zhang Yimou. Un film Da vedere 1999 con Minzhi Wei, Huike Zhang, Zhenda Tian, Enman Gao. Titolo originale: Yi ge dou bu neng shao. Genere Drammatico - Cina, 1999, Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 - MYmonetro 3,13 su 10 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento venerdì 20 novembre 2009

Una maestrina (con o senza la penna rossa) va in cerca della pecorella smarrita, lo scolaretto scomparso dalla sua classe. Il film è stato premiato al Festival di Venezia, In Italia al Box Office Non uno di meno ha incassato 829 mila euro .

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Consigliato sì!
3,13/5
MYMOVIES 3,00
CRITICA
PUBBLICO 3,26
CONSIGLIATO SÌ
Recensione di Pino Farinotti
Recensione di Pino Farinotti

Una maestrina (con o senza la penna rossa) va in cerca della pecorella smarrita, lo scolaretto scomparso dalla sua classe. La classe di Yimou non è acqua, anche con un soggetto deamicisiano. Uno di quei film fatti apposta per vincere il Leone a Venezia. Cosa che si è puntualmente verificata. Dalle opere in costume, Lanterne rosse, ai soggetti contemporanei, lo stile perde un po'.

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Francesco Rufo
venerdì 10 luglio 2009

Non uno di meno può essere letto come esemplificazione di alcuni aspetti della pedagogia di John Dewey, filosofo ed educatore. La pedagogia di Dewey è pragmatica, funzionale e sociale: funzionale in quanto vede i processi educativi non come fini a se stessi, astratti, meccanici, ma come strumenti funzionali alla vita concreta; sociale in quanto vede i processi educativi come miranti a far divenire l’individuo elemento attivo della società, vede la scuola come embrione della comunità, avvio al senso di unità sociale. Dewey si oppone alla ricettività passiva del bambino: l’educazione deve dare al bambino la possibilità di «realizzarsi e realizzare», di attivare le proprie potenzialità e di svilupparle verso scopi sani sia sul piano individuale che su quello sociale. Tutte queste idee di Dewey si ritrovano nel film. All’inizio Wei Minzhi si limita a trascrivere alla lavagna testi che gli alunni devono copiare, impronta l’istruzione su un’attività di copiatura che non stimola gli alunni: siamo sul piano di un’educazione meccanica, passiva. Poi Wei Minzhi, per obbedire alla necessità etica di trovare Zhang Huike e riportarlo a scuola, deve raccogliere soldi e chiede aiuto agli alunni che imparano così a far di conto: si sentono coinvolti nell’educazione, che assume una funzionalità pratica, legata alla vita concreta, attivano e sviluppano le proprie potenzialità verso scopi sani sia per se stessi (l’apprendimento) sia per l’interesse verso l’altro (riportare Zhang Huike a scuola), passano dall’individualismo al senso della collettività grazie a una pedagogia sociale. Dewey applica il pragmatismo alle sue idee e alla loro esposizione nei suoi testi: non si ferma al piano astratto, ma espone un’idea e passa subito all’applicazione pratica, ai fatti, alle cose. Questo approccio di Dewey si riflette nel film: il regista, favorito dal mezzo che usa, il cinema, visto come strumento pedagogico, sociale, etico, adotta un approccio e uno stile fondati sulla concretezza, sulla materialità, ricorre ad ambienti veri, ad attori non-professionisti che non interpretano ma vivono il loro personaggio. Leone d’oro 1999.

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PUBBLICO
RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
venerdì 8 aprile 2011
jaky86

Fantastico affresco della Cina rurale per il talentuoso Zhang Yimou. La prima parte girata in una sgangherata scuola di uno sperduto villaggio cinese è una vera perla; ogni dettaglio è apprezzabile ( dall'alzabandiera con inno del lunedì, alla parsimonia dei bambini costretti a una vita di miseria) e le ambientazioni, soprattutto gli interni, sono eccelse.

venerdì 6 maggio 2022
elgatoloco

"Non uno di meno"(Zhang Yimou, scritto da Shi Xiansbeng, 1999, premiato a Venzia con il Leone d'Oro), racconta di un poverissimo viallgggio, con una scuola primaria, dove il maesro deve allontanarsi oer un mese, per seguire , in altra zona, la madre morente . Come suppplente trva solo una ragazzina di 13 anni, che per0' si dimostra all'altezza del compito.

mercoledì 15 dicembre 2010
Francesco2

Dunque, un’altra storia la femminile di donne che lottano contro una società che le e ci opprime, e poco importa se la protagonista è una ragazzina di terza media. Come anche la protagonista di “Lanterne rosse” nel suo tempio, (dove tutto, anche i colori delle stesse lanterne, aveva un preciso significato), si trova ad operare in un mondo chiuso (Questa è una [...] Vai alla recensione »

lunedì 24 febbraio 2020
Onufrio

Leone d'oro al festival di Venezia, Zhang Yimou cambia totalmente registro rispetto a "Lanterne Rosse" e racconta la storia di Wei Minzhi, 13enne improvvisata maestra di scuola per sostituire il Maestro Gao per un mese in un remoto villaggio della Cina lontana dai comfort della città. L'approccio all'insegnamento da parte della ragazzina non è dei migliori, ma la [...] Vai alla recensione »

sabato 23 marzo 2019
Emanuele 1968

( 2,5 ) Bellino, il racconto me e un pò inverosimile, però carino, incredibile pensare che da qualche parte del mondo si viva cosi, in alcune anche peggio.

mercoledì 25 novembre 2009
francobi

Mi sembra che la critica abbia messo un accento eccessivo sul fattore "denaro", mentre nessuna delle recensioni che ho letto ha rilevato che il film descrive una sorta di "sogno americano" dei cinesi. I vecchi strumenti di comunicazione falliscono (i tazebao sono resi illeggibili dalla pioggia), mentre la televisione risolve gloriosamente i problemi e conduce al lieto fine.

venerdì 24 aprile 2009
Frankie86

Quando guardo un film di Yimou mi preparo già ad assistere a un capolavoro e devo dire che anche in questo caso non sono rimasto deluso...se la prima parte è un po' prolissa, nella seconda il film riesce nel suo intento e lo spettatore è sempre piu coinvolto nella ricerca che porta avanti la giovanissimna protagonista...il finale poi ha un messaggio assolutamente giusto, che di sicuro aggiunge valore [...] Vai alla recensione »

STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
Roberto Escobar
Il Sole-24 Ore

Intimidita, ma salda nel suo piccolo coraggio: così fronteggia la sguardo della televisione la maestra Wei (Wei Minzhi). Il suo volto si riga di pianto. Poi, in controcampo e in primo piano, Zhang Yimou inquadra l'obbiettivo della telecamera. A quest’occhio mostruoso la ragazzina ora chiede aiuto. A questo interlocutore muto, che la scruta minaccioso, la supplente del maestro Gao (Gao Enman) affida [...] Vai alla recensione »

Enrico Magrelli
Film TV

Gessetti e talkshow. Periferia e centro. Silenzi antichi e strade brulicanti. Letti di fortuna e ciotole di noodles. Negozi, ristoranti, stazioni ferroviarie semimoderne e un universo rurale povero, dimenticato, governato ancora da un bonario e severo capo villaggio. La Cina continua a rimanere sospesa tra un presente confuso e difficile (moderno?) e un passato fatto ancora di vecchie canzoni (maoiste?). [...] Vai alla recensione »

Irene Bignardi
La Repubblica

Cina rurale, dopo tutte le rivoluzioni e molto vicino alla globalizzazione (come si vedrà). Il maestro Gao abbandona la sua scuoletta per andare a trovare la mamma ammalata, incarica la ragazzina Wei Minzhi, che ha la faccia rotonda come la luna, tredici anni e nessuna esperienza, di occuparsi in sua assenza della scuola e, come nelle favole, le dice che non deve sognarsi di perdere neppure uno scolaro: [...] Vai alla recensione »

Stefania Mignoli
Duel

L'equilibrio è una magica poesia di forze che attraversano gli oggetti e li inchiodano a un momento di eternità, è la stasi del caos, una ragnatela che imprigiona le cose senza mai emozionarle, le suscita per poi immobilizzarle in una posizione. Non uno di meno, non una qualsiasi sottrazione che possa impaurire la composizione, renderla pericolosa, instabile, sfuggente.

Luigi Paini
Il Sole-24 Ore

Due macchie rosse illuminano il grigiore di uno sperduto, poverissimo villaggio cinese: sono quelle di due lattine di Coca Cola, avidamente sorseggiate - poco più di una goccia a testa - dagli alunni di una classe elementare. Il rosso, colore della vita molto prima di essere legato a qualsiasi ideologia, non manca mai nei film di Zhang Yimou: ma quelle lattine di Coca, in Non uno di meno (premiato [...] Vai alla recensione »

Alberto Crespi
L'Unità

Circolano strane voci intorno a Non uno di meno, Leone d'oro a Venezia 1999. Secondo qualcuno sarebbe "un film di regime". Fermo restando che è difficilissimo, anche per i sinologi (e forse persino per i cinesi), capire i meccanismi politici per cui certi cineasti sono ora perseguitati, ora sostenuti dal governo di Pechino, vi proponiamo un test. Mettete a confronto i 10 minuti finali, dove si compie [...] Vai alla recensione »

Lietta Tornabuoni
La Stampa

Due ragazzine ostinate, combattenti, decise a ottenere ad ogni costo quanto vogliono, hanno vinto ai festival di cinema 1999: una è Rosetta di Luc e Jean-Pierre Dardenne, Palma d'oro e premio ex-aequo per la migliore attrice all'ultimo festival di Cannes; l'altra è la protagonista tredicenne di questo Non uno di meno di Zhang Yimou, Leone d'oro all'ultima Mostra di Venezia.

Roberto Silvestri
Il Manifesto

Il cinema, nei paesi autoritari, sfrutta spesso il lavoro artistico minorile. I bambini come attori sono uno scudo impenetrabile per la censura: nascondono facilmente, tra un gioco, uno sberleffo e un sorriso, le metafore più indigeste, dietro un velo di emozioni genuine. Rendono tenere le immagini più infuriate. È una tecnica in auge tra cineasti dei tre mondi, impossibilitati a parlare dell'oggi [...] Vai alla recensione »

Marco Balbi
Ciak

Neorealismo in salsa di soia per il nuovo film di Zhang Yimou, Leone d'oro all'ultima mostra di Venezia, dove gli attori, tutti non professionisti presi dalla strada, interpretano se stessi, mantenendo addirittura il loro nome vero. Non uno di meno è una sorta di libro Cuore orientale, una storia a lieto fine permeata da un sottile buonismo nei confronti della società e del regime cinesi: tutti nella [...] Vai alla recensione »

winner
leone d'oro
Festival di Venezia
1999
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